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Da: ex Centrale di committenza 2  - 22/11/2024 17:14:42
GinTonic82

Ti hanno fatto una proposta di matrimonio!
Rispondi

Da: @Posizione Organizzativa22/11/2024 17:46:11
Ormai il tuo è un discorso superato. Con il lavoro agile dopo pranzo non è più necessario fissare lo schermo, fanno direttamente mezz'ora di pennichella sul divano.
Rispondi

Da: PTPE  2  1  - 22/11/2024 19:11:51
Il post di Posizione Organizzativa se la batte egregiamente con il post mitologico di Sandrokan...
Applausi.
Rispondi

Da: ex Centrale di committenza22/11/2024 19:41:11
Da: PTPE     22/11/2024 19:11:51
Il post di Posizione Organizzativa se la batte egregiamente con il post mitologico di Sandrokan...
Applausi.
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Io un'idea l'avrei...
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
 2  - 22/11/2024 19:43:31
Disclaimer: la presente non costituisce la vera filosofia di lavoro del sottoscritto ma solo un'ironia, parafrasando il raccondo del signor Rossi di Posizione Organizzativa
=============================


LA GIORNATA EPICA DI UN IMPIEGATO COMUNALE: TRA COMPETENZE LIMITATE E IL TRIONFO DEL TIMBRO

Mi chiamo Bianchi, e la mia vita da impiegato comunale è una sinfonia di scartoffie, procedimenti circolari e richieste che si infrangono, come onde sull'argine impenetrabile della burocrazia. Il mio compito? Navigare con sapienza tra faldoni e normative, traendone soddisfazioni che pochi potrebbero comprendere. Ogni giorno, nel mio regno di scrivanie e stampanti, si scrive una nuova epica.

RISVEGLIO: IL RITO DEL GUARDIANO DEL SISTEMA

Alle 7:00 la sveglia tenta di destarmi, ma io, con la calma di un monaco zen, le concedo il privilegio di suonare ancora un po'. Perché correre? Il Comune non scappa. Alle 7:30 mi alzo e preparo la colazione: caffè nero e biscotti, alimenti perfetti per un custode delle sacre regole della pubblica amministrazione. Alle 8:30, il mio cartellino è timbrato e la giornata inizia.

LA SOTTILE GIOIA DELLA NON-COMPETENZA

Il primo cittadino arriva, confuso e speranzoso, chiedendo lumi su un problema spinoso: una concessione negata. Io lo osservo con la compostezza di chi detiene tutte le risposte, ma non ha alcuna intenzione di fornirle. Dopo aver analizzato per qualche istante il caso, con tono calmo e solenne annuncio la sentenza:

    "Mi spiace, ma il problema non è di competenza di questo ufficio."

E qui, lo ammetto, provo un piacere che rasenta l'estasi. È una soddisfazione sottile, raffinata, quasi orgasmica. Non perché desideri il male del cittadino - ma perché nulla mi dona maggiore appagamento dell'ordine perfetto del sistema, in cui ogni problema deve finire esattamente nel cassetto di qualcun altro.

Con uno sguardo sereno e una gestualità impeccabile, indico l'ufficio competente, che si trova dall'altra parte della città (o, meglio ancora, in un'altra provincia). È una vittoria dell'architettura burocratica, e io ne sono il custode più devoto.

IL TIMBRO: IL SIMBOLO DEL POTERE ASSOLUTO

Alle 10:00, un altro cittadino arriva allo sportello. Mi porge un fascicolo di 200 pagine, curato in ogni dettaglio. Io lo esamino con la lentezza di un sommelier che degusta un Barolo d'annata, fino a individuare l'imperfezione: manca il timbro su un modulo.

Con un tono che mescola dispiacere e inesorabilità, annuncio:

    "Purtroppo, senza il timbro sulla pagina 42, tutta la pratica è invalida. Mi spiace, ma dovrà rifare tutto."

Il cittadino protesta, ma io resto inflessibile. Il timbro non è un dettaglio: è il sigillo della civiltà, il cuore pulsante dell'intera macchina amministrativa. Senza di esso, tutto cade nel caos. Mentre il cittadino si allontana rassegnato, provo una soddisfazione profonda. Non è crudeltà, ma il piacere di sapere che il sistema funziona come deve.

