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Concorso dirigenti scolastici - Preparazione agli SCRITTI
47312 messaggi, letto 688136 volte

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Da: conmisorso22/12/2011 18:15:06
PROVO DA IERI SEMPRE ERROR 500 MA CHA C...O FANNO AL MINISTERO?
Rispondi

Da: Inge..22/12/2011 18:25:17
grazie......quindi non c'e' una scadenza....possiamo stare tranquilli?
Rispondi

Da: mariangela26 22/12/2011 18:35:36
scusate potreste postare il link da cui accedere per l'inserimento dei titoli? sul sito del miur non riesco a trovarlo!
Grazie in anticipo
Mariangela
Rispondi

Da: ratatuoille22/12/2011 18:52:19
scusa ma dove hai trovato la lista con i nomi dei ricorsisti ammessi con riserva in campania?
Rispondi

Da: TerryLuna22/12/2011 19:55:20
mi stanno facendo impazzire,  metto titoli, i pochi, e scade la sessione, li reimmetto e salvo ma quando accedo non trovo nulla. Possiamo spendere tutto il Natale ancora in quest'ansia? Alla fine ci faranno imbrogliare e dichiareremo ancora meno di quanto abbiamo
Rispondi

Da: marymy 22/12/2011 20:10:34
salve a tutti
a proposito di TITOLI,  ho fatto un corso di perfezionamento postuniversitario di durata annuale nel 1991, l'attestato non parla di ore complessive nè di crediti (ancora non esistevano), dice solo che ho frequentato il corso con assiduità e frequenza dal 05  gennaio al 18 dicembre, vorrei inserirlo, VOI CHE DITE?
grazie a chi vorrà rispondere
Rispondi

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Da: Report22/12/2011 20:36:02
Di nuovo sparita la funzione per l'inserimento dei titoli. Trascorsi tre giorni, il MIUR non reputa opportuno neppure pubblicare un breve comunicato di scuse per il disservizio. Quante chiacchiere sulla trasparenza, l'efficacia e l'efficienza...
Rispondi

Da: .....22/12/2011 20:41:41
http://www.ilgiornale.it/interni/copiare_e_umano_ma_se_fa_preside_diventa_diabolico/22-12-2011/articolo-id=563726-page=0-comments=1
Rispondi

Da: Blackout22/12/2011 20:54:38
Ancora vi scervellate per inserire  i titoli su quel cavolo di portale? Non avete ancora capito che il concorso sarà sicuramente annullato dopo che ci siamo spaccati in due per studiare? Che paese di m..rd.!
Rispondi

Da: Doraluce22/12/2011 20:54:42
Io non ho trovato nessun link per l'inserimento dei titoli... domani parto, speriamo che non venga in mente al ministero di dare scadenza prima dell'inizio delle lezioni....
Rispondi

Da: MISTERO MISTERIOSO22/12/2011 22:17:26
è dal 20 che provo ad accedere all'applicatvo di istanze online per i titoli....ma non c'e' l'applicativo......qualcuno l'ha visto?
Rispondi

Da: La Maccabea 23/12/2011 06:52:59
Buongiorno, ragazzi!

Aspetterò Gennaio per inserire i miei titoli, abbiamo capito che la macchina è ancora in rodaggio, e poi ancora da oliare, "tagliandare", risistemare, collaudare, revisionare etc.
Rispondi

Da: wiki23/12/2011 07:22:11
Buongiorno, La Maccabea!
Ho pensato la stessa cosa anch'io. Che te ne fai oggi? Io da ieri ho cominciato a riguardare alcuni libri e siti in inglese.
Rispondi

Da: La Maccabea 23/12/2011 07:28:55
Buondì, wiki!

Ricomincio dagli ordinamenti.
L'Inglese, tra qualche giorno.
Rispondi

Da: conmisorso23/12/2011 07:53:17
500 Internal Server Error
Servlet error: An exception occurred. The current application deployment descriptors do not allow for including it in this response. Please consult the application log for details.
Rispondi

Da: conmisorso23/12/2011 07:55:11
LO FANNO APPOSTA PER VEDERE CHI CONOSCE L'AREA 7
Rispondi

Da: tarantantara23/12/2011 08:24:11
Ragazzi buongiorno, auguri a tutti voi =)!!!
Che voi sappiate i corsi forcom di perfezionamento e aggiornamento professionale di durata annuale possono rientrare nei titoli?
Rispondi

