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Da: RR07/01/2010 19:27:59

- Messaggio eliminato -

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Da: figli di dipendenti07/01/2010 23:14:16
MA quanti di voi sono imparentati con dipendenti o dirigenti inps?
Scrivete, per favore sede e grado di parentela.
Rispondi

Da: nn solo inps07/01/2010 23:16:44

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: porci ladri07/01/2010 23:19:19

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: somministrata08/01/2010 08:25:10
il libro simone è troppo riduttivo secondo me
Rispondi

Da: ...08/01/2010 12:14:51
comunque in italia per trovare lavoro si va avanti con le conoscenze mafiose e politiche !!!!!!!!!
Rispondi

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
Scaricala subito GRATIS!

Da: idonea08/01/2010 12:37:22
La cosa che mi indigna è che in Italia sono avvenuti tanti scandali (finanziari, bancari, sessuali, calcistici etc etc), ma il vaso di Pandora dei concorsi e dell'accesso al lavoro non viene scoperchiato.
E, poi, noi concorsisti (senza sponsor) non abbiamo nessun diritto.
Quante cose strane abbiamo visto, ma di fronte ai mulini a vento...
Lasciamo stare l'INCAZZATURA nei confronti dei precari (un proverbio del mio dialetto dice "il sazio non crede a chi sta al digiuno") in una discussione dove parliamo in due lingue diverse e cominciamo a scrivere lettere ai giornali, cominciamo a porre il problema. In un Paese dove chi ha la pancia piena ti dice "tanto è così e sempre andrà in questo modo" cerchiamo di diventare visibili.
La mia proposta è quella di cominciare a scrivere ai giornali ed ognuno di noi racconta la propria esperienza, una sola lettera viene cestinata, ma tante?
Rispondi

Da: porci ladri08/01/2010 13:53:50

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: o08/01/2010 21:15:44
Bambinone invidioso, la tu meschinità nemmeno mi scalfisce.
Anzichò stare a vagabondare su questo sito che interessa solo gli interinali, vai a lavorare, invidioso e frustato, datti da fare e qualcosa troverai.
Rispondi

Da: per "porci ladri"08/01/2010 21:18:24
Bambinone invidioso, la tu meschinità nemmeno mi scalfisce.
Anzichè stare a vagabondare su questo sito che interessa solo gli interinali, vai a lavorare, invidioso e frustato, datti da fare e qualcosa troverai.
Quando parli,  presentati di chi sei se hai le ................
Rispondi

Da: tante cestinate09/01/2010 08:58:11
tante cestinate perchè chi la legge secondo te?....come.....?


alla polizia?...e siamo sempre li
Rispondi

Da: Figli di dipendenti09/01/2010 09:54:32
E allora vi vergognate?
Possibile che nessun interinale che scrive in questo forum è imparentato?
Rispondi

Da: porci09/01/2010 10:30:28

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: ma ....09/01/2010 12:41:29
.... i dipendenti del call centre dove li avete messi? Anche loro sono sicuri che molto presto verranno assunti all'INPS e già si spacciano per impiegati INPS. Siete proprio ridicoli!
Rispondi

Da: Sono porci ladri09/01/2010 12:59:03

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: a rosikoniiii09/01/2010 20:21:20
state sempre a rosikareeeeeeeeee?

la vita è una ruota oggi a te domani a me chi lo sa.....

però un rosikone resta sempre rosikone

io sono sicuro che se uno di voi vincesse un concorso inps....sicuramente non scriverebbe piu' in questo forum e se per sbaglio dovesse sentire polemiche, critiche, sofferenze di un disoccupato se ne fregherebbe altamente e voltando le spalle sarebbe l'egoista ipokrita per eccellenza...quindi:

ma state zitti...e invece di scrivere in questo forum andate a fare dei lavori qualsiasi anche se mal pagati...

e non rompete alle persone che lavorano seriamente e diligentemente..che sono stati selezionati e che stanno facendo vedere come sanno lavorare...e alla giornata non pensano al domani o ad odiare e disprezzare gli altri.

canta e suona ma...con educazione ed intelligenza.

gli interinali non verranno mai assunti dall'inps stiamo facendo solo iun percorso di esperienza passeggero..e poi tutti a casa quindi non vi preoccupate prima o poi non ci sarà piu' niente da scrivere e nessuno da assumere..tantomeno voi ovviamente spero...perchè avere in azienda persone cosi mi sembra inaffidabile!!!!!!
Rispondi

Da: i coglioni stanno ovunque09/01/2010 20:28:44
dentro e fuori inps....


sicuramente chi ha scrive in questo forum sarà:

1) chi non è stato rinnovato all'inps
2) chi non è stato mai chiamato
3) l'interinale che vuole colpire qualcuno o qualcosa che non gli va piu' bene

essenzialmente un frustrato!!!!
si nasconde perchè nella vita non si assume le responsabilità delle sue opinioni...un senza palle!!!
vive spesso nella vita un'intensa "invidia" che lo uccide, lo innervosisce...vorrebbe avere tutto o sempre di piu'.

hanno istituito le asl anche per un sostegno psicologico
hanno istituito le palestre o i centri relax vedi yoga, massaggi, ecc


RILASSATEVIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII E NON ROMPETE
Rispondi

Da: 1)09/01/2010 20:54:14
Dalle radici sanscrite yuj che significa "unione" o "vincolo", jugit ossia il giogo che si fissa sul collo dei buoi per attaccarli allâaratro, o jukta ossia le cinghie o le briglie che uniscono due o più cavalli un carro da trainare. Yoga indica l'insieme delle tecniche che consentono il congiungimento del corpo, della mente e dell'anima con Dio (o Paramatma), l'unione tra Jivatman (energia individuale) e Paramatman (energia universale). Colui che segue e pratica il cammino dello Yoga è chiamato yogi o yogin (le donne sono dette yogini).

La prima grande opera indiana che descrive e sistema le tecniche dello Yoga è lo Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga), redatto da Patanjali, che raccoglie 185 aforismi. Gli studi tradizionali indiani identificavano Patanjali con l'omonimo grammatico vissuto nel III secolo AC ma studi filologici più moderni hanno postdatato la redazione dell'opera ad un'epoca presumibilmente altomedievale.

La diffusione di pratiche risalenti a quella tradizione in occidente, avvenuta tra il diciannovesimo e ventunesimo secolo, come la meditazione (dhyana), gli esercizi di controllo del respiro (pranayama) o le asana (le celebri "posizioni" con cui lo Yoga viene comunemente identificato tout-court), ha tralasciato quasi sempre gli altri livelli, ed in particolare i primi due iniziali e per questo fondamentali. Ciò è dovuto al fatto che nella società occidentale il rapporto con lo Yoga non è mai stato strettamente relazionato alla religione (in particolare quindi all'unione dell'anima con Īśvara, il Signore), ma è sempre stato inteso come una disciplina che mira al semplice riequilibrio psicofisico dell'uomo e al raggiungimento di un generico stato di "benessere".
Rispondi

Da: 2)09/01/2010 20:55:28
   

IL MASSAGGIO

E' una forma di terapia antica e anche uno dei gesti più naturali che compiamo quotidianamente, dal momento che è istintivo frizionare una spalla indolenzita, o sfregare quella parte del corpo che ci fa male. In pratica è un insieme di diverse manovre eseguite sul corpo per lenire dolori muscolari o articolari, per tonificare il volume di alcuni tessuti, ma anche per preservare e migliorare il benessere psichico, allentando tensioni e fatiche.
Rispondi

Da: 3)09/01/2010 20:56:58
   

rimi giorni in palestraâ Dopo le vacanze, nei centri sportivi e nei fitness club si riversa un gran numero di principianti, perlopiù sedentari, disposti a praticare una qualunque attività ginnica per recuperare la forma. Meglio cominciare con la ginnastica a corpo libero o con gli attrezzi?

