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DIRIGENTE TECNICO MIUR
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 08:51:07 |
| Grazie, mi pare interessante. Almeno come inizio per cominciare a ragionarci sopra. Mi pare davvero strano che non si trovino DATI ufficiali del MIUR sull'argomento dopo ben 10 anni dalla L.62/2000. Sempre per quelli che non sanno come si fanno le indagini scientifiche, i DATI giustamente devono essere depurati e rimodulati opportunamente a livello statistico. Altrimenti si commettono i gravi errori di generalizzazione presenti nell'articolo citato. Purtroppo in Italia il metodo scientifico è poco conosciuto ed apprezzato, pochi conoscono ed impiegano adeguatamente moda, mediana, deviazioni standard e correlazioni lineari e pluri-lineari nell'interpretazione dei dati grezzi. Certo è più facile leggere le norme, senza interpretarle, peraltro... | |
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| Da: Blue | 14/11/2010 08:53:34 |
| Ricominciano gli insulti gratuiti. Preferisco non raccogliere. Con tutto il distacco possibile. Blue | |
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| Da: Blue x Ocse | 14/11/2010 09:02:53 |
| C'è anche un articolo più recente, ma privo di "DATI", che riporto di seguito: Quale futuro della scuola paritaria?! Viernes, 19 de Febrero de 2010 12:43 Il 15 febbraio 2010 la Federazione Istituti di Attività Educative in Italia ha pubblicato un comunicato stampa (Comunicato Fidae n. 01/10) relativamente alla trasmissione televisiva andata in onda domenica scorsa su RAI TRE nella quale si tratteggiava la scuola paritaria in un modo utile per strumentalizzarla politicamente e contrapporla a quella statale. La Scuola paritaria e, in particolare quella cattolica, - dice prof. Roberto Giorgi della Scuola Don Orione di Fano - è scuola invece che mette al centro la persona e i suoi bisogni. Non è Scuola privata! Essa è Scuola per tutti e di tutti! In una logica di vera qualità una scuola cattolica, con risorse 10 volte minori della scuola statale riesce, già oggi, a offrire prestazioni di qualità decisamente superiori. E' quanto emerge dall'indagine OCSE-PISA sulla scuola cattolica paritaria. Il punto di confronto è dunque la "mission" della scuola!Se poi alla scuola statale ogni allievo costa euro 8.000 all'anno (dati del MIUR) alle nostre scuole cattoliche basterebbe un finanziamento pubblico ad allievo anche di tre volte in meno per garantire standard di qualità superiori a quelli già alti, produttività del lavoro del personale superiore a quello già di eccellenza, stipendi per il personale uguali a quelli degli statali e soprattutto un risparmio pubblico per lo Stato del 70% sulla spesa pubblica scolastica. Ma si potrà in Italia sognare in una scuola libera, per tutti e soprattutto di qualità? | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 09:14:16 |
| Brava Blue, grazie. Cercherò ancora i famosi DATI. Effettivamente alcune scuole cattoliche sono, anche secondo quanto ho potuto appurare "sperimentalmente", decisamente all'altezza della "mission" affidata. Purtroppo però mancano analisi rigorose al riguardo. Come si fa a gestire la situazione del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione senza DATI scientificamente validi? Ho molti dubbi sulla validità intrinseca degli assetti normativi e sulla stessa interpretazione da dare alle norme senza DATI certi e soprattutto certificabili. Siamo in Italia. Il metodo scientifico è ben lungi dall'essere adottato purtroppo, così ci si deve accontentare delle minestre riscaldate e di seconda mano di "quasi DT" alla Giulia Arditi e succedanei, dei quali ho già espresso il mio personale giudizio. Bye | |
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| Da: Bassanini IV | 14/11/2010 09:24:27 |
| Buongiorno e buona domenica a tutti Bene, noto con soddisfazione come un intervento del tutto "tecnico" (post del 12/11/2010 19.56.25) abbia innescato un dibattito, a volte anche molto acceso, con punti di vista differenti. Qualcuno ha seguito un percorso corretto, relativo alla ricerca e allo studio della normativa in vigore e dei documenti fondamentali. Altri hanno scelto la strada della polemica e dell'invettiva fine a se stessa. Tutti gli interventi possano essere validi ed importanti, ma per favore, non insultiamoci. | |
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| Da: Bassanini IV | 14/11/2010 09:27:44 |
| ..possono, scusate | |
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| Da: x Bassanini IV | 14/11/2010 09:27:45 |
| Saccente e supponente. | |
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Da: Stefano ![]() | 14/11/2010 09:31:12 |