Da: Marem 23/12/2011 09:19:00
500 Internal Server Error
Servlet error: An exception occurred. The current application deployment descriptors do not allow for including it in this response. Please consult the application log for details.
Rispondi

Da: RadioLondra23/12/2011 09:20:22
Buongiorno a tutti

istanze on line ancora in default, ma almeno ora mantiene in memoria i dati inseriti!!!
Rispondi

Da: Filippo IV Il Bello 23/12/2011 10:06:43
Novella di Natale
--------------------------------
IL DONO DI NATALE

I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano
dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia.
Era una
festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro
unica sorella, con un giovane molto ricco.
Come si usa dunque in
Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa
sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di
lei.
E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per
dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in
cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di
guerrieri.
Avevano mandato avanti il fratello più piccolo, Felle, un
bel ragazzo di undici anni, dai grandi occhi dolci, vestito di pelli
lanose come un piccolo San Giovanni Battista; portava sulle spalle una
bisaccia, e dentro la bisaccia un maialetto appena ucciso che doveva
servire per la cena.
Il piccolo paese era coperto di neve; le casette
nere, addossate al monte, parevano disegnate su di un cartone bianco, e
la chiesa, sopra un terrapieno sostenuto da macigni, circondata
d'alberi carichi di neve e di ghiacciuoli, appariva come uno di quegli
edifizi fantastici che disegnano le nuvole.
Tutto era silenzio: gli
abitanti sembravano sepolti sotto la neve.
Nella strada che conduceva a
casa sua, Felle trovò solo, sulla neve, le impronte di un piede di
donna, e si divertì a camminarci sopra. Le impronte cessavano appunto
davanti al rozzo cancello di legno del cortile che la sua famiglia
possedeva in comune con un'altra famiglia pure di pastori ancora più
poveri di loro. Le due casupole, una per parte del cortile, si
rassomigliavano come due sorelle; dai comignoli usciva il fumo, dalle
porticine trasparivano fili di luce.
Felle fischiò, per annunziare il
suo arrivo: e subito, alla porta del vicino si affacciò una ragazzina
col viso rosso dal freddo e gli occhi scintillanti di gioia.
- Ben
tornato, Felle.
- Oh, Lia! - egli gridò per ricambiarle il saluto, e si
avvicinò alla porticina dalla quale, adesso, con la luce usciva anche
il fumo di un grande fuoco acceso nel focolare in mezzo alla cucina.

