Elenco in ordine alfabetico delle domande di Diritto amministrativo
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- L. 241/1990 - Art. 14-bis. (Conferenza semplificata) In taluni casi, nell'ambito della conferenza di servizi semplificata, l'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che l'amministrazione procedente adotta, entro cinque giorni lavorativi, la determinazione motivata di conclusione positiva della conferenza dei servizi semplificata. Quale tra le seguenti affermazioni non è conforme alla predetta disposizione normativa? La determinazione motivata di conclusione positiva della conferenza dei servizi semplificata sostituisce a ogni effetto tutti gli atti di assenso, comunque denominati, di competenza delle amministrazioni e dei gestori di beni o servizi pubblici interessati ed è efficace a seguito del decorso del termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del predetto provvedimento senza esito di ricorsi
- L. 241/1990 - Art. 29 (Ambito di applicazione della legge) A norma dell'art. 29 della legge 241/1990, le disposizioni della stessa legge concernenti l'obbligo per la pubblica amministrazione di individuare un responsabile del procedimento: Sono espressione della potestà legislativa esclusiva dello Stato in quanto attengono ai livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione
- La carenza di motivazione dell'atto amministrativo: Costituisce vizio di legittimità dell'atto amministrativo per violazione di legge
- La Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi di cui all'art. 27 della legge n. 241/1990 è istituita: Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri
- La conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della legge 241/1990 è indetta dall'amministrazione procedente entro cinque giorni lavorativi dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte. A tal fine, secondo quanto previsto dall'art. 14 bis della medesima legge, l'amministrazione procedente comunica alle altre amministrazioni interessate, tra l'altro: La data della eventuale riunione in modalità sincrona di cui all'articolo 14-ter della medesima legge, da tenersi entro dieci giorni dalla scadenza del termine di cui alla lettera c) del predetto art. 14 bis, fermo restando l'obbligo di rispettare il termine finale di conclusione del procedimento
- La conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della legge 241/1990 è indetta dall'amministrazione procedente entro cinque giorni lavorativi dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte. A tal fine, secondo quanto previsto dall'art. 14 bis della medesima legge, l'amministrazione procedente comunica alle altre amministrazioni interessate, tra l'altro: Il termine perentorio, comunque non superiore a quarantacinque giorni, entro il quale le amministrazioni coinvolte devono rendere le proprie determinazioni relative alla decisione oggetto della conferenza, fermo restando l'obbligo di rispettare il termine finale di conclusione del procedimento. Se tra le suddette amministrazioni vi sono amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali, o alla tutela della salute dei cittadini, ove disposizioni di legge o i provvedimenti di cui all'articolo 2 della medesima legge non prevedano un termine diverso, il suddetto termine è fissato in novanta giorni
- La conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della legge 241/1990 è indetta dall'amministrazione procedente entro cinque giorni lavorativi dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte. A tal fine, secondo quanto previsto dall'art. 14 bis della medesima legge, l'amministrazione procedente comunica alle altre amministrazioni interessate, tra l'altro: L'oggetto della determinazione da assumere, l'istanza e la relativa documentazione ovvero le credenziali per l'accesso telematico alle informazioni e ai documenti utili ai fini dello svolgimento dell'istruttoria
- La conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della legge 241/1990 deve essere indetta dall'amministrazione procedente entro determinati termini. In particolare, quale delle seguenti affermazioni è conforme alle disposizioni dell'art. 14-bis della medesima legge? La conferenza è indetta entro cinque giorni lavorativi dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte
- La conferenza di servizi decisoria prevista dall'art. 14, comma 2, della legge 241/1990 è sempre indetta dall'amministrazione procedente? Sì, quando la conclusione positiva del procedimento è subordinata all'acquisizione di più pareri, intese, concerti, nulla osta o altri atti di assenso, comunque denominati, resi da diverse amministrazioni, inclusi i gestori di beni o servizi pubblici
- La conferenza di servizi istruttoria - prevista dall'art. 14, comma 1, della legge 241/1990 per effettuare l'esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, ovvero in più procedimenti amministrativi connessi, riguardanti medesime attività o risultati - si svolge: Con le modalità previste dall'articolo 14-bis della medesima legge 241/1990 o con modalità diverse, definite dall'amministrazione procedente
