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dottorato di ricerca
11 messaggi, letto 4049 volte

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Da: liz1993 17/09/2017 19:11:31
buonasera a tutti! Mi rivolgo in particolare a chi ha sostenuto le prove di accesso per un dottorato di ricerca, anche se non nella materia che a me interessa, per capire il funzionamento del dottorato stesso e le possibilità che ho per un eventuale esito positivo... Mi sto per laureare in giurisprudenza. So benissimo che un 110 e lode è il voto piu' adatto per una carriera come quella universitaria ma se avessi anche la minima possibilità di prendere 110, anche senza lode, non starei a farmi tante domande... Mi sono iscritta a giurisprudenza, ho la discussione della tesi tra qualche giorno, purtroppo frequentare l'università è stato per me poco agevole perchè nel frattempo ho lavorato nel negozio dei miei genitori che avevano bisogno di una mano e mi pagavano le tasse, quindi non ho praticamente mai frequentato... Andavo a fare gli esami e spesso vedevo per la prima volta il giorno dell'esame la faccia del professore...  Penso di avere in un certo senso pagato per la mancata frequenza e ho una media discreta ma non molto alta, parto con un 98... Ora se conto di prendere il massimo dei punti in sede di discussione non vado oltre al 103... E' cosi' disdicevole come voto per pensare anche solo di presentare domanda??? Mi è sempre piaciuto il diritto costituzionale e sto facendo la tesi in questa materia; è stato scrivendo la tesi che mi sono resa conto non solo del forte interesse per la materia ma soprattutto verso la ricerca e, appunto, non dispiacendomi lo studio, vorrei provare ad entrare in un dottorato...
Ora, quanto conta un voto di laurea? Posso "recuperare" la carenza del punteggio con attività o master o altro sempre inerenti al dottorato? Per qualche piccola pubblicazione su riviste on line come si puo' fare? Forse dovrei porre queste domande alla mia relatrice ma ho paura che vedendo la mia media, discreta ma non eccellente, mi dica di pensare ad altro e che non sono all'altezza...
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Da: Gamp185716/09/2020 15:35:12
Ciao,
vorrei sapere.. com'è andata a finire? hai fatto domanda?
Sono nella tua stessa situazione a 3 anni di distanza :)
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Da: Scuss.16/09/2020 20:30:36
Dopo 3 anni riaprire il forum? Ma come lo hai ritrovato?
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Da: letitbee 19/09/2020 15:19:38
speriamo sia andata bene dai
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Da: Yut11/10/2020 09:35:56
PhD mmmm
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Da: Dottorato di ricerca30/10/2020 16:32:47
Allora per quella che è la mia esperienza (ho conseguito un dottorato nel 2017) non è richiesto un voto di laurea.
Al dottorato si accede, infatti, tramite concorso: non ci sono limiti d'età ne' sono richiesti voti minimi di laurea per partecipare.
Fatta questa premessa occorre però evidenziare come molte università stabiliscano autonomamente alcuni requisiti.
Ad es. alcune strutturano il dottorato come un concorso anche per titoli: sicché danno punteggi aggiuntivi alle pubblicazioni, a chi è in possesso delle SSPL o al voto di laurea.
Altre richiedono una lettera di presentazione (che in pratica è una vera e propria raccomandazione) da parte di un professore.
Infine ultimamente molti corsi di dottorato pretendono in sede di presentazione della domanda di partecipazione al concorso anche il deposito di un progetto di ricerca (una specie di tesina) sull'argomento che, in caso di ammissione al dottorato, costituirà l'oggetto della ricerca.
Insomma occorre necessariamente leggere i vari bandi di concorso giacché variano da Università a Università ma anche da corso a corso (ad es. il dottorato in diritto pubblico alla Sapienza di Roma richiede il deposito del progetto di ricerca mentre quello in diritto internazionale sempre della Sapienza magari non lo richiede).
Infine già da diversi anni i dottorati spesso sono stati unificati
Così ad es. quello in diritto pubblico della Sapienza comprende 1) Dirotto Cost., 2) diritto penale e procedura penale e 3) diritto Amministrativo. In sede di prova scritta viene estratta una traccia per materia: in pratica pur essendo tre prove distinte la graduatoria è unica.
Ultima annotazione: spesso i dipendenti pubblici concorrono in soprannumero. Il che significa che una certa percentuale di posti oltre a quelli messi a concorso è riservata a chi, pur essendo solo "idoneo", sia dipendente pubblico di ruolo. Costoro in caso di ammissione al dottorato potranno anche chiedere un'aspettativa al proprio ente (prima delle varie riforme del pubblico impiego si trattava di diritto soggettivo ora è invece un interesse legittimo che, quindi, può essere motivatamente respinta dall'ente di appartenenza) con erogazione dello stipendio fisso (escluse le varie indennità).
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Da: Dottorato dipendente pubblico24/07/2022 00:54:44
Buongiorno , Vi sottopongo il mio dubbio. Sono un dipendente pubblico, a tempo indeterminato. Vorrei iscrivermi a un dottorato (se sarò ammesso) rinunciando alla borsa e prendendo un congedo straordinario per dottorato (compatibilmente con le esigenze della mia amministrazione). In questo modo manterrei il trattamento economico e di quiescenza.
Il mio dubbio è questo: i tre anni di congedo straordinario per dottorato sono computabili al fine di ritenere raggiunto il requisito dei 5 anni di servizio necessari per partecipare al concorso da dirigente amministrativo? Grazie, non ho trovato risposte al mio dubbio in internet
Rispondi

