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Concorso dirigenti scolastici - Preparazione agli SCRITTI
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Da: stravolto 07/11/2011 23:28:51
Nelle vostre scuole c'è un docente di sostegno che ha un registro con itutti gli alunni della classe in cui opera?
Rispondi

Da: Stefania39 07/11/2011 23:29:12
@millivanni
Purtroppo hai ragione. Si sono drasticamente ridotti i margini di assegnazione del sostegno, ecco perchè parlavo di qi pari a 70. Soglia entro la quale si ottiene il sostegno!
E' un grave disagio per tutti noi docenti e un ulteriore umiliazione per le famiglie che hanno poca speranza di vedere miglioramenti (che avrebbero con una figura di sostegno).
Rispondi

Da: sabbia_vera 07/11/2011 23:30:21
@stravolto: no, anche se in base ad una risposta dei quiz dovrebbe essere così:-)
Rispondi

Da: Stefania39 07/11/2011 23:31:32
scusate, un'ulteriore ;)
Rispondi

Da: Stefania39 07/11/2011 23:33:48
un'umiliazione ulteriore....uff.....il mio qi sarà 5 adesso.
Belli, vi saluto. Vado a lavarmi i capelli chè domani è presto. Un bacio a tutti e buona notte.
Rispondi

Da: millivanni 07/11/2011 23:34:26
@stefy
infatti ti do pienamente ragione..un qi di 70 prevede un ritardo mentale severo...ma purtroppo noi sappiamo bene che anche con ritardo mentale diciamo lieve l'apprendimento non è assolutamente semplice, noi stiamo cercando di raccogliere tutte le valutazioni che sono gravemente insufficienti per tentare di far rivedere la situazione ma penso che non avremo grandi risultati..
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Da: form 07/11/2011 23:35:18
buonanotte a tutti!
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Da: burnt out07/11/2011 23:58:36
Conosco molto bene il tema dei DSA, non solo per esigenze concorsuali, ma soprattutto in quanto mamma di una bambina con questo diverso "stile di apprendimento". La valutazione che certifica il disturbo viene fatta da asl o professionisti privati accreditati e non si limita alle sole capacità di letto-scrittura e/o calcolo, ma abbraccia tutta la sfera cognitiva ed emotiva del bambino. I bambini con DSA (e solo con DSA) non hanno mai deficit cognitivi, anzi, molti di loro presentano un QI (anche questo valutato da appositi test) superiore alla norma. Di solito mostrano un'elevata emotività ed un'ansia legata alla prestazione. Le Linee Guida emanate dal MIUR il 12/7/2011, nel paragrafo 6 intitolato "Chi fa cosa" si soffermano ad analizzare compiti, diritti e doveri dei vari soggetti coinvolti. Tra questi vi sono ovviamente le famiglie degli alunni con DSA che la scuola è obbligata ad informare sulle "strategie didattiche, sulle verifiche, sui risultati attesi ed ottenuti". In realtà non si tratta di una semplice opera di informazione. Più avanti, infatti, alle istituzioni scolastiche si chiede di predisporre incontri mensili o bimestrali in modo che l'operato dei docenti sia "conosciuto, condiviso e, ove necessario, coordinato con l'azione educativa della famiglia stessa". Vi assicuro che quest'ultima frase è quantomai indispensabile nel caso in cui ci si trovi di fronte a docenti che ritengono gli  psicologi una massa di imbecilli tutta teoria e niente pratica "in classe", pronti ad elargire certificati in cambio di danaro, che i genitori non vedevano l'ora di utilizzare come lasciapassare per il 6 politico.... Credetemi, è vita vissuta. A voi futuri dirigenti (sicuramente non a me, impigliata irrimediabilmente in una rete che vaga senza speranza nel mare magnum delle aree dell'art. 8) faccio un'umilissima preghiera (che poi è anche un suggerimento per il successo nel concorso): non dimenticate mai che il vostro obiettivo, la vostra vera vision, è l'alunno (chiunque esso sia) e il suo successo formativo. In bocca al lupo a tutti.
Rispondi

Da: Lo08/11/2011 06:45:54
@ burnt out
esattamente ciò che facciamo nella ns scuola (vedi mio post delle 19.58). In bocca al lupo anche a te.
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 07:17:11
Stamani mi occupo di questo caso trovato nel wiki

