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commissario forestale prove scritte
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Da: x familiare10/10/2011 08:21:16
storie ce ne sono, ma ormai quello che doveva succedere è successo, credo che non ci saranno più sorprese.
Questa sarà una settimana lunga purtroppo....mercoledì pom. è libero e anche il venerdì, con ciò che ne consegue, mentre sabato...è meglio che non dica quello che penso di sabato.
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Da: ....!?10/10/2011 12:59:28
Quindi questo week e questa settimana non si torna a casa???
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Da: La storia di Jerry10/10/2011 13:54:04
Jerry era il tipo di persona che si ama e si odia.
Era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi meglio, scoppierei!".
Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva la gestione di un nuovo ristorante. Il motivo per cui i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento positivo. Era un motivatore naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era lì a spiegargli come guardare al lato positivo della situazione.

Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi "Adesso basta! Spiegami come fai ad essere sempre cosìpositivo, qualunque cosa succeda?".

"Oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore. Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare. Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita".

"Si, vabhé, dissi io, "ma non è sempre cosi facile!".

"Sì invece," disse Jerry, "la vita è tutta fatta di scelte. A parte le necessità più o meno fisiologiche in ogni situazione c'è una scelta da fare.
Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente può influire sul tuo umore.
Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore, e quindi in definitiva come vivere la tua vita".

Per molto tempo dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un'altra attività in proprio; mi persi di vista con Jerry ma spesso ripensai a lui quando mi trovavo nella situazione di scegliere nella vita invece che subirla.

Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente. Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto soccorso.Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.

Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente, quandi gli chiesi come andava mi disse: "Se stessi meglio, scoppierei. Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?". Declinai l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile esperienza. "La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del ristorante" mi disse Jerry, "poi, quando ero già stato colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di morire".

"Ma non avevi paura. Non sei svenuto?".

Jerry continuò: "Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle faccie dei dottori e degli assistenti, che mi spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi 'quest'uomo è già morto!'... dovevo assolutamente fare qualcosa".

"E cosa hai fatto?" gli domandai.
"C'era questa infermiera veramente grassa che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa. 'Sì!, io risposi, a quel punto tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta... Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gli gridai 'Sono allergico alle pallottole!'... Mentre ancora ridevano aggiunsi: 'Sto scegliendo di vivere. Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto'".

Jerry è sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo atteggiamento positivo.
Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente.
Un attegiamento positivo, alla fine, vale più di tutto il resto.
Rispondi

Da: La vendetta degli elefanti10/10/2011 13:54:48
Nel luglio del 2008 scoppiò una grave persecuzione nello Stato Indiano di Orissa: una suora di ventidue anni fu bruciata viva quando una banda di malintenzionati incendiò l'orfanotrofio nel villaggio di Khuntpali, situato nel distretto di Barhgarh; un'altra suora fu violentata da un gruppo in Kandhamal; bande di perso­ne attaccarono le chiese, incendiarono le auto, distrussero le case dei cristiani e Padre Thomas Chellen, Direttore di un centro pastorale che era stato distrutto da una bomba, si salvò a stento da un attenta­to. Il risultato finale fu che più di cinque­cento cristiani rimasero uccisi; altre migliaia furono i feriti e i senza casa, dopo che queste furono ridotte in cenere. Recentemente uno strano e drammatico avvenimento ha avuto luogo proprio in Orissa, dove molte persone ne parlano ancora con meraviglia.

Alcuni branchi di elefanti selvaggi hanno iniziato a prendere d'assalto i villag­gi dove risiedono i peggiori persecutori dei cristiani. In un villaggio dove nell'agosto del 2008 i cristiani avevano dovuto fuggire per salvare le loro vite, mentre le loro case venivano distrutte dai rivoltosi, un branco di elefanti è sbucato dalla giungla circo­stante. Questo avveniva esattamente un anno dopo, nel luglio 2009, alla stessa ora e nello stesso giorno dell'attacco.

Questi elefanti prima, attaccarono un impianto di frantumazione dei sassi di pro­prietà di uno dei principali capi del movi­mento di persecuzione, poi hanno continua­to distruggendo la sua casa e le sue fattorie. Nello Stato di Orissa sono centinaia gli abitanti dei villaggi che sono stati costretti a fuggire nei campi, dopo i ripetuti attacchi degli elefanti.

Nel distretto di Kandhamal, nelle ulti­me settimane sette persone sono state ucci­se e molte altre sono state ferite nel corso degli attacchi di un branco composto da una dozzina di elefanti.

Il Capo del Distretto, il Signor Krishen Kumar afferma che sono oltre 2500 le persone çhe vivevano in quarantacinque villaggi, e che sono state colpite negli attacchi.

"Non è raro che degli animali selvaggi entrino nei villaggi e facciano stragi in India", commenta la BBC. Resta tuttavia oscuro il motivo per cui questi branchi di elefanti si siano allontanati dalla riserva di Lakheri per sconfinare in un distretto vici­no. Il branco ha viaggiato per 300 km verso Kandhamal ed è entrato in una città del distretto. Le guardie forestali che stazionavano nella zona degli attacchi, hanno cercato di capire perché gli elefanti fossero usciti dal loro territorio. Gli abitan­ti del villaggio affermano che gli elefanti hanno attaccato le loro aree in branchi cau­sando pesanti distruzioni. Poi, con impeto accresciuto, si sono scagliati contro le case dei non cristiani, demolendo giardini e abbattendo le case dei persecutori, rispar­miando però quelle dei cristiani.

Questi strani assalti si sono ripetuti e, secondo le testimonianze, gli elefanti hanno già distrutto più di 700 case in 30 villaggi e ucciso cinque persone. Nessuno in questa zona dice di aver mai visto, o persino immaginato, l'insolito spettacolo di un branco di elefanti scatenati. Evidentemente non sono elefanti ordi­nari, ma sembrano proprio avere una mis­sione. Solitamente in un villaggio prima entrano in avanscoperta gli elefantini, quasi ad ispezionare la zona, poi si riuni­scono al resto del branco, che viene subito dopo e fa il lavoro sopra menzionato.

Un Responsabile del Ministero in India ha detto: "Pensiamo che ciò abbia a che fare con la vendetta del sangue dei marti­ri". Di fatto, la paura di Dio si è imposses­sata della popolazione locale che ha chia­mato questi elefanti "elefanti cristiani".

Visto che l'Amministrazione locale non interviene, gli abitanti del villaggio hanno cercato di difendersi innalzando delle barriere.

Resta il fatto che gli elefanti hanno dis­trutto raccolti e case ben precise ed anche le autorità locali esprimono impotenza
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Da: I vestiti nuovi dell''imperatore10/10/2011 13:56:02
Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto avere sempre bellissimi vestiti nuovi da usare tutti i suoi soldi per vestirsi elegantemente. Non si curava dei suoi soldati né di andare a teatro o di passeggiare nel bosco, se non per sfoggiare i vestiti nuovi. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno e come di solito si dice che un re è al consiglio, così di lui si diceva sempre: «E nello spogliatoio!».

Nella grande città in cui abitava ci si divertiva molto; ogni giorno giungevano molti stranieri e una volta arrivarono due impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare. Non solo i colori e il disegno erano straordinariamente belli, ma i vestiti che si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili agli uomini che non erano all'altezza della loro carica e a quelli molto stupidi.

"Sono proprio dei bei vestiti!" pensò l'imperatore. "Con questi potrei scoprire chi nel mio regno non è all'altezza dell'incarico che ha, e riconoscere gli stupidi dagli intelligenti. Sì, questa stoffa dev'essere immediatamente tessuta per me!" e diede ai due truffatori molti soldi, affinché potessero cominciare a lavorare.

Questi montarono due telai e fecero fìnta di lavorare, ma non avevano proprio nulla sul telaio. Senza scrupoli chiesero la seta più bella e l'oro più prezioso, ne riempirono le borse e lavorarono con i telai vuoti fino a notte tarda.

"Mi piacerebbe sapere come proseguono i lavori per la stoffa" pensò l'imperatore, ma in verità si sentiva un po' agitato al pensiero che gli stupidi o chi non era adatto al suo incarico non potessero vedere la stoffa. Naturalmente non temeva per se stesso; tuttavia preferì mandare prima un altro a vedere come le cose proseguivano. Tutti in città sapevano che straordinario potere avesse quella stoffa e tutti erano ansiosi di scoprire quanto stupido o incompetente fosse il loro vicino.

"Manderò il mio vecchio bravo ministro dai tessitori" pensò l'imperatore "lui potrà certo vedere meglio degli altri come sta venendo la stoffa, dato che ha buon senso e non c'è nessuno migliore di lui nel fare il suo lavoro."
Il vecchio ministro entrò nel salone dove i due truffatori stavano lavorando con i due telai vuoti. "Dio mi protegga!" pensò, e spalancò gli occhi "non riesco a vedere niente!" Ma non lo disse.

Entrambi i truffatori lo pregarono di avvicinarsi di più e chiesero se i colori e il disegno non erano belli. Intanto indicavano i telai vuoti e il povero ministro continuò a sgranare gli occhi, ma non potè dir nulla, perché non c'era nulla. "Signore!" pensò "forse sono stupido? Non l'ho mai pensato ma non si sa mai. Forse non sono adatto al mio incarico? Non posso raccontare che non riesco a vedere la stoffa!"

«Ebbene, lei non dice nulla!» esclamò uno dei tessitori.

«È splendida! Bellissima!» disse il vecchio ministro guardando attraverso gli occhiali. «Che disegni e che colori! Sì, sì, dirò all'imperatore che mi piacciono moltissimo!»

«Ne siamo molto felici!» dissero i due tessitori, e cominciarono a nominare i vari colori e lo splendido disegno. Il vecchio ministro ascoltò attentamente per poter dire lo stesso una volta tornato dall'imperatore, e così infatti fece.
Gli imbroglioni richiesero altri soldi, seta e oro, necessari per tessere. Ma si misero tutto in tasca; sul telaio non giunse mai nulla, e loro continuarono a tessere sui telai vuoti.

