Elenco in ordine alfabetico delle domande di Diritto fallimentare
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- Un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato prevede una moratoria per i creditori privilegiati di 12 mesi. Un creditore ipotecario agisce comunque esecutivamente, ritenendo non applicabile la moratoria al suo credito assistito da garanzia. Qual è la posizione della giurisprudenza e del Codice? La moratoria può riguardare anche i privilegiati, purché non sia superiore a un anno
- Un accordo di ristrutturazione non soggetto a omologazione viene impugnato da un creditore che lamenta l'esclusione dalla trattativa. Il debitore osserva che il creditore non era tra quelli "strategici". Secondo la disciplina del CCII, l'efficacia dell'accordo nei confronti dei terzi esclusi: Non è opponibile a chi non è stato coinvolto e informato
- Un accordo di ristrutturazione omologato prevede il pagamento dei creditori in tre rate annuali. Il debitore non paga la seconda rata e non fornisce spiegazioni. Qual è la conseguenza? Il creditore può chiedere la risoluzione del piano
- Un creditore ipotecario agisce esecutivamente dopo l'apertura della liquidazione giudiziale, sostenendo che il bene su cui vanta ipoteca non è funzionale all'attività. Il curatore si oppone. Cosa prevede il CCII in questo caso? L'azione esecutiva è sospesa e il creditore deve insinuarsi al passivo
- Un curatore fallimentare riceve una proposta di transazione per un contenzioso in corso, ma il valore è inferiore alla metà della somma reclamata. Tuttavia, la prosecuzione del giudizio comporterebbe spese notevoli. Come può procedere? Sottoporre la proposta al comitato dei creditori per approvazione
- Un curatore fallimentare sta cercando di recuperare un credito nei confronti di un socio della società fallita, per un prestito infragruppo concesso precedentemente alla dichiarazione di fallimento. Il curatore intende chiedere la revocatoria dell'operazione, ma il socio risponde sostenendo che il prestito è stato effettuato in buona fede. Qual è la condizione che il curatore deve dimostrare per ottenere il successo della revocatoria? Che l'operazione ha ridotto la massa patrimoniale disponibile per i creditori
- Un debitore ha depositato domanda di concordato preventivo con riserva, ottenendo i termini per il deposito del piano. Tuttavia, non deposita alcuna documentazione entro il termine. Il tribunale, su istanza dei creditori, deve decidere. Cosa può fare? Dichiara l'improcedibilità della domanda
- Un imprenditore agricolo professionale con contabilità ordinaria presenta istanza di accesso al concordato preventivo. Il tribunale rileva che il debitore è iscritto nella sezione speciale del registro imprese come coltivatore diretto. È possibile ammetterlo alla procedura? Sì, se l'attività agricola non è esercitata in modo esclusivo
- Un imprenditore agricolo, iscritto nella sezione speciale del registro delle imprese, propone di accedere al concordato preventivo, presentando un piano che include la liquidazione parziale degli attivi agricoli per sanare il debito. Alcuni creditori sostengono che la natura agricola dell'attività impedisca la liquidazione degli attivi in modo da preservare la produttività. Qual è la valutazione corretta del tribunale secondo la normativa? La liquidazione può avvenire in misura parziale purché non comprometta la continuità dell'attività
- Un imprenditore commerciale individuale accede alla liquidazione controllata ex CCII. Un creditore propone opposizione, lamentando che il patrimonio disponibile è stato in parte distratto sei mesi prima del deposito. Cosa può fare il liquidatore giudiziale? Agire in revocatoria per recuperare l'attivo
- Un imprenditore individuale non soggetto a liquidazione giudiziale si trova in stato di sovraindebitamento. Il tribunale, ricevuta l'istanza di accesso alla liquidazione controllata, valuta che il patrimonio è costituito quasi esclusivamente da crediti incerti. Cosa può fare? Apre la liquidazione controllata, salvo inammissibilità manifesta
- Un imprenditore individuale soggetto al Codice della crisi presenta ricorso per l'omologazione di un piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione (PRO), dichiarando di avere ottenuto il consenso del 60% dei creditori. Tuttavia, tra questi vi è una società collegata al debitore, che detiene un credito rilevante derivante da un finanziamento infragruppo. In sede di verifica, uno dei creditori dissenzienti solleva eccezione sull'indipendenza del voto espresso da tale creditore. Ai sensi della disciplina applicabile, come va valutato il consenso espresso dal creditore correlato? Non è computabile ai fini del raggiungimento delle maggioranze richieste
- Un imprenditore individuale, sospeso in una procedura di concordato preventivo in bianco, non deposita il piano e la documentazione necessaria nei termini concessi dal tribunale. Successivamente, il suo patronato rileva ulteriori anomalie contabili che potrebbero pregiudicare il raggiungimento delle maggioranze richieste. Quale azione dovrà intraprendere il tribunale in tale ipotesi? Dichiarare l'improcedibilità della domanda di accesso al concordato