Il dirigente, con il profilo professionale che lo caratterizza, il Collegio dei docenti, il Consiglio di istituto, i genitori, gli alunni, i soggetti del territorio, la RSU … concorrono a determinare i processi che definiscono l'offerta formativa della scuola dell'autonomia. Si ipotizzi il caso in cui un dirigente scolastico, appena trasferito in una scuola, si renda conto che l'offerta formativa è scollegata dal contesto esterno e impostata più su consuetudini consolidate che su una condivisa attenzione all'utenza. Di fatto il Ds rileva subito che l'età media dei docenti è piuttosto elevata e che c'è stata una sensibile stabilità negli ultimi anni. Si descriva con quali strumenti e con quali linee organizzative il dirigente possa avviare attività di analisi del contesto interno ed esterno alla scuola per promuovere un'offerta formativa rispondente ai bisogni dei diversi soggetti Si descrivano inoltre le linee di azione per una riscrittura del POF.
Rispondi

Da: chattosilvestro 08/11/2011 08:08:44
bello anya marusca
è un caso più orientato alla progettualità. Tutta la questione verte non tanto sulla ricerca del problema che è già ben evidente ma nella fase progettuale necessaria a contrastare il problema. E' pur vero che bisgna capire e indagare le ragioni di questa non rispondenza del pof .
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 08:17:47
chatto...

Sto cercando di immaginare come ci si debba muovere nell'ipotesi di un caso simile. Intanto l'azione deve essere collegiale, quindi bisogna mettere gli organi collegiali dalla nostra parte...con cautela, senza scossoni, ma in maniera decisa. Deve nascere l'idea di cambiamento nella testa delle persone prima che negli atti formali...questa è una scommessa difficile da vincere, ma non impossibile. L'età avanzata dei docenti non è preoccupante, anzi può diventare un punto di forza vista l'esperienza maturata. L'abilità è trasfromarla in valore aggiunto. Più difficle scardinare abitudini, routine e consuetudini consolidate. Lì a vedo dura, ma non impossibile. Insieme si possono cercare i modi, ma apiccoli passi. Niente scossoni nemmeno da questo lato. Ci si arrocca su una linea difensiva quando si ha la sensazione che il primo venuto voglia spazzare via quello che dà sicurezza!
Rispondi

Da: beloved08/11/2011 08:39:55
anya

Il nuovo DS si deve muovere con molta cautela per evitare di creare un muro che poi difficilmente si può abbattere.

Deve mettere in campo la sua leadership favorendo un clima positivo affinché tutti possano operare sinergicamente per il bene comune.

Deve giocare tutto sulle comunicazioni interpersonali motivando i docenti attraverso il dialogo e la formazione e decentrando la leadership "costruendo" più livelli di responsabilità organizzativa.

Per il docente, sentirsi parte di un gruppo coeso ed efficace, è sicuramente fattore migliorativo della motivazione all'insegnamento ed all'azione non routinaria.
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 09:02:10
beloved

Condivido, ma credo che in uno studio di caso, oltre alle enunciazioni teoriche, si debba definire COME e con QUALI STRUMENTI si possa realizzare il buon clima organizzativo e si possano predisporre i cambiamenti auspicati.

Pensa ad un collegio ostile, per esempio quello in cui ci sono docenti incazzati perché sono risultati non idonei (è quello che ci capiterà)...arriviamo noi, freschi freschi di nomina (ammesso che ci si arrivi!) con la testa bella piena di teorie e voglia di dimostrare che ci sappiamo fare...come ci districhiamo?
Rispondi

Da: chattosilvestro 08/11/2011 09:07:16
concordo con voi però, in quanto membro di in un collegio docenti con età media geriatrica, (io no eh!!!) vedo tutti i giorni che è molto difficile innovare con docenti che anche nelle metodologie didattiche sono ancora dell'altro secolo

Certamente un'arma vincente è quella di coinvolgerli, anzi di più, farli promotori del cambiamento. Come?  Non dobbiamo essere generici ma sempre dare soluzioni concrete
Rispondi

Da: chattosilvestro 08/11/2011 09:08:33
anya
stavamo contemporaneamente scrivendo la stessa cosa!
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 09:15:43
chatto...

il problema non è l'età dei docenti, ma l'idea di scuola che esce fuori dal pof. Dare la responsabilità all'età avanzata dei docenti significa eludere la responsabilità oggettiva del ds che, di quel pof, era responsabile (scusate il bisticcio di parole). L'età è un alibi per mascherare l'insuccesso di un ds che non ha saputo dirigere la sua scuola...anche perché i rapporti con l'esterno li deve curare lui (o lei) nella prospettiva di un'apertura al territorii che non può essere elusa!
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:25:08
il DS deve uscire dal suo ufficio...
Rispondi

Da: beloved08/11/2011 09:27:21
anya

una soluzione l'ho prospettata col decentramento della leadership ovvero "costruendo" più livelli di responsabilità organizzativa.