L'imperatore inviò poco dopo un altro onesto funzionario per vedere come proseguivano i lavori, e quanto mancava prima che il tessuto fosse pronto. A lui successe quello che era capitato al ministro; guardò con attenzione, ma non c'era nulla da vedere se non i telai vuoti, e difatti non vide nulla.
«Non è una bella stoffa?» chiesero i due truffatori, spiegando e mostrando il bel disegno che non c'era affatto.

"Stupido non sono" pensò il funzionario "è dunque la carica che ho che non è adatta a me? Mi sembra strano! Comunque nessuno deve accorgersene!" e così lodò la stoffa che non vedeva e li rassicurò sulla gioia che i colori e il magnifico disegno gli procuravano. «Sì, è proprio magnifica» riferì poi all'imperatore.
Tutti in città parlavano di quella magnifica stoffa.

L'imperatore volle vederla personalmente mentre ancora era sul telaio. Con un gruppo di uomini scelti, tra cui anche i due funzionari che già erano stati a vederla, si recò dai furbi truffatori che stavano tessendo con grande impegno, ma senza filo.

«Non èmagnifique?» esclamarono i due bravi funzionari. «Sua Maestà guardi che disegno, che colori!» e indicarono il telaio vuoto, pensando che gli altri potessero vedere la stoffa.
"Come sarebbe!" pensò l'imperatore. "Io non vedo nulla! È terribile! sono forse stupido? o non sono degno di essere imperatore? È la cosa più terribile che mi possa capitare". «Oh, è bellissima!» esclamò «ha la mia piena approvazione!» e ammirava, osservandolo soddisfatto, il telaio vuoto; non voleva dire che non ci vedeva niente. Tutto il suo seguito guardò con attenzione, e non scoprì nulla di più; tutti dissero ugualmente all'imperatore: «È bellissima» e gli consigliarono di farsi un vestito con quella nuova meravigliosa stoffa e di indossarlo per la prima volta al corteo che doveva avvenire tra breve. «Emagnifìque , bellissima,excellente » esclamarono l'uno con l'altro, e si rallegrarono molto delle loro parole. L'imperatore consegnò ai truffatori la Croce di Cavaliere da appendere all'occhiello, e il titolo di Nobili Tessitori.
Tutta la notte che precedette il corteo i truffatori restarono alzati con sedici candele accese. Così la gente poteva vedere che avevano da fare per preparare il nuovo vestito dell'imperatore. Finsero di togliere la stoffa dal telaio, tagliarono l'aria con grosse forbici e cucirono con ago senza filo, infine annunciarono: «Ora il vestito è pronto.»

Giunse l'imperatore in persona con i suoi illustri cavalieri, e i due imbroglioni sollevarono un braccio come se tenessero qualcosa e dissero: «Questi sono i calzoni; e poi la giacca - e infine il mantello!» e così via. «La stoffa è leggera come una tela di ragno! si potrebbe quasi credere di non aver niente addosso, ma e proprio questo il suo pregio!».
«Sì» confermarono tutti i cavalieri, anche se non potevano vedere nulla, dato che non c'era nulla.

«Vuole Sua Maestà Imperiale degnarsi ora di spogliarsi?» dissero i truffatori «così le metteremo i nuovi abiti proprio qui davanti allo specchio.» L'imperatore si svestì e i truffatori fìnsero di porgergli le varie parti del nuovo vestito, che stavano terminando di cucire; lo presero per la vita come se gli dovessero legare qualcosa ben stretto, era lo strascico, e l'imperatore si rigirava davanti allo specchio.

«Come le sta bene! come le dona!» dissero tutti. «Che disegno! che colori! È un abito preziosissimo!»

«Qui fuori sono arrivati i portatori del baldacchino che dovrà essere tenuto sopra Sua Maestà durante il corteo!» annunciò il Gran Maestro del Cerimoniale.
«Sì, anch'io sono pronto» rispose l'imperatore. «Mi sta proprio bene, vero?» E si rigirò ancora una volta davanti allo specchio, come se contemplasse la sua tenuta.

I ciambellani che dovevano reggere lo strascico finsero di afferrarlo da terra e si avviarono tenendo l'aria, dato che non potevano far capire che non vedevano niente.

E così l'imperatore aprì il corteo sotto il bel baldacchino e la gente che era per strada o alla finestra diceva: «Che meraviglia i nuovi vestiti dell'imperatore! Che splendido strascico porta! Come gli stanno bene!». Nessuno voleva far capire che non vedeva niente, perché altrimenti avrebbe dimostrato di essere stupido o di non essere all'altezza del suo incarico. Nessuno dei vestiti dell'imperatore aveva mai avuto una tale successo.
«Ma non ha niente addosso!» disse un bambino. «Signore sentite la voce dell'innocenza!» replicò il padre, e ognuno sussurrava all'altro quel che il bambino aveva detto.

«Non ha niente addosso! C'è un bambino che dice che non ha niente addosso!»
«Non ha proprio niente addosso!» gridava alla fine tutta la gente. E l'imperatore, rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò: "Ormai devo restare fino alla fine". E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c'era.
Rispondi

Da: tfr10/10/2011 13:56:44
Legge 14 settembre 2011, n. 148, recante ulteriori misure urgenti per la
stabilizzazione e per lo sviluppo. Nuovi termini temporali per la corresponsione del
trattamento di fine servizio (T.F.S. /T.F.R.) dei dipendenti pubblici.
In data 28 settembre 2011 è entrata in vigore la legge 14 settembre 2011, n. 148, contenente la
conversione in legge del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti in
materia di stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.
In particolare, l'articolo 1, comma 22, stabilisce dei nuovi termini temporali per la corresponsione
del trattamento di fine servizio (T.F.S. / T.F.R.) dei dipendenti pubblici.
Con la presente diramazione generale si intendono illustrare brevemente tali modifiche.
A decorrere dal 28 settembre 2011, l'LN.P.D.A.P. provvede alla liquidazione dei trattamenti di fine
servizio per i dipendenti del Corpo forestale dello Stato, loro superstiti o aventi causa, che ne hanno
titolo:
a) decorsi 24 mesi dalla fine del rapporto di lavoro nei casi di cessazione dal servizio a domanda
(pensionamento di anzianità o dimissioni);
b) decorsi 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro nei casi di destituzione;
e) decorsi 6 mesi dalla fine del rapporto di lavoro nei casi di cessazione dal servizio d'ufficio,
ovvero per sopraggiunti limiti d'età o per raggiungimento dell'anzianità massima di servizio
prevista dalla normativa vigente (pensionamento di vecchiaia);
d) decorsi 105 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro nei casi di dispensa per inabilità,
derivante o meno da causa di servizio, nonché per decesso del dipendente.
Ai sensi del successivo comma 23 dell'articolo 1 rimane ferma l'applicazione della previgente
disciplina previdenziale per i dipendenti forestali che hanno maturato i requisiti per il
pensionamento prima del 28 settembre 2011.
Si rammenta che, nei casi di importi compresi tra 90.000 euro  e 150.000 6 e di importi oltre 150.000 euro ,
i trattamenti di fine servizio sono corrisposti, rispettivamente, in due e in tre rate annuali; in tali
fattispecie, i termini dilatori, ora ridefìniti dai suindicati commi 22 e 23, concernono, ovviamente, il
primo importo annuale, rimanendo la seconda e la terza rata annuale attribuiti a distanza,
rispettivamente, di dodici e ventiquattro mesi dalla liquidazione del primo importo.
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Da: alta quota10/10/2011 13:57:45
E' stata emanata la nuova diramazione generale inerente le modalità di fruizione dell'indennità di alta quota, introdotta dal DPR n°164/2002 (contratto).

Di seguito trovate il link per scaricarla.

Anche se regolamentare le disposizioni contrattuali rappresenta sempre un miglioramento della trasparenza e dell'omogeneità nell'applicazione, dobbiamo precisare alcune cose che ci appaiono "stonate".

Tutti sanno che per questa indennità, il SAPAF si è battuto molto (qualcuno arrivò anche a definirla indennità SAPAF!), per il semplice fatto che è l'unica dell'intero contratto riferibile esclusivamente alla specificità dei Forestali!

La norma dice "... al personale del Corpo forestale dello Stato preposto all'attività di controllo del territorio in zone montane, site al di sopra di 700 metri di altitudine, compete un compenso aggiuntivo per ogni turno giornaliero pari ad euro 2,50", quindi non fa distinzione tra chi effettivamente si reca nell'ambito dell'attività operativa oltre i 700 mslm e chi no: con il termine "preposto" si suppone a che coloro la cui circoscrizione combrende zone con territori al di sopra della quota prevista, spetti l'indennità.

Allora perchè questa nuova disposizione che individua un elenco di Stazione a cui non compete l'indennità, se non si raggiunge effettivamente la quota stabilita? La risposta che ha fornito l'Amministrazione è stata quella che, a seguito di rilievi da parte dei Servizi ispettivi della Ragioneria dello Stato in particolar modo sull'effettivo servizio a 700 mslm e sull'esiguità di zone di tale quota in determinate circoscrizioni, per ovviare a tali rilievi si è resa necessaria una nuova diramazione.

Ovviamente, il SAPAF si è dichiarato assolutamente contrario sia al primo che al secondo rilievo, in quanto, a nostro parere, la norma non prevede tali circostanze ma appare assolutamente generica e omnicomprensiva! L'ipotesi che ci è stata prospettata di "sospendere" l'indennità per ulteriori chiarimenti con i Servizi Ispettivi (con tempi lunghi e soluzioni incerte) ci ha convinto nel dare il via libera a tale disposizione, così che migliaia di Forestali possano continuare a beneficiare dell'indennità, fermo restando il fatto che stiamo verificando con il nostro studio legale la possibilità di impugnare la diramazione generale nella parte in cui limita il beneficio.