LA RISPOSTA EMAIL: UN'ARTE DI AMBIGUITÀ

Alle 11:30 è il momento di dedicarmi alla posta elettronica. Un cittadino, evidentemente audace, mi chiede chiarimenti sull'interpretazione dell'articolo 7 del Regolamento tal dei tali. Una domanda specifica, ma io non sono qui per semplificare le cose.

Con un linguaggio colto e sfuggente, dò la mia risposta sibillina da pubblica amministrazione:

    "Gentile cittadino, il suo quesito trova risposta nel combinato disposto degli articoli 7 e 19 del Regolamento, in relazione alle Circolari 22 e 24 del Ministero. Per ulteriori dettagli, allego normativa integrale (200 pagine)."

So bene che il cittadino impiegherà settimane per orientarsi in quella giungla normativa, e non troverà una risposta in quanto il suo caso rientra in un vuoto legislativo e regolamentario, ma io ho fatto il mio dovere: ho risposto. In maniera impeccabile e inappuntabile, senza prendermi responsabilità alcuna. Il sistema, ancora una volta, ha prevalso.


IL POMERIGGIO: LA MASCHERA DELL'IMPEGNO

Dopo pranzo, il grande momento: la simulazione dell'impegno. Accendo il computer e apro il programma di contabilità, che fisso con intensità. La postura è importante: penna in mano, fronte corrugata, espressione seria. Chi mi guarda penserà che sto calcolando come distribuire gli impegni di spesa sui vari capitoli di bilancio di un appalto da 8 milioni di euro. In realtà, sto decidendo se cenare con una pizza margherita o una carbonara.

Nel frattempo, rispondo a un'altra email di un cittadino:

    "Purtroppo, questa specifica richiesta non rientra tra le competenze del nostro ufficio. 
    Concludo con "Cordiali saluti" e mi sento un maestro dell'arte evasiva. La giornata è quasi conclusa, e il sistema burocratico è ancora intatto. Un'altra vittoria.

LA CHIUSURA: IL TRIONFO DEL RITMO BUROCRATICO

Alle 17:30 saluto tutti con il mio mantra:

    "Ci vediamo domani… o anche dopodomani, c'è tempo."

Esco dall'ufficio con una calma olimpica, sapendo che ho contribuito, nel mio piccolo, alla perpetuazione di un sistema perfetto nella sua complessità. Mentre sfreccio sul mio motorino verso casa, mi godo il vento sul viso e penso che domani è un altro giorno. Un altro cittadino arriverà, una nuova pratica sarà respinta, e il timbro, ancora una volta, avrà l'ultima parola.

EPILOGO: IL PIACERE DEL DOVERE COMPIUTO

Il lavoro pubblico non è per tutti. Ci vuole pazienza, astuzia e una profonda comprensione della bellezza del dettaglio. Ogni pratica rimandata, ogni quesito evaso, ogni timbro negato è un piccolo contributo alla grandezza della burocrazia. E, soprattutto, è una fonte inesauribile di piccole soddisfazioni. Il segreto? Capire che non è il cittadino a dettare le regole, ma la maestosa macchina amministrativa. E in quella, io sono il maestro.
Rispondi

Da: durbans522/11/2024 21:43:05
Molto simpatici questi racconti.

Proveniendo dal privato la cosa che mi ha sconvolto più di tutte nel pubblico è la LENTEZZA con cui vengono effettuate le cose.

Ho un collega (anche piuttosto bravo, preciso e ligio al dovere) che a volte impiega giorni, o addirittura settimane, per rispondere a una email, che nel nostro caso equivale a una parte del lavoro. Tipicamente ci pensa, ci riflette, fa qualche telefonata a colleghi o al responsabile se non è sicuro, inizia a scrivere, viene (ovviamente) interrotto da altro, la riprende, poi dice "la manderò poi" e passano giorni, giorni, giorni,

una cosa del genere, nel privato, sarebbe fuori da ogni concezione
Rispondi

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Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
23/11/2024 08:48:30
IL TRIONFO DELLA MERITOCRAZIA: LA GIORNATA DEL SIG. VERDI NEL PREEVATOOH ALLA FARLOCK MATICA S.R.L.

