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DIRIGENTE TECNICO MIUR
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| Da: rosso perceval | 30/09/2010 22:04:47 |
| Io non ho alcuna informazione, che non abbiano anche gli altri, ma il mio stato d'animo è che il momento sia giunto. Non credo che ci saranno altri tempi supplementari per studiare un altro po'. Non so se esserne contento o meno. | |
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| Da: Antonella | 30/09/2010 22:13:01 |
| Ma sì ... non rinvieranno più a che servirebbe? I ricorsi faranno il loro corso come è sempre stato. Al di là di tutto l'importante è stare bene vi pare? | |
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| Da: notizie | 30/09/2010 22:17:26 |
| Continuano a parlare di gennaio | |
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| Da: Antonella | 30/09/2010 22:30:52 |
| ma chi? I docenti nei corridoi? I ds agli incontri con i sindacati? A Ischia? A Roma? Chi? Dove? Quando? Mi sembra che questo concorso stia diventando una barzelletta che tutti già conoscono e perciò nessuno ha voglia di raccontarla! Suvvia coraggio nessuno toglie posti ad altri raccontate pure... | |
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| Da: x tutti | 30/09/2010 22:31:48 |
| pare che le date siano fissate per novembre dai diciamolo | |
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| Da: Antonella | 30/09/2010 22:35:16 |
| Apprezzo il tuo coraggio | |
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| Da: rosso perceval | 30/09/2010 22:36:25 |
| Visto che non ci sono stati eventi significativi in questi giorni, tutto fa pensare che il concorso vada avanti. Meglio concentrarsi su metà novembre e non pensare ad altro. | |
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| Da: Antonella | 30/09/2010 22:45:06 |
| Su circa 1500 persone coinvolte attivamente per questo concorso(i partecipanti)credo che non più di 100 partecipino più o meno saltuariamente a questo forum. Gli altri sono lontani, custodi dei grandi segreti, perchè qui, anche per il passato, c'è stata sempre condivisione di notizie che con il beneficio del poi sono risultate vere Mi sbaglio? Con questo voglio dire che qualsiasi notizia dovessi sapere e in tempo reale sarà un piacere condividerla con voi! Per esempio se è vera la data di novembre adesso avrebbero dovuto già provvedere all'integrazione della commissione e infatti sto cercando se nei meandri del web c'è qualcosa, sono abbastanza brava . Vi terrò informati voi fate lo stesso grazie | |
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| Da: Giulio Aldito | 30/09/2010 23:34:26 |
| x carampana petulantona Mi spiace per la tua infezione, ma soprattutto per le sue conseguenze... Mi accorgo che straparli... Vedi Carampa cara, in genere la moglie del vicino è sempre più bella, ed il bene si apprezza quando si perde. Non sottovalutare i ricorrenti non ammessi, potrebbero avere amici e parenti molto più addentrati nei Tar di quanto pensi, e forse indirettamente di alcune consulenze e dritte ne potresti aver usufruito anche tu senza saperlo... Per quanto riguarda la reginetta saccente, sappi che, basta sapere stuzzicare la sua altezzosa megalomania, con le giuste lusinghe, facendola sentire unica ed importante, magari fingendo di essere una sprovveduta non ricorrente, per capire cosa pensa dei non ammessi, e soprattutto cosa pensano le persone addentrate... con le quali giornalmente si relaziona. Non lo avevi capito? Il mio amico zorro, essendo una vera volpe si, ed insieme abbiamo cambiato strategia... Mi spiace di avergli fatto fare una brutta figura... Pensava di essere al centro del mondo, pardon del forum...e di avere dei fan affezionati ed abbagliati dalla sua immensa preparazione giuridica. Comunque domani, quando ti sveglierai, leggi il post e pensa che qualcuno, mentre tu dormi, veglia su di te e sulle tue preoccupazioni. Tirati su e guarda avanti con fiducia, devi credere nella giustizia amministrativa, e pensare che la vicenda, proprie perchè molto seria, ingarbugliata e compromettente per la PA non può risorversi con il metodo del tarallucci e vino per tutti. | |