Intorno al focolare stavano sedute le sorelline di Lia, per tenerle
buone la maggiore di esse, cioè quella che veniva dopo l'amica di
Felle, distribuiva loro qualche chicco di uva passa e cantava una
canzoncina d'occasione, cioè una ninnananna per Gesù Bambino.
- Che ci
hai, qui? - domandò Lia, toccando la bisaccia di Felle. - Ah, il
porchetto. Anche la serva del fidanzato di tua sorella ha già portato
il regalo. Farete grande festa voi, - aggiunse con una certa invidia;
ma poi si riprese e annunziò con gioia maliziosa: - e anche noi!
Invano
Felle le domandò che festa era: Lia gli chiuse la porta in faccia, ed
egli attraversò il cortile per entrare in casa sua.
In casa sua si
sentiva davvero odore di festa: odore di torta di miele cotta al forno,
e di dolci confezionati con buccie di arance e mandorle tostate. Tanto
che Felle cominciò a digrignare i denti, sembrandogli di sgretolare già
tutte quelle cose buone ma ancora nascoste.
La sorella, alta e sottile,
era già vestita a festa; col corsetto di broccato verde e la gonna nera
e rossa: intorno al viso pallido aveva un fazzoletto di seta a fiori;
ed anche le sue scarpette erano ricamate e col fiocco: pareva insomma
una giovane fata, mentre la mamma, tutta vestita di nero per la sua
recente vedovanza, pallida anche lei ma scura in viso e con un'aria di
superbia, avrebbe potuto ricordare la figura di una strega, senza la
grande dolcezza degli occhi che rassomigliavano a quelli di Felle.
Egli
intanto traeva dalla bisaccia il porchetto, tutto rosso perché gli
avevano tinto la cotenna col suo stesso sangue: e dopo averlo
consegnato alla madre volle vedere quello mandato in dono dal
fidanzato. Sì, era più grosso quello del fidanzato: quasi un maiale; ma
questo portato da lui, più tenero e senza grasso, doveva essere più
saporito.
- Ma che festa possono fare i nostri vicini, se essi non
hanno che un po' di uva passa, mentre noi abbiamo questi due animaloni
in casa? E la torta, e i dolci? - pensò Felle con disprezzo, ancora
indispettito perché Lia, dopo averlo quasi chiamato, gli aveva chiuso
la porta in faccia.
Poi arrivarono gli altri fratelli, portando nella
cucina, prima tutta in ordine e pulita, le impronte dei loro scarponi
pieni di neve, e il loro odore di selvatico. Erano tutti forti, belli,
con gli occhi neri, la barba nera, il corpetto stretto come una corazza
e, sopra, la mastrucca.
Quando entrò il fidanzato si alzarono tutti in
piedi, accanto alla sorella, come per far davvero una specie di corpo
di guardia intorno all'esile e delicata figura di lei; e non tanto per
riguardo al giovine, che era quasi ancora un ragazzo, buono e timido,
quanto per l'uomo che lo accompagnava. Quest'uomo era il nonno del
fidanzato. Vecchio di oltre ottanta anni, ma ancora dritto e robusto,
vestito di panno e di velluto come un gentiluomo medioevale, con le
uose di lana sulle gambe forti, questo nonno, che in gioventù aveva
combattuto per l'indipendenza d'Italia, fece ai cinque fratelli il
saluto militare e parve poi passarli in rivista.
E rimasero tutti
scambievolmente contenti.
Al vecchio fu assegnato il posto migliore,
accanto al fuoco; e allora sul suo petto, fra i bottoni scintillanti
del suo giubbone, si vide anche risplendere come un piccolo astro la
sua antica medaglia al valore militare. La fidanzata gli versò da bere,
poi versò da bere al fidanzato e questi, nel prendere il bicchiere, le
mise in mano, di nascosto, una moneta d'oro.
Ella lo ringraziò con gli
occhi, poi, di nascosto pure lei, andò a far vedere la moneta alla
madre ed a tutti i fratelli, in ordine di età, mentre portava loro il
bicchiere colmo.
L'ultimo fu Felle: e Felle tentò di prenderle la
moneta, per scherzo e curiosità, s'intende: ma ella chiuse il pugno
minacciosa: avrebbe meglio ceduto un occhio.
Il vecchio sollevò il
bicchiere, augurando salute e gioia a tutti; e tutti risposero in coro.

Poi si misero a discutere in un modo originale: vale a dire cantando.
Il vecchio era un bravo poeta estemporaneo, improvvisava cioè canzoni;
ed anche il fratello maggiore della fidanzata sapeva fare altrettanto.

Fra loro due quindi intonarono una gara di ottave, su allegri argomenti
d'occasione; e gli altri ascoltavano, facevano coro e applaudivano.

Fuori le campane suonarono, annunziando la messa.
Era tempo di
cominciare a preparare la cena. La madre, aiutata da Felle, staccò le
cosce ai due porchetti e le infilò in tre lunghi spiedi dei quali
teneva il manico fermo a terra.
- La quarta la porterai in regalo ai
nostri vicini - disse a Felle: - anch'essi hanno diritto di godersi la
festa.
Tutto contento, Felle prese per la zampa la coscia bella e
grassa e uscì nel cortile.
La notte era gelida ma calma, e d'un tratto
pareva che il paese tutto si fosse destato, in quel chiarore fantastico
di neve, perché, oltre al suono delle campane, si sentivano canti e
grida.
Nella casetta del vicino, invece, adesso, tutti tacevano: anche
le bambine ancora accovacciate intorno al focolare pareva si fossero
addormentate aspettando però ancora, in sogno, un dono meraviglioso.