Mi chiamo Verdi e sono un collaboratore a partita IVA presso la gloriosa Farlock Matica S.r.l., un nome che evoca innovazione e dedizione assoluta. Lavorare qui mi ha permesso di scoprire il vero significato della professionalità: non solo essere bravo nel proprio mestiere, ma dimostrare ogni giorno il proprio valore, con sottigliezza e strategia. Ogni giorno è un'occasione per superare i miei limiti, distinguermi dai miei colleghi e dimostrare che il mio passaggio alla partita IVA è stato il miglior investimento della mia carriera.

DAL CONTRATTO INDETERMINATO ALLA LIBERTÀ DELLA PARTITA IVA
Un tempo ero un dipendente a tempo indeterminato, legato a una routine rigida e soffocante. Poi il capo mi prese da parte con la sua proverbiale lungimiranza:

"Verdi, lei è sprecato per un contratto a tempo indeterminato. Passi a partita IVA: guadagnerà di più e potrà davvero esprimere tutto il suo potenziale."
Le sue parole mi colpirono. Accettai senza esitazione: 200 euro in più al mese e l'emozione di essere imprenditore di me stesso. Certo, ho perso ferie pagate, malattia e tredicesima, ma in cambio ho guadagnato autonomia e la possibilità di lavorare sempre. Perché fermarsi, quando il progresso non si arresta mai?

LE FERIE: UNA DISTRAZIONE INUTILE
Da quando sono a partita IVA, non prendo più ferie. Non ne ho bisogno. Qualcuno potrebbe trovarlo un sacrificio, ma io lo vedo come un'opportunità. Resto sempre al passo con i progetti, non perdo il filo e non subisco lo stress del "rientro dalle vacanze". Mentre i miei colleghi tornano spaesati e pieni di arretrati, io sono sempre operativo, lucido e pronto. È questa costanza che mi distingue dagli altri.

L'ARTE DELLA GESTIONE DELLE EMAIL
Rispondere alle email è una delle mie specialità. Non lo faccio mai immediatamente: sarebbe uno spreco del mio potenziale strategico. Programmo sempre le risposte automatiche per partire cinque minuti prima della fine del turno, creando una sottile pressione sui colleghi che stanno per alzarsi ma si ritrovano magari a dover fare interventi urgenti.

Ma il mio vero capolavoro sono le email con il capo in CCn (copia nascosta). Ogni sera, programmo messaggi come:

"Ho completato la mia parte di lavoro e ora sono in attesa della tua per poter proseguire."
Questo stratagemma serve a due scopi: dimostrare al capo che io sono impeccabile e far ricadere, in modo elegante e implicito, la responsabilità sui colleghi. È una danza di precisione comunicativa che mi posiziona sempre come il punto di riferimento del team.

IL VENERDÌ SERA: LA NOBILTÀ DELLE URGENZE

Venerdì, ore 17:55. Sto chiudendo il laptop quando il capo mi chiama con tono grave:

"Verdi, dobbiamo implementare un sistema di notifiche push per l'app mobile. È fondamentale per lunedì."
Non mi scompongo. Questo genere di richieste è il segno tangibile della fiducia che l'azienda ripone in me. Rinuncio senza rimpianti all'uscita con gli amici - in cui, diciamolo, finirei a guardare loro che rimorchiano - e mi dedico anima e corpo al progetto. Alle 23:00 ho finito: le notifiche funzionano alla perfezione, e io mi sento un eroe invisibile.

LA MERITOCRAZIA DEL RINNOVO
Alla Farlock Matica, ogni sei mesi qualcuno non vede rinnovato il contratto. È una lezione di meritocrazia pura. I colleghi che non ce la fanno? Probabilmente non erano pronti per la "tensione al risultato" (così scrivono nella voce "lavora con noi"). Io, invece, non ho mai dubitato del mio posto. So che il mio impegno e la mia eccellenza mi rendono indispensabile.

Certo, l'unica dipendente a tempo indeterminato è l'impiegata amministrativa, di cui si mormora che si scopi il capo. Ma io non mi lascio distrarre da queste dicerie. Il mio obiettivo è chiaro: dimostrare che il talento è la vera chiave del successo. Se un giorno l'azienda fallisse, io troverei subito un altro lavoro, perché sono bravo. Lei? Non saprei. Al massimo potrebbe fare i calippo-tour.