Va registrato che, a diferrenza delle precedenti disposizioni, la diramazione prevede (su nostra esplicita richiesta) che "... il compenso compete anche al personale assegnato presso strutture od Uffici il cui ambito operativo non comprende zone montane site al di sopra della quota indicata, qualora l'attivita' svolta venga effettuata per il controllo di territorio posto al di sopra dei 700 mt., anche per attività di coordinamento o direzione, e purché ciò sia sancito da uno specifico ordine di servizio.

Il compenso compete anche nel caso in cui il personale del precedente capoverso effettui l'attivita' di controllo presso un territorio di competenza di una Stazione la cui giurisdizione comprenda porzioni di territorio al di sopra dei 700 mt., fatto salvo quanto chiarito al penultimo capoverso, in collaborazione con il personale della stessa Stazione."

Con questa previsione, è stata sanata una discriminazione che tanti problemi aveva causato in passato.



Rispondi

Da: etichettatura10/10/2011 13:59:03
Il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato un nuovo regolamento europeo sull'etichettatura dei prodotti alimentari a tutela dei consumatori, estendendola alla carne di maiale, montone, capra e pollame. Per Adoc è stato fatto un passo in avanti, tuttavia finché l'etichettatura non riguarderà tutti i prodotti i consumatori saranno esposti a rischi. "Apprezziamo l'estensione dell'etichettatura obbligatori alle carni di maiale, montone, capra e al pollame, è stato realizzato un piccolo passo in avanti verso una maggiore trasparenza verso i consumatori - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - Prevedere come obbligatoria l'indicazione del luogo d'origine e provenienza, sia dei prodotti trasformati che non, è fondamentale per tutelare la salute e i diritti del consumatore e il "Made in Italy". Occorre quindi che l'etichettatura e la tracciabilità siano assolutamente complete e trasparenti. In questo senso, auspichiamo che l'etichettatura sia estesa all'intera produzione alimentare, fino ad allora i diritti dei consumatori sulla loro salute non saranno mai completamente tutelati." Per quanto riguarda l'indicazione degli allergeni, l'Adoc apprezza il fatto che la lista completa degli allergeni, al momento presente solo sui prodotti alimentari preconfezionati, diventerà obbligatoria anche per gli alimenti venduti nei ristoranti, nelle mense, nelle bancarelle, o per quelli confezionati nei negozi. "Il D.lgs. 114/2006, noto come "normativa allergeni", non prevede l'obbligo per i ristoratori di indicare la presenza di ingredienti allergenici, in quanto si riferisce esclusivamente all'etichettatura dei prodotti immessi in commercio.




Nel futuro sarà possibile verificare la presenza di allergeni anche nei prodotti in somministrazione, un deciso passo in avanti nella tutela dei consumatori allergici - continua Pileri - Il 10% degli italiani risulta allergico, anche in forma grave, ad alcuni alimenti, pertanto è necessario aumentare la tutela dei consumatori allergici, soprattutto quando si trovano a mangiare in ristoranti o altri esercizi pubblici, visto che circa il 60% dei casi di shock allergici si verifica proprio fuori casa. Chiediamo inoltre al Ministro Fazio di attivare corsi di formazione specifici per i cuochi sulla preparazione di cibi non allergici e sui metodi di non contaminazione degli stessi, e che vengano previsti in ogni ristorante kit di pronto soccorso contro gli shock anafilattici, con relativi corsi di preparazione per i dipendenti. Sarebbe opportuno prendere come riferimento la Svezia, dove per legge viene assegnato ai soggetti allergici un addetto che controlla il menu e le pratiche adottate in cucina. Di allergia si può morire, occorre prestare la massima attenzione e adottare tutte le misure più idonee per prevenire questa eventualità)
Rispondi

Da: Cestini di Grana al pesto di rucola10/10/2011 14:06:30
Una ricetta di difficoltà media con spaghetti di riso, pesto e rucola.

Attrezzi: cucchiaio, bicchiere, carta da forno, spatola, recipiente graduato, mixer, pentola, teglia.
Difficoltà: media,
Preparazione: 40 min,
Cottura: 18 min,

Ingredienti per 4 persone:

200 g spaghetti di riso
150 g di parmigiano,
4 olive nere,
per il pesto
1 mazzetto di rucola,
40 g di pecorino,
1 spicchio d'aglio,
40 mL d'olio extravergine di oliva,
1 peperoncino rosso piccante,
sale fino e grosso.

Preparate il pesto tritando con un mixer le foglie di rucola con un pizzico di sale grosso e l'aglio sbucciato. Quando il composto sarà sminuzzato completamente unite il pecorino e aggiungete l'olio a filo fino ad ottenere una crema omogenea. Preparate i cestini: grattugiate grossolanamente il parmigiano, dividetelo in quattro porzioni e, sopra una teglia rivestita con carta da forno formate dei dischi e premeteli con il dorso di un cucchiaio. Cuocete in forno a 200°C per 5 min e sfornate prima che prendano troppo colore. Sollevate i dischi e piegate i bordi di ognuno attorno al bordo di un bicchiere per ottenere dei cestini. Cuocete gli spaghetti di riso in abbondante acqua salata e scolate al dente, condite con il pesto di rucola, olive nere e distribuiteli nelle ciotole di parmigiano. Passate sotto il grill a 180°C per 5 min e servite caldi.

Variante: potete fare un pesto di rucola e accompagnare con olive verdi.

Potete preparare i cestini con altri formaggi tipo montasio o emmental grattugiati, in alternativa si può utilizzare una padella antiaderente ben calda su cui mettere il formaggio oppure nel microonde mettendo un disco di formaggio su un foglio di carta da forno e cuocendo per un minuto a massima potenza.

Vino consigliato:
Riviera Ligure di Ponente Pigato U Baccan '07-Bruna (Liguria); paglierino con venature dorate; all'olfatto frutti esotici maturi con accenni lievi di gelsomino e fiori di camomilla; al palato toni morbidi, avvolgenti con elevata sapidità.
Rispondi

Da: Linguine nere in busta10/10/2011 14:07:22
Una ricetta raffinata con le linguine nere.

Attrezzi: cucchiaio di legno, carta assorbente da cucina, carta da forno, pennello da cucina, colino a maglia molto fine, scolapasta, tagliere, coltello a lama liscia, ciotola, padella antiaderente, pentola, teglia.

Difficoltà: media,
Preparazione: 30 min,
Cottura: 25 min,

Ingredienti per 4 persone:

250 g di linguine nere,
200 g di filetto di salmone affumicato,
2 ciuffi di cerfoglio,
1 ciuffo di finocchietto,
1 spicchio d'aglio,
1 friarello,
1 mazzetto d'erba cipollina,
5 cucchiai d'olio extravergine di oliva,
pepe in grani,
sale.

Lavate e asciugate delicatamente il finocchietto, il friarello e il cerfoglio, sbucciate l'aglio e tagliate a dadini il filetto di salmone con un coltello. In una padella scaldate quattro cucchiai d'olio e rosolate lo spicchio d'aglio e una parte delle erbe aromatiche per alcuni minuti. Togliete dal fuoco, filtrate con un colino il soffritto e raccoglietelo in una ciotola. Cuocete le linguine e scolatele al dente nella ciotola dell'olio, aggiungete il resto del trito aromatico e il salmone. Dalla carta da forno ricavate 4 rettangoli, distendeteli ungendoli leggermente con l'olio, distribuite le linguine al centro e ripiegate i bordi verso l'interno, formando una busta. Disponete le buste su una teglia leggermente unta e mettete in forno a 200°C per 10 min. Servite le buste calde, leggermente aperte.

Variante: potete sostituire la carta da forno con pasta fillo.

Per le tagliatelle al nero di seppia, preparate la seppia asportando la vescica con l'inchiostro, calcolatene una ogni 100 g di farina. Diluite l'inchiostro in 2 cucchiai d'acqua. Setacciate la farina a fontana e mettete al centro 1 uovo ogni 100 g di farina, un pizzico di sale e il nero di seppia diluito. Impastate bene, tirate la pasta e passatela nell'apposita macchina per ricavare le tagliatelle.

