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Stop agli abogados
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Da: non per fare il prof.11/10/2011 15:23:03
ancora con Catanzaro & C?! trovane un'altra per giustificare l'uso fraudolento che fate della normativa CE
Rispondi

Da: Terrorizzati11/10/2011 15:25:57
aiutoooo gli abogadooooosssss aiutoooooo. Mammina Cdo difendimi loro sono brutti e impreparati! aiutooooo STOP ABOGADO stop
Rispondi

Da: Per "non per fare il prof."11/10/2011 15:47:02
TROVATA!!!! Spiega come mai c'è una procedura di preinfrazione contro l'Italia a causa delle restrizioni all'accesso nei confronti degli abogados da parte di alcuni COA... se il Solvit Italiano non riuscirà a risolvere la situazione facendo iscrivere come è legittimo che sia si passerà all'infrazione vera e propria e cominceranno a rotolare teste di tuoi amici leggggggggggggibus soluti... e siccome a Roma non sono stupidi vatti a leggere il verbale dell'8 Settembre di quel COA!!!!!! Fatto ciò vediamo chi sta facendo un uso fraudolento... rebus sic stantibus sono i COA che hanno tentato di arrampicarsi sugli specchi facendo loro un uso fraudolento della normativa comunitaria denegando l'iscrizione a chi ha seguito un percorso pienamente legale come ha riconosciuto più volte anche la Commissione UE!!!!!! Inoltre si vede proprio che sei innervosito perchè per iscrivere gli abogados segheranno più praticanti-schiavi di dominus negrieri!!!!!
Rispondi

Da: dott..ssa11/10/2011 16:50:03
mi spiace, ma è una vergogna! oltretutto la cassazione ha già detto che è un titolo "precario" che in qualunque momento potrebbe essere revocato!
in ogni caso sono contenta del fatto che, almeno per i primi tre anni dal "conseguimento del titolo", sono identificabili!
qui non si tratta di casta, ma di competenza, professionalità, prestigio, decoro e onorabilità della classe forense! ma non so se gli "stabiliti" conoscono questi valori... noi per l'orale abbiamo studiato la deontologia....... ma loro?????
Rispondi

Da: master A11/10/2011 17:21:33
competenza, professionalità, prestigio, decoro e onorabilità della classe forense! ma non so se gli "stabiliti" conoscono questi valori... noi per l'orale abbiamo studiato la deontologia....... ma loro?????

Se non c'è la preparazione giuridica dette caratteristiche vanno a farsi fottere!

Deontologia l'ho studiata al mattino in treno prima di sostenere l'orale (pochi ed ovvii articoli).

Conosco abogadi (si scrive così?) che in fatto di preparazione superano sicuramente molti abilitati a Cosenza pre anno 2003.

Io sono sicuro di me stesso... Gli abogadi facciano quello che vogliono.
Rispondi