- La conferenza di servizi istruttoria prevista dall'art. 14, comma 1, della legge 241/1990 può essere indetta dall'amministrazione procedente, anche su richiesta di altra amministrazione coinvolta nel procedimento o del privato interessato? Sì, quando lo ritenga opportuno per effettuare un esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, ovvero in più procedimenti amministrativi connessi, riguardanti medesime attività o risultati
- La conferenza di servizi istruttoria, prevista dall'art. 14, comma 1, della legge 241/1990 per l'esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, può essere convocata anche per l'esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti in più procedimenti amministrativi reciprocamente connessi, riguardanti medesime attività o risultati. In tal caso, essa è indetta: Dall'amministrazione procedente, anche su richiesta di altra amministrazione coinvolta nel procedimento o del privato interessato
- La fattispecie del risarcimento del danno prevista dall'art. 2 bis della legge 241/1990: È conseguente all'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento amministrativo
- La giurisdizione amministrativa, ai sensi dell'art. 7 del codice del processo amministrativo, si articola in: Giurisdizione generale di legittimità, giurisdizione esclusiva e giurisdizione estesa al merito
- La legge 241/1990 dispone che, fuori dei casi di cui al comma 5 dell'art. 14 bis, l'amministrazione procedente, nell'ambito della conferenza semplificata dei servizi, ai fini dell'esame contestuale degli interessi coinvolti, svolge, nella data fissata ai sensi del comma 2, lettera d), dello stesso art. 14 bis, la riunione della conferenza: In modalità sincrona, ai sensi dell'articolo 14-ter della medesima legge
- La legge 241/1990 fa obbligo alle amministrazioni procedenti di predeterminare e pubblicare, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, i criteri e le modalità cui esse devono attenersi per alcuni procedimenti amministrativi. Relativamente a quali dei seguenti procedimenti amministrativi tale obbligo trova applicazione? Concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati
- La legge 241/1990 ha sancito all'art. 22 alcuni princípi in materia di accesso. A riguardo, quale tra le seguenti affermazioni non è conforme a tali principi? Tutti i documenti amministrativi sono accessibili, senza alcuna eccezione
- La legge 241/1990 prevede che hanno facoltà di intervenire nel procedimento amministrativo tutti i soggetti che ne facciano istanza? No, l'art. 9 della legge 241/1990 prevede che solo i soggetti portatori di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la pubblica incolumità
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la salute
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti individuati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la funzione pubblica, di concerto con i Ministri competenti
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la pubblica sicurezza
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti l'asilo
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti l'ambiente
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti l'immigrazione
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la cittadinanza
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la difesa nazionale
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Ai casi in cui la legge qualifica il silenzio dell'amministrazione come rigetto dell'istanza
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano, tra l'altro: Agli atti e procedimenti riguardanti la tutela dal rischio idrogeologico
- La legge 241/1990 prevede che le disposizioni dell'art. 20, relativo all'istituto del silenzio assenso, non si applicano: Ai casi in cui la normativa comunitaria impone l'adozione di provvedimenti amministrativi formali
- La legge 241/1990 prevede che, entro il termine di cui all'articolo 14 bis, comma 2, lettera c), le amministrazioni coinvolte nel procedimento devono rendere le proprie determinazioni, relative alla decisione oggetto della conferenza di servizi semplificata. A riguardo di tali determinazioni cosa dispone la predetta normativa? Che esse, congruamente motivate, devono essere formulate in termini di assenso o dissenso e devono indicare, ove possibile, le modifiche eventualmente necessarie ai fini dell'assenso
- La Legge 241/1990 reca specifiche disposizioni con riguardo all'unità organizzativa responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti non è corretta? I provvedimenti di determinazione, per ciascun tipo di procedimento amministrativo, dell'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché dell'adozione del provvedimento finale, devono essere pubblicati all'Albo di ogni amministrazione e comunicati a tutti i soggetti interessati che ne facciano richiesta