| Diplomifici forse dovremmo preoccuparci di non trasformare in diplomifici le scuole pubbliche, siamo già sulla buona strada. Per le paritarie non si può fare un discorso unico, il dato statistico ha scarso significato perché le situazioni sono molto diverse le une dalle altre. Le non paritarie sono quel che sono, coprono una fascia di mercato che esiste, però, almeno dalle mie parti, cominciano ad avere grossi problemi per la concorrenza della scuola pubblica. Vorrei fare una precisazione: se mando mio figlio ad una scuola privata pago due volte, la scuola privata attraverso la retta e quella pubblica attraverso le tasse. Restituirmi almeno una parte di quello che ho già pagato, direttamente o indirettamente, mi sembra doveroso. Il discorso andrebbe comunque approfondito. Ciao Ste | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 09:38:49 |
| Caro Stefano, sono in parte d'accordo con te. In ogni caso, se si vuole analizzare lo stato dell'arte non ci sono alternative all'elaborazione statistica costruita induttivamente dai dati sperimentali, non ci sono alternative credibili. In molti Paesi Europei le analisi che vado cercando esistono e sono la base per un corretto legiferare. La normazione dovrebbe essere conseguenza di una corretta analisi ed interpretazione dei DATI oggettivi, certi e certificabili, se no che senso ha? Allora su quali basi empiriche è stata costruita la famosa Legge 62? Su quali analisi di sistema? Dove sono DATI, grafici e prospetti che illustrano la situazione ex ante ed ex post? Bassanini IV hai qualche dato che sia significativo e significante, caratterizzato da un rigore scientifico - statistico di rispetto, in merito o no? | |
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| Da: Bassanini IV | 14/11/2010 09:44:18 |
| x ocse pisa Carissimo, te li comunicherò alla mia prossima mail o quanto ti telefonerò Ciao | |
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| Da: Bassanini IV | 14/11/2010 09:45:48 |
| ..quando (!!) | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 09:59:00 |
| @ Bassanini IV. Va benissimo aspetto, sarà utilissimo un nostro confronto in merito. Nel frattempo cercherò qualcosa su quanto è reperibile in rete. Grazie a tutti, ora stacco per un po', devo occuparmi, di altre cose assolutamente improcrastinabili. Bye | |
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Da: agmea ![]() | 14/11/2010 10:31:32 |
| Grazie, Blue e Car Petul per la segnalazione sul convegno delle paritarie. Splendida domenica a tutti | |
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| Da: Per Ds iniziale | 14/11/2010 11:06:07 |
| E' confermato l'incontro in Puglia il 3-4 dicembre? | |
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| Da: Stefy | 14/11/2010 11:10:41 |
| Ma l'incontro in Terronia è stato stabilito per il 3 o il dicembre? Dove, precisamente? A che ora? | |
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| Da: Stefy | 14/11/2010 11:11:39 |
| Volevo dire: il 3 o il 4 dicembre? | |
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| Da: Corrado azzeccatutto | 14/11/2010 11:37:25 |
| Per Stefy Bisogna chiederlo a Ds iniziale. Vedrai che prima o poi leggerà il post e ti risponderà. | |
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| Da: Proposta per gli esclusi | 14/11/2010 11:50:53 |
| Propongo di vederci tutti a Roma entro dicembre davanti al Ministero. Avvisiamo la stampa e magari Ballarò e mi manda rai tre, così spieghiamo a tutta l'opinione pubblica cosa succede. Non è giusto che chi ha un punteggio utile ad entrare nei 1450 deve stare a casa e chi ha solo 10 punti deve fare e vincere il concorso. Facciamo un elenco di quelli disposti a partecipare. Non dobbiamo avere timore perchè siamo nel giusto. | |
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| Da: Per proposta... | 14/11/2010 11:55:42 |
| Hai sbagliato forum, questo non è il concorso dei notai, qui ognuno cerca di fregare l'altro. | |
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Da: Stefano ![]() | 14/11/2010 12:36:38 |
| Per Per proposta. Io credo che qui nessuno abbia gli strumenti per fregare nessuno, si possono solo fare chiacchiere. Per Ocse Pisa. Sono d'accordo con te, però credo che occorra un grosso sforzo per definire cosa esattamente occorra misurare, e, ancor più alla base, un grosso sforzo per definire cosa esattamente occorra insegnare. Non mi sembra che si discuta molto su questi punti. Per le scuole private ben venga un'analisi oggettiva, non credo, però che emergeranno cose sensazionali: le primarie delle suore saranno più o meno come le primarie pubbliche, le secondarie private di elite saranno più o meno come i licei classici pubblici frequentati dai figli di chi si sente elite, i diplomifici privati saranno peggiori di quelli pubblici e distribuiranno diplomi di livello formalmente superiore. Poi sono pronto a ricredermi. Per tutti Un dialogo su ciò che sta alla base delle cose mi sembrerebbe interessante da portare avanti Ciao Ste | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 13:43:08 |