All'entrata di Felle si scossero, guardarono la coscia del porchetto
che egli scuoteva di qua e di là come un incensiere, ma non parlarono:
no, non era quello il regalo che aspettavano. Intanto Lia era scesa di
corsa dalla cameretta di sopra: prese senza fare complimenti il dono, e
alle domande di Felle rispose con impazienza:
- La mamma si sente male:
ed il babbo è andato a comprare una bella cosa. Vattene.
Egli rientrò
pensieroso a casa sua. Là non c'erano misteri né dolori: tutto era
vita, movimento e gioia. Mai un Natale era stato così bello, neppure
quando viveva ancora il padre: Felle però si sentiva in fondo un po'
triste, pensando alla festa strana della casa dei vicini.
Al terzo
tocco della messa, il nonno del fidanzato batté il suo bastone sulla
pietra del focolare.
- Oh, ragazzi, su, in fila.
E tutti si alzarono
per andare alla messa. In casa rimase solo la madre, per badare agli
spiedi che girava lentamente accanto al fuoco per far bene arrostire la
carne del porchetto.
I figli, dunque, i fidanzati e il nonno, che
pareva guidasse la compagnia, andavano in chiesa. La neve attutiva i
loro passi: figure imbacuccate sbucavano da tutte le parti, con
lanterne in mano, destando intorno ombre e chiarori fantastici. Si
scambiavano saluti, si batteva alle porte chiuse, per chiamare tutti
alla messa.
Felle camminava come in sogno; e non aveva freddo; anzi gli
alberi bianchi, intorno alla chiesa, gli sembravano mandorli fioriti.
Si sentiva insomma, sotto le sue vesti lanose, caldo e felice come un
agnellino al sole di maggio: i suoi capelli, freschi di quell'aria di
neve, gli sembravano fatti di erba. Pensava alle cose buone che avrebbe
mangiato al ritorno dalla messa, nella sua casa riscaldata, e
ricordando che Gesù invece doveva nascere in una fredda stalla, nudo e
digiuno, gli veniva voglia di piangere, di coprirlo con le sue vesti,
di portarselo a casa sua.
Dentro la chiesa continuava l'illusione della
primavera: l'altare era tutto adorno di rami di corbezzolo coi frutti
rossi, di mirto e di alloro: i ceri brillavano tra le fronde e l'ombra
di queste si disegnavano sulle pareti come sui muri di un giardino.
In
una cappella sorgeva il presepio, con una montagna fatta di sughero e
rivestita di musco: i Re Magi scendevano cauti da un sentiero erto, e
una cometa d'oro illuminava loro la via.
Tutto era bello, tutto era
luce e gioia. I Re potenti scendevano dai loro troni per portare in
dono il loro amore e le loro ricchezze al figlio dei poveri, a Gesù
nato in una stalla; gli astri li guidavano; il sangue di Cristo, morto
poi per la felicità degli uomini, pioveva sui cespugli e faceva
sbocciare le rose; pioveva sugli alberi per far maturare i frutti.
Così
la madre aveva insegnato a Felle e così era.
- Gloria, gloria -
cantavano i preti sull'altare: e il popolo rispondeva:
- Gloria a Dio
nel più alto dei cieli.
E pace in terra agli uomini di buona volontà.

Felle cantava anche lui, e sentiva che questa gioia che gli riempiva il
cuore era il più bel dono che Gesù gli mandava.
All'uscita di chiesa
sentì un po' freddo, perché era stato sempre inginocchiato sul
pavimento nudo: ma la sua gioia non diminuiva; anzi aumentava. Nel
sentire l'odore d'arrosto che usciva dalle case, apriva le narici come
un cagnolino affamato; e si mise a correre per arrivare in tempo per
aiutare la mamma ad apparecchiare per la cena. Ma già tutto era pronto.
La madre aveva steso una tovaglia di lino, per terra, su una stuoia di
giunco, e altre stuoie attorno. E, secondo l'uso antico, aveva messo
fuori, sotto la tettoia del cortile, un piatto di carne e un vaso di
vino cotto dove galleggiavano fette di buccia d'arancio, perché l'anima
del marito, se mai tornava in questo mondo, avesse da sfamarsi.
Felle
andò a vedere: collocò il piatto ed il vaso più in alto, sopra un'asse
della tettoia, perché i cani randagi non li toccassero; poi guardò
ancora verso la casa dei vicini. Si vedeva sempre luce alla finestra,
ma tutto era silenzio; il padre non doveva essere ancora tornato col
suo regalo misterioso.
Felle rientrò in casa, e prese parte attiva alla
cena.
In mezzo alla mensa sorgeva una piccola torre di focacce tonde e
lucide che parevano d'avorio: ciascuno dei commensali ogni tanto si
sporgeva in avanti e ne tirava una a sé: anche l'arrosto, tagliato a
grosse fette, stava in certi larghi vassoi di legno e di creta: e
ognuno si serviva da sé, a sua volontà.
Felle, seduto accanto alla
madre, aveva tirato davanti a sé tutto un vassoio per conto suo, e
mangiava senza badare più a nulla: attraverso lo scricchiolìo della
cotenna abbrustolita del porchetto, i discorsi dei grandi gli parevano
lontani, e non lo interessavano più.
Quando poi venne in tavola la
torta gialla e calda come il sole, e intorno apparvero i dolci in forma
di cuori, di uccelli, di frutta e di fiori, egli si sentì svenire:
chiuse gli occhi e si piegò sulla spalla della madre. Ella credette che
egli piangesse: invece rideva per il piacere.
Ma quando fu sazio e
sentì bisogno di muoversi, ripensò ai suoi vicini di casa: che mai
accadeva da loro? E il padre era tornato col dono?
Una curiosità
invincibile lo spinse ad uscire ancora nel cortile, ad avvicinarsi e
spiare. Del resto la porticina era socchiusa: dentro la cucina le
bambine stavano ancora intorno al focolare ed il padre, arrivato tardi
ma sempre in tempo, arrostiva allo spiedo la coscia del porchetto
donato dai vicini di casa.
Ma il regalo comprato da lui, dal padre,
dov'era?
- Vieni avanti, e va su a vedere - gli disse l'uomo,
indovinando il pensiero di lui.
Felle entrò, salì la scaletta di legno,
e nella cameretta su, vide la madre di Lia assopita nel letto di legno,
e Lia inginocchiata davanti ad un canestro.
E dentro il canestro, fra
pannolini caldi, stava un bambino appena nato, un bel bambino rosso,
con due riccioli sulle tempie e gli occhi già aperti.
- È il nostro
primo fratellino - mormorò Lia. - Mio padre l'ha comprato a mezzanotte
precisa, mentre le campane suonavano il "Gloria". Le sue ossa, quindi,
non si disgiungeranno mai, ed egli le ritroverà intatte, il giorno del
Giudizio Universale. Ecco il dono che Gesù ci ha fatto questa notte.