- La legge 241/1990 reca, tra l'altro, una disciplina in merito alla presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni. In particolare, ai sensi dell'art. 18-bis della predetta legge, la data di protocollazione dell'istanza, segnalazione o comunicazione può essere diversa da quella di effettiva presentazione della stessa? No
- La legge 241/1990, agli artt. 24 e 25 reca la disciplina delle esclusioni e del differimento nei procedimenti di accesso formale ai documenti amministrativi, nonché delle modalità di esercizio del diritto di accesso e dei ricorsi. A riguardo, quale tra le seguenti affermazioni è errata? Il procedimento di accesso deve concludersi nel termine di 45 giorni dalla richiesta
- La legge 241/1990, all'art. 11, prevede e disciplina la fattispecie degli accordi integrativi e deli accordi sostitutivi del provvedimento amministrativo. I predetti accordi sono strumenti ai quali, a seguito delle modifiche apportate dalla legge n. 15/2005, l'amministrazione: Può ricorrere in via generale
- La legge 241/1990, all'art. 5, stabilisce che debbano essere comunicati ai soggetti di cui all'articolo 7 della medesima legge e, a richiesta, a chiunque vi abbia interesse: L'unità organizzativa competente, il domicilio digitale e il nominativo del responsabile del procedimento
- La legge 241/1990, con riguardo al diritto di accesso, ha stabilito all'art. 22 che: L'accesso ai documenti amministrativi, attese le sue rilevanti finalità di pubblico interesse, costituisce principio generale dell'attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l'imparzialità e la trasparenza
- La legge 241/1990, con riguardo al diritto di accesso, ha stabilito all'art. 22, tra l'altro, che: Tutti i documenti amministrativi sono accessibili, ad eccezione di quelli indicati all'articolo 24, commi 1, 2, 3, 5 e 6, della medesima legge
- La legge n. 190/2012, recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" ha aggiunto all'art. 53 del Decreto Legislativo n. 165/2001 il comma 16-ter, il quale sancisce il divieto per i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni, di svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro pubblico, l'esercizio di attività lavorativa o professionale verso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. Tale divieto si definisce comunemente di: Pantouflage
- La legge n. 241/1990 disciplina, tra l'altro: La partecipazione dei privati al procedimento
- La legge n. 241/1990 stabilisce che le disposizioni di cui all'art. 10-bis relative alla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza: Non si applicano alle procedure concorsuali e ai procedimenti in materia previdenziale e assistenziale sorti a seguito di istanza di parte e gestiti dagli enti previdenziali
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) è una delle semplificazioni del procedimento introdotta dalla legge 241/1990, la quale, all'art. 19, prevede che, nei casi di Scia in materia edilizia, il termine per l'adozione, da parte dell'amministrazione competente, in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti prescritti, dei motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa: È ridotto a trenta giorni
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) è una delle semplificazioni del procedimento introdotta dalla legge 241/1990. Quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla disciplina prevista dall'articolo 19 della predetta legge? L'attività oggetto della SCIA può essere iniziata decorsi venti giorni dalla data di presentazione della segnalazione all'amministrazione competente
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) è una delle semplificazioni del procedimento introdotta dalla legge 241/1990. Quale tra i seguenti presupposti, secondo la disciplina dell'art. 19 della predetta legge, non è necessario per l'applicabilità dell'istituto in questione? L'inclusione nell'elenco regionale dei procedimenti in cui la SCIA si applica
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) è una delle semplificazioni del procedimento introdotta dalla legge 241/1990. Quale tra i seguenti presupposti, secondo la disciplina dell'art. 19 della predetta legge, non è necessario per l'applicabilità dell'istituto in questione? La predeterminazione con regolamento governativo dell'elenco dei procedimenti in cui la SCIA si applica
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinata dall'art. 19 della legge 241/1990, non si applica: Alle attività economiche a prevalente carattere finanziario, ivi comprese quelle regolate dal testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinata dall'art. 19 della legge 241/1990, non si applica: Alle attività economiche a prevalente carattere finanziario
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinata dall'art. 19 della legge 241/1990, non si applica: Alle attività economiche a prevalente carattere finanziario