Da: Per dott..ssa11/10/2011 17:33:12
Quale sarebbe poi la vergogna? Le norme giuridiche per giunta di livello anche comunitario che permettono di andare in altro stato e chiedere l'omologazione del titolo... voglio vederlo un PM che indaga e su cosa...? Siamo al ridicolo... illegalità non vi sono proprio e siamo al limite della calunnia. Dovete solo vergognarvi di essere difensori di caste di vecchi culi flaccidi uccisori di giovani concorrenti!!!!!
La cassazione... posta la sentenza... vorrei leggerla. Titolo precario ma cosa dici non è precario per niente... come non è precario un avvocato tedesco o francese!! Non dire inesattezze!! Di sicuro oggi abbiamo parecchie sentenze della Corte UE a favore degli abogados!! Le hai lette? E poi c'è una procedura di preinfrazione contro l'Italia a causa delle restrizioni all'accesso nei confronti degli abogados da parte di alcuni COA... se il Solvit Italiano non riuscirà a risolvere la situazione facendo iscrivere come è legittimo che sia si passerà all'infrazione vera e propria e cominceranno a rotolare teste di tuoi amici leggggggggggggibus soluti... e siccome a Roma non sono stupidi vatti a leggere il verbale dell'8 Settembre di quel COA!!!!!! Fatto ciò vediamo chi sta facendo un uso fraudolento... rebus sic stantibus sono i COA che hanno tentato di arrampicarsi sugli specchi facendo loro un uso fraudolento della normativa comunitaria denegando l'iscrizione a chi ha seguito un percorso pienamente legale come ha riconosciuto più volte anche la Commissione UE!!!
Inoltre la competenza e professionalità quindi viene data dall'esame perciò in Spagna sono tutti avvocati ciucci perchè non esiste l'esame... questa è proprio bella!!!!!! Non hanno onorabilità  e decoro?!!? Magari se uno si è laureato a pieni voti e poi ha lavorato per anni in uno studio questo non vale nulla ma via... l'esame degli architetti e degli ingegneri è solo una formalità... e allora? Tanto è il mercato che seleziona e il tempo delle corti dei dominus con amanti, figli ect ect è agli sgoccioli.... l'europa ha già piazzato le mine nella foresta pietrificata della casta forense retta ancora dal corporativismo veterofascista ormai seppellito dalla storia!!! Siete finiti questo vecchio mondo è finito!! Lo sai che baste far venire se coppie italiane in Spagna con la residenza in una stanzetta di periferia e possono divorziare in un baleno... altro che lentezze processuali italiane!!! Mai sentito parlare di divorzio sprint e di parcelle ricche...Bye Bye dottoressa!!!
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Da: Per master A11/10/2011 17:38:14
ciao si dice abogados.... e concordo sulla maggiore preparazione di quelli di Reggio calabria!!!!
Anche io sono sicuro del fatto mio!!
Rispondi

Da: master A x x Master a11/10/2011 17:56:20
La cosa che mi fa incazzare è che si parla di competenza, preparazione e decoro e poi si ha paura della concorrenza... Ben vengano abogaos, avvokaten, avvocatì, avvocatosky io devo sempre cercare di essere più preparato di loro.
L'esame che ho appena superato non mi esime dal non studiare più.
Rispondi

Da: Per master A11/10/2011 18:37:20
Bravoooooooooooooooo!!!!!! Giustoooooooooooooo!!!!!!!
Esatto è la concorrenza che ci migliora tutti però quella sana basata solo sulla preparazione e non su quella di alcuni fondata sugli insulti e le prevaricazioni....e dici cosa saggia devono tutti sempre studiare tanto ed aggiornarsi perchè alla fine conta dove arrivi in termini di successo professionale e non da dove vieni come invece vorrebbero stabilire in questo forum. Qui sono solo incazzati perchè per far entrare gli abogados devono segare di più all'esame... certo non è colpa degli abogados se una casta autorefernziale taglia le gambe ai giovani per mantenere i privilegi anche per i loro figli... i giovani avvocati o praticanti dovrebbero essere infuriati non con gli abogados che si sono ribellati allo status quo ma con questi avvocati dialettali che sono fuori dall'Europa e dalla storia!!!
Rispondi

Da: :)11/10/2011 19:13:15
w gli abogados
Rispondi

Da: PREGUNTA11/10/2011 19:40:13
AAA. cercasi praticante bonazza, astenersi racchie e grassoccie, con le seguenti carateristiche : altezza max 1.72, fianchi stretti , tette dalla 3 alla 4, capelli biondi non tinti, sedere sodo e non cellulitico niente inflessioni dialettali con laurea 110 e lode che sia disposta ad instaurare anche seria relazione sentimentale con possibiltà di matrimonio con figlio di avvocato (amico di molti leggggggibus soluti) sfigato, con faccia da gibbone del pianeta delle scimmie, bassiccio, grassoccio e pieno di paure e complessi. Si offre anche stanza con poltrone in pelle umana di praticanti e esercizio effettivo della professione con numero 10 fotocopie al giorno da effettuare prima dei pasti e fax da inviare ogni 45 minuti. No perditempo
Rispondi