| Un'analisi di un certo interesse, in quanto FORSE non viziato da pregiudizi politici. http://www.hwupgrade.it/forum/archive/index.php/t-1625467.html | |
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| Da: aldo | 14/11/2010 13:46:26 |
| L'affermazione di una funzione non secondaria dei genitori nella vita scolastica ebbe effetti rilevanti sulla riflessione anche in merito alla parità scolastica, correlata al tema della libertà di scelta educativa. Negli anni ottanta, con la nascita del Parlamento Europeo si determinò una ripresa del dibattito sulla parità scolastica, in ragione del confronto con gli altri paesi europei, nei quali il problema era stato da tempo affrontato e risolto. Significativa fu la risoluzione del Parlamento Europeo sulla libertà di insegnamento, approvata nel 1984, che chiese fossero riconosciuti nell'ambito della Comunità Europea una molteplice serie di principi, fra i quali, al punto 9, l'obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l'esercizio del diritto alla libertà di insegnamento "anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole private le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all'adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici. In questo senso ritengo vada letto anche l'intelligente intervento di giulia e quello di blue. Poi ragazze, i cretini lasciateli proprio perdere, quelli tanto non capiscono, anche se si firmassero Euclide | |
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| Da: Euclide | 14/11/2010 13:58:24 |
| x aldo Saputello da strapazzo, in Italia tutti predicano per il diritto allo studio, ed in parte la scuola pubblica ci riesce per i controlli incrociati dei vari attori istituzionali e non coinvolti. In quella privata lo si invoca pura ma razzola male. Il vero diritto al successo formativo e scolastico la privata non lo garantirà mai in modo equo, perchè inficiata da interesse privati e non ispirata da pura e sana "politica scolastica". | |
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| Da: aldo | 14/11/2010 14:03:02 |
| Ma che c'entra? Come mai non capisci nulla? | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 14:15:06 |
| Sto continuando a cercare i famosi DATI, ma a quanto pare non ci sono! In rete si trovano le solite cose. In Inghilterra c'è invece un controllo rigoroso. @ Stefano a me pare che il tuo punto di vista sia condivisibile, ma senza un'analisi capillare certa dei dati purtroppo ci si muove in una palude. Anche il recepimento di quanto previsto a livello comunitario deve necessariamente presupporre una piena conoscenza dello stato effettivo della situazione, cosa che in Italia è ben lontana dall'essere verificata già a livello dell'analisi teorica di sistema. Chiaramente, da tale impostazione a-scientifica pregiudiziale nascono affermazioni senza senso. Peraltro, lo sforzo cui tu giustamente accenni non dovrebbe essere nostro, bensì da chi è pagato per verificare e modificare in sede istituzionale la situazione miserevole della scuola italiana. Ribadisco, si legifera, si fanno riforme più o meno "epocali", con idee assolutamente chiare sul contesto ex ante e con rigorose verifiche ex post, non dunque di mera legalità e legittimità normativa (descritte in alcuni post), altrimenti è tutto inutile, se non addirittura dannoso. | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 14:28:50 |
| Finalmente ho trovato qualcosa su cui ragionare dell'Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia. http://www.irer.it/contenutoconvegni/fiducialibertafilemateriali/materiali08/ Proposta di percorsi valutativi di una riforma scolastica: gli effetti di sistema La rielaborazione dei dati della ricerca PISA-OECD 2006, che ha testato l'abilità di un campione rappresentativo di studenti quindicenni in lettura e comprensione, ha confermato delle disparità nelle competenze degli studenti per tipologia di scuola. Infatti, le performance degli studenti delle scuole private che godono di finanziamenti pubblici dallo Stato sono superiori a quelle delle scuole pubbliche, eccetto che in Italia (riguardo alla significatività del campione italiano si faccia riferimento al paragrafo successivo). In nessun Paese preso in considerazione, invece, gli studenti delle scuole private che non godono di finanziamenti pubblici riescono ad ottenere risultati migliori di altri. Mettere alla base del sistema scolastico il principio di libertà di scelta non garantisce di per sé una maggiore efficienza, diviene necessario approntare un sistema di valutazione improntato sul controllo dei processi e dei risultati. | |
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Da: Ocse Pisa ![]() | 14/11/2010 14:44:16 |