LA DIPLOMAZIA ALLA MACCHINETTA DEL CAFFÈ
Alla macchinetta del caffè, ogni conversazione è un'occasione per rafforzare la mia immagine. Quando parlo con Bianchi, sottolineo con tatto che Neri potrebbe migliorare nell'uso delle librerie di frontend. Con Neri, invece, lodo la competenza tecnica di Bianchi, ma insinuiamo che non sempre rispetta le scadenze. Non è cattiveria: è strategia. Dimostrare imparzialità e acume critico mi posiziona come il professionista su cui tutti possono contare.

LO SCARICO RESPONSABILITÀ: UN'ARTE SOFISTICATA
Quando un progetto non va come previsto e il capo cerca un colpevole, rispondo con sicurezza:

"Io, nella mia parte, ho rispettato tutti i requisiti richiesti."
Non c'è bisogno di accusare direttamente nessuno. Basta questa affermazione per far capire che il problema risiede altrove. È un modo elegante per consolidare la mia reputazione senza mai incrinare i rapporti con i colleghi.

LA FORMAZIONE PERSONALE: UN INVESTIMENTO NEL FUTURO
Ogni sera, dopo cena, mi dedico ad aggiornarmi. Frequento corsi su machine learning o sui nuovi application server, non perché mi sia richiesto, ma perché voglio essere sempre un passo avanti. A volte risolvo problemi aziendali prima ancora che vengano discussi in riunione. Come quando ho scritto uno script per ottimizzare i tempi di risposta del nostro database, sorprendendo tutti con la mia lungimiranza. Essere proattivi è il segreto del successo.

LE CENE AZIENDALI: L'IMPORTANZA DEL GRUPPO
Le cene aziendali sono un momento di coesione. Il capo, con la sua proverbiale schiettezza, fa battute discutibili sulle colleghe assenti e racconta aneddoti di dubbio gusto. Ma io capisco che sono momenti preziosi per rafforzare lo spirito di squadra. Ridere alle sue battute sessiste e razziste è un segno di intelligenza sociale: significa saper leggere le dinamiche e adattarsi al contesto.

CONCLUSIONE: LA PERFEZIONE DEL MIO RUOLO
Lavorare alla Farlock Matica non è solo un lavoro: è una vocazione. Essere a partita IVA non è una limitazione, ma un riconoscimento. Ogni email programmata, ogni bug risolto in extremis, ogni mossa strategica è un piccolo tassello del mosaico che costruisco ogni giorno per dimostrare il mio valore. Io non sono solo bravo: sono indispensabile. E questo mi basta per affrontare ogni sfida con il sorriso.
Rispondi

Da: Plt23/11/2024 08:51:40
Rinnovo i miei complimenti a Sandrokan dopo il racconto stile Trainspotting, anzi gli suggerisco di scrivere un libro di raccolta di storielle ed aneddoti sui dipendenti Pa, io lo comprerei ad occhi chiusi.

Al collega durbans5 voglio dire che anch'io sono un ingegnere che è approdato nella PA dopo un paio d'anni all'inferno delle PMI del nordE, e la differenza tra i due mondi la può gustare a pieno (secondo me) proprio un tecnico. Io però non parlerei di lentezza, ma del tempo giusto ed umano affinché una procedura o un problema sia risolto; nel privato avevo la sensazione (inizialmente anche gradevole) che dal mio operato e dalla rapidità di esecuzione dipendesse il destino del mondo, salvo capire col tempo che l'unica preoccupazione della proprietà era distribuire la grana al "CdA" di famiglia, ovvero figlio idiota finto manager col macchinone e compagna deficiente messa alla segreteria e alle buste paga.

Il colmo personalmente l'ho raggiunto quando, dopo essermi rotto il mazzo per rispettare i tempi di consegna di una commessa piuttosto considerevole, sia al mio team di tecnici che ai deficienti laureati umanistici lavativi dell'ufficio del personale, ovviamente amici di amici ( molto più numerosi nel privato che in un ministero, ma questo non lo dice mai nessuno), è stato dato lo stesso identico premio di produzione, alcune misere centinaia di euro, ridicole in proporzione al lavoro svolto (da noi tecnici).