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| Da: giulia arditi | 30/09/2010 23:38:23 |
| per l'amica Carampana d'accordo, ma anche noi siamo stanchi e stressati | |
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| Da: teo | 30/09/2010 23:46:24 |
| oh giulio lo sappiamo tutti che tra i ricorrenti non ammessi ce n'è una , moglie di un onorevole, distaccata al miur, che non si rassegna, nonostante non abbia dato prova di grande preparazione(che ci fa al Miur dunque? ) Non ti resta che sperare in lei... e nelle sue entrature... ma bada che noi stiamo molto in guardia nei confronti di certi personaggi.. non ci sfugge nulla | |
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| Da: giulia arditi | 30/09/2010 23:51:10 |
| Giulio, caro , mi pareva strano che non ti fossi ancora materializzato... Su su, che ci fai ancora sveglio? E mi raccomando studia, non perdere tempo | |
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| Da: Una storia d''amore | 30/09/2010 23:54:16 |
| Vi racconto una bella storia d'amore, i nomi li ho dovuti cambiare, per una questione di privacy, ma tutti voi sapete certamente chi sono i veri protagonisti di questa storia. Quando Giove entra nella costellazione dei Pesci, e Plutone esce dal Leone, le donne nate sotto il segno dellâAcquario, ascendente Vergine, sono pronte a cambiare la loro vita e hanno tempo fino a mezzanotte per trovare un uomo dellâAriete, ascendente Scorpione, e iniziare una grande storia dâamore. A mezzanotte in punto la congiunzione astrale favorevole finisce, e, se per allora non si saranno incontrati, la loro vita sarà troppo breve per poter attendere che gli astri tornino ad essere così propizi. Quella mattina Lucia si era svegliata presto, prima del suono della sveglia. Si sentiva stranamente dinamica eppure era andata a letto molto tardi. La sera prima era uscita con i suoi amici, o almeno con quelle persone che normalmente definiva suoi amici. Quello che normalmente chiamava il suo uomo non câera, era una di quelle sere in cui lui diceva di aver bisogno di stare solo perché aveva bisogno di sentire la propria libertà. È facile capire le situazioni degli altri e magari anche dare i consigli giusti. Tutti noi ci rendiamo conto che allâuomo di Lucia la libertà serviva per usarla, cioè per tradire Lucia o, quanto meno, per provarci. Tutti noi sappiamo anche che câè un solo modo per uscire da una situazione simile. In effetti Lucia aveva anche provato a lasciarlo, a dargli veramente tutta quella libertà di cui lui diceva di aver bisogno. Ma poi lui tornava. Non è che si scusasse, la sua prima regola era quella di non ammettere niente, tanto meno lâevidenza. Lui faceva capire. Faceva capire che era così perché â, che avrebbe avuto bisogno di â e che forse sarebbe tutto cambiato se â . La sera prima, come tutte le volte in cui si trovava in quella situazione, aveva passato in rassegna tutte le sue amiche, chiaramente quelle assenti che, nella sua mente, in quel momento, con tutta probabilità stavano consumando la tresca o, almeno, la stavano tramando. La realtà non era proprio questa, non è che il suo uomo fosse poi così ambito, magari qualcuna delle più spensierate se lâera anche portato a letto, ma senza incontrare difficoltà e senza conservare un buon ricordo. La vita di Paolo non presentava segni evidenti di infelicità o di solitudine; proprio per questo, il pozzo nero della sua disperazione era tanto profondo. Le sue giornate trascorrevano monotone e prevedibili; nulla che valesse la pena di essere raccontato, o anche solo ricordato. Paolo insegnava alle elementari, in un quartiere di periferia: malpagato e maltrattato. Amava il suo lavoro; perciò i suoi colleghi non lo stimavano e i suoi alunni non lo rispettavano: da oltre un anno qualcuno, sulla lavagna della sua classe, aveva scritto a caratteri cubitali e indelebili: âAlmeno lâitaliano, sallo!