- Un imprenditore minore, che non ha organo di controllo né revisore, chiede l'apertura della liquidazione controllata. I documenti contabili sono incompleti, ma risulta evidente un sovraindebitamento. Il giudice chiede chiarimenti sull'eventuale stato di crisi pregresso. In assenza di scritture regolari, quale elemento può giustificare comunque l'ammissione alla procedura? La dimostrazione dello stato di squilibrio patrimoniale e finanziario irreversibile
- Un imprenditore presenta una domanda di accesso al concordato preventivo in bianco (con riserva). Il tribunale concede i termini, ma l'imprenditore non deposita né il piano né la documentazione integrativa. Qual è la conseguenza prevista dal Codice della crisi? La domanda si considera improcedibile
- Un piano attestato di risanamento predisposto da una società in crisi viene impugnato da un creditore per revocatoria ordinaria, ritenendo che gli atti compiuti abbiano ridotto le garanzie patrimoniali senza beneficio per la massa. In giudizio, la società invoca l'esenzione da revocatoria prevista dal Codice della crisi. Quale condizione è fondamentale affinché tale esenzione operi? Che sia idoneo a consentire il risanamento dell'esposizione debitoria
- Un piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione (PRO) è stato approvato a maggioranza e presentato per l'omologazione. Tuttavia, una delle classi dissenzienti è composta da creditori chirografari che lamentano la disparità di trattamento rispetto ad altri creditori di pari grado. Ai sensi del CCII, in quale ipotesi il tribunale può comunque omologare il piano? Se i creditori dissenzienti non ricevono meno di quanto otterrebbero in liquidazione giudiziale
- Una procedura di composizione negoziata si conclude senza accordo, e il debitore presenta una proposta di concordato semplificato. Tuttavia, il piano non garantisce nemmeno un pagamento parziale ai creditori chirografari. Cosa prevede il CCII? L'omologazione è esclusa se non vi è soddisfazione, anche minima, per i chirografari
- Una procedura di concordato preventivo in continuità aziendale è omologata. Tuttavia, nei mesi successivi, emergono gravi irregolarità gestionali da parte dell'imprenditore che compromettono l'attuazione del piano. Il commissario giudiziale relaziona al tribunale. Qual è la conseguenza possibile prevista dal Codice della crisi? La revoca del concordato e l'apertura della liquidazione giudiziale
- Una società a responsabilità limitata, operante nel settore della logistica, in difficoltà economiche ma non ancora insolvente, ha attivato la procedura di composizione negoziata con la nomina dell'esperto. Dopo alcune settimane, l'esperto segnala al tribunale che sussistono fondati indizi di insolvenza irreversibile e chiede la convocazione dell'udienza ai sensi dell'art. 18 CCII. Il tribunale fissa l'udienza e alla stessa non si presentano né i legali rappresentanti della società né alcun difensore. In tale contesto, quale tra le seguenti è la corretta conseguenza giuridica della mancata comparizione del debitore? Il tribunale dichiara l'inammissibilità di ogni domanda di accesso a strumenti di regolazione della crisi
- Una società agricola a responsabilità limitata, con attività primaria riconosciuta in via prevalente in agricoltura, si trova in stato di insolvenza conclamata. Alcuni creditori richiedono l'apertura della liquidazione giudiziale. Il tribunale rileva che la società è iscritta solo nella sezione speciale del registro delle imprese dedicata agli imprenditori agricoli. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta? L'assoggettabilità dipende dalla prevalenza dell'attività esercitata, non dalla forma
- Una società approva un piano attestato di risanamento che prevede la dismissione graduale di rami d'azienda non strategici. Tuttavia, dopo sei mesi, un creditore chirografario propone istanza di liquidazione giudiziale, sostenendo che il piano non ha generato risorse sufficienti per i creditori. In base al CCII, quale rilievo ha l'esistenza di un piano attestato ai fini dell'istruttoria prefallimentare? Può essere valutato dal giudice, ma non esclude la sussistenza dell'insolvenza
- Una società che ha accesso al concordato preventivo in continuità aziendale sta affrontando difficoltà economiche dovute alla recessione del mercato. L'imprenditore, per cercare di risolvere la situazione, propone una rinegoziazione dei termini di pagamento con i principali creditori, inclusi quelli privilegiati. Quale condizione deve essere rispettata affinché la rinegoziazione sia valida? La proposta deve garantire almeno il 50% del pagamento del credito privilegiato nel piano
- Una società che ha avviato un accordo di ristrutturazione dei debiti con i creditori non paga regolarmente le scadenze previste dal piano. Un creditore chirografario decide di avviare un'azione per risolvere l'accordo di ristrutturazione. In quale caso il tribunale può decidere di dichiarare inefficace l'accordo di ristrutturazione? Se il mancato pagamento pregiudica la posizione dei creditori e compromette l'equilibrio dell'accordo