Quindi f4nculo la piccola e media impresa del produttivo nordE, io come funzionario Enti centrali sono tornato a vivere a poche decine di chilometri da casa mia e nel mio paesello con il mio stipendio in pratica sono un signore feudale :-). E, soprattutto, anche se "lentamente", svolgo il mio lavoro con responsabilità e consapevole che ha un impatto anche importante sul territorio e le attività della MIA gente, non di tizi a 1000 km che mi odiano pure.
Rispondi

Da: ex Centrale di committenza23/11/2024 11:47:39
Da: Plt    23/11/2024 08:51:40
....Rinnovo i miei complimenti a Sandrokan dopo il racconto stile Trainspotting, anzi gli suggerisco di scrivere un libro di raccolta di storielle ed aneddoti sui dipendenti Pa, io lo comprerei ad occhi chiusi...

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Quoto 100%! Anche se una cosa poteva non scriverla...
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
23/11/2024 11:49:57
quale?
Rispondi

Da: ex Centrale di committenza23/11/2024 12:13:15
Da: Sandr0kan
Reputazione utente: +85    23/11/2024 11:49:57
quale?
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Immagina puoi
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
23/11/2024 17:33:33
Il colmo personalmente l'ho raggiunto quando...
=============================
Io nel primo lavoro che feci lo raggiunsi quando feci un software per abilitare le utenze in carrier selection in una centrale telefonica; era il periodo che spuntavano come funghi operatori telefonici alternativi alla "SIP/Telecom Italia" e feci un software sia front-end che back-end (oggi si direbbe "full-stack") con interfaccia web in php dove le impiegate entravano col loro account facevano data entry dei contratti, poi il software inseriva i dati in un database mysql, poi di notte partiva un mio script che faceva dei controlli dopodiché si collegava al software di rete intelligente della centrale telefonica (un'Alcatel S12) e abilitava quelle numerazioni (in pratica faceva un FTP di un file di testo generato automaticamente coi numeri da abilitare). Dal giorno dopo quindi quegli utenti erano abilitati, facendo il nostro prefisso, a telefonare usando la nostra rete.
Ecco, il colmo l'ho raggiunto quando ho saputo che perfino le impiegate che inserivano i numeri di telefono da abilitare guadagnavano più di me che avevo fatto il software. Cioè, l'utente che guadagna più del programmatore.
Rispondi

Da: PTPE 23/11/2024 19:36:06
Chiedo per un amico:
quando in ufficio di ente locale si ha un collega che lavora a ritmi da privato forsennato, tipo Farlock Matica srl succitata, come ci si dovrebbe comportare?
Del tipo che non si ferma neanche per il caffè, ma lo prende e lo beve mentre lavora e fa intendere che anche i colleghi dovrebbero essere così veloci ed intraprendenti, come ci si dovrebbe comportare?
Non dico che bisogna essere lavativi, ma neanche andare a 300km/h per cosa poi?!...
Rispondi

Da: Ma davvero 23/11/2024 19:46:07
Lavora come un forsennato per ottenere cosa?
Probabilmente si tratta di una persona che non ha altri scopi nella vita che non lavorare. Allora si sente realizzato così.
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
23/11/2024 20:19:13
come ci si dovrebbe comportare? in nessun modo, lascia che sia
Rispondi

Da: Oppure23/11/2024 21:15:06
Può darsi che si tratti di una persona poco socievole che quando si trova al lavoro preferisce lavorare
Rispondi

Da: PTPE 23/11/2024 21:43:21
@Sandr0kan sicuramente lascio che sia, ma di certo non aiuta al benessere fra colleghi, siamo in 3...
Rispondi

Da: GinTonic82 24/11/2024 10:49:14
Da: Erminio.    22/11/2024 17:03:44
Nei commenti, Gin tonic dimostra tutta la sua spiccata intelligenza.
Praticamente vive nel forum. Se non scrive, di sicuro legge i post.
--
Artemio basta starmi attaccato al culo. Lo vedi che non ti si incula nessuno? Così come nella vita reale. Usa il tuo tempo per andare in palestra o fare sport al posto di leggermi. Sei l:Incel della peggior specie: brutto ed incattivito con il mondo sicuramente per via del tuo aspetto e della tua vita in generale. Mollami! Io leggo il forum perché mi piacciono gli interventi di Sandr0kan e altri utenti, non certo per leggere i miserabili falliti come te :) Buona vita, per quanto sia possibile ahahah
Rispondi

Da: Ciruz24/11/2024 10:53:56
Così parlo quella che era convinta di diventare magistrato ma non è nemmeno riuscita a superare le preselettive del concorso Assistenti giudiziari.
Gin tonic sparisci!
Rispondi