â; ormai, anche a questo, si era abituato. Alle donne piaceva; ma, comunque si comportasse con loro, seminava infelicità: la ragazza che aveva appena lasciato non gli aveva mai perdonato dâessersene andato, abbandonare è come stuprare, gli diceva, lui ormai lâaveva rovinata; lâattuale fidanzata, nello stesso modo, non si stancava di ripetergli che vivere con lui era terribilmente noioso, che ormai non era più libera di tornare indietro e che lui le aveva distrutto la vita. Eppure, nemmeno gli amici, che, per la verità, non mancavano, capivano la sua angoscia; erano tutti apparentemente sereni, o, meglio, tranquilli, maledettamente tranquilli; come se stessero girando un film tanto lento da apparire insensato. Così, si tuffava in altre vite e â scriveva poesie dâamore. Le sue numerose raccolte venivano puntualmente scartate da tutti gli editori; e anche i pessimi scrittori che aveva consultato, le avevano trovato pessime. Quella mattina, però, si svegliò con una bellissima poesia in testa; ne scrisse solo il titolo perché era in ritardo: âLuciaâ. Câè chi non crede negli astri e pensa che Giove non sia in grado di suscitare strane euforie. Anche Lucia non ci aveva mai creduto, aveva sempre pensato che la sua voglia di vivere, e di cercare rapporti veri, derivasse semplicemente dalla sua natura umana perché le cose vere non hanno un perché. Di questo, prima o poi, tutti si sarebbero resi conto. Quella mattina, appena sveglia, era corsa a prendere il cellulare. Inserire codice PIN: 22842 OK Codice valido Menu OK Rubrica OK Modifica OK Alessandro OK Opzioni OK Cancella OK Conferma cancellazione OK Si era resa conto che Alessandro non si sarebbe mai reso conto di ciò che non ha un perché. Quella mattina Paolo uscì di casa un poâ più solo nella sua solita giacca e con una strana sensazione nascosta lì sotto. Era qualcosa di simile ad un incomprensibile jet lag; era un esserci e un non esserci, unâindefinita fragilità e unâinspiegabile sete: non câera una cellula del suo corpo che non avesse sete, anche se non sapeva con precisione di cosa. Come tutte le mattine si fermò ad aspettare il 15: non poteva prendere lâautomobile perché soffriva il mal dâauto; del resto soffriva anche il mal dâaria e il mal di mare; soffriva la bicicletta e perfino lâaltalena; forse, soffriva â la vita. Aspettando il tram, era abituato a filosofeggiare sui significati dellâesistenza e a pianificare le sue attività quotidiane; amava riflettere con calma e rimuginare idee già note cavillandoci sopra; ma, fino ad oggi, non aveva mai scoperto nulla di veramente nuovo, non aveva mai penetrato regioni inesplorate e i suoi programmi giornalieri erano, ormai da anni, pressoché invariati. Finché, quella mattina, un imperativo inaspettato, ma ineludibile, lo sorprese, infilandosi nella sua mente a piccoli colpi di martello che glielo conficcavano dentro, sempre più in fondo: punta al massimo, punta al massimo, punta al massimo! Aspettava il solito 15, nella solita posizione, al centro della solita pensilina, ma, dentro, sentiva crescere unâansia inconsueta, sproporzionata e incontrollabile; come quella tensione allo sterno che si prova in una sala dâattesa quando si sa che il proprio turno sta per arrivare. Per Lucia mettere in moto la vecchia auto era sempre unâimpresa, specialmente nelle mattine fredde ed umide. Una vecchia auto ha tante cose che si possono rompere e possono non funzionare. Se la batteria è carica il motorino dâavviamento può comunque non girare, se il motorino gira lâauto può comunque non andare in moto, se va in moto può comunque spegnersi. Lucia i soldi per cambiare lâauto ce li aveva, solo che li aveva investiti in borsa. Câera stato un tempo in cui tutti guadagnavano in borsa, ma lei non si fidava. Tutti guadagnavano grosse somme in pochi giorni senza far niente ma a lei mancava quellâattimo di coraggio necessario