- Una società che ha ottenuto l'omologazione di un piano PRO (ristrutturazione soggetta ad omologazione) riceve, a distanza di tempo, la segnalazione di un creditore chirografario esterno che non aveva partecipato alla votazione. Il creditore contesta la validità del trattamento offerto, sostenendo che la moratoria prevista non lo tuteli adeguatamente. Quale principio deve guidare la decisione del tribunale in merito all'opponibilità del piano? Il rispetto della soglia minima di trattamento garantito dalla liquidazione giudiziale
- Una società che sta attraversando una grave crisi finanziaria decide di accedere alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale. Durante la fase di omologazione, un creditore ipotecario contestato ritiene che il piano non sia sostenibile e proponga la liquidazione giudiziale. Quale tra le seguenti condizioni è necessaria affinché il tribunale possa omologare il concordato nonostante la contestazione? Che il piano garantisca almeno il 20% del credito ipotecario entro 12 mesi
- Una società con un rilevante debito bancario ed una struttura organizzativa complessa si trova in grave difficoltà finanziaria e avvia una procedura di composizione negoziata. Durante la fase istruttoria, l'esperto designato dal tribunale evidenzia la presenza di alcune operazioni pregiudizievoli effettuate nei dodici mesi precedenti l'avvio della procedura, ma non sufficienti per configurare una vera frode. In questo contesto, quale può essere la decisione più congrua per il tribunale? Escludere gli atti inadempiuti dalla valutazione patrimoniale senza impedire la prosecuzione della composizione
- Una società in concordato con continuità indiretta intende cedere i suoi asset principali a una società del medesimo gruppo. La proposta è formalmente corretta, ma alcuni creditori lamentano il conflitto di interessi. In assenza di violazioni di legge, cosa può fare il tribunale? Valutare la congruità dell'operazione e autorizzarla se conforme all'interesse dei creditori
- Una società in concordato preventivo ha incluso nel piano la cessione di un ramo d'azienda. Dopo l'omologazione, il potenziale acquirente si ritira e la società non riesce a trovare un altro soggetto interessato. Il piano, nel frattempo, prevedeva pagamenti ai creditori subordinati alla realizzazione di tale cessione. Cosa può accadere in base alla disciplina del CCII? Il tribunale può revocare l'omologazione per inattuabilità del piano
- Una società in crisi avanza una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale, ma una delle sue principali forniture è a rischio a causa di un ingente debito. Il piano prevede il pagamento a rate del debito con la possibilità di ristrutturare il contratto. Quali sono i passaggi da seguire per validare tale proposta, considerando l'inclusione del contratto nella procedura? Il piano va presentato con l'allegato della ristrutturazione del contratto, con consenso del fornitore
- Una società in crisi ha avviato una procedura di concordato preventivo in continuità, includendo nel piano la cessione di una filiale strategica. Tuttavia, alcuni creditori minoritari contestano l'operazione, sostenendo che il prezzo di vendita non rispecchi il reale valore di mercato. In tale contesto, quale elemento deve essere valutato dal tribunale per omologare il piano? La congruità del prezzo di vendita in relazione a una perizia tecnica indipendente
- Una società in crisi ha presentato un piano di risanamento contenente previsioni di incremento dei ricavi tramite una strategia di internazionalizzazione. Tuttavia, alcuni creditori contestano la fondatezza economica delle proiezioni e richiedono la rinegoziazione dei termini. In questa situazione, su quale elemento il tribunale dovrà basare la propria decisione? Sulla ragionevolezza delle previsioni, evidenziata da studi di settore e perizie indipendenti
- Una società in difficoltà ha ricevuto un finanziamento ponte da un istituto bancario durante la fase di composizione negoziata. La procedura si è poi conclusa con la liquidazione giudiziale. Il curatore considera il finanziamento come postergato. Quando può esso invece essere considerato prededucibile? Se autorizzato dal tribunale su richiesta dell'esperto
- Una società in liquidazione giudiziale disponeva di azioni proprie acquisite regolarmente. Il curatore intende liquidarle per ottenere disponibilità finanziaria. Tuttavia, il valore di mercato è crollato. Qual è la corretta modalità di dismissione secondo il Codice? Secondo le regole di vendita previste nel programma di liquidazione approvato
- Una società per azioni in crisi presenta un piano attestato di risanamento ai sensi dell'art. 56 CCII, notificandolo ai principali creditori e pubblicandolo nel registro delle imprese. Tuttavia, sei mesi dopo, un creditore chirografario, che non ha partecipato alla rinegoziazione e non ha mai ricevuto copia del piano, chiede la liquidazione giudiziale sostenendo l'inefficacia del piano nei suoi confronti. Quale dei seguenti principi è correttamente applicabile? Il piano non è opponibile al creditore non aderente se non è stato informato né coinvolto