Grazia Deledda
Rispondi

Da: Plozio23/12/2011 12:04:47
Ho fatto chiamare dal mio ufficio di segreteria scolastica al  numero verde, nessuna risposta,se non una generica motivazione relativa a non meglio specificati problemi di massiccio afflusso utenti. E' da 48 ore che provo e riprovo: sempre Error 500!!!.
Buon Natale a tutti gli aspiranti DS!!!
Rispondi

Da: emanuelav23/12/2011 12:07:33
Ringrazio  Filippo per la dolcissima novella regalataci: è ammirevole avere delicati pensieri in momenti come questi :-)
Ho telefonato all'USR del Veneto e mi hanno risposto che c'è un problema al server (probabilmente sottodimensionato rispetto alle necessità) e di non preoccuparsi per l'inserimento dei titoli: manca la data di scadenza, quindi ci sarà il tempo di ripristinare la funzione entro qualche giorno (forse dopo Natale).
Un caro saluto a tutti!
Rispondi

Da: katia1 23/12/2011 12:20:48
cari amici/colleghi
ho visualizzato su istanze online la dichiarazione titoli:
riguardo i "vecchi" corsi di perfezionamento annuali (dove non erano previsti i crediti formativi) sapete qualcosa? dichiararli (anche se non dovessero essere valutati) implica dichiarare il falso??????
se qualcuno ha informazioni mi/ci faccia sapere! anche altri nel forum avevano sollevato il problema...
intanto BUON NATALE
Rispondi

Da: goal altro pc23/12/2011 15:05:49
ragazzi ma perché non vi trasferite al forum di preparazione agli orali? Questo non ha più senso di esistere!
Rispondi

Da: La Maccabea 23/12/2011 15:20:29
Buon pomeriggio!

Aspettiamo l'esito delle correzioni, che ne dite?
Rispondi

Da: X tutti i siciliani23/12/2011 16:05:10
Qualcuno di voi ha notizie relative alla nomina della sottocommissione ?
Quando verranno pubblicati i nuovi nominativi ? Ritengo che senza sottocommissione non sia possibile iniziare la correzione dei compiti e poi è anche corretto  comunicare i nomi di chi ci valuterà .  E' giusto sapere di che morte moriremo !!!!!!

P S  Mi auguro inseriscano un DS di scuola media inferiore poichè la correzione della seconda prova richiede delle competenze specifiche  che l'attuale commissione , a mio parere, non possiede.
Rispondi

Da: x tutti23/12/2011 16:28:24
qual è l'indirizzo del forum per la preparazione degli orali? grazie
Rispondi

Da: mimmo5423/12/2011 17:07:55
ragazzi avete letto la sentenza del CdS? qui le cose si mettono male! se annullano tutto veramente che c'è da andare con i forconi...dopo tutto questo stress...
Rispondi

Da: willie il coyote23/12/2011 17:41:22
bip bip,mi manda l'anief
ah, se ti acchiappo....
Rispondi

Da: ale23/12/2011 19:00:01
@mimmo
cosa dice la sentenza CdS??
Rispondi

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