Vino consigliato: COF Friulano '08-Gigante Adriano (Friuli Venezia Giulia); olfatto fresco con note sfumate di dragoncello, agrumi e pera matura; assaggio nitido, aggraziato ed armonico.
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Da: IL MINISTRO DELLE FORESTE10/10/2011 14:09:40
Da pochi mesi alla guida del dicastero di via XX Settembre,
il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,
Saverio Romano, arriva in un momento particolarmente
caldo, sia per l'emergenza incendi che per l'intesa attività di
polizia ambientale portata avanti dalla Forestale in questo periodo.
Tra quattro mesi si chiude poi l'Anno internazionale delle foreste,
un'occasione per dimostrare ancora una volta l'impegno dell'Italia
su questo fronte.
Come si sente a ricoprire un ruolo che fu di Cavour, primo ministro dell'agricoltura del nostro
Paese, proprio quest'anno che ricorrono i 150 anni dell'Unità d'Italia?
È per me un grande onore e sono convinto che si debba fare dell'unità una grande occasione, non solo
simbolica per l'agricoltura italiana. Il nostro paese ha bisogno di avere una voce unica nel perseguimento
delle sue politiche agricole. Per questo ho chiesto a tutti gli attori del settore di fare uno sforzo di unità:
prima di pensare alla riforma della Pac (Politica agricola comune) dobbiamo lavorare a una politica agricola
comune italiana. Solo così possiamo riuscire a portare avanti le nostre istanze in Europa.
Appena insediatosi lei ha sottolineato l'importanza dell'Europa, pensa che l'Italia debba essere
più presente a Bruxelles, come intende agire in quella sede? È impegnato nella battaglia
per l'etichettatura dei prodotti in questo momento?
Certo che dobbiamo essere presenti a Bruxelles. Innanzitutto perché in questi mesi è in gioco la riforma
della Pac da cui dipende parte rilevante del futuro dell'agroalimentare italiano e in secondo luogo
perché non credo che esista una materia altrettanto "europeizzata". La nostra è un'agricoltura che ha
puntato molto sulla qualità dei suoi prodotti e che non può che proseguire per questa strada.
L'etichettatura in questo senso è una grande occasione. Per garantire la tutela della nostra produzione,
sono pronto anche ad affrontare un'azione di censura da parte dell'Unione Europea ma dobbiamo
condurre in porto in tempi brevi la legge su tracciabilità ed etichettatura. Serve un'azione politica forte
per difendere il nostro comparto agricolo, non c'è nessun intento protezionistico,
ma solo la volontà di far rispettare un insieme di regole che non
devono valere solo per i nostri agricoltori ma anche per quelli degli altri
paesi. Dobbiamo puntare sulla qualità e sulla tracciabilità
superando le resistenze dei paesi trasformatori.
"Credo che il Corpo forestale vada
valorizzato per lo straordinario lavoro
che fa e per le competenze indiscutibili
del suo personale"
Il Corpo forestale dello Stato è una Forza di
polizia ambientale, una recente legge ha previsto
che debba essere presente nelle sezioni
di polizia giudiziaria in tutte le Procure
d'Italia. Per realizzare questo obiettivo non
pensa occorra un rafforzamento del Corpo,
come mezzi e soprattutto in termini di risorse
umane?
Credo che il Corpo forestale vada valorizzato per
lo straordinario lavoro che fa, e per le competenze
indiscutibili del suo personale.
La nostra agricoltura è caratterizzata da
numerosi prodotti a marchio d'origine (Dop,
Igp, Stg), pensa che bisogna fare di più per
combattere la contraffazione?
La lotta alla contraffazione e la tutela sul piano
internazionale dei prodotti italiani è per me al
primo posto nell'agenda, tanto che fin dall'inizio
sto promuovendo e stimolando un coordinamento
tra gli organismi alle dirette dipendenze del
Ministero: il Corpo forestale dello Stato, l'Icqrf
(Ispettorato centrale della tutela della qualità e
repressione frodi dei prodotti agroalimentari), i
Carabinieri delle Politiche agricole e, per la pesca,
le Capitanerie di Porto - Guardia costiera. Sul
piano internazionale dobbiamo coordinare
meglio i fondi di promozione in modo che l'Italia
si rappresenti e presenti davvero unita. Ritengo
indispensabile che i consumatori stranieri siano
informati sulla qualità e sull'inimitabilità dei
nostri prodotti, in modo tale da sceglierli consapevolmente.
È solo attraverso la via di una
corretta comunicazione che potremo pensare sul
medio termine di eliminare il fenomeno dell'italian
sounding. Va detto che non possiamo
permettere che un brand affermato e credibile
come quello made in Italy sia messo a rischio o
sfruttato da chi non ne ha titolo.
Una delle sue ferme prese di posizione ha
riguardato gli Ogm. È una partita difficile
questa, ci sono molti interessi in campo.
Qual è la sua politica?
Sono convinto che per ragioni prima di tutto
economiche gli Ogm non convengano al nostro
sistema agroalimentare. Provate a immaginare in
un futuro non troppo lontano l'Italia come l'unico
produttore completamente Ogm free. Questo
sarebbe di sicuro un valore aggiunto reale e percepito
dai consumatori italiani e stranieri. Ciò
non toglie che io credo che la ricerca vada
comunque proseguita.
Il 2011 è l'Anno internazionale delle foreste.
Il Corpo forestale dello Stato è impegnato
nuovamente nella campagna antincendi
boschivi, quali le risorse e le strategie da
mettere in campo?
La prevenzione innanzitutto. Molti degli incendi
che devastano il nostro patrimonio boschivo si
potrebbero evitare grazie ad una corretta
educazione dei cittadini.
In questo credo che il Corpo
forestale dello Stato possa
avere un ruolo centrale.
Rispondi

Da: X chi complotta10/10/2011 14:09:52
Hai stufatooooooooooooooooooo ti diverti proprio con poco.
Hai rovinato questo forum che a volte e' stato interessante.
Pensa a fare altro invece che rompere........
Rispondi

Da: IL MINISTRO DELLE FORESTE10/10/2011 14:12:42
Una nuova sentenza emessa dal Tribunale
di Latina rafforza gli strumenti a disposizione
dell'attività giudiziaria svolta dal
Corpo forestale dello Stato per contrastare
gli incendi boschivi. Esattamente a dieci anni
di distanza dall'introduzione del reato di incendio
boschivo nel codice penale.
Il 10 luglio 2010 infatti è stata depositata una sentenza
relativa a un caso di condanna per
detenzione di ordigni atti a provocare incendio
boschivo relativamente a due roghi verificatisi tre
anni fa. L'autore dell'incendio, già riconosciuto
colpevole di incendio boschivo, è stato condannato
anche a 1 anno e 4 mesi di reclusione per
aver attentato alla pubblica incolumità, poiché
deteneva illegalmente strumenti infiammabili
costituiti da 22 spirali di zampirone necessarie
per appiccare il fuoco e scappare prima che i
roghi divampassero.
Questa sentenza riveste una notevole importanza
per le indagini sugli incendi boschivi in quanto
per la prima volta è stato utilizzato uno
strumento sanzionatorio che possa colpire coloro
che detengono materiale progettato per
appiccare gli incendi nei boschi e quindi consente
agli investigatori di poter intervenire già
nella fase di detenzione di tali apparati da parte
dei criminali incendiari prima che sia appiccato
l'incendio.
Se ne è parlato al convegno "La difesa del patrimonio
forestale a 10 anni dal decreto-legge 4
agosto 2000 n. 220, che ha introdotto il reato di
incendio boschivo nel Codice Penale", organizzato
a fine luglio dalla Fondazione UniVerde
con il patrocinio del Corpo forestale dello Stato.
Ne hanno discusso, tra gli altri, Giuliano Amato
(già Presidente del Consiglio dei Ministri quando
fu approvata la legge), Alfonso Pecoraro
Scanio (presidente della Fondazione Univerde e
già ministro dell'Ambiente, che aveva proposto
la norma quando era ministro dell'Agricoltura),
il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare
Patrone, il presidente della Coldiretti Sergio
Marini e il Capo dei Vigili del Fuoco Alfio Pini.
10 anni fa nasce anche il Niab
"Con il 423-bis - spiega Alfonso Pecoraro Scanio -
viene introdotto il reato di incendio boschivo,
pensando per la prima volta anche ai danni
arrecati alla natura dagli incendi. Allo stesso
tempo viene istituito il Nucleo investigativo
antincendi boschivi (Niab). Riuscire a far capire
che gli incendi boschivi sono un grave crimine
contro il "bene comune natura" è già un primo
passo che ha funzionato da deterrente".
Le pene previste dalla norma per la fattispecie di
reato, inoltre, sono aumentate se l'incendio
avviene su aree protette, con un'aggravante se il
danno all'ambiente è persistente.
Ma adesso, secondo il presidente della Fondazione
Fondazione
Univerde, bisogna fare uno sforzo in più.
Per prima cosa "serve un maggiore sostegno
economico ai parchi e al Corpo forestale. Ma
anche la comunicazione può fare la sua parte:
serve una maggiore attività d'informazione.
Il reato di incendio boschivo è grave e la pena
va dai 4 ai 10 anni di reclusione. C'è finalmente
la percezione che l'incendio boschivo è un reato
ma manca ancora una piena coscienza di quanto
sia grave distruggere un bene così prezioso".
Èpari a circa 765 mila ettari l'area totale,
boscata e non boscata, percorsa
da incendi negli ultimi 10 anni, a fronte
dei circa 1.200 del decennio precedente.
Risulta evidente una notevole riduzione delle
superfici percorse dal fuoco dal 2000 ad oggi
fatta eccezione per il triste dato del 2007.
Grazie al decreto legge 4 agosto 2000, convertito
poi in legge nel novembre dello
stesso anno, che ha introdotto la reclusione
per il reato di incendio boschivo, il Corpo
forestale dello Stato ha effettuato dal 2000 ad
oggi 132 arresti, segnalato all'Autorità Giudiziaria
3.819 persone mentre sono state
emesse complessivamente 802 sentenze in
materia di incendi dal 2000 al 2006.
Nel 97 per cento dei casi gli incendi sono
causati dall'uomo, colposi o dolosi, e il fenomeno
dell'autocombustione è pressoché
inesistente.
Rispondi