Prima carico naturale, poi sovraccaricoâ Sarà giusto? Tutte le attività motorie senza lâuso di attrezzi vengono chiamate âa carico naturaleâ, poiché la resistenza è rappresentata dal peso corporeo. Al contrario, le altre sono considerate più pesanti perché praticate con lâuso di carichi aggiuntivi (pesi e resistenze meccaniche di vario tipo). Tale considerazione porta gli utenti delle palestre, e spesso anche i loro istruttori, a preferire le attività a corpo libero per iniziare lâallenamento dopo un lungo periodo di inattività, anziché quelle con gli attrezzi che sembrano essere più pesanti. Unâaltra considerazione che porta a questa scelta è la necessità, secondo alcuni, di iniziare il programma di allenamento con una fase di condizionamento aerobico (attività aerobiche, quali la corsa lenta, la bicicletta, il nuoto, ecc.), prima di passare eventualmente al potenziamento muscolare con lâuso di attrezzi. Ma dipende dai punti di vista.

Secondo alcuni sondaggi realizzati negli Stati Uniti, molti principianti abbandonano i fitness club a causa di sforzi eccessivi, stanchezza e dolori. Tanti potenziali clienti non si iscrivono per lo stesso timore. Questo avviene a causa di errori nella programmazione dellâallenamento, specialmente per quanto riguarda la mancanza di gradualità del carico. Non è detto che le attività âa corpo liberoâ siano sempre di tipo aerobico e leggere, specialmente per il principiante. Partecipare ad unâattività di gruppo, sia essa di ginnastica semplice oppure una fra le tante attività âmusicaliâ proposte nei centri fitness, non significa sempre fare un lavoro più leggero rispetto alla ginnastica in sala attrezzi. Nel 1991 Dino Potenza notò le reazioni di alcuni principianti che frequentavano un corso di ginnastica a corpo libero: sudorazione intensa, alta frequenza respiratoria (affanno), colore del viso quasi paonazzo, necessità di fermarsi prima della conclusione degli esercizi, ecc. Tale osservazione lo spinse a realizzare una monitorizzazione strumentale per valutare lâintensità dello sforzo in questi soggetti, con lâuso di un rilevatore della frequenza cardiaca (cardiofrequenzimetro ). Ebbene, alcuni principianti di età compresa fra 28 e 40 anni, specialmente ex atleti che in passato avevano svolto attività agonistiche, nella fase centrale della lezione di ginnastica superavano le 160 pulsazioni al minuto, con picchi anche oltre 170. Decisamente troppo. Per comprendere il significato di questa misurazione, occorre approfondire alcune conoscenze sui sistemi energetici dellâorganismo.

Attività anaerobica, aerobica, e concetto di âsogliaâ

Quando si svolge un esercizio, il muscolo utilizza inizialmente le fonti energetiche in esso depositate (ATP e CP), che non hanno bisogno di ossigeno per la combustione. Questo sistema energetico è detto âanaerobicoâ, e possiede unâautonomia di pochi secondi. Se lâintensità dellâesercizio è tale da poter consentire un lavoro prolungato nel tempo, come nella corsa lenta, nel ciclismo su strada, nello sci e nel nuoto di fondo, ecc., sâinnesca il sistema âaerobicoâ che consente lâutilizzo di sostanze energetiche (zuccheri e grassi) la cui combustione comporta il consumo di ossigeno, che viene portato ai muscoli attraverso il sangue arterioso. Ma esiste una particolare condizione in cui lâattività aerobica può diventare poi anaerobica, se si supera la cosiddetta âsoglia anaerobicaâ.
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Poniamo il caso di un principiante che percorre agevolmente un tratto pianeggiante in bicicletta, a buon ritmo, senza eccessiva fatica, con una frequenza cardiaca intorno alle 120-130 pulsazioni al minuto (attività aerobica). Questi ad un certo punto si ritrova ad affrontare una salita. Dopo poco inizierà ad avvertire i primi segni di stanchezza: accelerazione del ritmo cardiaco e della frequenza respiratoria, e sensazione di pesantezza e bruciore muscolare alle gambe. I sintomi sono gli stessi di un esercizio âanaerobico lattacidoâ, per la presenza di acido lattico nei muscoli derivato dai processi chimici della contrazione muscolare. Quando le pulsazioni crescono, infatti, il sangue scorre velocemente e rende sempre più difficile lâosmosi. Un esercizio aerobico può essere intensificato fino ad utilizzare la massima quantità di ossigeno che lâorganismo rende disponibile al muscolo (VO2 Max). Oltre quel limite, quando lâossigeno scarseggia, si innescano i meccanismi anaerobici, con conseguente aumento di acido lattico e del âdebito di ossigenoâ. Lâequilibrio viene poi ristabilito durante il recupero, e lâaffanno diminuisce man mano che il debito di ossigeno viene compensato. Il massimo consumo di ossigeno (VO2 Max) dipende dal grado di allenamento. Solo atleti di alto livello hanno la capacità di consumare quantità prossime al cento per cento del VO2 Max. Sebbene un atleta agonista debba lavorare molto prima di oltrepassare la soglia anaerobica, ad un principiante basterà elevare di poco lâintensità dellâallenamento per avere un debito di ossigeno. Durante la salita affrontata da quel ciclista principiante si è verificato un passaggio dal lavoro aerobico a quello anaerobico lattacido, nel momento in cui è stata superata la soglia anaerobica. Da quel punto in poi, pertanto, lâesercizio diventa simile a quello del bodybuilder che solleva i pesi. Anche nel pieno di una intensa lezione di ginnastica a corpo libero, dopo salti, slanci, piegamenti, flessioni, il malcapitato principiante ha il cuore in gola e si sforza per mantenere il passo. Al termine, avrà tanta stanchezza e lâillusione di aver fatto un allenamento aerobico a carico naturale.