- La Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinata dall'art. 19 della legge 241/1990, non si applica: Alle attività economiche a prevalente carattere finanziario, ivi comprese quelle regolate dal testo unico in materia di intermediazione finanziaria di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
- La vigente normativa in materia di procedimento amministrativo prevede che il recesso unilaterale dai contratti della pubblica amministrazione è ammesso: Nei casi previsti dalla legge o dal contratto
- La violazione di circolari, di ordini e di istruzioni di servizio: Costituisce figura sintomatica di vizio di legittimità dell'atto amministrativo per eccesso di potere
- L'accesso ai documenti amministrativi costituisce un diritto fondamentale del cittadino. Il suo esercizio è disciplinato dall'art. 25 della legge n. 241/1990, il quale dispone che: Il diritto di accesso si esercita mediante esame ed estrazione di copia dei documenti amministrativi, nei modi e con i limiti indicati dalla legge
- L'accesso ai documenti amministrativi costituisce un diritto fondamentale del cittadino. Il suo esercizio è disciplinato dall'art. 25 della legge n. 241/1990, il quale dispone che: La richiesta di accesso deve essere rivolta all'amministrazione che ha formato il documento o che lo detiene stabilmente
- Laddove la Legge dispone che il fatto del trascorrere del tempo oltre un certo termine a partire da un atto d'iniziativa procedimentale abbia un significato decisorio, si parla di silenzio significativo. Ciò ricorre: Nei casi del silenzio assenso e del silenzio rigetto
- L'ambito di applicazione della legge 241/1990 è disciplinato dall'art. 29 della medesima legge, in base al cui 1° comma: Le disposizioni della legge 241/1990 si applicano anche alle società con totale o prevalente capitale pubblico, limitatamente all'esercizio delle funzioni amministrative
- L'ambito di applicazione della legge 241/1990 è disciplinato dall'art. 29 della stessa legge, in base al quale: Le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, regolano le materie disciplinate dalla presente legge nel rispetto del sistema costituzionale e delle garanzie del cittadino nei riguardi dell'azione amministrativa, così come definite dai princípi stabiliti dalla medesima legge 241/1990
- L'applicazione dell'istituto della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinato dall'art. 19 della legge 241/1990, è esclusa per gli atti rilasciati da determinate amministrazioni. Non sono ricompresi tra tale esclusione: Gli atti rilasciati dalle Regioni, comprese quelle a statuto speciale
- L'applicazione dell'istituto della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinato dall'art. 19 della legge 241/1990, è esclusa per gli atti rilasciati da determinate amministrazioni. Non sono ricompresi tra tale esclusione: Gli atti rilasciati dalle regioni e dagli enti locali
- L'applicazione dell'istituto della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinato dall'art. 19 della legge 241/1990, è esclusa per gli atti rilasciati da determinate amministrazioni. Non sono ricompresi tra tale esclusione: Gli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte all'istruzione
- L'applicazione dell'istituto della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinato dall'art. 19 della legge 241/1990, è esclusa per gli atti rilasciati da determinate amministrazioni. Non sono ricompresi tra tale esclusione: Gli atti rilasciati da enti e istituzioni di ricerca
- L'art. 1 della L. 241/1990 dispone che i rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione sono improntati: Ai princìpi della collaborazione e della buona fede
- L'art. 1, comma 1, della Legge 241/1990 prevede che l'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da alcuni criteri, tra i quali non è espressamente previsto: Quello di pareggio del bilancio
- L'art. 1, comma 1, della Legge 241/1990 prevede che l'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da alcuni criteri, tra i quali non è espressamente previsto: Quello di efficienza
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 disciplina la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza nei procedimenti ad istanza di parte. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è errata? Le disposizioni dell'art. 10-bis si applicano anche alle procedure concorsuali
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 disciplina la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza nei procedimenti ad istanza di parte. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è errata? Gli istanti, entro il termine di venti giorni dal ricevimento della comunicazione, hanno il diritto di presentare per iscritto le loro osservazioni, eventualmente corredate da documenti