per buttarsi. Alla fine aveva chiuso gli occhi, come sulla piattaforma di bambù di un jamping primitivo, con una liana legata alla caviglia. Si era buttata ad occhi chiusi, aspettando lo strappo. Non câera stato nessuno strappo, la borsa che smette di salire ed i tuoi risparmi che cominciano a scendere non ti provocano lâebbrezza delle ossa che scricchiolano, ma solo il malessere di unâindigestione di sgombro in scatola. Lucia decise che avrebbe venduto le sue azioni, senza aspettare che tornassero su, e si sarebbe comprata unâautomobile nuova. Arrivò il 15; tutto sembrava uguale alle altre mattine, ma Paolo non riuscì a leggere il giornale, come faceva di solito; osservò invece gli altri passeggeri, che fino a quel giorno non aveva mai degnato dâuno sguardo. La donna che aveva di fronte aveva i capelli gonfi, assolutamente innaturali, come nelle fotografie appese dai parrucchieri; camicetta attillatissima e gonna cortissima, probabilmente ricavate da uno stesso pezzo di stoffa, forse un fazzoletto; masticava la gomma e sembrava sprofondare nel divano delle sue stesse invitanti forme. Lei gli sorrise e gli chiese quale fosse la fermata successiva; Paolo finse di non sentire e non rispose: si sentiva risucchiato dallâespressione disponibile e disposta di lei; era uno sguardo benevolo, ma farmacologico, come se in lui avesse già individuato i sintomi di una fastidiosa malattia, piuttosto comune e non difficile da debellare. Gli bastarono pochi istanti per esserne certo: chi non punta al massimo, non ottiene nulla; di sicuro, quella donna non poteva rispondere al nome di Lucia. La ragazza a fianco era invece magrissima, un soffio, sicuramente anoressica. Il suo viso era talmente affilato, che, a vederlo, si sarebbe detto potesse permettersi un solo occhio; gli occhi invece erano due, cerchiati di viola, incavati e spenti; probabilmente aveva passato notti insonni e ora viveva dormendo. Lui la guardò a lungo e il suo cuore si strinse, si strinse fino quasi a scomparire; poi, senza volerlo e senza rendersene conto, le strizzò lâocchio. La ragazza scese a quella fermata, ma lui riuscì a vederne le guance pallide tingersi lievemente di rosso. Anche lei, di sicuro, non si chiamava Lucia, ma per un attimo, grazie a lui, era stata bellissima: una nuvola al tramonto. Lucia era diplomata in ragioneria. Quando a quattordici anni si era iscritta allâIstituto tecnico commerciale statale âLuca Paciuoloâ il suo destino era già ipotecato: lavorare in banca con un buon stipendio, ben vestita e con una posizione sociale invidiata. La condanna arrivò cinque anni più tardi, quando si diplomò con 60/60, il massimo dei voti. A quei tempi le banche assumevano i diplomati migliori e per una ragazza di diciannove anni era difficile rinunciare ad un buon stipendio immediato e continuare gli studi. Lucia si era poi anche iscritta allâuniversità, ma aveva dato solo quattro esami in due anni e poi aveva abbandonato. Intendiamoci, io ho lavorato in banca e so che di solito quello della banca è un bellâambiente di lavoro, dove si sta bene, il fatto è che, come qualsiasi altro lavoro, bisogna sceglierselo e non ritrovarselo addosso come una maledizione. Quella mattina, comunque, Lucia si sentiva stranamente ben disposta verso chi le stava attorno, non solamente verso i suoi colleghi, ma anche verso i clienti, nei cui confronti sentiva una forte voglia di comunicare. Quando Paolo entrò in classe trovò la lavagna miracolosamente pulita, nera fiammante. Si avvicinò, per guardarla meglio, senza riuscire a credere ai propri occhi; era lucida e perfetta; come nuova â se non fosse stato per un piccolo sgorbio bianco nellâangolo in basso a destra; istintivamente, si affrettò a cancellarlo, ma fu costretto a fermarsi allâimprovviso, pietrificato per lâemozione; il cuore gli batteva forte, perfino nelle mani, e una sottile imprevedibile fitta di felicità gli trafisse lâanima; quel piccolo sgorbio era in realtà una firma: Lucia. La lezione proseguì