Allenamento su misura per il principiante

Le prime sedute di allenamento dovrebbero essere moderate, limitando il più possibile i sintomi della stanchezza che potrebbero demoralizzare anche il principiante più motivato. Nella sala attrezzi è possibile iniziare anche con esercizi aerobici sulle macchine per il cardio-fitness (cyclette, vogatore, tapis roulant, stepper, ecc.) misurando con esattezza lâintensità dello sforzo senza rischio di eccessi. Anche lâuso dei pesi o degli attrezzi a contrappesi è idoneo al principiante. Un programma di esercizi con il metodo âa circuitoâ, ad esempio, con carichi leggeri, può rispondere a tali esigenze, per ottenere un condizionamento generale. Lâuso dei pesi, quindi, non serve solo per lâallenamento di potenziamento, e non è detto che sia più âpesanteâ di esercizi a corpo libero. Non dobbiamo dimenticare che lâeccesso di peso corporeo interessa circa la metà della popolazione. Per chi è in sovrappeso, praticare esercizi a corpo libero è spesso un problema. Il sovrappeso rappresenta un notevole sovraccarico naturale. Molte volte, macchine ed attrezzi consentono di escludere o ridurre il peso del corpo durante lâesercizio, quindi di diminuire il carico rispetto al movimento a corpo libero, salvaguardando le articolazioni instabili e garantendo ugualmente lâeffetto allenante, con unâampia mobilità articolare. Certe macchine a contrappesi consentono perfino di usare il carico con un effetto di trazione e di alleggerimento per la struttura portante. Questi aspetti sono stati trattati anche nella pagina relativa allâallenamento con i pesi nellâetà dello sviluppo. Per rispettare il principio di gradualità dellâallenamento, il principiante dove allenarsi a livelli dâintensità molto inferiori rispetto alla soglia anaerobica. Purtroppo, nelle attività di gruppo di qualunque genere, dove spesso il ritmo è sostenuto, si oltrepassa facilmente questo limite, a meno che non siano attività leggere, di ginnastica dolce o stretching, programmate appositamente per i principianti o per gli anziani. Diversamente, sarebbe preferibile svolgere nelle prime settimane un programma di allenamento personalizzato nella sala attrezzi, in modo che lâutente possa essere più libero di adeguare i carichi e i tempi di recupero in base alle proprie esigenze, senza subire il condizionamento del ritmo imposto dallâistruttore e dal gruppo stesso.
Rispondi

Da: 4)09/01/2010 20:58:28
   

Il volontariato è un'attività libera e gratuita svolta per ragioni private e personali, che possono essere di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo o di qualsiasi altra natura.

Può essere rivolta a persone in difficoltà, alla tutela della natura e degli animali, alla conservazione del patrimonio artistico e culturale. Nasce dalla spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti, o non affrontati, o mal gestiti dallo Stato e dal mercato. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel "terzo settore" insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del diritto pubblico.

Il volontariato può essere prestato individualmente in modo più o meno episodico, o all'interno di una organizzazione strutturata che può garantire la formazione dei volontari, il loro coordinamento, la continuità dei servizi.
Rispondi

Da: 5)09/01/2010 20:59:31
La socializzazione è quel processo di trasmissione di informazioni attraverso pratiche e istituzioni capaci di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato fino a quel momento grazie a due particolarità:

    * Ogni società ha una vita più lunga rispetto agli individui che la compongono
    * Il patrimonio culturale comprende lâinsieme di competenze sociali di base e competenze specialistiche che diversificheranno la società. Si ha per questo motivo una âsocializzazione primariaâ che assicura il primo obbiettivo; e una âsocializzazione secondariaâ che si occupa del secondo.

Il primo stadio riguarda i primi anni di vita di un bambino, fino circa lâinizio delle scuole primarie. Segue poi la fase successiva che dallâinizio della scuola si protrae per tutto lâarco della vita. Il patrimonio culturale di generazione in generazione viene modificato, in quanto la società continua a modificarsi di fronte a nuovi fattori. Per questo una parte del patrimonio (la parte obsoleta) viene di volta in volta accantonata e lascia spazio allâinnovazione.

In altre parole, la socializzazione è un processo di apprendimento che porta i minori, inseriti in un determinato contesto sociale e culturale del quale assimilano le norme e condividono il linguaggio e il riferimento ai valori, a preferire specifici codici di comportamento, modalità alimentari, interpretazioni della realtà sociale.
Rispondi

Da: 6)09/01/2010 21:01:15
Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. Eâ attenzione, considerazione e riguardo per le persone, le istituzioni e le cose. Eâ la prima categoria dâogni forma educativa che non può essere insegnata, ma che si apprende con lâesempio, la prassi, lâimitazione e lâidentificazione.


Personalmente ho introiettato questo sentimento dalle parole, dai gesti e dagli sguardi di mio padre che ha sempre giustificato i contegni offensivi altrui, affermando che non sempre âciò che si dice corrisponde a ciò che si pensaâ.



Ho conosciuto anche il mio nonno paterno, alto due metri, cento chili di peso, lunghi baffi bianchi, busto eretto e simpatica pancetta ben camuffata dalla sua statura corpulenta. Mio padre ne aveva una grande venerazione ed un profondo rispetto. Io di mio nonno ricordo il sorriso, le carezze e le fette di cocomero che amabilmente mi preparava quando ero con lui. Mi prendeva sotto le braccia e mi gettava in aria facendomi volare sotto lo sguardo preoccupato di mia madre ed il sorriso compiaciuto di mio padre.



Da queste semplici âricordanzeâ, mi permetto di dedurre che il rispetto dipende essenzialmente da ciò che ognuno di noi ha ricevuto dagli altri. E se tu sei stato rispettato nella tua entità di persona, tu rispetterai anche le Istituzioni e le cose.



Il rispetto è come lâamore: se lo hai ricevuto nelle forme giuste riesci a darlo correttamente. In caso contrario lo impari come una lezione scolastica, ma non è la stessa cosa: rimane un apprendimento razionale troppo lontano dal vissuto emotivo. Che fare, allora, in unâepoca in cui i figli uccidono i genitori e i genitori uccidono i figli?



Tornare alla psicologia del buon senso. Ma che cosâè il buon senso oggi, se non si prende in considerazione lâuomo nella sua individualità per fargli vivere quei sentimenti che determinano la sua personalità?



Da unâanalisi storica, purtroppo, dobbiamo costatare che lâuomo raramente ha dimostrato buon senso, perché ha fatto sempre guerre ed ha sempre inventato armi per uccidere: dapprima ha ucciso con le pietre, le spade e le frecce, per legittima difesa, poi ha inventato i fucili, le bombe e le armi chimiche per offendere ed imporre il proprio dominio, la propria religione e la propria ideologia.



La psicologia, una volta definita scienza dellâanima, considera il rispetto come elemento fondante dâogni rapporto interindividuale ma, a volte purtroppo, si allontana da questo principio spinendosi verso forme di tolleranza ingiustificata, senza considerare che l'eccessivo permissivismo è tanto dannoso quanto l'eccessivo autoritarismo. Segue così,la moda dei tempi perdendo il rapporto con la scienza dell'anima che agisce sui tempi.



Ma si sa, la psicologia non è una scienza esatta e l'antico animale si è civilizzato un po' troppo perdendo il senso del rispetto e si è messo in testa che libertà non significa collaborazione ma fare ciò che uno vuole.



