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Preparazione al concorso referendario TAR
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Da: Fontedelpoggio 12/03/2018 18:09:42
Un bell'intervento sulla revisione prezzi.
Il committente si può tutelare con clausole ad hoc
Il diritto alla revisione prezzi così come disciplinato dall'articolo 1664 del Codice civile è derogabile, già alla firma del contratto. Possono essere inserite clausole dirette a rimuovere il limite legale di aumento o a escludere aumenti solo per determinate prestazioni. Ci si può spingere fino alla deroga totale ponendo interamente a carico dell'appaltatore il rischio economico derivante da eventuali aumenti dei costi (Cassazione civile, sezione I, sentenza 25762/2015).
L'aumento dei rischi a carico dell'appaltatore non trasforma, in ogni caso, automaticamente il contratto da commutativo ad aleatorio e questo neanche nell'ipotesi di esclusione totale della revisione prezzi (Cassazione civile, sezione II, sentenza 4198/2014); così come l'eventuale rinuncia alla revisione non comporta di per sé la rinuncia all'equo compenso in favore dell'appaltatore.
Una siffatta clausola di esclusione della revisione dei prezzi non è vessatoria, ai fini della specifica sottoscrizione ex articolo 1341 del Codice civile ed è sufficiente che la relativa volontà risulti chiaramente manifestata, non essendo necessari specifici vincoli di forma. Si ritiene, pertanto, che la clausola contrattuale contenente l'espressa pattuizione della invariabilità del corrispettivo escluda che le parti possano in seguito chiedere la revisione del corrispettivo ai sensi dell'articolo 1664, sia nel corso dell'opera, sia dopo.
Al di là delle casistiche generali astratte, un eventuale giudizio di ammissibilità della clausola non potrà che mutare di volta in volta, dovendo essere agganciato ad una valutazione concreta e complessiva dell'equilibrio del contratto e a un' indagine sull'effettiva volontà delle parti.
La rinuncia dell'appaltatore alla revisione prezzi può essere comunque anche successiva alla conclusione del contratto e discendere da un comportamento concludente, quale, ad esempio, l'accettazione senza riserve, ad opera ultimata, dell'intero prezzo pattuito in origine. In conclusione, il committente, che vuole tutelarsi o prevenire richieste di aumento in corso d'opera, potrà optare, in primo luogo, per un appalto a corpo (o a forfait), dove non solo il corrispettivo è determinato in misura fissa riferita globalmente all'opera, ma la contabilizzazione dei lavori (e il pagamento) avvengono in base allo stato di avanzamento lavori.
Il committente potrà rafforzare l'invariabilità del corrispettivo con l'ulteriore ed espressa dichiarazione di rinuncia dell'appaltatore alla revisione prezzi; occorre infatti prevenire successive eccezioni dell'appaltatore tese a rilevare la genericità o l'irrilevanza delle clausole di rinuncia, quali, ad esempio, "prezzi fissi e invariabili" o "rinuncia a maggiori compensi", che potrebbero essere interpretate quale mera conferma del prezzo pattuito o essere ricondotte a difficoltà di esecuzione di scarsa importanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da: OrdoQuaestionum  12/03/2018 19:35:29
La riapertura dei termini riguarda tutti, anche chi ha già presentato domanda. Non può che essere così.
Poi metteranno una clausola di salvezza delle domande già presentate

Vedevo che il corso "prova pratica" di forum srl termina a luglio

Da: madan 12/03/2018 19:47:45
Preziosissimi Passante e OrdoQ
Grazie

Da: OrdoQuaestionum  12/03/2018 19:59:20
Di nulla
OrdoQ suona come una vecchia canzone rsei Creedence Clearwater revival :) carino

Da: Cenerentola80  12/03/2018 21:05:54
A Napoli il corso deve ancora iniziare......

Da: OrdoQuaestionum 12/03/2018 21:16:25
JFY e Giuffrè hanno sospeso sine die.
Credo stiano aspettando un po' tutti, quantomeno che avvenga la pubblicazione in GU per la riapertura dei termini.
Proviamo a ipotizzare: la pubblicazione della riapertura avviene ad aprile, devono poi decorrere 60 giorni. Poi devono nominare la commissione. Così come hanno riaperto i termini per gli aspiranti, dovrebbero riaprire i termini anche per l'interpello rivolto ai professori universitari che vogliano candidarsi a ricoprire il ruolo di commissario.
Il tutto farebbe lentamente scivolare ogni prospettiva di scritti a dopo l'estate, e mi sembra verosimile una settimana a inizio 2019

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Da: Cenerentola80  12/03/2018 21:18:05
Corso specialistico in diritto amministrativo intendo..