regolarmente: caos e baccano infernali, aeroplanini che sorvolavano i banchi e uno scorpione nascosto nella cattedra, come sempre. Prima di concludere, però, Paolo chiese a tutti di inventare una poesia dâamore per il giorno dopo; probabilmente i suoi studenti non lâascoltarono nemmeno, ma lui uscì dallâaula convinto dâavere avuto unâidea assolutamente geniale. Che differenza câè tra una processione ed una coda di automobili con le luci accese? Quella sera, al rientro dal lavoro, Lucia se lo stava chiedendo. Per molti la risposta è facile: è la fede, è il significato profondo che è presente nella processione. Ma Lucia non ha fede, e questa non era e non è la sua risposta. Eppure anche per Lucia la differenza câera, la sentiva. La differenza non stava tra lâandare a piedi e lâandare in auto, non stava neppure nella velocità, figuriamoci. La differenza non era tra i fari delle auto e le luci delle candele, eppure câera, la sentiva. La differenza era forse tra i cori della processione e le autoradio accese? Forse. Lucia aveva tempo per pensare, ma capii che razionalmente non sarebbe arrivata a niente, allora smise di pensare, chiuse gli occhi e si concentrò separatamente, distintamente, sui due diversi momenti, sulle due diverse sensazioni. Sentì unâenergia calda uscire dalla parte alta del suo corpo ed espandersi attorno. Si sentiva in un mondo amico, nutrita. Poi strinse gli occhi e la sensazione cambiò. Era vuota, trascinata dalle cose, dagli uomini, dalle situazioni, da un rumore che non riusciva a crescere e diventare suono. Può sembrare strano, ma la conclusione fu chiara, articolata in modo razionale. Per Lucia una processione era un avvenimento collettivo vissuto collettivamente mentre la coda in auto era un avvenimento collettivo vissuto individualmente. Restava una domanda che anche in seguito avrebbe tormentato la mente di Lucia: siamo diventati troppo individualisti per essere capaci di vivere con gli altri, oppure non riusciamo più ad essere individui in una società dove tutto è solo uno spettacolo esteriore? Paolo girò tutto il giorno, senza fermarsi a mangiare e dimenticandosi di bere; ma â girò a vuoto: intorno a lui, solo sguardi neutri, lontani, filtrati; il suo sismografo interno non riusciva a rilevare alcuna vibrazione; nessuno, assolutamente nessuno che potesse portare il nome di Lucia! Le ombre della notte calarono impietose, come uccelli rapaci che diventano sempre più scuri. Ormai la giornata stava per finire e il tempo a sua disposizione era quasi scaduto. Era stanchissimo, ma pronto a seguire Lucia, senza bagaglio e in capo al mondo; pronto, per lei, ad attraversare gli oceani e a scalare le montagne; a darle tutto di sé, tutto quello che aveva e anche quello che non aveva; ma, se non lâavesse trovata, se non lâavesse potuta avere, piuttosto che arrendersi, sarebbe morto. Le sue onde cardiache si accavallavano alle sue onde cerebrali; si rendeva conto della propria follia, ma nello stesso tempo, era felice, perché non si era mai sentito prima tanto determinato e tanto sicuro di sé: il torpore nel quale aveva vissuto tutti quegli anni era del tutto svanito, come se non fosse mai esistito. Sotto un cielo denso di stelle, indecifrabile e lontano, tornò a casa; affranto, ma non ancora distrutto. Lucia accendeva e spegneva in continuazione il televisore, saltando da un canale allâaltro. Stranamente il telecomando funzionava bene e ad ogni pressione di un qualsiasi tasto le immagini cambiavano, sparivano, si riaccendevano. Lucia non aveva voglia di prepararsi la cena, non aveva neppure voglia di cenare, sentiva una strana euforia che le impediva di attendere tranquilla, vivendosi tranquillamente la normalità di tutti i giorni. Il campanello suonò mentre Lucia cercava inutilmente nel telefonino chiamate perse e nuovi messaggi. Era Paolo, lâinquilino del piano di sopra, lo conosceva di vista, lo vedeva di rado: un buongiorno o una buonasera, lui diceva sempre buongiorno, a qualsiasi ora. Aveva in mano una tazza da caffellatte, di quelle orribili, cinesi, lunghe e strette che regalano coi dadi o coi detersivi. Teneva la tazza davanti a sé, quasi allâaltezza del viso, indeciso se nascondere un sorriso imbarazzato. âScusi, ha mica un poâ di zucchero da prestarmi?â | |