â Per salvarci â" scrive il giornalista Eduardo Galeano in âMemoria del fuegoâ â" dobbiamo raggrupparci. Come le dita di una stessa mano. Come le anatre di uno stesso stormo.Tecnologia del volo collettivo. La prima anatra si lancia ed apre la strada alla seconda che indica il percorso alla terza, e la spinta della terza fa spiccare il volo alla quarta, che trascina la quinta, e lo slancio della quinta provoca il volo della sesta, che fa coraggio alla settimaâ Quando lâanatra esploratrice si stanca, raggiunge la coda dello sciame e lascia il posto ad unâaltra che risale alla punta di questa V capovolta che le anatre disegnano in volo. Tutte a turno prenderanno la testa e la coda del gruppo.â

Rispondi

Da: 7)09/01/2010 21:02:52
ILa storia del Parapendio comincia nel 1965 con la messa a punto della Sailwing da parte di Dave Barish. Egli chiamò questa nuova disciplina slope soaring (volo di pendio). Parallelamente a questa invenzione, Domina Jalbert creò un paracadute dotato di cassoni da utilizzarsi al posto del paracadute parabolico: il parafoil.

Dave Barish e Dan Poynter effettuarono, nel 1966 e nel 1968 numerose dimostrazioni di slope soaring su di un trampolino da Salto con gli sci. Numerosi alpinisti cominciarono ad interessarsi a questa pratica, vedendovi un modo rapido ed efficace, e non ultimo divertente, di planare dopo un'ascensione.

Nel 1978, tre paracadutisti francesi (Jean Claude Bétemps, Gérard Bosson e André Bohn) decollarono con i paracadute rettangolari dal monte Pertuiset, presso Mieussy in Alta Savoia (F). Furono solo i primi di molti paracadutisti che cominciavano ad interessarsi al volo di pendio.

Laurent de Kalbermatten inventò nel 1985 il Randonneuse, il primo parapendio concepito specificamente per il volo. Era un mezzo più efficiente, più facile da gonfiare e dalle maggiori prestazioni dei paracadute di allora. Il parapendio non cesserà più di evolversi, tanto come materiali utilizzati che come tecniche di costruzione, divenendo un sport a se stante.

Il primo campionato del mondo di parapendio si tenne nel 1987 a Verbier, mentre il primo campionato del mondo di acrobazia si è tenuto nell'agosto del 2006 a Villeneuve.

Difficile considerare quale sia il modello più prototipo a causa delle continue evoluzioni, attualmente però il più tirato dovrebbe essere il DEATHBLADE 13.01 di una piccola casa austriaca.
Attrezzatura [modifica]
Struttura dettagliata di un parapendio

L'attrezzatura necessaria al volo è composta da un'ala (generalmente chiamata vela dai parapendisti), alla quale è sospesa la selletta del pilota tramite due cavi funicolari. Il pilota controlla il volo tramite due comandi, i freni aerodinamici. Tutte le vele sono dotate di un dispositivo di accelerazione da controllare con i piedi, detta comunemente "pedalina" che, agendo in modo diversificato lungo il profilo alare, consente una migliore performance di velocità o efficienza a seconda della regolazione e comunque in base alle condizioni aerologiche (es. migliore "penetrazione" del profilo dell'ala rispetto all'aria nel caso in cui vi sia la necessità di avanzamento più rapido con vento (contrario) forte). Agendo sulla pedalina; comunemente chiamata SPEED, si va a variare l'incidenza dell'ala. Tale variazione comporta un aumento della velocità. Curiosamente in Italia non è obbligatorio per legge il paracadute d'emergenza. Nonostante non ve ne sia l'obbligo questo è comunque adottato dalla totalità dei praticanti ed è normalmente integrato nella selletta. Si tratta di un paracadute "a calotta" estraibile mediante una maniglia di estrazione.
L'ala [modifica]

L'ala del parapendio, fabbricata in tessuto particolarmente resistente e leggero,non è rigida e la forma è mantenuta dalla pressione interna, creata dinamicamente dal flusso dell'aria sulle bocche anteriori dell'ala o "vela" come viene comunemente chiamata dai praticanti. La vela è costituita da una serie di cellule dette cassoni, che gonfiandosi d'aria mantengono gonfia la struttura dell'ala. Sono separati gli uni dagli altri da centine che collegano la parte superiore dell'ala (estradosso) da quella inferiore (intradosso). I cassoni sono, nella maggior parte dei casi, traforati per permettere la circolazione dell'aria all'interno della vela ottenendo così un gonfiaggio ed un comportamento in volo il più uniforme possibile. Si può immaginare la vela divisa in due metà, dette semiali destra e sinistra.

La parte superiore dell'ala è chiamata estradosso, la parte inferiore intradosso.
Gleitschirm Schema.png
   

   1. Estradosso
   2. Intradosso
   3. Centine
   4. Centine diagonali
   5. Fascio superiore
   6. Fascio intermedio
   7. Fascio inferiore
   8. Bretella

Fascio funicolare [modifica]
Rispondi

Da: 7)09/01/2010 21:04:34
Niente tarocchi, filtri dâamore e crociere per singles: per trovare lâamore occorre soltanto dichiararsi alla persona che ci attrae ed il gioco è fatto.
Sembra più semplice di quanto si pensi, a quanto affermano i ricercatori dellâUniversità di Aberdeen, in Scozia. Sembrerebbe, infatti, che il segreto per riuscire a fare breccia nel cuore degli uomini e delle donne più resistenti ad ogni avances sia proprio la sincerità.

Dichiarare i propri sentimenti è più efficace di cenette romantiche a lume di candela e di trucchi e sotterfugi per spiare le mosse dellâamato/a.
Se siete timidi e non riuscite proprio a confessare apertamente il vostro amore, niente paura: secondo gli studiosi è sufficiente anche soltanto farlo capire. ma senza ambiguità e senza lasciare adito a dubbi. Buona fortuna, fateci sapere!
Rispondi

Da: 8)09/01/2010 21:06:05
Un tizio: - scusi sa che ore sono? e l'altro _ no, non porto mai l'orologio! il tizio: e se proprio deve sapere l'ora?- beh vado a casa e suono la tromba e qualcuno mi dirà...hai finito di suonare alle TRE DI NOTTE?     

Inviato da davi il 12/11/2009, 16:23 Inviato 3 Volte Voto: 4.36

Un uomo su il motorino, senza patente e senza casco viene fermato da un carabiniere che gli dice: 'Si fermi, voi senza patente, senza casco e come lo mettiamo?' E il signore risponde: 'La mettiamo vicino al muro perche' e' pure senza cavalletto'.    

Inviato da generso il 10/10/2009, 14:16 Inviato 8 Volte Voto: 5.71

come si chiama la bambina piu brutta del mondo???= so*scita*na*kagata    

Inviato da alessandra il 25/9/2009, 7:53 Inviato 5 Volte Voto: 6.43

Due funghi in camera da letto...Lui: dai spogliati. Lei: Porcino!    