Da: RISERVE DI NATURA10/10/2011 14:16:03
Sulle pagine de "Il Forestale" le raccontiamo
da due anni e mezzo sistematicamente una
per una, visitandole e incontrando chi ci
vive e lavora, ma ora, per la prima volta
un libro, "Le Riserve naturali statali. Un contributo
alla conservazione della biodiversità" le
descrive tutte in un pregevole volume, pubblicato
dal Corpo forestale dello Stato. Un omaggio
all'importantissima ed articolata rete delle 130
riserve naturali gestite dalla Forestale, all'interno
delle quali è ospitato circa il 20 per cento delle
specie vegetali considerate a rischio di estinzione
in Italia. Luoghi di rara bellezza e di grande
fascino che, insieme ai parchi nazionali, ai parchi
naturali regionali, alle zone umide, alle Zone
di protezione speciale (Zps), alle Zone speciali
di conservazione (Zsc) e ai Siti di importanza
comunitaria (Sic), rappresentano gli "strumenti"
attraverso i quali si estrinsecano le strategie
adottate per la salvaguardia dell'ambiente naturale,
anche a livello europeo.
Un sistema, quello delle riserve, di enorme
importanza se si considera quanto riconosciuto
ormai a livello mondiale, ovvero la dimostrata
alterazione degli ecosistemi (terrestri ed acquatici)
cui segue una importante, in alcuni casi
irreversibile, diminuzione di specie sia animali
che vegetali con la conseguente perdita di un
patrimonio genetico di inestimabile valore. Ecco
dunque che le aree protette e le riserve naturali
assumono un ruolo strategico nella tutela della
biodiversità e diventano luoghi privilegiati dove
si concentrano azioni mirate alla conservazione
del ricco patrimonio naturalistico italiano.
Conservazione certo. Ma non solo. Laboratorio
permanente per lo studio e la ricerca, luoghi di
monitoraggio, applicazione e valutazione di
modelli di gestione sostenibili. Sistema privilegiato
per la diffusione di una seria cultura
dell'ambiente e del territorio.
Occorre ricordare che l'Amministrazione forestale,
già a partire dagli anni Cinquanta, si è
impegnata concretamente per la protezione del
nostro patrimonio scientifico-naturalistico, contribuendo
non poco a fare dell'Italia un paese attivo
nella politica di conservazione dei paesaggi e
degli ecosistemi forestali con lo scopo di combattere
l'impoverimento dei sistemi biologici.
Un esempio è la riserva naturale integrale di
Sasso Fratino, la prima istituita in Italia nel lontano
1959, la cui gestione, sin dall'inizio, è stata
del Corpo forestale dello Stato. La sua inaccessibilità
ne ha fatto un luogo speciale, un
"serbatoio" di biodiversità dall'incalcolabile ricchezza
di varietà genetica. Qui, ad esempio, le
piante compiono il proprio ciclo vitale senza
alcuna interferenza da parte dell'uomo, in una
logica di gestione che punta a garantire la
sopravvivenza di sistemi in continua trasformazione,
secondo meccanismi di evoluzione naturale.
Ma più in generale, tutte le riserve - ne esistono
di diverse tipologie come quelle orientate, biogenetiche,
di popolamento - sono luoghi nei
quali la potenza creativa della natura trova lo
spazio ideale per la propria rappresentazione.
I boschi, le valli, le montagne, le pianure, sono
parti di territorio di eccezionale varietà, ognuna
con le proprie infinite specificità: un'esplosione
di vita e di colori che lasciano l'uomo in uno
stato di eterno incanto e nichilistica contemplazione.
Tutto questo, ed altro ancora è il prezioso patrimonio
ambientale che da sempre il Corpo
forestale dello Stato protegge. Una sfida ancora
oggi aperta e rispetto alla quale occorre non
abbassare la guardia. L'obiettivo principale del
volume "Le Riserve naturali statali", infatti, è
proprio quello di far conoscere una parte importante
di territorio protetto per contribuire, così,
alla sua salvaguardia. Un impegno di tutta la collettività.
Rispondi

Da: COME STA LA NATURA D’EUROPA?10/10/2011 14:17:43
La preoccupazione per l'inquinamento
atmosferico e per il suo impatto sulle risorse
naturali, foreste in particolare, ha
catturato da decenni l'interesse della
comunità internazionale: sono state, quindi, realizzate
varie iniziative scientifiche di ampio
respiro, per conoscere il fenomeno e cercare di
porvi rimedio. Per le foreste una delle più
importanti attività in tal senso è stata rappresentata
dai programmi IN.DE.FO e CON.ECO.FOR,
ovvero dalle continuate e dettagliate attività di
monitoraggio della salute dei boschi italiani che
si sono avvalse anche di fondi comunitari e che
il Corpo forestale dello Stato ha coordinato e
portato avanti per oltre 20 anni.
In considerazione del fatto che la natura
dell'Unione europea è ancora minacciata
da molti fattori il nuovo strumento
finanziario per l'ambiente,
o Life+, ha permesso il co-finanziamento
Ue di nuovi progetti ambientali per il periodo
2007-2013. Il regolamento intende, infatti, contribuire
alla conservazione o miglioramento
dello stato di protezione della natura nei 27
Paesi dell'Unione europea, nonché migliorare
l'attuazione della normativa Ue a favore dell'ambiente
e della biodiversità.
Tra le varie attività vi è stato anche il monitoraggio
forestale, che grazie al cosiddetto
"Progetto FutMon" per due anni è stato continuato
su scala europea.
Il Life+ pubblica periodici bandi per la raccolta e
selezione di progetti con grande valore aggiunto
e natura transfrontaliera ed organizzati
secondo tre componenti principali:
conservazione della natura e della biodiversità; politica ambientale e
governance; informazione e comunicazione. Per
i suoi sette anni di durata metterà a disposizione
ben 2 miliardi di euro di fondi Ue, che sosterranno
le azioni realizzate nei vari Paesi.
11 Paesi dell'Unione Europea
coinvolti
Tra i progetti che sono stati accolti positivamente
dalla Commissione europea c'è anche il
progetto EnvEurope, partito l'1 gennaio 2010,
che avrà una durata di 4 anni. Sono diversi i rappresentanti
italiani sia a livello di coordinamento
che di attuazione ed il capofila dell'intero progetto
è il Consiglio Nazionale delle Ricerche,
che lo guiderà tramite l'Ismar, l'Istituto per gli
studi marini con sede a Venezia. Il progetto
vede il coinvolgimento di 11 Paesi dell'Unione
Europea con un totale di 16 beneficiari: in esso
il Corpo forestale dello Stato è presente e contribuisce
come beneficiario associato e le attività
da esso realizzate saranno finanziate al 50 per
cento, per un importo di quasi 600 mila euro.
Il progetto deriva dalla necessità di prendere
atto dello stato di conservazione delle risorse
naturali, in particolare della biodiversità: risorse
che interagiscono tra loro e che vanno, quindi,
monitorate in modo congiunto. La valutazione
dello stato di salute forestale, ad esempio, non
verrà più realizzata da sola bensì integrata con
quella di altri ambienti terrestri affini.
EnvEurope, infatti, costituirà una rete di ricerca
e monitoraggio europeo a lungo termine e ad
ampia scala nell'ambito dei cosiddetti "siti
LTER", appartenenti alla rete internazionale
LTER che riunisce 39
Paesi dei cinque continenti
tra cui USA, Brasile, Cina, Regno Unito e
Australia. Il progetto fornirà dati ed informazioni
congiunte sullo stato e i cambiamenti nella
qualità di tre grandi gruppi di ecosistemi: terrestri,
marini e di acqua dolce. I suoi risultati
consentiranno di dare indicazioni precise ai
gestori del territorio e della biodiversità che, per
quel che riguarda i siti terrestri, si avvarranno
anche delle informazioni raccolte tramite la rete
CON.ECO.FOR.
Composto da 7 moduli di azioni di dettaglio che
vedono il Corpo forestale dello Stato protagonista
nella fase di definizione dell'intera rete
europea, il progetto ha avuto inizio con due
riunioni internazionali che si sono tenute in
Italia, a Venezia e a Bologna. Grazie a tali incontri
sono stati dettagliati i compiti, il contributo
che ciascuna organizzazione sarà chiamata a fornire
e le relative scadenze.
Appare, quindi, chiaro come l'obiettivo del progetto
- il monitoraggio integrato degli ecosistemi -
sia assai ambizioso ed utile per la valutazione
dello stato dell'ambiente europeo. A tal fine sarà
necessario far ricorso anche all'esperienza che il
Corpo forestale dello Stato ha accumulato in
anni di lavoro nel campo del monitoraggio forestale
grazie ai progetti CON.ECO.FOR e FutMon,
estendendola anche ad altri tipi di ecosistemi e
di strategie ambientali.
Maggiori informazioni sul progetto e sui suoi sviluppi
successivi verranno messe a disposizione
sul sito internet dedicato al progetto:
www.enveurope.eu
Rispondi

Da: L'' invidia del grillo e della rana10/10/2011 14:20:23
Un grillo ed una rana si incontravano spesso sulla riva di uno stagno. Il grillo si specchiava nell'acqua mentre cantava, e vanitoso ammirava il suo corpicino esile e filiforme. La rana invece, dopo una lunga nuotata nello stagno, si riposava al sole chiacchierando col suo piccolo amico. I due animali potevano godersi le lunghe giornate estive in santa pace, contenti di ciò che erano, invece l'invidia sconvolse la loro serenità. Tutto era iniziato quando la rana, specchiandosi nell'acqua come faceva sempre il suo vanitoso amico, aveva notato di essere goffa a grassoccia rispetto al grillo. L'insetto, a sua volta, invece di convincere la rana che entrambi erano diversi per natura, confidò a sua volta all' amica che anche lui invidiava la sua agilità nel nuotare instancabilmente nello stagno. Così i due sciocchi, decisero di imitarsi l'uno con l'altro , e commisero un terribile errore. La rana iniziò con un lungo digiuno per diventare magra come il grillo. Ben presto fu talmente priva di energie che a stento riusciva a spostarsi nell'acqua quel tanto che bastava per insegnare al grillo a nuotare. Il grillo, più stupido ancora, non era fatto per stare a balla, ed ingeriva talmente tanta acqua che ogni giorno rischiava di affondare.

Disegni degli amici di RossanaArrivò il momento che i due insensati erano talmente stremati da abbandonarsi su un letto di foglie senza riuscire nemmeno a muoversi. Poco più tardi, passò di là per caso un bambino che si accorse della rana e del grillo mezzi morti. Con un legnetto cercò di rianimarli, ma nessuno dei due reagiva. Così, il bambino, osservò a voce alta che non aveva mai visto una cosa più squallida di un grillo gonfio d'acqua ed una rana rinsecchita !Inorridito e sconcertato di tanta stoltezza, il bambino andò via borbottando. Pur essendo tramortiti, il grillo e la rana avevano udito tutto, e piangevano in silenzio per la vergogna. Per fortuna, dopo pochi giorni, i due piccoli amici ripresero le forze e cominciarono di nuovo a vivere secondo natura. Fu necessario tanto tempo perché la rana riuscisse a nuotare e perché il grillo riprendesse a cantare e a saltare come prima. A volte si può rischiare davvero di lasciarci la pelle per invidia, il grillo e la rana riuscirono a superare la loro stupida avventura per un soffio!
Rispondi

Da: W.D.10/10/2011 22:30:56
ALADIN

C'era una volta, in un antico regno d'Oriente la povera vedova di un

sarto, Mustafà, che aveva un figlio unico, Aladino.

Il ragazzo non aveva  nessuna voglia di riprendere il

lavoro di suo padre e preferiva giocare

tutto il giorno con altri ragazzi ed andare in giro.