Da: abogado iberico17/10/2011 15:50:00
Cari avvocaticchi dialettali a cui piace vivere sperando che agli altri succeda qualche guaio con la giustizia o qualche problema legale, per guadagnarci fino all'ultimo osso, spennando vive le povere malcapitate vittime e sperando che ogni anno vengano tutti bocciati all'esame per avere meno concorrenza possibile siete tutti finiti non siete altro che il sinbolo di un piccolo mondo antico ormai boccheggiante e presto sarete presi a calci nel culo dall'Unione Europea. Poi la paura dei nuovi avvocati o degli abogados da parte degli avvocati già abilitati da un po' di anni o magari solo dall'anno prima, è solo dimostrazione di grande ignoranza. Perché se un avvocato è veramente bravo, non deve avere paura dei nuovi arrivati ma deve confidare che viste le sue capacità dimostrate, molti clienti andranno da lui. Se ha paura, è perché è solo una mezza calzetta che non è capace di fare il suo lavoro e viene livellato a centinaia di altri avvocati incapaci come lui, uguagliandosi alla massa dei suoi colleghi stile operai alle catene di montaggio, dove si è solo un numero. A questi qui dovrebbe essere tolto il titolo. Una volta la professione di avvocato era ben diversa, era svolta da persone perbene e di famiglia onesta.
Rispondi

Da: LIBANO17/10/2011 15:51:55
Come già ampiamente descritto in un articolo precedentemente pubblicato e facilmente reperibile sui principali siti d'interesse giuridico, al quale rinvio ("Sentenza Koller C-118/09: non c'è trucco non c'è inganno ma soprattutto non c'è abuso, la via Spagnola è legittima") l'omologazione del titolo italiano di laurea in giurisprudenza al corrispondente spagnolo di licenciado en derecho, contrariamente a quanto deciso dalla Corte di Giustizia nel caso C-311/06 e conformemente a quanto deciso nel caso C-118/09, se subordinata al previo superamento di esami integrativi nell'ambito del sistema d'istruzione spagnolo, consente la registrazione ad un ilustre colegio de abogados spagnolo nonchè, ai sensi dell'art. 3 della direttiva 98/5, di esercitare la professione con il titolo di "abogado" in ogni Stato Membro dell'Unione Europea, ciò previa iscrizione presso l'ordine degli avvocati dello Stato Membro nel quale l'abogado internda stabilirsi, che dovrebbe aver luogo dietro presentazione del solo requisito normativamente previsto, cioè il certificato d'iscrizione ad un ilustre colegio de abogados (art. 3 direttiva 98/5)

A partire dal 2010, complice il Consiglio Nazionale Forense, gli Ordini degli Avvocati italiani, iniziarono ad ostacolare l'esercizio del legittimo diritto di stabilimento degli avvocati, subordinando l'accoglimento della domanda d'iscrizione a requisiti non previsti dalla normativa applicabile (es: al previo superamento di test sulla lingua o sul diritto spagnolo o alla previa produzione di atti, pareri o altri documenti attestanti l'esercizio della professione in Spagna).

Di conseguenza, negli ultimi mesi, i servizi della Commissione Europea, messi al corrente ed opportunamente sollecitati dai diretti interessati, si sono mossi.

Dapprima grazie ai numerosi reclami giunti all'attenzione del SOLVIT spagnolo, organismo di risoluzione stragiudiziale di vertenze sorte a causa dell'erronea interpretazione ed applicazione del diritto comunitario, che contattò le istituzioni forensi italiane per tentare una risoluzione amichevole della questione ma senza successo.

Di conseguenza, la questione passò ad un più alto livello istituzionale, ed è attualmente trattata dai servizi della Commissione Europea nell'ambito del programma "EU PILOT", ultimo tentativo di risoluzione stragiudiziale del problema, esaurito senza successo il quale la Commissione adotterà ulteriori provvedimenti, tra cui l'eventuale apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia.

Il pensiero della Commissione riguardo le condotte tenute a partire dal 2010 dai rappresentanti della classe forense, è ben riassunto nelle risposte recentemente date a due interrogazioni, presentate da due rappresentanti italiani al parlamento Europeo.

La prima interrogazione (P 2260/2011) fu presentata da Oreste Rossi il 7 marzo 2011 ed ottenne risposta l'8 aprile 2011.