Inviato da Andrea il 25/8/2009, 19:29 Inviato 6 Volte Voto: 6.58

un uomo muscoloso entra in un bar e dice: chi'e' piu' forte di me?si alza un'armadio e dice: io? allora dammi una mano a spingere la macchina    

Inviato da enzo il 3/8/2009, 17:35 Inviato 5 Volte Voto: 5.93


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agevoliamo il traffico......investiamo un vigile    

Inviato da damiano il 29/5/2009, 16:58 Inviato 1 Volte Voto: 5.22

Al telefono: "Pronto?". "E' il Sig. Rossi?". "Si', sono tutto orecchie...". "E chissà quanto sei brutto!!!"    

Inviato da paolo il 13/5/2009, 19:31 Inviato 3 Volte Voto: 6.35

papa papa posso andare in bicicletta??hai imparato lalfabeto??no di nuovo papa papa posso andare in bicicletta??hai imparato l'alfabeto si !dimmelo!a-b-cicletta    

Inviato da gg il 5/5/2009, 14:50 Inviato 6 Volte Voto: 5.22

Ci sono due scoregge, una piangie e l' altra gli chiede :"Perchè piangi"? E l'altra risponde :"Il padrone mi ha mollato"!!    

Inviato da gino il 1/4/2009, 5:35 Inviato 16 Volte Voto: 6.58

Una signora deve fare la fila al cimema per pendere il biglietto.Solo che non voleva farla e allora passa davanti a tutti.E un signore gli fa:-"Guardi,scusi,lei,ma guardi che si deve fare la coda.è!?E la signora risponde:-"Perchè non sto bene con i capelli sciolti?    

Inviato da Ilaria sar 11 il 19/1/2009, 20:39 Inviato 25 Volte Voto: 5.99


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Powe
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Da: 9)09/01/2010 21:08:59
  Fiducia nella vita
PostDateIcon Lunedì 29 Agosto 2005 15:50 | PostAuthorIcon Author: Roberto Bianchi |

Nel regno di Bussin, Giova il leopardo, vagava alla ricerca di un angolino presso il quale riuscire ad assaporare la vita,ma non riusciva a trovare serenità.
Vedo tutto nero e buio!pensava Giova.
In cielo câera un bellâarcobalena.
Le colline erano in fiore.
Gli usignoli cinguettavano.
Mamma orsa curava i suoi piccoli.
Giova era triste.
Non si accorgeva dellâiride nella volta celeste.
Anziché assaporare il tepore dei raggi solari avvertiva la brezza del dopo temporale.
Sono nervoso!Tutto mi pare brutto!
Il leopardo girava su stesso e scalpitava.
Aveva visto lâamore materno dellâorsa. Assistette anche a uno scambio di effusioni tra due pavoni, ma non vedeva lâamore.
Non era capace di apprezzare le belle soddisfazioni dellâesistenza.
Il pessimismo imperava nel modo di vedere di Giova.
Vide passare un altro leopardo affamato.
Giova aveva nella sua tana una discreta scorta di cibarie, ma anziché venirgli in mente di offrire qualcosa allo sventurato compagno, corse a proteggere i suoi averi.
Lâegoismo era il suo primo sentimento,e tutto gli pareva così oscuro e triste.
Non câerano speranze nei vissuti di Giova, non câera amore, non câera fiducia nella vita.
Poi Giova vide una piccola marmotta.
Gli fece tenerezza.
Lo guardava coi suoi occhi dolci, cercando di ammorbidirlo e renderlo amichevole.
Hai bisogno dâaiuto?domandò Giova alla marmotta.
La marmotta rispose:
Ho freddo!
Vieni vicino a me che ti riscalderò!rispose il leopardo acconsentendo al piccolo roditore di accostarsi a lui.
Giova venne preso da un grande sentimento di soddisfazione.
Cominciò, con questa nuova amicizia, a vedere le cose in un altro modo.
Si accorse dellâarcobaleno e dei colori del sole.
Vide lâamore di mamma orsa per i suoi orsacchiotti.
Si accorse che per vedere il bello nel mondo bisogna predisporsi a volerlo scorgere.
Troppe volte neghiamo alla cose della vita di illuminarci,e la mancanza di fede e di fiducia pervade il nostro spirito.
Ci vuole tanto ottimismo per poter vivere bene!!!!!!Da quel giorno Giova cambiò il suo modo di atteggiarsi allâesistenza. Non fu più triste, e guardando il pianeta con occhio positivo si accorse che vivere era stupendo.
Rispondi

Da: 9)09/01/2010 21:11:37


Racconti Oltre Racconti, Poesie, Aforismi
A chinese lion statue
Benvenuti


Racconti Oltre è lo spazio dedicato a tutti coloro che amano scrivere per dar vita alle proprie fantasie, ai propri sogni, ai propri sentimenti, ai propri pensieri.

Un luogo dedicato a tutte le persone che vogliono comunicare, per far sentire la propria voce.

Se anche tu hai scritto dei Racconti brevi, delle Poesie, degli Aforismi, puoi pubblicarli gratis su queste pagine e condividerli con tante altre persone che come te amano affidare alla parola scritta il frutto del proprio pensiero.

"Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate". (C. Magris)

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Tutto in una notte

ivan bui Gennaio 9th, 2010

Una notte bellissima: la città deserta si mostra senza pudore, un ubriaco litiga con un nemico invisibile, un mendicante poggiato a una colonna sembra indeciso sul da farsi, una prostituta cammina sostenendo il peso di tanti anni di duro lavoro.
Sarà la mia faccia, sarà lâumidità che rende faticoso perfino respirare, ma nessuno accenna un gesto, [...]
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Il mostro

Sergei Gennaio 8th, 2010

Credono di sapere tutto. Pensano di poter parlare di qualsiasi cosa. Ti danno consigli, ti dicono di fare così perché solo così potrai raggiungere la felicità. LORO sanno tutto, tu niente. Povero demente. Che cosa credevi? Fanno finta di non capire. Parli, dici, ma presto la voglia perde ogni entusiasmo di comunicare e così ti [...]
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Arte è genialità

Ignazio Amico Gennaio 7th, 2010

Incontro opere crude di mani inesperte,
tentativi mal riusciti di dar forma
ad una bellezza che non si possiede,
materia sciupata, agonizzante, delusa.
Arte è splendore di una meta
che solo il genio creando raggiunge,
strappandosela dal petto
nel sanguinare del [...]
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Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa âInsieme nel mondoâ

Redazione Gennaio 4th, 2010

Con Richiesta di Patrocinio della Regione Liguria e della Provincia di Savona viene indetta lâottava edizione del premio internazionale di Poesia e Narrativa edite ed inedite INSIEME NEL MONDO. Il premio si articola in 6 sezioni:
- Poesia inedita da inviare in 4 copie della quale una con i dati completi del partecipante.
- Silloge (min 5 [...]
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Premio Nazionale di Narrativa âValerio Gentileâ

Redazione Dicembre 30th, 2009

BANDO XIII Edizione
- Possono partecipare autori italiani o di diversa nazionalità, che al 31/12/2009 abbiano unâetà inferiore ad anni 30.
- Il Concorso è riservato ad opere di narrativa inedita ed in lingua italiana.
- Alle composizioni designate dalla Giuria saranno assegnati i seguenti premi:
- 1° PREMIO
- Pubblicazione dellâopera in una Collana di prestigio di Schena Editore
- [...]
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Le renne in sciopero