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 disciplina la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza nei procedimenti ad istanza di parte. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è errata? La comunicazione interrompe i termini per concludere il procedimento che iniziano a decorrere nuovamente dalla data di presentazione delle osservazioni da parte degli istanti o, in mancanza, dalla scadenza del termine di dieci giorni dal ricevimento della comunicazione
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 disciplina la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza nei procedimenti ad istanza di parte. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è corretta? Il responsabile del procedimento o l'autorità competente, prima della formale adozione di un provvedimento negativo, è obbligato a comunicare tempestivamente agli istanti i motivi che ostano all'accoglimento della domanda
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 dispone che, nei procedimenti amministrativi ad istanza di parte, il responsabile del procedimento o l'autorità competente, prima della formale adozione di un provvedimento negativo, comunica tempestivamente agli istanti i motivi che ostano all'accoglimento della domanda. In tal caso: La comunicazione sospende i termini di conclusione dei procedimenti, che ricominciano a decorrere dieci giorni dopo la presentazione delle osservazioni da parte degli istanti o, in mancanza delle stesse, dalla scadenza del termine di dieci giorni dal ricevimento della comunicazione
- L'art. 10-bis della Legge 241/1990 prevede che, a seguito della comunicazione dei motivi che ostano all'accoglimento della domanda nei procedimenti ad istanza di parte: Gli istanti, entro il termine di dieci giorni dal ricevimento della comunicazione, hanno il diritto di presentare per iscritto le loro osservazioni, eventualmente corredate da documenti;
- L'art. 11 del D.Lgs. n. 39/2013 dispone che gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali e gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello nazionale, regionale e locale, sono incompatibili con talune cariche. A riguardo, è corretto affermare che i predetti incarichi sono incompatibili con la carica di parlamentare? Sì
- L'art. 11 della legge 241/1990 disciplina la materia degli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento, prevedendo, tra l'altro, che agli accordi con i partecipanti al procedimento amministrativo: Si applicano, ove non diversamente previsto, i principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti in quanto compatibili
- L'art. 11 della legge 241/1990 disciplina la materia degli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento, prevedendo, tra l'altro, che agli accordi con i partecipanti al procedimento amministrativo: Si applicano, ove non diversamente previsto, i principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti in quanto compatibili
- L'art. 11 della legge 241/1990 sanziona la mancata stipula per atto scritto degli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento amministrativo? Si, con la nullità degli accordi, salvo che la legge disponga altrimenti
- L'art. 11 della legge 241/1990 stabilisce che gli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento amministrativo debbono essere stipulati per atto scritto: A pena di nullità, salvo che la legge disponga altrimenti
- L'art. 11 della legge 241/1990, nel disciplinare la materia degli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento, stabilisce, tra l'altro, che: Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, l'amministrazione può recedere unilateralmente dall'accordo, salvo l'obbligo di provvedere alla liquidazione di un indennizzo in relazione agli eventuali pregiudizi verificatisi in danno del privato
- L'art. 12 della legge n. 120/2020 ha modificato l'art. 8 della legge n. 241/1990 introducendo, in particolare, tra i contenuti obbligatori della comunicazione personale di avvio del procedimento: L'indicazione del domicilio digitale dell'amministrazione
- L'art. 12 della legge n. 241/1990 reca disposizioni in merito all'effettiva osservanza dei criteri e delle modalità cui attenersi per l'adozione dei provvedimenti attributivi di vantaggi economici? Sì, l'art 12 prescrive stabilisce che l'effettiva osservanza dei predetti criteri e modalità deve risultare dagli stessi singoli provvedimenti attributivi dei vantaggi economici
- L'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che in taluni casi l'amministrazione procedente, nell'ambito della conferenza dei servizi, possa comunque procedere direttamente in forma simultanea e in modalità sincrona, ai sensi dell'articolo 14-ter della medesima legge. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni non è conforme al disposto normativo? La stessa amministrazione procedente o, previa informale intesa, una delle amministrazioni che curano l'interesse pubblico prevalente indice la conferenza comunicando alle altre amministrazioni le informazioni di cui alle lettere c) e d) del comma 2 dello stesso art. 14 bis e convocando la riunione entro i successivi trenta giorni