Da: GinTonic82  2  - 24/11/2024 11:48:54
Magistrato io ? 😂😂😂😂😂 Ahahahahahahahaha io sognavo un lavoro Senza troppe responsabilità e rotture di balle e quello ho.
Eccoli che arrivano in massa 😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
24/11/2024 16:08:47
Nella grigia ma ambiziosa periferia di una città italiana qualunque, alle sette del mattino, un gruppo di uomini in giacca e cravatta si preparava a conquistare il mondo. Non con spade, ma con contratti e penne a sfera. Si trovavano nella sede della "Fuffignos Financial S.p.A.", un'azienda che faceva del miraggio della ricchezza facile il suo manifesto. E qui, ogni mattina, andava in scena un rituale che avrebbe fatto impallidire i guerrieri Maori: una versione corporate dell'Haka degli All Blacks, con tanto di pugni sul petto, urla scomposte e frasi motivazionali tratte da libri di coaching da discount. Tra di loro, spiccava - o almeno così gli piaceva pensare - il giovane Neri.

Neri, a metà strada tra il fanatico e l'ingenuo, partecipava al rito con un trasporto degno di un attore dilettante al suo debutto. Gli altri venditori, sudati già prima delle otto, gli davano manforte, gridando slogan come "Conquista o muori!" e "Il no è solo un sì che non sa di esserlo!". Finita questa pantomima da teatro dell'assurdo, si gettavano in strada, pronti a vendere titoli finanziari di dubbia qualità, più tossici del mercurio.

A Neri era toccata una zona particolarmente ingrata, un quartiere dove ogni possibile cliente era già stato avvicinato da altri venditori di Fuffignos Financial. Il mercato era così saturo che persino i cani randagi del quartiere sembravano conoscere a memoria i dettagli dei "Derivati Intercooled S.p.A.", il prodotto di punta della compagnia, una bomba finanziaria così pericolosa che persino le banche argentine degli anni Duemila l'avrebbero rifiutata. Ovviamente, all'azienda non importava. Neri era pagato esclusivamente a provvigione, il che significava che se non vendeva nulla, Fuffignos Financial non perdeva un centesimo. Lui, però, rischiava la pelle - o almeno il portafogli.

Ma Neri non era tipo da arrendersi. Quando i clienti iniziarono a chiudergli la porta in faccia prima ancora che finisse la frase "Buongiorno, sono un consulente finanziario...", capì che era ora di puntare sulla sua rete familiare. Partì dalla nonna, la signora Giuseppina, ottantasei anni, con una pensione che a stento copriva le bollette. Con un sorriso tirato e una parlantina da televendita, le rifilò un pacchetto di Derivati Intercooled, presentandolo come "un'opportunità irripetibile". Continuò con lo zio Franco, un idraulico onesto e un po' ingenuo, e il cugino Gabriele, che sognava di aprire una pizzeria. Quando anche il fratello maggiore, impiegato comunale, accettò un contratto giusto per toglierlo di torno, Neri si sentì una sorta di eroe del capitalismo.

Eppure, le direttive aziendali erano chiare: prima vendere i Derivati Intercooled, poi, se proprio avanzava del tempo, passare a prodotti meno dannosi. Neri, fedele come un soldato agli ordini del comandante, faceva esattamente questo, ignorando qualsiasi scrupolo morale con la convinzione di chi pensa che la vera etica sia "vincere a ogni costo".

La sera, però, non c'era gloria nei bilanci personali di Neri. Per dimenticare le umiliazioni subite durante il giorno, si lanciava in un altro rituale altrettanto disperato: tentare di rimorchiare nei club esclusivi della città. Vestito con completi presi a rate e al volante di un'auto di lusso noleggiata (per la quale stava pagando più di quanto guadagnasse), si aggirava come un falco maldestro, fissando ragazze dall'aria sofisticata e irraggiungibile. Armato di cocktail costosi e aneddoti inventati su quanto fosse "dinamico e proiettato verso il futuro", provava a impressionare giovani donne che, nella totalità dei casi, lo ignoravano con la grazia crudele tipica di chi sa riconoscere il vero LMS di un uomo.

Quella sera, mentre sorseggiava un gin tonic dal costo esorbitante, una ragazza gli chiese che lavoro facesse. "Sono un consulente finanziario," rispose con il tono tronfio di chi si aspetta applausi. Lei lo guardò per qualche secondo, poi sorrise: "Ah, quindi rifili inculate agli anziani a domicilio." Neri rise nervosamente, ma dentro sentì il peso della verità che evitava di affrontare.