Lucia Manna Dicembre 24th, 2009

Non so se tutti conoscono i veri nomi delle renne di Babbo Natale, per questo prima di raccontarvi questa storia voglio elencarveli uno ad uno.
Comet, Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Donder, Blitzen, e Cupid.
In Italiano, possiamo tranquillamente chiamarle, Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido.
A queste renne, un giorno di tanti anni fa, si [...]
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Neve a Firenze

SANDRA CARRESI Dicembre 23rd, 2009

Eâ arrivata improvvisa,
silenziosa, soffice,
mentre un cielo bianco
faceva da spettatore,
nessuna nuvola testimone
di un fenomeno così
inconsueto per i fiorentini.
Magica [...]
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La pensione per Marisa

Giorgio Alice Dicembre 22nd, 2009

La signora Marisa cammina claudicante per via del gonfiore alle gambe e dei tacchi consunti delle sue scarpe che avrebbero bisogno di Giacomo, il ciabattino, che però vorrebbe dodici euro per la riparazione. Giacomo, che conosce Marisa da molti anni, le ha anche detto che sarebbe una spesa inutile perché la scarpa è vecchia, non [...]
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Non si sa mai

Raf Dicembre 21st, 2009

Tu scrivila ugualmente.
Mettici tutto ciò che senti.
Qualcuno, prima o poi,
la leggerà.
Forse lo farai tu stesso,
tra un paio dâanni
e qui ritornerai
per riprenderti [...]
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La Linea sottile del Tempo

maren Dicembre 20th, 2009

La sottile linea che circonda il pensiero,
la barca sommersa
il finto presente;
tutte le nuvole stanno a guardare
in un giro di cielo
dove cercano, insicuri, tra robe
i cerchi del mondo
che vibrano sottili [...]
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Da: 9)09/01/2010 21:13:47
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Io sono qui per condividere fantasie, null'altro,
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Niente poesia
Fantasie di Virginie in fantasie hot

"Stasera non sono in vena di poesia", le aveva detto lui seccamente al telefono. Lei sapeva benissimo cosa significava, qual'era il sottinteso a quelle parole... non ho voglia di preliminari, ho solo voglia di sesso, di scopare senza dovermi preoccupare di compiacere chi ho sotto di me, di sesso bestiale e basta... In genere, quando gli prendeva così, evitava di incontrarla, forse per pudore, o per vergogna, e lei sapeva -pur senza averne conferma- che sarebbe andato a cercare altrove dove sfogare i suoi istinti e sarebbe rientrato solo molto tardi, dopo essersi calmato.

"Ed io stasera non ti chiederò poesia", aveva risposto lei senza esitazioni, lasciandolo senza parole per un lungo, interminabile momento.

"Non esiste" aveva risposto subito. Ma l'idea aveva iniziato a stuzzicarlo. "... Ma sei sicura"

"Sicura", aveva risposto ancora lei. E aveva chiuso la telefonata, prima che lui potesse tirare fuori altre obiezioni, prima di cambiare idea lei stessa. Perché, in realtà, l'iidea di trovarsi di fronte il proprio uomo ben diverso da quello a cui era abituata, di confrontarsi con il suo lato più animalesco e privo di riguardi, la spaventava quasi quanto la eccitava.

Ma sul fatto che la eccitasse non c'erano dubbi, perché era già abbondantemente bagnata. E così era anche al suo arrivo, forse perché l'idea di quanto sarebbe potuto accadere non l'aveva abbandonata neanche un attimo.

giovedì, 02 luglio 2009,13:41
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Ma è fantastico
Fantasie di Virginie in sexy stile

Magari un po' scomodo, ma assolutamente fantastico!!!


martedì, 16 giugno 2009,14:38
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Foto
Fantasie di Virginie in fantasie visive

In mancanza di ispirazione per i racconti, vi lascio un'immagine su cui fantasticare un po'...


domenica, 15 marzo 2009,21:12
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Buon anno!!!
Fantasie di Virginie in feste


giovedì, 01 gennaio 2009,18:16
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Auguri
Fantasie di Virginie in feste

In attesa di riprendere i miei racconti più ispirata che mai, vi lascio i miei migliori auguri per queste feste!!!


mercoledì, 24 dicembre 2008,17:48
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Stanza 747
Fantasie di Virginie in fantasie speziate

Solo il pensiero della yakuzzi che l'attendeva nella stanza dell'hotel aveva permesso a Linda di arrivare alla fine della giornata mantenendo il sorriso nonostante l'interminabile riunone del mattino e l'estenuante visita pomeridiana all'azienda di cui stava traducendo l'acquisizione ed ora non vedeva l'ora di poter dare sollievo alle gambe strette in un serioso tailleur ed ai piedi che reclamavano per le troppe ore passate sui tacchi alti.

Alla reception chiese, con impeccabile accento locale, di non essere disturbata fino all'indomani, ordinò la colazione in camera e la sveglia alle 7. Poi notò che l'uomo che attendeva accanto a lei che tornasse un'altro degli addetti la fissava con insistenza. Era sicuramente arabo, di carnagione chiara ma con scurissimi capelli neri ed occhi altrettanto scuri e penetranti. Ricambiò un istante lo sguardo e quindi si diresse all'ascensore per arrivare presto in camera ed al bagno che tanto agognava. Ma prima di salire lanciò ancora una breve occhiata all'uomo, per vederne anche il fisico, proporzionato, snello alto e con i muscoli lievemente delineati, trovandosi così ad incrociarne nuovamente lo sguardo.

Nonostante un attimo di turbamento provocato da quello sguardo, salì decisa in camera e chiuse a chiave la porta. Si spogliò lentamente mentre aspettava che l'agognata yakuzzi si riempisse di acqua calda e si immerse.

... Prosegue

giovedì, 04 dicembre 2008,12:07
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Immagine
Fantasie di Virginie in fantasie visive

Ok, questo è un blog di racconti e non fotografico, ma coe potevo non inseire un'immagine così bella e fonte di potenziale ispirazione...


martedì, 18 novembre 2008,17:08
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Buone vacanze!!!
Fantasie di Virginie in feste

Speravo di lasciarvi con un ultimo racconto prima delle sospirate vacanze, ma non ce l'ho proprio fatta e domattina l'aereo decolla molto presto, troppo per riuscire a scrivervelo ora.

Ma prometto che al mio ritorno avrò nuove fantasie roventi da condividere con voi... intanto vi auguro


sabato, 02 agosto 2008,23:30
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Senza parole
Fantasie di Virginie in varie

(ANSA) - ROMA, 1 GIU - Una maratona di masturbazione si è tenuta ieri per la prima volta in Europa in una cittadina vicino a Copenhagen, Ishoej.

Uomini e donne dai 18 anni in su, nudi o con abbigliamento sexy, forniti di giornali porno e giocattoli erotici e con il volto coperto da una mascherina, si sono masturbati dalle 11,30 del mattino fino alle dieci di sera nella struttura per spettacoli Swingland.