Esempio,

attivare gradualmente una didattica per competenze dove ogni singolo insegnante esce dalla solitudine disciplinare (e non solo) e lavora su un tema in team con gli altri colleghi e con gli studenti. All'interno del team devono essere individuate varie responsabilità come ad esempio il coordinatore, dei tutori, un segretario che registra le varie fasi di intervento, un relatore, e così via.

Se con la didattica disciplinare ogni insegnante è intrappolato nel proprio binario, senza mai entrare in contatto con le altre discipline, con queste nuove metodologie si lavora su un nuovo ambiente comune, condiviso.

E' chiaro che a prima vista può sembrare difficile non tanto per l'aspetto delle conoscenze ma per la paura del confronto, ma questo è un problema culturale che bisogna combattere.

lavorare insieme comporta  anche un miglioramento nelle relazioni interpersonali
a vantaggio del clima generale all'interno dell'istituto.

naturalmente questa è una strategia e non l'unica.


tto di
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 09:28:49
Io ho ipotizzato:
atto di indirizzo agli organi collegiali. Essendo prima nomina il ds deve presentarsi e buttare lì quello che intende fare;
lettera di intenti al personale docente, ata, collaboratori in cui si spiega la necessità di rivedere il pof
commissioni in cui il ds presiede...si indaga il dichiarato, l'agito ed il percepito e si tirano le somme
il ds contatta il territorio

poi si vedrà il proseguo
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:29:47
...prendere contatti con gli EELL, le associazioni e cercare di sapere quale progettualità si può portare avanti, soprattutto se ci sono fondi. Riportare poi in CD...l'età degli insegnanti non la vedo come un ostacolo all'apertura al territorio, se i docenti sanno come muoversi e se ben guidati possono modificare le loro prassi didattiche, ovviamente devono essere motivati al compito.
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 09:31:10
punti di vista

conosco un ds che esce fuori dall'ufficio tutti i giorni intorno alle 8,10 e va...ad aprire i cancelli :-D
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:32:14
@beloved
con tutto rispetto, ma sei legata al ruolo di docente, in questa fase dobbiamo ragionare da DS... ;)
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:32:53
@anya

ahahahahahahahahah
capisci a me...
Rispondi

Da: beloved08/11/2011 09:38:55
punti di vista

perché sono legata  al ruolo del docente?

Deve essere il DS a dare le linee guida, a fare da faro (scusa il bisticcio delle parole).

Una delle parole chiave del caso che stiamo studiando è la routine. Da un punto di vista operativo, per sbloccare la rigida struttura della gestione routinaria della scuola, e "rompere" così anche l'isolamento professionale a cui si accennava prima,  il dirigente potrebbe adottare questa soluzione.

Naturalmente come dicevo prima  questa è una strategia, non la strategia.
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:54:03
beloved

forse perchè hai parlato di docenti e di didattica, allora ho pensato che guardassi il problema appunto dal punto di vista degli insegnanti. Mi era sembrato di capire che il problema posto da Anya dovesse riguardare l'impostazione del DS riguardo ai rapporti con il territorio, così che anche l'offerta formativa potesse rispondere più efficacemente ai bisogni dell'utenza. Poi tutto quello che dici ci sta... non so se ci siamo capite.
Rispondi

Da: punti di vista 08/11/2011 09:55:44
Comunque ci stiamo confrontando, ben venga tutto quello che ci diciamo.
Rispondi

Da: poesia08/11/2011 09:59:23
avete visto? dal 12 al 16 dicembre prove scritte.
ogni usr farà un calendario
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 09:59:39
punti di vistas beloved

credo che entrambe abbiate colto un aspetto importante..nel senso che tutto il sistema deve prendere consapevolezza del problema...mica è scontato..quindi leadership del dirigente e azioni concrete per rimuovere le routine non efficaci, ma l'azione è diretta non solo ai docenti, ma a tutto il personale.

Contemporaneamente apertura e contatti con il territorio...altrimenti quando li trovi gli stakeholders che trovano appetibile rivolgere il loro interesse alla scuola?
Rispondi

Da: anya_marusca 08/11/2011 10:05:22
mannaggia, perché non ci fanno fare le prove scritte  con il computer...
Rispondi

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