Da: Cenerentola80  12/03/2018 21:20:40
Sì...Un  docente di cui non faccio nome  ha detto che il suo corso specifico inizierà a notizie certe....ipotesi di scritti a inozio gennaio

Da: OrdoQuaestionum 12/03/2018 21:21:05
Si, anche io.
Scusa, ho scritto Giuffrè, mi sono confuso, volevo dire Giappichelli

Da: patience12 13/03/2018 08:39:44
Mi sa che già l'avevo detto un paio di settimane fa ma ripeto: riapertura credo a marzo con 60 gg. per domande. Ovviamente tutti possono ripresentare domanda, non potrebbe che essere così in quanto nelle more potremmo aver maturato nuovi requisiti o pubblicato qualcosa, fermo restando la possibilità di fare salva la domanda già presentata, ove non vi siano novità da dichiarare. Date scritti più difficile dirlo : la ferma volontà era ottobre massimo ma vicende CPGA e altro potrebbero costringere ad arrivare a gennaio ma non credo proprio oltre.

Da: patience12 13/03/2018 08:56:13
Ps i corsi sono alle prese con problemi organizzativi che vanno oltre le date degli scritti

Da: OrdoQuaestionum  13/03/2018 09:16:28
Ti riferisci all'ultima delibera cpga che si occupa di incompatibilità?

Da: Un passante  
Reputazione utente: +166
 1  - 13/03/2018 09:36:48
Patience ripete quel che penso, quindi lo prego vivamente di non leggere più nella mia mente. ..
Saluti passanti sempre scherzanti e il Patience pensiero confermanti

Da: Cenerentola80 13/03/2018 09:58:50
si si...ma io infatti non mi riferivo alla problematica di incompatibilità che è nota a tutti..... mi hanno prospettato vicende che causeranno spostamento al massimo a gennaio. o dicembre ma non prima. ma io mi riferisco a riportare quanto detto....  conosco 2 o 3 giudici e loro sono i miei riferimenti :) di più non so ^_^

Da: Cenerentola80 13/03/2018 09:59:36
* mi limito a riportare

Da: Fontedelpoggio  1  1  - 13/03/2018 10:37:57
Anche i potenti piangono (dal Sole24ore di oggi. Ma si potrebbe obiettare che lo stipendio di un giudice costituzionale può non essere paragonabile a quanto guadagna un avvocato di chiara fama a Milano).
Consulta, Zanon indagato Il giudice: sereno ma lascio
Il giudice costituzionale Nicolò Zanon è indagato alla Procura di Roma con l'accusa di peculato d'uso: la moglie avrebbe utilizzato la macchina in uso al marito per motivi privati. L'ipotesi di reato è stata contestata dal procuratore aggiunto capitolino Paolo Ielo, che la scorsa settimana ha interrogato Zanon per chiedere conto della contestazione. L'indagato, che si è dimesso, ha negato l'accusa di peculato d'uso ed ha spiegato di essere «sereno» ed ha aggiunto che «conto di poter dimostrare l'assoluta insussistenza del reato che mi viene contestato. Tuttavia per rispetto dell'etica istituzionale e della funzione che ricopro, nonché per il rispetto che porto verso il presidente della Corte Costituzionale, ho ritenuto di presentare le mie dimissioni».
©
I.Cimm.

Da: avvtriste 
Reputazione utente: +118
13/03/2018 10:39:56
si rischia un bell'ingorgo di concorsi, secondo quanto detto da raeli tra oggi e domani il consiglio di presidenza contabile dovrebbe approvare il bando di conocorso a referendario corte conti con scritti entro la fine dell'anno..

Da: trudi1  13/03/2018 11:09:52
Secondo voi la commissione rimarrà la medesima o si procederà alla nomina di nuovo commissari?

Da: patience12 13/03/2018 12:58:10
Si mi riferisco al problema dell'incompatibilità che creerà non pochi problemi per i c.d. corsi "live"

Da: patience12 13/03/2018 13:00:55
L'intenzione sarebbe quella di non cambiare la commissione .. certo se lo stallo del CPGA si protraesse a lungo .. qualcosa dovrebbero fare per non bloccare pure concorso

Da: patience12 13/03/2018 13:02:20
Saluto a passante , onorato che il mio pensiero confermante

Da: mario123 13/03/2018 16:47:54
Qualcuno che si prepara per questo concorso Zona Arezzo. Siena o Firenze? Disponibile per scambiare materiale di studio e riflessioni, fatemi sapere; buon pomeriggio.