Al termine, si è tenuta la premiazione dei migliori praticanti dell'autoerotismo.


lunedì, 16 giugno 2008,11:31
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Un caldo pomeriggio
Fantasie di Virginie in fantasie hot

Riemergo ora da settimane di studio intenso e di viaggi con una nuova fantasia. Avete ragione, il racconto precedente se l'è "mangiato" splinder... vedrò di rimediare prossimamente. Intanto godetevi questo, sono certa che non resterete delusi!

Era un pomeriggio d'estate e Sandra era in parte accaldata ed in parte annoiata. La temperatura esterna era troppo alta per aver voglia di uscire, ma in casa oltre a godere dell'aria condizionata non sapeva cosa fare.

Fu avvicinandosi alla porta finestra della cucina che lo notò, sul balcone di fronte al suo: un uomo sulla trentina, biondo, a torso nudo per il caldo, con una splendida muscolatura resa lucida dal sudore. Stava lavorando delle assi di legno con una pialla e altri strumenti e lei si fermò a guardarlo.

Iniziò a studiare ogni dettaglio di quella muscolatura che si muoveva in accordo con i movimenti dell'uomo, in modo deciso ma estremamente fluido. Quando smise di concentrarsi sul particolare dei muscoli e lo guardò in viso, anche l'uomo pareva fissarla.

Ma non era possibile, lei era dietro la tenda, non poteva mica vederla, si disse. E così continuò come se nulla fosse a fissarlo mentre lavorava. Ma ogni volta che lo guardava in viso si sentiva penetrare dai suoi occhi.

Il movimento delle mani dell'uomo sulle tavole di legno era ripetitivo e ipnotico, andavano senza sosta su e giù per rendere il legno sempre più liscio... e lei si trovò a pensare che avrebbe tanto voluto essere al posto di quella tavola sotto le sue mani. Se era così deciso e attento con un oggetto inanimato chissà come avrebbe potuto essere con un corpo...

Istintivamente, senza nemmeno accorgersene, si infilò una mano nell'apertura della camicetta e scese sul seno. E l'uomo sembrò rallentare nel suo lavoro, quasi fermarsi per un istante. Che la vedesse davvero, dietro la tenda? Che anche lui la stesse guardando con il suo stesso interesse?

Decise di provare a capire se era così ed iniziò lentamente a sbottonarsi la camicetta. L'uomo si sollevò per un istante dalla posizione di lavoro passandosi un braccio sulla fronte per asciugare il sudore, guardandola sfrontatamente.

Ora Sandra era certa che la vedesse e che stesse godendo di quella visuale tanto quanto lei godeva nel veder muovere il corpo di lui. E così continuò a giocare.

Con la camicetta ormai aperta, ma senza sfilare il reggiseno, fece emergere i seni da dietro il pizzo e prese a stuzzicarli con le dita, vedendo i capezzoli indurirsi ancora di più. Nella giornata già tanto afosa si sentiva sempre più accaldata nonostante l'aria condizionata... così iniziò a giocare con un cubetto di ghiaccio.

Dapprima se lo passò sulla nuca, poi lo fece scendere nel solco tra i seni ed alla fine prese a passarlo sui capezzoli, sempre più duri e gonfi. Avrebbe voluto che fosse la bocca di quell'uomo a giocarci, mentre con le mani la accarezzava come stava facendo, voluttuosamente ora, con le tavole a cui lavorava.

Dopo un po' giocare con i seni non le bastava più. La sua eccitazione stava crescendo sempre più, tenere le mani lontane dal sesso che sentiva ormai bagnato e caldo era quasi impossibile e così si tirò su la gonna e cominciò ad accarezzarsi attraverso le mutandine.

E lui, ancor più sfrontatamente, si portò una mano all'inguine e si accarezzò il sesso ormai visibilmente gonfio dentro i pantaloni.

Il pizzo contribuiva a solleticarle il clitoride, ma lei desiderava molto di più. Avrebbe voluto sentire qualcosa di duro e altrettanto caldo che la penetrava, avrebbe voluto che quell'uomo che continuava a fissare la prendesse...

Si lasciò cadere in ginocchio e divaricò le gambe, continuando ad accarezzarsi mentre con gli occhi chiusi immaginava che fosse quell'uomo a farlo, che le tormentasse le piccole labbra ed il clitoride con tanto piccoli tocchi sapienti di quelle mani salde ma delicate, per portarla sull'orlo dell'orgasmo e poi ritrarsi, torturandola in questo modo a lungo come stava facendo lei stessa alla finestra.

Quando riaprì gli occhi, l'uomo non era più sul balcone e per Sandra fu come una doccia fredda. Pensò che fosse andato a dare sfogo alla sua eccitazione in qualche modo e decise di spogliarsi e andare a ricomporsi sotto una vera doccia fredda, ma mentre si avviava verso il bagno sentì bussare alla porta.

Non fece neanche in tempo ad aprire che lui, senza dire una parola, le aveva già infilato la lingua in bocca e le mani ovunque. Non c'era bisogno di preliminari, non avevano fatto altro alla finestra, lui la spinse su un divanetto nell'ingresso e abbassati i pantaloni la penetrò.

Era duro e caldo come Sandra lo aveva immaginato mentre si accarezzava, grosso come le era sembrato attraverso i pantaloni e la riempiva completamente mentre entrava lento ma deciso.

Ma non era comodo, sopra di lei in un divanetto troppo piccolo, così vi si appoggiò normalmente e fece sedere lei sopra di lui, ad impalarsi su quello strumento che aveva tanto desiderato. In quella posizione, mentre andava su e giù sull'asta dell'uomo il suo clitoride veniva stimolato continuamente dallo strusciamento dei corpi e lui aveva la più ampia possibilità di esplorare ogni centimetro del suo corpo con quelle mani salde, dure eppure delicate.

In qualsiasi punto passasse scatenava brividi e scariche elettriche, mentre il clitoride la portava ad un primo e poi ad un secondo orgasmo.

Alla fine, lui smise di accarezzarla e la afferrò saldamente per le natiche, portandola a seguire il suo ritmo con spinte più profonde e veloci e mentre lei si riprendeva dal terzo orgasmo vene con un gemito liberatorio.

Quindi si rivestì e, sempre senza dire una parola, tornò al suo lavoro nella calura estiva.

giovedì, 15 maggio 2008,15:14
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Da: 9)09/01/2010 21:16:10
Polemica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Il termine polemica deriva dal greco "π¿»µμιºός" che significa "attinente alla guerra", e designa quindi una sorta di guerra, per lo più verbale, condotta contro un avversario detto bersaglio della polemica. Può indicare un atteggiamento reciproco oppure unilaterale. Normalmente, la parola ha spesso una connotazione negativa, sicché si sente parlare di polemica diffamante, vergognosa, controproducente. Dato però che si tratta di un atteggiamento eminentemente verbale, non è detto che la polemica sia sempre e necessariamente un modo di fare da considerare in maniera negativa. Perfino la teologia cristiana vanta una tradizione polemica che dispone di un apparato formale preciso, laddove la polemica non è altro che il contrario dell'apologetica. In passato, la polemica era una disciplina praticata in diverse università.
Indice
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    * 1 Considerazioni generali
    * 2 Considerazioni linguistiche
          o 2.1 Esempio
    * 3 Note
    * 4 Bibliografia

Considerazioni generali [modifica]

Usare la polemica nel rapporto di relazione implica spesso, nell'intenzione di partenza, una situazione di potere, dove chi porta avanti il discorso polemico non desidera raggiungere un accordo comune, ma vuole imporre la propria idea sull'altro, camuffandola come discussione.