Ripristino diritto di stabilimento per gli avvocati: "A partire dalla seconda parte del 2010, taluni ordini degli avvocati italiani, a seguito del parere n. 17 del 25 giugno 2009 della Commissione consultiva del Consiglio nazionale forense, basato su un'interpretazione della sentenza della Corte di giustizia nella causa C-311/06, hanno sospeso l'accettazione delle domande di iscrizione, a norma delle direttive 89/48/CEE (oggi 2005/36/CE) e 98/5/CE, di avvocati provenienti da Stati membri, ignorando peraltro la successiva sentenza nella causa C-118/09. Gli ordini hanno addotto a motivo della sospensione l'esigenza di eseguire istruttorie approfondite; poiché il tempo di esecuzione di tali istruttorie si protrae sino ad oggi, ritiene la Commissione di attivarsi perché entro un ragionevole tempo la sospensione abbia a cessare e sia ripristinato il diritto di stabilimento previsto dalle norme dell'Unione?"

Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione: La Commissione è a conoscenza delle pratiche â�" che sembrano essere in contrasto con il diritto dell'Unione europea â�" adottate da alcuni ordini degli avvocati italiani e contro le quali sono già pervenuti tramite Solvit diversi reclami. Il Centro Solvit si è attivamente impegnato con tutte le parti in causa, compresi il Consiglio Nazionale Forense e il Ministero italiano della Giustizia, per giungere a una composizione soddisfacente dei singoli casi. Prima di proporre soluzioni, il Centro Solvit ha chiesto ulteriori quattro settimane di tempo per organizzare altre riunioni. I servizi della Commissione seguono da vicino l'evolversi della situazione e, in assenza di una soluzione soddisfacente entro i termini concordati, la Commissione intraprenderà senza indugio i passi necessari.

La seconda interrogazione (P 6732/2011) fu invece presentata da Clemente Mastella il 6 luglio 2011 ed ottenne risposta l'8 agosto 2011:

Presunta violazione italiana della Direttiva europea sulla �«libertà di stabilimento�» nel caso degli avvocati comunitari: La Direttiva 98/5/CE, tra le altre disposizioni, �«è volta a facilitare l'esercizio permanente della professione di avvocato in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata acquistata la qualifica�» e, all'art. 3, stabilisce che �«l'autorità competente dello Stato membro ospitante procede all'iscrizione dell'avvocato su presentazione del documento attestante l'iscrizione di questi presso la corrispondente autorità competente dello Stato membro di origine�». In Italia, dove la direttiva in questione è stata recepita con il decreto Legislativo n. 96/2001, sono state evidenziate alcune problematiche in merito alla sua applicazione. Diversi Consigli dell'Ordine degli Avvocati stanno, di fatto, impedendo l'iscrizione degli avvocati �«comunitari�», ponendo in essere alcune azioni discriminatorie culminate in illegittime richieste di integrazione di documentazione e in molteplici provvedimenti di diniego, fondati sulla presunta inadeguatezza della documentazione comprovante l'esercizio effettivo dell'attività professionale nel paese di provenienza. Lo stesso decreto legislativo non fornisce tutela adeguata, in quanto prevede, in caso di rigetto della domanda di iscrizione, la possibilità di ricorrere al Consiglio Nazionale Forense, organo non giurisdizionale e, certo, non imparziale visto che è formato da avvocati (su questo punto la Corte di Giustizia UE si è già pronunciata nella Causa C-193/05). L'interrogante chiede, pertanto, alla Commissione: di verificare se i provvedimenti sopra citati non costituiscano una palese violazione della direttiva in oggetto e non finiscano per prevedere delle situazioni ingiustificatamente discriminatorie nei confronti degli avvocati provenienti da altri Stati membri; di indicare se tutte le ulteriori formalità imposte non costituiscano dei provvedimenti amministrativi sproporzionati rispetto all'obiettivo da seguire e, quindi, ingiustificati rispetto alla direttiva 98/5; di indicare se, del caso, quali azioni intende intraprendere per porre termine alle disparità ed agli ostacoli che ne derivano, al fine di dare, in tutti gli Stati membri, le medesime possibilità agli avvocati, cioè poter circolare liberamente e esercitare la propria attività lavorativa (tutela della libertà di circolazione e di prestazioni di servizi).

Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione: Come indicato nella risposta all'interrogazione P-002260/2011, la Commissione è a conoscenza delle pratiche di alcuni consigli dell'Ordine degli avvocati che appaiono contrarie al diritto dell'Unione e in particolare all'articolo 3 della direttiva 98/5/CE volta a facilitare l'esercizio permanente della professione di avvocato in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata acquistata la qualifica. Diverse denunce contro tali pratiche sono già pervenute tramite Solvit. Tuttavia, tali casi non si sono risolti in modo soddisfacente per i denuncianti. La Commissione intende entrare in contatto con le autorità italiane attraverso il sistema EU Pilot (preinfrazione) per manifestare la propria preoccupazione al riguardo e chiedere l'adozione di misure vincolanti per garantire che tutti i consigli dell'Ordine degli avvocati in Italia ottemperino alla direttiva. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione prenderà ulteriori opportuni provvedimenti per garantire il rispetto della direttiva da parte dei consigli dell'Ordine in tutta Italia.
Rispondi

Da: dott..sa17/10/2011 17:39:19
abogados = avvocati di serie C

I clienti sapranno scegliere!

vergona, ripetenti!
Rispondi

Da: x dott.sa17/10/2011 17:40:00
Dott.ssa = trans
Rispondi

Da: dott..sa17/10/2011 17:45:57
hahahahaah!!!! ciao abogados........ proprio ieri mi è arrivato un cliente con una lattera scritta da un abogados ....... vi dico solo che gridava vendetta!!! Meglio per me comunque! :)))))) Io piuttosto che conseguire il titolo in un altro Stato per incapacità mi scaverei la fossa... ma se voi siete contenti così, pace! Io posso solo sperare di avervi come controparte!
Rispondi

Da: pantera nera!17/10/2011 17:50:53
ma da quale prospettiva lo guardi il mondo dottorè?

ma dove la poggi tutta questa bombanza?

ma beata te... 'na testa di min*** che crede che tutti la invidino...ma che cosa ti si deve invidiare?? cosa, dimmelo!

ci vuole coraggio! e ottusità!

Rispondi

Da: dott..sa17/10/2011 17:54:14
te lo spiego subito: l'esame di stato!

credo che ci voglia coraggio a sostenere la teoria secondo la quale sono più bravi i bocciati...

ci vuole veramente solo il vostro coraggio!

fate ridere anche i polli e non ve ne rendete conto

e questo fa ancora più ridere!
Rispondi

Da: pantera nera!17/10/2011 17:58:02
ma tu sei un caso patologico...

mi fai una pena...

fortuna che non hai detto che ti invidiamo l' intelletto! lì ci sarebbe stato davvero da ridere!!

mah!ridi pure...almeno hai ammesso di essere una gallina... ci arrivi a questo o ti devo spiegare la battuta?
Rispondi

Da: dott..sa17/10/2011 18:00:32
pena? sei sicuro? ti fanno pena anche gli Avvocati Cassazionisti? E gli stabiliti invece no, vero?! Ma nasconditi!
Rispondi

Da: x dott.sa17/10/2011 18:08:15
mi fai un pompino?
Rispondi

Da: RICHIESTA URGENTE17/10/2011 18:09:58
AAA. cercasi praticante bonazza, astenersi racchie e grassoccie, con le seguenti carateristiche : altezza max 1.72, fianchi stretti , tette dalla 3 alla 4, capelli biondi non tinti, sedere sodo e non cellulitico niente inflessioni dialettali con laurea 110 e lode che sia disposta ad instaurare anche seria relazione sentimentale con possibiltà di matrimonio con figlio di avvocato (amico di molti leggggggibus soluti) sfigato, con faccia da gibbone del pianeta delle scimmie, bassiccio, grassoccio e pieno di paure e complessi. Si offre anche stanza con poltrone in pelle umana di praticanti e esercizio effettivo della professione con numero 10 fotocopie al giorno da effettuare prima dei pasti e fax da inviare ogni 45 minuti. No perditempo
Rispondi

Da: Ulpiano.17/10/2011 18:10:31
e forse quella è l'unica cosa che fa bene sta dottoressa! o no?mi candido pure io eventualmente.
Rispondi