Da: fiammetta77 13/03/2018 17:47:51
Passante, la tua é una gentilezza di non poco conto.
É un po' che ho chiuso i libri dopo avere inutilmente tentato più volte il concorso in magistratura. Volevo chiedere, e scusate eventualmente la superficialità della domanda, se a vostro parere posso utilizzare ancora il mio testo di diritto amministrativo di francesco caringella del 2010, e, se si, integrandolo con cosa?
Immagino fiumi di sentenze e nuovi orientamenti da allora ad oggi...
Grazie anticipate!

Da: Cenerentola80 13/03/2018 18:04:04
fiammetta 77 se posso darti un consiglio, integra...io ho il Caringella  2015 e comunque integro, con articoli e altri manuali.....

Da: OrdoQuaestionum  13/03/2018 18:04:19
Ciao Fiammetta, un testo del 2010 è oggettivamente troppo datato. Nel mentre è cambiato il mondo

Può essere utile in ogni caso ad uno scopo. Leggevo i giudizi dei commissari, dati agli scritti di alcune persone poi bocciate agli orali. Ho letto che nel dare un voto comunque molto alto, 40/50 ad es., enfatizzavano il fatto che lo scritto seppur buono, non conteneva particolari spunti meritevoli di lode da un punto di vista sistematico. Ecco, direi che conoscere un testo del 2010 e uno del 2018 ti può aiutare a prendere 50/50 allo scritto di amministrativo...

Averne di questi problemi :)

Da: fiammetta77 13/03/2018 18:58:27
Penso anche io che sia troppo datato...é solo che mi rincresce doverne utilizzare un altro giacché quello del 2010 é praticamente nuovo. Dopo poco "ho appeso le scarpette al chiodo"...;-)
Ma ora ho voglia di rimettermi in gioco...vorrei ritentare anche magistratura ordinaria.
Posso chiederti, Ordo, dove hai letto questi giudizi?Hai fatto istanza di accesso?
Poi volevo chiedere info sulla commissione. É stata già nominata mi pare di capire, o sbaglio?

Da: OrdoQuaestionum  13/03/2018 19:04:43
Li trovi andando sull'home page del sito di giustizia amministrativa. Ci sono i link alle ordinanze emesse nei procedimenti instaurati dai quattro ricorrenti. Da lì risali a una serie di atti tra cui i ricorsi stessi.

Sulla commissione, a quanto so, mai nulla di ufficiale, a dire il vero

Da: fiammetta77 13/03/2018 19:29:52
Ti ringrazio molto OrdoQuaestionum. Spero di poter ricambiare!

Da: Un passante  
Reputazione utente: +166
14/03/2018 06:11:33
Cara Fiammetta,
Come ti hanno detto già,  prendi con coraggio il testo del 2010 e portalo al macero.
Capisco che pianga il cuore, ma non puoi permettere ai sentimenti di causarti danni.
Usandolo fisseresri nella mente concetti potenzialmente sorpassato,  e poi potresti trasferirli sulla pagina, facendoti bocciare.
Oppure dovresti leggere,  paragrafo per paragrafo, cercando le leggi citate,  e vedendo se sono cambiate, e questo è facile,  e se la giurisprudenza ha mutato orientamento, e questo è folle.
Serenamente e senza rimpianti,  al macero!
Comprati l'ultima edizione del Caringella, o il Garofoli Ferrari, e non confonderti inutilmente la testa.
Stai facendo un investimento su te stessa.
Non essere avara!
Il tempo è più prezioso dei soldi.
E, dammi retta, al testo che sceglierai aggiungi il Plaisant, non te ne pentirai.
Saluti passanti i buoni consigli già dati da altri reiteranti

Da: Fontedelpoggio 14/03/2018 07:29:42
Caccia al tesoro, anzi, caccia al petrolio.