| OCSE-PISA: le scuole private italiane peggio delle statali. E' proprio vero? da Tuttoscuola, 25 dicembre 2007 Tra i tanti dati forniti dall'ultima indagine OCSE-PISA - una vera miniera di informazioni - ce n'è anche uno che riguarda gli studenti iscritti alle scuole private paritarie: il 4% del campione di quasi 22.000 studenti quindicenni che hanno sostenuto le prove nel 2006 era infatti iscritto a questo tipo di scuole. Nel test sulle competenze scientifiche, il punteggio conseguito dagli studenti iscritti alle scuole private è stato di 462 punti, 14 punti sotto il già pessimo punteggio di 476 punti ottenuto dai coetanei iscritti alle scuole statali (la media OCSE è fissata a 500 punti). Analoga differenza si evidenzia per il test di matematica: 451 punti per gli studenti delle private contro 462 per le scuole statali (media OCSE: 498 punti). Solo nel test sulla competenza linguistica il divario è contenuto in 3 punti, sempre a favore degli studenti iscritti alle scuole statali. L'Italia è probabilmente l'unico Paese al mondo nel quale gli studenti delle scuole private vanno mediamente peggio di quelli delle scuole statali. Ma attenzione, il dato può essere stato influenzato negativamente dal tipo di scuole private selezionate e dalla loro scarsa numerosità rispetto a quelle statali. E poi è verosimile che nel campione sia finito anche qualche diplomificio, un tipo di scuola sconosciuto nei Paesi che non riconoscono valore legale ai titoli o che sottopongono gli studenti ad esami gestiti da commissioni rigorosamente esterne e indipendenti. | |
| Rispondi | |
| Da: lucia 1 | 14/11/2010 14:45:01 |
| Grazie Ocse Pisa perchè trovo veramente interessanti i tuoi interventi (con i quali concordo pienamente) e, a proposito di convegni, "sentite" una nota agli atti di questo... La fatica di insegnare. Una professione usurante. di Fabrizio Reberschegg L'introduzione del prof. Giorgio Quaggiotto ha messo in rilevo con grande profondità gli aspetti di incertezza e di disincanto che contraddistinguono il lavoro di insegnante negli ultimi anni. I problemi di riconoscimento sociale della professione, l'aumentata pressione delle famiglie e dei dirigenti verso una prestazione lavorativa che non può farsi carico per la sua stessa natura di tutti gli aspetti sociali legati alle nuove generazioni hanno accentuato un senso profondo di smarrimento che può determinare anche effetti di perdita di senso nel proprio lavoro e addirittura ad alcune patologie mediche. Una solitudine dell'insegnante e dell'insegnare che deve essere affrontata e superata con una visione poitico-sociale nuova e con la consapevolezza della centralità della formazione come investimento vero e concreto per la nostra società. Il Dott. Vittorio Lodolo D'Oria si è soffermato invece sugli aspetti più tecnici e scientifici inerenti il disagio mentale professionale (DMP) degli insegnanti affrontando non solo gli aspetti teorici e legati agli studi internazionali, ma anche modalità e casistiche specifiche riscontrate nella categoria dei docenti. La letteratura internazionale inquadra la categoria degli insegnanti tra le helping profession che sono particolarmente esposte ad usura psicofisica. Il TestoUnico per la tutela della salute nei posti di lavoro (D.L.vo 81/08) prevede all'art. 28 che siano individuati e contrastati i rischi specifici della professione e lo stress lavoro correlato, considerando anche il genere e l'età del lavoratore. Ciò non è conosciuto e posto in essere dalla stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici e dei docenti. Così pure non sono conosciute le modalità tecniche e normative circa l'accertamento sanitario e gli eventuali ricorsi alla Commissione Medica di II istanza, procedure previste essenzialmente per tutelare i lavoratori e non per penalizzarli e sanzionarli. Dagli ultimi lavori presentati dal Dott. Lodolo D'Oria emerge la necessità di rendere edotti i docenti sui rischi specifici delle helping profession (usura psichica), sui rischi correlati ai fattori biologici (sesso, menopausa, postpartum, sindrome premestruale, ecc.), i rischi legati alla eredo-familiarità e alla propria anamnesi familiare, l'importanza degli screening oncologici, le reazioni di adattamento positive (es. condivisione) e negative (es. isolamento). Si tratta di problematiche che restano sempre sullo sfondo dei problemi relativi alla condizione dei docenti e che vengono spesso strumentalmente usate dai media nei casi di gravi patologie e di comportamenti penalmente sanzionabili di docenti. E' quindi necessario che l'amministrazione scolastica preveda non solo i soliti corsi di formazione sulla sicurezza, ma definisca percorsi specifici di formazione anche su questi aspetti che risultano fondamentali per una corretta e positiva relazione educativa e didattica con i discenti e con i colleghi. (27 dicembre 2009) | |
| Rispondi | |
| Da: RICORRENTE | 14/11/2010 16:49:02 |
| MI FATE TUTTI SBELLICARE DALLE RISATE ! | |
| Rispondi | |
| Da: Corrado azzeccatutto | 14/11/2010 16:51:38 |
| Per Ricorrente Tu, invece, fai piangere. | |
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