Da: abogado iberico17/10/2011 18:13:54
Cari avvocaticchi dialettali a cui piace vivere sperando che agli altri succeda qualche guaio con la giustizia o qualche problema legale, per guadagnarci fino all'ultimo osso, spennando vive le povere malcapitate vittime e sperando che ogni anno vengano tutti bocciati all'esame per avere meno concorrenza possibile siete tutti finiti non siete altro che il sinbolo di un piccolo mondo antico ormai boccheggiante e presto sarete presi a calci nel culo dall'Unione Europea. Poi la paura dei nuovi avvocati o degli abogados da parte degli avvocati già abilitati da un po' di anni o magari solo dall'anno prima, è solo dimostrazione di grande ignoranza. Perché se un avvocato è veramente bravo, non deve avere paura dei nuovi arrivati ma deve confidare che viste le sue capacità dimostrate, molti clienti andranno da lui. Se ha paura, è perché è solo una mezza calzetta che non è capace di fare il suo lavoro e viene livellato a centinaia di altri avvocati incapaci come lui, uguagliandosi alla massa dei suoi colleghi stile operai alle catene di montaggio, dove si è solo un numero. A questi qui dovrebbe essere tolto il titolo. Una volta la professione di avvocato era ben diversa, era svolta da persone perbene e di famiglia onesta.
Rispondi

Da: pantera nera!17/10/2011 18:16:28
dottoressa,te la devo spiegare la battuta o ci sei arrivata da sola? dubito che tu ce l'abbia fatta,ma...fammi sapere se hai bisogno di una mano! ridi pure intanto, ridi pure..
Rispondi

Da: MEDITATE GENTE MEDITATE....17/10/2011 18:16:30
Come già ampiamente descritto in un articolo precedentemente pubblicato e facilmente reperibile sui principali siti d'interesse giuridico, al quale rinvio ("Sentenza Koller C-118/09: non c'è trucco non c'è inganno ma soprattutto non c'è abuso, la via Spagnola è legittima") l'omologazione del titolo italiano di laurea in giurisprudenza al corrispondente spagnolo di licenciado en derecho, contrariamente a quanto deciso dalla Corte di Giustizia nel caso C-311/06 e conformemente a quanto deciso nel caso C-118/09, se subordinata al previo superamento di esami integrativi nell'ambito del sistema d'istruzione spagnolo, consente la registrazione ad un ilustre colegio de abogados spagnolo nonchè, ai sensi dell'art. 3 della direttiva 98/5, di esercitare la professione con il titolo di "abogado" in ogni Stato Membro dell'Unione Europea, ciò previa iscrizione presso l'ordine degli avvocati dello Stato Membro nel quale l'abogado internda stabilirsi, che dovrebbe aver luogo dietro presentazione del solo requisito normativamente previsto, cioè il certificato d'iscrizione ad un ilustre colegio de abogados (art. 3 direttiva 98/5)

A partire dal 2010, complice il Consiglio Nazionale Forense, gli Ordini degli Avvocati italiani, iniziarono ad ostacolare l'esercizio del legittimo diritto di stabilimento degli avvocati, subordinando l'accoglimento della domanda d'iscrizione a requisiti non previsti dalla normativa applicabile (es: al previo superamento di test sulla lingua o sul diritto spagnolo o alla previa produzione di atti, pareri o altri documenti attestanti l'esercizio della professione in Spagna).

Di conseguenza, negli ultimi mesi, i servizi della Commissione Europea, messi al corrente ed opportunamente sollecitati dai diretti interessati, si sono mossi.

Dapprima grazie ai numerosi reclami giunti all'attenzione del SOLVIT spagnolo, organismo di risoluzione stragiudiziale di vertenze sorte a causa dell'erronea interpretazione ed applicazione del diritto comunitario, che contattò le istituzioni forensi italiane per tentare una risoluzione amichevole della questione ma senza successo.

Di conseguenza, la questione passò ad un più alto livello istituzionale, ed è attualmente trattata dai servizi della Commissione Europea nell'ambito del programma "EU PILOT", ultimo tentativo di risoluzione stragiudiziale del problema, esaurito senza successo il quale la Commissione adotterà ulteriori provvedimenti, tra cui l'eventuale apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia.