Respinti i ricorsi Sì a ricerche di gas nel mare Adriatico
Il Consiglio di Stato dice no alle Regioni
Il Consiglio di Stato dà il via libera alle attività di ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico, dalla costa romagnola fino alla Puglia, bocciando anche in secondo grado il ricorso delle Regioni Abruzzo e Puglia (e di diversi enti locali) contro il ministero dell'Ambiente e la società anglo-norvegese Spectrum Geo Ltd. Una battaglia lunga sette anni, perché era il gennaio 2011 quando Spectrum Geo presentò al Mise la domanda di due permessi di prospezione di gas e petrolio su 30mila kmq di Adriatico (da Rimini a Termoli e dal Gargano alla punta estrema del Leccese), utilizzando la tecnica dell'air gun, bolle d'aria sparate sott'acqua che producono onde di velocità diversa a seconda del tipo di fondale incontrato, rilevando così eventuali sacche di idrocarburi. Già il Tar del Lazio aveva respinto nel 2016 il primo ricorso contro il decreto di Via del Governo, bocciatura confermata ora in secondo grado.
La sentenza può servire a ripristinare uno stato di diritto, ma non certo a ricostruire un clima di attrattività per chi intende investire sul rilancio economico e industriale del Paese e quindi anche sulla sua indipendenza energetica. «Apprezzo la decisione del Consiglio di Stato - commenta l'economista Alberto Clò, coordinatore scientifico del Rie-Ricerche industriali ed energetiche - ma il problema va ben oltre il merito della sentenza e della riconosciuta non dannosità dell'air gun, tecnica usata in tutto il mondo per rilievi geofisici. Il punto sostanziale è che la strategia energetica dell'Italia è da dieci anni paralizzata da burocrazia e tribunali e anche se il referendum contro le trivelle non è passato, ha vinto nei fatti: le compagnie stanno abbandonando il nostro territorio e noi rinunciamo a 10 miliardi di investimenti in attività minerarie, quando potremmo raddoppiare in pochi anni la produzione interna di idrocarburi e creare migliaia di posti di lavoro, per dipendere sempre di più da forniture estere e condannare a morte un'industria impiantistica dell'oil&gas all'avanguardia mondiale».
Capofila della lotta alle fonti fossili è proprio una regione come l'Abruzzo che fin dall'Ottocento è stata tre le prime in Italia ad avviare esplorazioni e a beneficiare dell'estrazione di idrocarburi. Anche se oggi restano solo due concessioni attive al largo della costa tra Teramo e Vasto, in scadenza a breve. «Il nostro modello di sviluppo futuro è improntato alla sostenibilità e nel Piano energetico ambientale che stiamo scrivendo dimostreremo che siamo autosufficienti anche senza petrolio, a partire dalla diga di Capotosto e le altre 48 dighe in regione», interviene il sottosegretario alla Presidenza con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca, che dal 2014, anno di insediamento della Giunta di centro-sinistra di Luciano D'Alfonso ha battagliato in ogni sede contro l'industria mineraria, ottenendo tra l'altro lo stop alla mega-raffineria di Ombrina Mare.
Basterà l'ok del Consiglio di Stato a convincere Spectrum Geo a tornare in Adriatico per avviare un'attività esplorativa in un clima tanto ostile e in un Paese politicamente disorientato e con una strategia energetica altrettanto confusa? «Dietro alle attività di prospezione ed estrazione ci sono tali interessi di valorizzazione societaria che sono convinto non sia svanito in questi sette anni l'interesse di Spectrum Geo per il nostro mare», replica Mazzocca. Certo è che la società quotata di Oslo che possiede la più grande libreria al mondo di dati sismici non potrà iniziare domani a sparare bolle d'aria nel mare tra Rimini e Lecce: per essere operativa la decisione del Consiglio di Stato richiede lo sblocco del decreto Calenda, sub iudice per un ricorso proprio della Regione Abruzzo.
Ad applaudire la decisione della magistratura amministrativa è anche il distretto ravennate dell'oil&gas, il più importante in Italia, che nel giro di tre anni ha visto il fatturato dimezzarsi da 2 miliardi a un miliardo di euro e gli occupati scendere da 9mila a poco più di 5mila unità, «per il blocco totale delle attività in mare entro le 12 miglia e lo stop ideologico a investimenti sul gas anche come fonte di transizione verso le energie pulite», sottolinea Franco Nanni, presidente del Roca, l'associazione ravennate dell'off-shore. La Regione Emilia-Romagna ha fatto due anni fa una scelta opposta a quella dell'Abruzzo a garanzia degli investitori, firmando un accordo con il Mise in base al quale ogni attività di esplorazione off-shore viene definita in modo partecipato con il Governo. «E la Romagna - conclude Nanni - è la dimostrazione che l'industria mineraria può convivere con turismo e ambiente. Un metro cubo di gas estratto in Adriatico inquina e costa il 25% in meno di un metro cubo di gas che arriva da Orengoj, in Russia, e deve percorrere 5mila km per arrivare nelle nostre case».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ilaria Vesentini
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