La madre faceva di  tanto in tanto qualche aggiustatura ed era

disperata per il comportamento del figlio.

Un giorno, mentre Aladino stava giocando nella

piazza con alcuni suoi coetanei arrivò un uomo

strano, proveniente da lontano, da certe zone

dell'Africa: era Jafar, un mago, ma Aladino questo

non lo poteva sapere. L'uomo gli si avvicinò e gli disse:

" Tu sei il figlio di Mustafà, il sarto, vero?

Io sono tuo zio, e tanti anni fa sono partito per commerciare. Ora sono

tornato, sono ricco e voglio prendermi cura di te e di tua

madre."  In realtà Jafar non era lo zio di Aladino, ma per

fare certe sue magie aveva bisogno di un ragazzo giovane

come Aladino. In ogni caso, andò a casa di Aladino con

soldi e doni, e anche la madre ne fu  conquistata, anche se

con qualche dubbio: "Mio marito non mi aveva mai detto di avere un

fratello!"  Jafar si offrì di far studiare Aladino e poi di farlo lavorare

con lui, e per  la madre questa poteva essere una buona soluzione.

Passò qualche tempo ed Aladino era diventato più operoso ed in

gamba. Un giorno Jafar si offrì di portare Aladino a fare una

passeggiata fuori città. Aladino ci andò volentieri.

Percorsero un tratto di deserto, poi un pezzo di foresta

ed infine arrivarono presso una caverna che si

estendeva sotto terra. A quel punto Jafar disse:

"Ascoltami, Aladino, devo chiederti un piacere. Tu andrai nella

caverna, troverai un cunicolo e poi una prima stanza, dove ci

sono dei vasi pieni di oro e argento: tu non toccare niente, mi

raccomando, poi arriverai in una seconda stanza, dove ci sono gioielli

dappertutto: non toccare sempre niente e vai avanti; arriverai nella terza

sala, dove ci sono diamanti e pietre preziose: tu non devi sempre toccare

niente e devi avvicinarti solo ad un angolo, dove troverai una lampada,

prendila e portamela su."

Aladino fece come gli era stato ordinato, senza capire perché lo "zio"

volesse  quella lampada vecchia piuttosto che tutte le ricchezze che

c'erano in  quelle grotte. Alla fine si riavvicinò all'uscita con in mano la

lampada. "Dammi la lampada," disse Jafar, "e io poi ti farò uscire! "

"No, " rispose Aladino, "prima mi aiuti ad uscire e poi ti

darò la lampada." Cominciava a sentire qualcosa che non

andava. Infatti Jafar voleva prendersi la lampada e

lasciare il povero Aladino nella grotta. Cercò di afferrare

la lampada ma Aladino capì di colpo le sue intenzioni

e non gliela lasciò prendere: a quel punto lì Jafar spinse Aladino nella

caverna, senza riuscire a recuperare la lampada.

Il povero Aladino si disperò: non sapeva davvero come

uscire, anche perché Jafar mise una pietra sull'uscita

della caverna: contava di farlo morire e poi tornare

con calma a riprendersi la lampada. Aladino guardò

meglio la lampada: era proprio sporca! Provò a pulirla,

e di colpo da dentro la lampada uscì fuori un genio, enorme. Aladino

era terrorizzato, ma il genio gli disse: " Tu sei il mio

padrone, io sono tuo schiavo: ordina

qualunque cosa ed io ti obbedirò! " Aladino gli

chiese di essere portato fuori. Il genio obbedì e lo riportò a casa, dove poté

riabbracciare la madre. Il genio disse che ormai era il suo schiavo e non

l'avrebbe abbandonato. Così Aladino e la madre poterono migliorare la

loro vita. Passò qualche tempo: un giorno, mentre Aladino stava

vendendo delle stoffe bellissime passò un servitore del re, dicendo

che tutti dovevano rientrare nelle case perché stava per uscire la

principessa. Aladino volle rimanere di nascosto a vedere la principessa,

Jasmine, ed era così bella che non poté non innamorarsene.

Chiese al genio di aiutarlo ad entrare nel palazzo per poterla

rivedere. Il genio lo accontentò;

Jasmine si innamorò subito di questo giovane così

audace e diverso che aveva osato entrare nelle sue stanze.

Aladino andò altre due volte da Jasmine, sempre con l'aiuto del

genio: la terza volta però fu sorpreso dalle guardie del re:

"Sire, io amo vostra figlia: permettetemi di sposarla." Il re disse: "Ti farò

sposare mia figlia soltanto se costruirai in tre giorni un palazzo tutto

d'oro e di pietre preziose, altrimenti morirai per la tua audacia!"

Aladino chiese aiuto al genio: il palazzo fu ultimato e il re gli concesse

la mano di Jasmine. Nella città ci furono festeggiamenti per il

fidanzamento. Ma purtroppo una vecchia conoscenza di Aladino stava

arrivando: Jafar, certo ormai che fosse morto, era venuto

a riprendersi la lampada. Ma quando vide cosa era

successo, capì che Aladino era salvo e la lampada era in

mano sua. Si travestì da

mendicante e si avvicinò al castello

di Aladino. Ci lavorava tra gli altri una serva

parecchio stupida, a cui il mendicante finto

chiese se aveva degli oggetti brutti e vecchi da dargli.

La donna gli diede la lampada.

A quel punto Jafar poté impossessarsi del genio e gli ordinò di

portare il palazzo di Aladino, dentro cui c'era anche Jasmine, il più

lontano possibile, nel deserto africano. Aladino era disperato, anche

perché il re disse che l'avrebbe condannato a morte. Iniziò a fare delle

ricerche, ma senza risultato. Jafar invece si sentiva potente

come non mai. Ma non aveva fatto i conti senza una scimmietta

dispettosa, che un giorno non vista entrò nella sua casa e rubò

la lampada. Aladino aveva sempre, sin dai tempi

in cui era un ragazzo di strada, amato gli

animali: e la scimmietta lo conosceva, perché quando si

incontravano lui le regalava sempre delle noccioline

da mangiare. Immaginatevi la sua sorpresa quando la

scimmietta gli portò la lampada: poté chiedere al genio di andare dove

c'era il castello e la sua principessa e riportarli a casa. Jafar quando vide

che tutti i suoi tentativi erano andati vani, si arrabbiò al punto che svanì

in una nuvola di fumo. Aladino e Jasmine diventarono poi il re e la

regina di quella terra, e vissero felici e contenti, con il Genio, che protesse

loro, i loro figli e i loro nipoti.
Rispondi

Da: Ma....10/10/2011 23:23:21
Ma tutti quanti parteciperanno sabato alla festa del corpo  oppure alcuni no e avranno permessi??
Giusto x sapere se il mio compagno conferma tale domanda...
Rispondi

Da: care mosche...11/10/2011 00:37:07
................PUPPAAAA!!!!!
Rispondi

Da: Peggio...11/10/2011 07:39:34
Certo questo forum e' frequentato da gentaglia..... Poteva essere un valido strumento x confrontarci nell'anonimato dicendo realmente ciò che uno pensa invece sempre peggio....
Io ci rinuncio, siete proprio dei bimbetti....
Rispondi

Da: ...11/10/2011 08:55:41
...........
Rispondi

Da: ANTIBRACCONAGGIO: I CONSIGLI DELLA FORESTALE11/10/2011 09:01:13
All'inizio della stagione venatoria, l'invito del Corpo forestale dello Stato a prestare la massima attenzione per non incorrere in sanzioni e contribuire alla gestione del patrimonio faunistico nel rispetto delle normative vigenti. I dati sull'attività antibracconaggio e i consigli per una stagione sicura

La fauna selvatica è un patrimonio tutelato nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale. Il Corpo forestale dello Stato, attraverso l'attività delle strutture operative centrali e periferiche, difende la vita delle specie selvatiche, autoctone ed esotiche, garantendo anche la conservazione dei loro habitat naturali. In particolare, con l'ausilio del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA), struttura specializzata della Forestale negli interventi contro il bracconaggio, controlla il corretto esercizio dell'attività venatoria.
All'inizio dell'apertura generale della caccia il Corpo forestale dello Stato invita tutti coloro che praticano l'attività venatoria a una caccia responsabile nel rispetto delle normative vigenti. Il cacciatore deve collaborare sempre più con gli enti locali per contribuire alla gestione del patrimonio faunistico e naturale del nostro Paese. In questo contesto si inserisce l'importante opera di vigilanza sul territorio svolta dalla Forestale che in questo periodo verrà intensificata per prevenire gli incidenti e reprimere gli episodi di bracconaggio.
Una costante e capillare attività, quella svolta dal Corpo forestale dello Stato, che ha portato, nel corso del 2010, ad accertare 1.636 reati rispetto ai 1.516 dell'anno precedente, la maggior parte dei quali hanno riguardato la tutela della fauna selvatica autoctona (1.009). Circa 300 sono stati i reati per violazioni alle norme riguardanti il maltrattamento di animali e 183 i reati inerenti la normativa relativa al controllo del commercio delle specie selvatiche in via di estinzione (CITES). In sensibile aumento le persone denunciate pari a 1.193 contro le 926 del 2009, così come i sequestri di animali e degli illeciti mezzi di caccia pari a 1.193 contro i 1.037 dell'anno precedente. Gli arresti sono stati 3, uno rispettivamente in Emilia Romagna, in Piemonte e nel Veneto. Le perquisizioni effettuate sono state 224. Accertati, inoltre, oltre 5.300 illeciti amministrativi ed eseguiti 138 mila controlli. L'importo totale delle sanzioni notificate ai trasgressori nel 2010, di poco oltre i 3 milioni di euro, in lieve aumento rispetto all'anno precedente.