Il pensiero della Commissione riguardo le condotte tenute a partire dal 2010 dai rappresentanti della classe forense, è ben riassunto nelle risposte recentemente date a due interrogazioni, presentate da due rappresentanti italiani al parlamento Europeo.

La prima interrogazione (P 2260/2011) fu presentata da Oreste Rossi il 7 marzo 2011 ed ottenne risposta l'8 aprile 2011.

Ripristino diritto di stabilimento per gli avvocati: "A partire dalla seconda parte del 2010, taluni ordini degli avvocati italiani, a seguito del parere n. 17 del 25 giugno 2009 della Commissione consultiva del Consiglio nazionale forense, basato su un'interpretazione della sentenza della Corte di giustizia nella causa C-311/06, hanno sospeso l'accettazione delle domande di iscrizione, a norma delle direttive 89/48/CEE (oggi 2005/36/CE) e 98/5/CE, di avvocati provenienti da Stati membri, ignorando peraltro la successiva sentenza nella causa C-118/09. Gli ordini hanno addotto a motivo della sospensione l'esigenza di eseguire istruttorie approfondite; poiché il tempo di esecuzione di tali istruttorie si protrae sino ad oggi, ritiene la Commissione di attivarsi perché entro un ragionevole tempo la sospensione abbia a cessare e sia ripristinato il diritto di stabilimento previsto dalle norme dell'Unione?"

Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione: La Commissione è a conoscenza delle pratiche âï¿�" che sembrano essere in contrasto con il diritto dell'Unione europea âï¿�" adottate da alcuni ordini degli avvocati italiani e contro le quali sono già pervenuti tramite Solvit diversi reclami. Il Centro Solvit si è attivamente impegnato con tutte le parti in causa, compresi il Consiglio Nazionale Forense e il Ministero italiano della Giustizia, per giungere a una composizione soddisfacente dei singoli casi. Prima di proporre soluzioni, il Centro Solvit ha chiesto ulteriori quattro settimane di tempo per organizzare altre riunioni. I servizi della Commissione seguono da vicino l'evolversi della situazione e, in assenza di una soluzione soddisfacente entro i termini concordati, la Commissione intraprenderà senza indugio i passi necessari.

La seconda interrogazione (P 6732/2011) fu invece presentata da Clemente Mastella il 6 luglio 2011 ed ottenne risposta l'8 agosto 2011:

Presunta violazione italiana della Direttiva europea sulla ï¿��«libertà di stabilimentoï¿��» nel caso degli avvocati comunitari: La Direttiva 98/5/CE, tra le altre disposizioni, ï¿��«è volta a facilitare l'esercizio permanente della professione di avvocato in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata acquistata la qualificaï¿��» e, all'art. 3, stabilisce che ï¿��«l'autorità competente dello Stato membro ospitante procede all'iscrizione dell'avvocato su presentazione del documento attestante l'iscrizione di questi presso la corrispondente autorità competente dello Stato membro di origineï¿��». In Italia, dove la direttiva in questione è stata recepita con il decreto Legislativo n. 96/2001, sono state evidenziate alcune problematiche in merito alla sua applicazione. Diversi Consigli dell'Ordine degli Avvocati stanno, di fatto, impedendo l'iscrizione degli avvocati ï¿��«comunitariï¿��», ponendo in essere alcune azioni discriminatorie culminate in illegittime richieste di integrazione di documentazione e in molteplici provvedimenti di diniego, fondati sulla presunta inadeguatezza della documentazione comprovante l'esercizio effettivo dell'attività professionale nel paese di provenienza. Lo stesso decreto legislativo non fornisce tutela adeguata, in quanto prevede, in caso di rigetto della domanda di iscrizione, la possibilità di ricorrere al Consiglio Nazionale Forense, organo non giurisdizionale e, certo, non imparziale visto che è formato da avvocati (su questo punto la Corte di Giustizia UE si è già pronunciata nella Causa C-193/05). L'interrogante chiede, pertanto, alla Commissione: di verificare se i provvedimenti sopra citati non costituiscano una palese violazione della direttiva in oggetto e non finiscano per prevedere delle situazioni ingiustificatamente discriminatorie nei confronti degli avvocati provenienti da altri Stati membri; di indicare se tutte le ulteriori formalità imposte non costituiscano dei provvedimenti amministrativi sproporzionati rispetto all'obiettivo da seguire e, quindi, ingiustificati rispetto alla direttiva 98/5; di indicare se, del caso, quali azioni intende intraprendere per porre termine alle disparità ed agli ostacoli che ne derivano, al fine di dare, in tutti gli Stati membri, le medesime possibilità agli avvocati, cioè poter circolare liberamente e esercitare la propria attività lavorativa (tutela della libertà di circolazione e di prestazioni di servizi).

Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione: Come indicato nella risposta all'interrogazione P-002260/2011, la Commissione è a conoscenza delle pratiche di alcuni consigli dell'Ordine degli avvocati che appaiono contrarie al diritto dell'Unione e in particolare all'articolo 3 della direttiva 98/5/CE volta a facilitare l'esercizio permanente della professione di avvocato in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata acquistata la qualifica. Diverse denunce contro tali pratiche sono già pervenute tramite Solvit. Tuttavia, tali casi non si sono risolti in modo soddisfacente per i denuncianti. La Commissione intende entrare in contatto con le autorità italiane attraverso il sistema EU Pilot (preinfrazione) per manifestare la propria preoccupazione al riguardo e chiedere l'adozione di misure vincolanti per garantire che tutti i consigli dell'Ordine degli avvocati in Italia ottemperino alla direttiva. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione prenderà ulteriori opportuni provvedimenti per garantire il rispetto della direttiva da parte dei consigli dell'Ordine in tutta Italia.
Rispondi

Da: dott..sa17/10/2011 23:10:25

Vi fanno pena gli Avvocati Cassazionisti che hanno superato l'esame di Stato 40 anni fa??

RISPONDETE, PUSILLANIMI!

A parte che manco sapete cos'è la Corte di Cassazione probabilmente...

Voi vivete di espedienti, Voi!

E sarete sempre riconoscibili perchè la direttiva europea che vi piace tanto: vi impone di firmarvi "Abogados" per tre anni (in modo che colleghi, clienti e magistrati vi possano riconoscere, vi obbliga ad agire di concerto con un avvocato che ha superato l'esame di Stato in Italia (in pratica per essere sicuri che non combiniate cazzate... data l'alta probabilità che ciò accada) e vi costringe ad essere iscritti ad un albo speciale fisicamente distinto dall'albo vero....

una serie di precauzioni incredibili insomma.....

ma voi siete contenti così!
Anzi, siete così ingenui da essere fieri....
Applausi!!
Rispondi

Da: abogado collegiado18/10/2011 00:21:05
@ dott..sa

sempre meglio che firmarsi dottoressa e fare la schiava a qualche dominus che magari potrebbe anche molestare sessualmente le praticanti più avvenenti... mentre nel caso di quelle bruttine utilizzarle per fare la spesa, le pulizie, i fax e le fotocopie... intanto noi saremo pure avvocati stabilti per tre anni ma è sempre meglio che essere praticanti alle condizioni suddette per 2 anni...perchè l'esame ti fornisce una bella regia patente da principe del foro? Oppure sono gli anni di lavoro a fare la differenza? Quindi secondo il tuo assunto tutti gli avvocati-cittadini spagnoli sono ignoranti perchè non c'è l'esame... io non ti calcolo proprio tanto sono in uno studio importante tanti saluti e buona fila dal cancelliere a lottare con quello che ti passa avanti e tu lotti per il posto in coda... adios legittimista della fila.. fai mettere il numeretto al cancelliere ma non dirgli sbrigati a lavorare agli stessi ritmi del tuo collega europeo...
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Da: per dott..sa18/10/2011 00:25:03
salutaci i vecchi bavosi cassazionisti magari ex fascisti ricovertiti a democristiani a cui lecchi le natiche piene di piaghe... invece sei tu a non sapere cosa è La Corte di Giustizia UE!!!!
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Da: :)18/10/2011 08:38:17
stop a dott.ssa
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