La polemica nella comunicazione tra adulti è in genere negativa, perché rigira su circoli viziosi, senza apportare nuove posizioni reciproche. Denota conflitti interiori non risolti e poca autostima che invece vengono attribuiti all'altro.

Al contrario, nell'adolescenza la polemica serve ad uscire lentamente da un rapporto di dipendenza dai genitori, in quanto causa una rottura degli schemi usuali di potere (il genitore sul figlio) e serve per rafforzare quest'ultimo nella sua identità. Lo scontro, seppure nel circolo vizioso provoca nell'adolescente la possibilità di percorrere e ripercorrere un processo fino alla piena presa di coscienza adulta. È lecito applicare coscientemente la polemica quando si promuove un processo di crescita spesso inattuabile in altri modi; comunque è sempre da tenere in considerazione che la polemica causa nell'altro un irrigidimento ed una chiusura ulteriore con tempi che diventano molto più lunghi per la soluzione che si desidera raggiungere.
Considerazioni linguistiche [modifica]

L'interazione polemica ha interessato anche gli studi di linguistica pragmatica, ad esempio della scuola di Ginevra. Secondo quest'ultima, nel caso ideale le caratteristiche del discorso polemico sarebbero le seguenti:[1]

    * L'individuazione di un avversario, detto appunto bersaglio della polemica, che spesso viene nominato, nell'enunciato, con uno o più atti di aggressione.
    * L'allargamento del discorso: dai fatti, dall'argomento originale della discussione, si passa alle parole del bersaglio (spesso l'interlocutore stesso); il discorso dell'avversario viene analizzato, ripreso e strumentalizzato ai propri fini.
    * Un ulteriore, secondo allargamento del discorso: partendo dai fatti e dall'enunciato contrario si passa a parlare anche del bersaglio stesso, inteso come persona.

Il discorso può dunque passare a fissarsi ostinatamente sul suo bersaglio ritenuto in un certo modo "colpevole" non tanto di avere un'opinione divergente, ma del fatto di sostenerla attivamente. È peraltro chiaro che durante lo sviluppo del discorso polemico i vari argomenti si possono alternare, trattandosi spesso di un circolo vizioso.

Naturalmente è possibile che il bersaglio della polemica non coincida con l'interlocutore: basti pensare alla situazione di un monologo, di un discorso parlamentare pronunciato in assenza della persona aggredita, rivolto a tutta l'aula e, perché no, all'intera collettività.
Esempio [modifica]

Tipica dell'interazione polemica è la sua dimensione bellica come si può ritrovare tanto in un monologo quanto in un dialogo come il seguente:[2]

    MARCHESE: Fra voi e me vi è qualche differenza.
    CONTE: Sulla locanda tanto vale il vostro denaro, quanto vale il mio.
    MARCHESE: Ma se la locandiera usa a me delle distinzioni, mi si convengono più che a voi.
    (Goldoni, La locandiera, primo atto, prima scena)

Anche l'interazione polemica può basarsi in parte su considerazioni obiettive e ragionamenti (nell'esempio, vengono citati il denaro oppure l'autorità conferita da un titolo nobiliare);

    CONTE: Per qual ragione?
    MARCHESE: Io sono il Marchese di Forlipopoli.
    CONTE: Ed io sono il Conte d'Albafiorita.

Comunque, durante la continuazione della scena citata, diventeranno sempre più oggetto di discussione le parole appena pronunciate dal contendente; tra l'altro è frequente il fenomeno retorico della riformulazione peggiorativa delle parole dell'avversario.[3] Nell'esempio, ciascuno dei contendenti le incorpora nel proprio discorso, le indica o le riformula con l'intenzione deliberata di metterle in ridicolo, di rifiutarle, o perlomeno di riutilizzarle ai fini argomentativi opposti:

    MARCHESE: Sì, Conte! Contea comprata.
    CONTE: Io ho comprata la contea, quando voi avete venduto il marchesato.
    MARCHESE: Oh basta: son chi sono, e mi si deve portar rispetto.
    CONTE: Chi ve lo perde il rispetto? Voi siete quello, che con troppa libertà parlando...
    MARCHESE: Io sono in questa locanda, perché amo la locandiera. Tutti lo sanno, e tutti devono rispettare una giovane che piace a me.
    CONTE: Oh, questa è bella! Voi mi vorreste impedire ch'io amassi Mirandolina? Perché credete ch'io sia in Firenze? Perché credete ch'io sia in questa locanda?

Da sola, comunque, la ripresa del discorso avverso non basta a caratterizzare un discorso come polemico, dato che si può ritrovare in qualunque discussione animata. Man mano che il discorso procede, si delinea con maggior chiarezza quello che è il principale tratto distintivo della polemica, della "guerra": partendo dai fatti e dalle parole si tende a parlare delle persone con l'intento di screditarle (io ho comprato la contea, quando voi avete venduto il marchesato; io sì e voi no eccetera):

    MARCHESE: Oh bene. Voi non farete niente.
    CONTE: Io no, e voi sì?
    MARCHESE: Io sì, e voi no. Io son chi sono.

Tipico di un discorso polemico arrivato ai ferri corti è il servirsi di enunciati la cui natura è ormai impoverita, in quanto le asserzioni e le controasserzioni non hanno praticamente più nessuna natura argomentativa (voi non farete niente) o sono addirittura tautologiche (son chi sono). È peraltro chiaro che la successione degli argomenti (fatti â' parole dell'avversario â' avversario) non deve necessariamente essere stringente.
Note [modifica]

   1. ^ Kerbrat -Orecchioni, pag. 12; Durer 1990, p.59.
   2. ^ Molte interazioni polemiche sono state inventate, spesso ingegnosamente, nella storia della letteratura. Si noti come nell'esempio della Locandiera di Goldoni, parecchie delle linee di tendenza descritte dalla scuola di Ginevra riemergano chiaramente nel testo (I Atto). Il conte (un "nuovo ricco" spendaccione e borioso) ed il marchese (di origini nobilissime, ma ormai spiantato e non meno arrogante del conte), cominciano la loro contesa fin dall'inizio della commedia, dato che entrambi sono innamorati della stessa donna (si tratta della locandiera Mirandolina)
   3. ^ Durer 1990, p. 58.

Bibliografia [modifica]

    * Durer, S., 1990: Le dialogue romanesque: un essai de typologie, "Pratiques" , N° 65, pp. 57-59.
    * Kerbrat - Orecchioni, C., 1979: La polémique et ses définitions, "Le discours polémique", Presses Universitaires de Lyon, pp. 3-40.
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