Mentre tornava a casa nella sua auto presa a noleggio, con il portafoglio vuoto e un ego malconcio, il pensiero dei lavoratori shtatali a posto fisso - quelli che tanto disprezzava - cominciò a tormentarlo. Forse, pensò per un attimo, non era poi così male avere uno stipendio fisso e la serenità di non dover vendere polonio finanziario alla propria famiglia. Ma poi scacciò via quell'idea come si scaccia una zanzara fastidiosa. "Io sono diverso," si ripeté, mentre parcheggiava sotto casa. "Io sono un gladiatore del mercato."
Rispondi

Da: ex Centrale committenza24/11/2024 18:08:33
Sandrokan

Troppo divertente! Ma soprattutto vera.
Anni fa mi trovai in degli uffici sede di un presunto gestore telefonico, erano gli anni che la compagnia nazionale perdeva il suo monopolio e subiva la concorrenza dei nuovi arrivati. C'era una musica a palla e in una sala si sentivano urla e incitazioni della brigata che si stava preparando per un giorno di vendite di contratti porta a porta, capitanati da una grassona con 4 metri cubi di culo, che però rimase tranquillamente nel suo ufficio ad aspettare i risultati dei suoi sottoposti. Uno schifo. A volte mi chiedo che fine hanno fatto e soprattutto quanto fosse legale
Rispondi

Da: Van Clark24/11/2024 22:03:49
Quello che descrivono sandrokan e centrale è raccontato egregiamente nel film "Tutta la vita davanti"
Rispondi

Da: Sandr0kan 
Reputazione utente: +92
25/11/2024 05:15:08
E ancora prima nel libro "il mondo deve sapere" di Michela Murgia
Rispondi

Da: A fenomeno28/11/2024 12:54:36
https://www.ilgiorno.it/milano/economia/pubblico-impiego-fuga-p079bsyt

Al nord ormai è fuga dai comuni....o alzi lo stipendio o ti ritrovi solo casi umani.
Ieri in un palazzetto dello sport di una nota città Toscana per un concorso da c era presente mezzo sud italia i restanti erano casi umani autoctoni.
Così si va da poche parti
Rispondi

Da: Van Clark28/11/2024 14:28:17
Ho visto i video delle interviste del concorso di Prato (che penso sia quello di cui parli), in effetti anche a me è sembrato che molti dei candidati intervistati fossero casi umani (specialmente la coppia di fidanzati)
Rispondi

Da: A fenomeno28/11/2024 14:43:04
Da: Van Clark    28/11/2024 14:28:17
Ho visto i video delle interviste del concorso di Prato (che penso sia quello di cui parli), in effetti anche a me è sembrato che molti dei candidati intervistati fossero casi umani (specialmente la coppia di fidanzati)

Mi scappa da ridere, per non piangere, se penso alle mie quattro prove e alle ore passate a studiare...
Rispondi

Da: Van Clark28/11/2024 17:00:43
Sono usciti i risultati... 800 idonei su 1500.
Mah, un concorso in cui più la metà dei partecipanti è idoneo secondo me non è un concorso serio.
Rispondi

Da: Ma davvero 28/11/2024 17:55:21
Da: A fenomeno    28/11/2024 12:54:36
https://www.ilgiorno.it/milano/economia/pubblico-impiego-fuga-p079bsyt

Al nord ormai è fuga dai comuni....o alzi lo stipendio o ti ritrovi solo casi umani.
---
Guarda Gin Tonic, ormai non mi meraviglio più di niente.

Da: Van Clark    28/11/2024 17:00:43
Sono usciti i risultati... 800 idonei su 1500.
Mah, un concorso in cui più la metà dei partecipanti è idoneo secondo me non è un concorso serio.
---
Nei concorsi a prova unica serve la taglia idonei, perché poi iniziano a sbraitare, a costituire comitati per l'assunzione e menate varie. Invece paradossalmente in casi come questi non viene applicata.
Rispondi

Da: durbans528/11/2024 20:59:26
Serve un intervento straordinario sugli stipendi dei dipendenti pubblici.

Se votiamo il PD cambierà qualcosa? Dubito.
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