DECALOGO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO:


In occasione dell'inizio della stagione venatoria il Corpo forestale dello Stato raccomanda la massima prudenza, soprattutto durante le prime giornate, vista la notevole partecipazione e la concomitante attività di raccolta di funghi o di prodotti autunnali del sottobosco.
In particolare, per la propria e l'altrui sicurezza, e per non incorrere in sanzioni amministrative che, in alcuni casi, potrebbero avere anche risvolti di carattere penale, si ricorda di:


1)     non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi; le informazioni relative a tali aree sono reperibili presso i catasti comunali;
2)     controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell'equipaggiamento personale e rispettare sempre le disposizioni sull'uso e/o sul trasporto dei mezzi di caccia;
3)     verificare la regolarità dei documenti necessari per l'esercizio venatorio (porto d'armi, licenza di caccia, assicurazione, tesserino venatorio regionale, etc);
4)     provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché a tutti gli adempimenti richiesti dagli ambiti territoriali di caccia (ATC) e dai comprensori alpini (CA), previsti dalle rispettive normative regionali;
5)     accertarsi correttamente di quali siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all'interno dei quali è assolutamente vietata la caccia, e se siano presenti ulteriori zone di protezione "a cuscinetto" sul perimetro;
6)     documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la massima attenzione alle aree denominate Zone a Protezione Speciale (ZPS), all'interno delle quali l'attività venatoria è disciplinata in modo particolare, così come specificato nei vari calendari venatori provinciali, e alle zone umide, dove si ha l'obbligo di utilizzare munizioni con pallini di acciaio;
7)     conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provinciale ed eventualmente dei regolamenti relativi alla raccolta di funghi o di altri prodotti delle zone boscate;
8)     essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che non si riconosca, o che non si veda distintamente, non deve essere abbattuta;
9)     rispettare rigorosamente le distanze di sicurezza previste dalla legge per edifici, qualunque via di comunicazione, mezzi agricoli al lavoro nonché appostamenti di caccia fissi o temporanei; anche in caso di un minimo dubbio evitare ogni esplosione potenzialmente pericolosa;
10)  rispettare sempre l'ambiente circostante ed evitare di abbandonare rifiuti di ogni genere, ma soprattutto i bossoli delle cartucce, ormai tutti di materiale plastico;
11)  ricordarsi di detenere, trasportare e gestire i cani, da sempre i migliori "ausiliari" della stagione di caccia, in maniera rispettosa delle norme e delle loro esigenze comportamentali;
12)  si raccomanda, infine, il massimo rispetto delle colture agricole in atto.


Per informazioni più dettagliate i cacciatori potranno rivolgersi ai Comandi Provinciali e ai Comandi Stazione della Forestale dislocati su tutto il territorio nazionale o chiamare il numero gratuito di emergenza ambientale 1515 a disposizione di tutti i cittadini 24 ore su 24.
Rispondi

Da: ANIMALI: BLITZ DELLA FORESTALE11/10/2011 09:02:14
Segnalati all'Autorità Giudiziaria i responsabili del traffico illegale. Tra i reati contestati il maltrattamento di animali e la frode in commercio
Ispettorato Generale


  Napoli, 10 ottobre 2011 - L'attività investigativa del Corpo forestale dello Stato prosegue senza sosta nel contrasto del commercio illegale di animali.
Il personale del Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA) e del Comando Regionale Campania-Ufficio CITES, sulle tracce di trafficanti di animali e cuccioli di cane provenienti dai paesi dell'Est Europa, hanno effettuato un controllo presso un negozio di Napoli, già da tempo nel mirino degli investigatori. L'attività commerciale, infatti, era un punto di raccolta di cuccioli provenienti dai Paesi dell'Est, in particolare dall'Ungheria, da immettere nel mercato come se invece fossero nati in Italia.
I cuccioli italiani hanno infatti un valore di mercato molto più alto di quelli d'importazione. Pertanto commercianti disonesti e conniventi con organizzazioni malavitose che lucrano nel settore, non esitano a strappare anzitempo alla madre i cagnolini, che vengono trasportati in Italia dopo viaggi massacranti durante i quali molti di loro non sopravvivono, e a spacciarli ad ignari acquirenti come nati presso allevamenti italiani.
Tale condotta criminosa, inoltre, genera una concorrenza sleale nei confronti degli onesti commercianti che trovano difficoltà a vendere quegli animali che, provenienti da una filiera legale, hanno un costo maggiore.
Le ispezioni a sorpresa dei Forestali, che sono riusciti ad evitare le numerose "vedette" incaricate dal titolare del negozio di avvisare per tempo del sopraggiungere di eventuali controlli, hanno portato alla scoperta di dodici cuccioli di razza occultati all'interno di un garage ubicato nelle immediate vicinanze del negozio.
I cani, che sono stati rinvenuti ammassati all'interno di due gabbie per conigli, erano tutti sprovvisti di microchip identificativo e di documentazione sanitaria di accompagnamento. Alcuni dei cagnolini rinvenuti erano talmente piccoli da apparire ancora completamente privi di denti. Da controlli veterinari effettuati dall'Asl 1 di Napoli, è risultato che tutti gli esemplari erano di età compresa tra i 20 giorni e le 4 settimane, età molto inferiori a quella prevista per l'importazione (3 mesi e 21 giorni).
I cuccioli, rinvenuti senza microchip né documentazione alcuna, sono stati sottoposti a sequestro per violazioni delle leggi sul traffico illecito e sul maltrattamento di animali da compagnia.
I controlli, estesi a tutti gli animali del negozio, hanno permesso d'individuare un'intera partita di cani provenienti dall'Ungheria la cui età, secondo una stima fatta dai veterinari ASL, non corrispondeva a quella riportata sui passaporti europei di accompagnamento, dove i cani figuravano più grandi. I cuccioli, rinvenuti senza microchip né documentazione alcuna, sono stati sottoposti a sequestro per violazioni delle leggi sul traffico illecito e sul maltrattamento di animali da compagnia.
Per tutti i cani è scattato il sequestro conseguente all'accertamento dei reati di maltrattamento di animali, falso ideologico, uso di documenti falsi e frode in commercio.
Tutti i cuccioli di cane, bisognosi di cure urgenti e ricovero immediato presso altre strutture, sono stati affidati all'ASL 1 di Napoli e alla sezione di Napoli dell'Ente Nazionale Protezione Animali, che hanno provveduto ad ospitarli presso proprie strutture adeguate.
La collaborazione tra il Corpo forestale dello Stato, l'Azienda Sanitaria Locale e l'Ente Nazionale Protezione Animali, che è frutto di una sinergia volta al raggiungimento dell'obiettivo comune della tutela e del benessere degli animali, si è dimostrata ancora una volta un'arma vincente contro il criminoso traffico di esseri viventi.
Al titolare dell'attività commerciale e al detentore dei cagnolini, denunciati per i rispettivi reati loro contestati, verranno notificate anche le sanzioni amministrative previste per legge.
Gli investigatori della Forestale sono tuttora impegnati per verificare la veridicità dei pet passport di accompagnamento e per indagare su eventuali connivenze da parte di pubblici ufficiali.
Rispondi

Da: redbaron11/10/2011 09:24:15
Chiedo venia, ma viene difficile comprendere da dove scaturisce la da 28 settmbre 2011 come termine necessario per la maturazione dei requisiti per aver dirito alla liquidazione con le previgenti modalità. Grazie!
Rispondi

Da: redbaron11/10/2011 09:35:26
Chiedo venia, ma viene difficile comprendere da dove scaturisce la data 28 settmbre 2011 come termine necessario per la maturazione dei requisiti per aver dirito alla liquidazione con le previgenti modalità, dato che la Legge 148/2011 entra in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla G.U. Grazie!
Rispondi

Da: x redbaron...11/10/2011 13:51:40
caro baroncino rosso... non credo che questo sia il forum giusto x parlare di pensioni.
Siamo tutto abbondantemente lontani dal fatico giorno!!! E fino ad allora potrò continuare a pensare di non essere ancora abbastanza vecchio!!!
Rispondi

Da: siti illeciti11/10/2011 13:53:39
La mission del Corpo Forestale dello Stato
Al fine di migliorare il controllo del territorio e monitorare in modo sistematico i siti di smaltimenti illecito di rifiuti che intervengono a danno dell'ambiente e dell'ecosistema naturale nel mese di dicembre 2007 il Corpo Forestale dello Stato ha avviato, d'intesa con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la predisposizione di un sistema di monitoraggio ambientale finalizzato al censimento dei siti di smaltimento illecito di rifiuti.

Il Corpo Forestale dello Stato, con una capillare presenza sull'intero territorio nazionale, costituisce infatti una forza specializzata nella difesa del patrimonio agro-forestale italiano e nella tutela dell'ambiente, del paesaggio e dell'ecosistema attraverso l'espletamento di servizi di ordine e sicurezza pubblica, nonché nel controllo del territorio, con particolare riferimento alle aree rurali e montane ed alle zone ad elevato rischio di danno ambientale.

Per quanto riguarda la rilevazione di siti di smaltimento illecito di rifiuti, va detto che il Corpo Forestale dello Stato aveva già avviato in precedenza un rilevamento nel periodo 2002/2003 con un capillare censimento delle aree a rischio con il supporto dei servizi territoriali del SIM.

Il rilevamento aveva interessato circa cinquemila siti per i quali era stata inoltre delimitata geograficamente (perimetrazione) l'area interessata registrando anche informazioni aggiuntive (interrata, nociva ecc.).

Al fine di verificare lo stato dei siti censiti avviando nel contempo una decisa azione di prevenzione e controllo del territorio, nel 2009 sono state quindi addestrate squadre di monitoraggio con il compito di procedere con un nuovo rilievo delle zone visitate nel 2002/2003 e raccogliere informazioni sui nuovi siti illeciti.

A tal fine sono state individuate squadre specializzate nel monitoraggio ambientale che, su base provinciale, sono andate in campo con il compito di ritrovare il sito illecito (sulla base delle coordinate registrate), verificare la situazione alla data (sito bonificato ecc.) ed eventualmente procedere con una nuova perimetrazione dell'area oggetto del controllo.

Ciascuna squadra, equipaggiata con strumentazione tecnica evoluta (es. palmare Trimble Geo-XT oppure Intermec 700) ha utilizzato per il nuovo rilevamento un software specializzato integrato in ArcPad in grado di acquisire il perimetro dell'area interessata e registrare alcune informazioni alfanumeriche a corredo del dato vettoriale.