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| Da: filippo | 01/10/2010 00:01:34 |
| Credetemi! Non so nulla! Non ho alcuna notizia! Non insistete! | |
| Rispondi | |
| Da: Piera non ricorrente | 01/10/2010 00:11:18 |
| X Giulia Ardito Grazie per le tue preziosissime informazioni. Sei unica, seguo sempre i tuoi interventi con devota ammirazione. Purtroppo per noi credo ci sia poco da fare, ma accetto i tuoi consigli e forse farò un tentativo. Sono contenta che anche gli sfigati ricorrenti non ammessi non rientreranno, soprattutto per l'ostinato ed illuso Giulio Aldito, che come afferma Teo, dovrà affidarsi solo ad improbabili agganci politici e clientelari per essere riammesso. Si illude che in Italia esiste ancora la giustizia con la G maiuscola, e ed è convinto che il Tar Lazio voleva far partecipare al concorso 1450 concorrenti, povero illuso, vedrai sarà smentito dallo stesso Tar Lazio. Con rispettosa devozione ed ammirazione Piera | |
| Rispondi | |
| Da: la notizia | 01/10/2010 00:14:12 |
| c'è | |
| Rispondi | |
| Da: giulia arditi | 01/10/2010 00:35:15 |
| Cara piera L'ostinato Aldito con le sue incazzature è quanto di più erotizzante ci sia a quest'ora e in generale su questo forum quando si trasforma in zorro poi ...è un crescendo di virile erotismo | |
| Rispondi | |
| Da: INSOMMA?!! | 01/10/2010 00:46:18 |
| SE C'è QUANDO SARANNO PRESTO O TARDI QUESTE PROVE? | |
| Rispondi | |
| Da: Zorro | 01/10/2010 07:01:15 |
| Per Giulio Aldito e Piera non ricorrente Ma chi è questa G. Ardito che mi corteggia con tanta spudoratezza? Io penso solo alla mia Lolita Pulido. Possibile che non capisce che tu Giulio la prendi in giro? Secondo me ha "accusato la botta" e la butta sull'erotico per sdrammatizzare. Fingere di chiamarti Piera poi è stato troppo forte, ha abboccato subito, ottima l'esca, hai usato l'adulazione vero? E' tanto vanitosa e non riesce a resistere alla tentazione di mettersi in mostra. Buenos dias a todos | |
| Rispondi | |
| Da: carampana petulantona | 01/10/2010 07:25:58 |
| Grazie caro Giulio ... e felice giorno a tutti... ammessi, ricorrenti ammessi e non, non ricorrenti...tutti un po' vittime di questo concorso! ... a proposito chi di voi va a scanno? | |
| Rispondi | |
| Da: io | 01/10/2010 08:00:28 |
| io | |
| Rispondi | |
| Da: ma | 01/10/2010 08:02:05 |
| ma questa Giulia Arditi, con la storia dell'erotismo non vi sembra un po' p....... | |
| Rispondi | |
| Da: carampana petulantona | 01/10/2010 08:06:26 |
| bene...ci vediamo lì! | |
| Rispondi | |
| Da: livio | 01/10/2010 09:17:07 |
| Cara Giulia e' inutile che inviti il sior Aldito a studiare. Dovrebbe ripartire dai congiuntivi.E la sua amica carampana non è da meno.. Dio li fa e poi li accoppia... e li boccia pure ah ah | |
| Rispondi | |
| Da: Notizie | 01/10/2010 13:48:20 |
| E allora quali sono le date? | |
| Rispondi | |
| Da: Gennaro | 01/10/2010 14:12:40 |
| 4, 5 e 6 febbraio 2011 | |
| Rispondi | |
| Da: lettore | 01/10/2010 14:16:45 |
| la soria d'amore è lunga e non intendo leggerla per nessun motivo. Magari un riassunto sarebbe gradito. | |
| Rispondi | |
| Da: carampana petulantona | 01/10/2010 14:17:46 |
| @livio Ma siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!...sante parole! ...e lode al miur per aver selezionato gente come te! | |
| Rispondi | |
| Da: bia | 01/10/2010 14:21:15 |
| @livio sgradevole.molto | |
| Rispondi | |
| Da: Giulio Aldito | 01/10/2010 14:25:38 |
| Benissimooooooooooooooooooooo!...dici il vero! ...w l'Amministrazione, mi complimento per la selezione, in linea con gli ottimi, coerenti e limpidi quesiti somministrati! | |
| Rispondi | |
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