- Una società soggetta a concordato in continuità presenta un piano che prevede l'affitto d'azienda a terzi per 36 mesi, con opzione di acquisto finale. Il tribunale omologa il piano, ma nel secondo anno l'affittuario si rende inadempiente. Quale opzione può essere esercitata dal commissario? Proporre la risoluzione del contratto di affitto
- Una società sottoposta a concordato preventivo in continuità indiretta non rispetta i termini per l'esecuzione degli accordi con i fornitori, e i pagamenti risultano irregolari. Il commissario giudiziale presenta relazione al tribunale, che convoca le parti. In tale scenario, quale può essere la conseguenza più coerente secondo la disciplina vigente? La revoca dell'ammissione al concordato e l'apertura della liquidazione giudiziale
- Una start-up innovativa s.r.l. è sottoposta a composizione negoziata, ma nel frattempo riceve un ordine di pagamento da parte di un ente previdenziale per omissioni contributive. L'imprenditore chiede la sospensione del termine per il pagamento in virtù della procedura. È possibile? Sì, se il tribunale ha concesso misure protettive e autorizzato la sospensione
- Un'imprenditore agricolo presenta una domanda di concordato preventivo per evitare la liquidazione della propria azienda. Il piano prevede una riduzione del personale e una ristrutturazione del debito con pagamenti dilazionati. Alcuni creditori agricoli contestano la proposta, ritenendo che la stessa non rispetti le disposizioni speciali previste per le imprese agricole. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta? Il piano può essere omologato solo se tiene conto delle specificità dell'impresa agricola, come previsto dalla legge
- Un'impresa commerciale di medie dimensioni presenta una domanda di accesso al concordato preventivo. Nel piano vengono previsti pagamenti parziali ai creditori privilegiati, e un riparto graduale per i creditori chirografari. Durante la fase di omologazione, il tribunale riceve un reclamo da un gruppo di creditori chirografari, che contestano il piano sostenendo una lesione del principio di parità di trattamento. Cosa può fare il tribunale in questa situazione? Procedere con l'omologazione, ma imponendo una modifica delle condizioni per garantire la parità
- Un'impresa commerciale individuale, con debiti superiori a 500.000 euro e 15 dipendenti, versa in grave crisi finanziaria. Il debitore presenta una domanda di accesso alla composizione negoziata, ma nel frattempo un creditore presenta istanza di liquidazione giudiziale. Il tribunale sospende la decisione su quest'ultima, ritenendo attivabile un percorso negoziale. Tuttavia, dopo alcune settimane, l'esperto trasmette relazione negativa. Cosa può fare a questo punto il tribunale? Riattivare il procedimento sull'istanza di liquidazione giudiziale
- Un'impresa commerciale presenta domanda di accesso al concordato preventivo con continuità diretta. Il piano prevede una moratoria biennale per i creditori privilegiati e il pagamento dei crediti chirografari in misura ridotta. Alcuni creditori privilegiati oppongono che la dilazione altera il loro diritto di prelazione. In base alla disciplina vigente, quale condizione consente di includere anche i privilegiati in trattamenti differiti? Il rispetto dei limiti massimi di dilazione previsti dal CCII
- Un'impresa con 12 dipendenti e fatturato superiore ai 2 milioni di euro si trova in stato di squilibrio patrimoniale. Decide di accedere alla composizione negoziata, e richiede al tribunale l'applicazione delle misure protettive per evitare azioni esecutive da parte di un istituto finanziario. Il tribunale concede le misure, ma il creditore aggredisce comunque un bene immobile dell'impresa. Quale tra le seguenti azioni è corretta? L'impresa può chiedere la sospensione del procedimento esecutivo
- Un'impresa ha ottenuto l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti, ma successivamente viene accertato che i dati di bilancio allegati alla proposta erano alterati per nascondere passività occulte. Qual è la conseguenza prevista dal Codice della crisi? Può essere revocata l'omologazione su istanza dei creditori
- Un'impresa in liquidazione controllata ha presentato un piano di liquidazione che include la cessione di beni immateriali (diritti di proprietà intellettuale). Un creditore privilegiato contesta la cessione, sostenendo che i beni sono fondamentali per il core business dell'impresa e quindi non dovrebbero essere alienati. Qual è la procedura corretta per risolvere questa disputa? Il curatore deve sottoporre la cessione all'approvazione del comitato dei creditori
- Un'impresa soggetta a liquidazione giudiziale deteneva quote di una società partecipata, ora in attivo. Il curatore intende vendere tali quote tramite trattativa privata. Un creditore si oppone. Come può legittimamente procedere il curatore? Secondo il programma di liquidazione approvato dal giudice



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