Da: Non perdere tempo24/08/2022 18:56:00

- Messaggio eliminato -

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Da: dipPubbSfigato01/10/2022 09:13:52
Dottorato dipendente pubblico, tu parli di congedo straordinario, ma non specifichi che tipo di dipendente pubblico sei. Sei in regime di diritto pubblico o privato? Nel primo caso dovresti guardare l'ordinamento di tua appartenenza. Nelle fonti di dettaglio dovresti trovare ciò che cerchi.
Se invece sei in regime di diritto privato, non si parla di congedo ma di aspettativa e la risposta al tuo quesito la trovi nel contratto collettivo nazionale e/o integrativo. Di solito queste fattispecie vengono normate in quelle sedi. Per praticità chiedi pure al tuo sindacato di appartenenza o, se non ce l'hai, ad un caf qualsiasi.
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Da: Uno esperto con i controrazzi06/09/2025 12:28:11
Il dottorato di ricerca ha la sua massima spendibilità per un'eventuale carriera accademica in Italia. In molte parti del mondo con un dottorato ti vengono letteralmente a cercare sotto casa, ma qui non avviene. Anche perché abbiamo una capacità di assorbimento di dottori di ricerca nel mercato del lavoro che è bassissima.

Da dipendente pubblico mi sembra più la scusa per sperare che qualcuno un domani (chissà se e quando) ti farà una selezione interna per elevate professionalità, e nel frattempo lasci l'ufficio. C'è anche chi lo usa come scusa quando è arrivato al burnout da lavoro per distaccarsi dall'impiego lavorativo (come mi ha confessato una donna che ne ha fatti ben 2, uno in un'università legalmente riconosciuta e l'altro da uno pseudo-ateneo che manco ha l'accredito ANVUR).

A livello di contributi pensionistici, farlo da dipendente ti preclude i vantaggi del borsista (che è iscritto in gestione separata), perché avrai sì una pensione più alta in teoria ma dovrai anche pagare un riscatto pensionistico molto più salato... E se per caso sei come la maggioranza dei dipendenti pubblici italici che non sa manco pianificare le spese (e manco si rende conto che un operaio specializzato di camion prende al netto il doppio, e fa lo struzzo), dubito che comprenda la reale convenienza...

In più ci sta il fatto che se al dottorato non riesci a pubblicare qualcosa su una rivista internazionale di fascia A sei out! In più i dottorati sono rispettati se nelle seguenti materie: finanza, ingegneria (di vario tipo), fisica etc. Se ne fai uno in una branca umanistica ti sbrodoli per aver scritto su una rivista che manco ha l'indicizzazione Scopus (il minimo sindacale per essere una rivista che non sia predatoria, e vi sconsiglio vivamente di scrivere su riviste predatorie che vi rovinano la reputazione)...
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Da: Uno esperto con i controrazzi 206/09/2025 12:41:03
Addendum: per esperienza personale evitate le branche umanistiche, finite per strada dopo al massimo 2-3 assegni di ricerca o elemosinare dal vostro relatore un incarico a tutti i costi (anche gratis come il cultorato della materia, roba da Italia pre-repubblicana), il quale vi si terrà nella speranza che cadiate da soli per dirvi "adios" (altrimenti farà finta che è arrivata la crisi e vi caccia fuori dicendo che non è colpa sua). Da dipendenti pubblici significa solo aver perso tempo a stare fuori da un ufficio senza alcuna certezza di fattuale vantaggio (è come un biglietto della lotteria, tutti sperano di vincere ma chi vince è 1 solo)...
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