Rispondi

Da: intervista romano11/10/2011 13:54:18
Numero 03727/2011 e data 10/10/2011 Spedizione



REPUBBLICA ITALIANA

Consiglio di Stato

Sezione Seconda

Adunanza di Sezione del 13 luglio 2011



NUMERO AFFARE 04608/2010

OGGETTO:

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.



Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto dal dottor Vincenzo Schiavone, nato a Cicciano il 7 maggio 1968, contro il provvedimento 3 marzo 2010 n. 22, con il quale è stata approvata la graduatoria di merito del concorso interno per titoli ed esami per la copertura di 17 posti di primo dirigente del Corpo forestale dello Stato.



LA SEZIONE

Vista la relazione senza numero del 19 ottobre 2010, trasmessa con nota in pari data n. 2495/ris, con la quale il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Corpo forestale dello Stato) chiede il parere del Consiglio di Stato sul ricorso straordinario sopra indicato;

visto il ricorso, proposto con atto notificato il 10 giugno 2010;

vista la propria pronuncia del 26 gennaio 2011;

viste la nota dell'Amministrazione n. 1251/ris del 17 giugno 2011 e l'allegata relazione del 10 giugno 2011, pervenute il 28 successivo;

vista l'istanza del ricorrente del 13 maggio 2011;

esaminati gli atti ed udito il relatore, consigliere Damiano Nocilla.




Premesso

Con decreto del capo del Corpo forestale dello Stato 16 giugno 2008 n. 91 è stato indetto un concorso, per titoli ed esami, a 17 posti di primo dirigente del ruolo dei dirigenti del Corpo, pari al 20% dei posti disponibili alla data del 31 dicembre 2005.

Secondo l'art. 9, comma 7, del decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155 sui ruoli del personale direttivo e dirigente del Corpo forestale dello Stato, la commissione giudicatrice del concorso per titoli ed esami per l'accesso alla qualifica di primo dirigente viene nominata con decreto del dirigente generale capo del Corpo forestale dello Stato ed è costituita da un presidente di sezione del Consiglio di Stato o della corte dei conti, che la presiede, e da due dirigenti superiori del ruolo dei dirigenti del Corpo forestale dello Stato. Le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario del ruolo direttivo dei funzionari del Corpo forestale dello Stato.

Con nota 2 luglio 2008 n. 1050/ris l'Amministrazione aveva chiesto al Consiglio di Stato la designazione di un magistrato, con qualifica di presidente di sezione del Consiglio di Stato, da nominare presidente di commissione giudicatrice del concorso in argomento, e il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, con nota 19 febbraio 2009 n. 0004210, aveva designato il consigliere di tribunale amministrativo regionale Vincenzo Salamone.

Con decreto 21 aprile 2009 n. 78 del capo del Corpo veniva pertanto nominata la commissione giudicatrice del concorso, successivamente modificata con decreto 19 ottobre 2009 n. 186, limitatamente alla persona del segretario, assente dal servizio per motivi di salute.

Il vice questore aggiunto del Corpo forestale dello Stato dottor Vincenzo Schiavone ha presentato domanda di partecipazione al concorso e ha sostenuto le prove scritte, svoltesi nei giorni 15 e 16 luglio 2009. Con nota 21 dicembre 2009 n. 3249/ris l'Amministrazione gli ha comunicato l'esito positivo delle prove scritte, invitandolo a presentarsi il giorno 17 febbraio 2010 per sostenere il colloquio.

La commissione giudicatrice, dopo aver determinato, ai sensi dell'art. 12, comma 1, del regolamento sui concorsi emanato con decreto del presidente della repubblica 9 maggio 1994 n. 487, i tredici quesiti per ognuna delle otto materie oggetto di esame ed inserito gli stessi in otto contenitori di plastica trasparente numerati da 1 a 8, ha proceduto all'interrogazione dei singoli candidati, previa estrazione a sorte delle domande oggetto della prova.

Il dottor Schiavone ha sorteggiato, tra le altre, le domande "Princìpi e funzioni della selvicoltura naturalistica" in relazione alla materia "ecologia forestale" (contenitore n. 5) e "La legge quadro sui lavori pubblici e l'attività di progettazione", in relazione alla materia "Contabilità dello Stato" (contenitore n. 7); e ha ottenuto il punteggio complessivo di 33,63/50, non sufficiente per ottenere l'idoneità, perché secondo l'art. 7 del bando per superare la prova orale occorreva il voto di almeno trentacinque cinquantesimi.

Con decreto del capo del Corpo 3 marzo 2010 n. 22 è stata approvata la graduatoria di merito del concorso, dalla quale il ricorrente era escluso.

Quest'ultimo provvedimento e tutti gli atti antecedenti e presupposti, con particolare riguardo al decreto 21 aprile 2009 n. 78 di nomina della commissione giudicatrice, è impugnato con il ricorso straordinario in esame il dottor Schiavone, il quale deduce violazione dell'art. 9, comma 7, del d. lgs. 3 aprile 2001, n. 155, perché la commissione giudicatrice non è stata presieduta da un presidente di sezione del Consiglio di Stato o della corte dei Conti, nonché travisamento dei fatti, errore di fatto e disparità di trattamento e violazione del decreto ministeriale 16 settembre 2004 e dell'art. 7 del bando di concorso.

Nella relazione il ministero si è espresso per l'infondatezza del ricorso.

Poiché con il primo motivo di ricorso si lamentava l'illegittima composizione della commissione giudicatrice, e considerato che ciò avrebbe comportato, se accolto, l'annullamento di tutte le operazioni di concorso, la Sezione con la pronuncia del 26 gennaio 2011 ha disposto che il ministero ordinasse l'integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri diciannove concorrenti risultati idonei nella procedura concorsuale ed ai quali il ricorso non era stato notificato, secondo quanto disposto dagli articoli 9, ultimo comma, e 13, primo comma, del decreto del presidente della repubblica 24 novembre 1971 n. 1199 sui ricorsi amministrativi.

Con la nota del 17 giugno 2011 citata in epigrafe l'Amministrazione ha riferito sull'istanza del ricorrente del 13 maggio 2011, nella quale egli ha dichiarato di rinunciare al primo motivo di ricorso, quello, cioè, relativo all'illegittima composizione della Commissione d'esami, e chiedeva di conoscere tutti gli scritti difensivi dell'Amministrazione, relativi, ovviamente, ai residui motivi di ricorso.




Considerato

In seguito alla rinuncia al primo motivo, l'esame del ricorso prosegue il suo iter limitatamente al motivo di eccesso di potere per travisamento, errore di fatto e tecnico, nonché per disparità di trattamento e per violazione dell'art. 6 decreto ministeriale 16 settembre 2004 e dell'art. 7 del bando di concorso.

Poiché il ricorrente ha chiesto di conoscere le controdeduzioni dell'Amministrazione, per la parte del ricorso che ancora ha ragione di sussistere, tale richiesta deve essere soddisfatta, secondo quella che è ormai giurisprudenza e prassi consolidata di questo Consiglio.

L'Amministrazione dovrà pertanto trasmettere al ricorrente i propri scritti difensivi riguardanti il secondo motivo dedotto nel ricorso in esame, assegnandogli un termine per eventuali scritti difensivi, con l'avvertimento che essi dovranno essere inviati al ministero e non già direttamente a questo Consiglio, il quale diversamente dovrebbe trasmetterli all'Amministrazione per acquisirne le osservazioni.

Poiché il ricorrente, attraverso il ricorso straordinario in oggetto, persegue la finalità di essere inserito nella graduatoria di merito del concorso interno per titolo ed esami per la copertura di 17 posti di primo dirigente del Corpo forestale dello Stato, l'Amministrazione dovrà individuare tutti i potenziali controinteressati all'accoglimento del ricorso ed invitare il ricorrente a notificare il proprio ricorso a questi controinteressati, integrando così il contraddittorio.

P.Q.M.

sospende l'emanazione del parere in attesa degli adempimenti specificati in motivazione.







   
   
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
Damiano Nocilla Raffaele Carboni
   
   
   
   

IL SEGRETARIO

D.ssa Elvira Pallotta


Rispondi

Da: x tutti11/10/2011 13:59:30
Tutti dovranno partecipare alla festa del corpo sabato. Poi però verrà riconosciuto il lunedì successivo libero. Peccato però per domani pomeriggio....
Rispondi

Da: 11/10/2011 20:15:15
VOI ,BRAVE MOGLI CHE ASPETTATE IL VS MARITINO DI RIENTRO DOPO LA FESTA DEL CORPO; VOI CHE GLI PREPARATE LA CENA BEN COTTA E FATTA CON TANTO AMORE, NON VI è VENUTA MAI IN MENTE DI PENSARE PER UN SOLO SECONDO IL NUMERO DI ZOCCOLONE CHE IL BUON SILVIO SI PORTA A PRESSO PER FARE NUMERO E CHE DURANTE I MOMENTI BUI POSSO RIMORCHIARE PROPRIO IL VOSTRO UOMO??? NO!!!!! MALE, SE FORSE PRIMA C'ERA LA BASSISSIMA PROBABILITA' CHE IL VS UOMO NON SCOPAVA CON QUALCHE COLLEGA IN FORTE CALORE PER COMBATTERE LA NOI DELA CASERMA, ORA LA PROBABILITA' DIVENTA SEMPRE PIU' BASSA. E POI CHI VI HA DETTO CHE I FAMILIARI NON POSSONO ENTRARE??? IO DA MIO MARITO VADO E IL MIO NOMINATIVO SO CHE STA ALL'INGRESSO (E LO SO PER CERTO). COMUNQUE INFORMATIVE BENE PERCHE' I FAMILIARI POSSONO PARTECIPARE E SE VI DICONO IL CONTRARIO E' UNA BUGIA, E' SOLO PERCHE NON VI VOGLIONO TRA LE BALLE.
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