- L'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che la conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della medesima legge si svolge: In forma semplificata e in modalità asincrona, salvo i casi di cui ai commi 6 e 7 del medesimo art. 14 bis
- L'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che l'amministrazione procedente, nell'ambito della conferenza dei servizi, ove necessario in relazione alla particolare complessità della determinazione da assumere, possa comunque procedere direttamente in forma simultanea e in modalità sincrona, ai sensi dell'articolo 14-ter della medesima legge. In tal caso: La stessa amministrazione procedente indice la conferenza comunicando alle altre amministrazioni le informazioni di cui alle lettere a) e b) del comma 2 dello stesso art. 14 bis e convocando la riunione entro i successivi quarantacinque giorni
- L'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che l'amministrazione procedente, nell'ambito della conferenza dei servizi, può altresì procedere in forma simultanea e in modalità sincrona anche su richiesta motivata delle altre amministrazioni o del privato interessato avanzata entro il termine perentorio di cui al comma 2, lettera b), dello stesso art. 14 bis. In tal caso: La riunione è convocata nei successivi quarantacinque giorni
- L'art. 14 bis della legge 241/1990 prevede che nell'ambito della conferenza decisoria di cui all'articolo 14, comma 2, della medesima legge, le comunicazioni avvengono secondo le modalità previste: Dall'articolo 47 del D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale)
- L'art. 14 del codice del processo amministrativo dispone che le controversie indicate dall'articolo 135 del medesimo codice (tra cui rientrano anche le controversie aventi ad oggetto i provvedimenti dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato e quelli dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e dalla legge, sono devolute funzionalmente: Alla competenza inderogabile del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sede di Roma
- L'art. 14 della legge 241/1990 dispone che, per progetti di particolare complessità e di insediamenti produttivi di beni e servizi, l'amministrazione procedente, su motivata richiesta dell'interessato corredata da uno studio di fattibilità, al fine di indicare al richiedente, prima della presentazione di una istanza o di un progetto definitivo, le condizioni per ottenere, alla loro presentazione, i necessari pareri, intese, concerti, nulla osta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso, comunque denominati, può indire: La conferenza preliminare prevista dal comma 3 del medesimo art. 14
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 dispone che le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali o alla tutela della salute e della pubblica incolumità dei cittadini possono proporre, entro un termine prefissato e a determinate condizioni, opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri. La medesima norma prevede anche da chi deve essere proposta l'opposizione qualora sia interessata un'amministrazione statale? Sì, dal Ministro competente
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 dispone che talune amministrazioni possono proporre, entro un termine prefissato e a determinate condizioni, opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza dei servizi. In tal caso, la medesima norma prevede eventuali conseguenze? Sì, l'art. 14 quinquies della legge 241/1990 prevede che la proposizione dell'opposizione sospende l'efficacia della determinazione motivata di conclusione della conferenza
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 dispone che, successivamente alla proposizione dell'opposizione avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi da parte dell'amministrazione procedente, la questione è rimessa al Consiglio dei ministri: Qualora, all'esito delle riunioni di cui ai commi 4 e 5 del medesimo art. 14 quinquies, e comunque non oltre quindici giorni dallo svolgimento delle predette riunioni, non venga raggiunta un'intesa tra le amministrazioni partecipanti
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 prevede che avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza dei servizi: Entro 10 giorni dalla sua comunicazione, le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali o alla tutela della salute e della pubblica incolumità dei cittadini possono proporre opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri a condizione che abbiano espresso in modo inequivoco il proprio motivato dissenso prima della conclusione dei lavori della conferenza
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 prevede che, qualora a seguito della proposizione dell'opposizione avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi da parte dell'amministrazione procedente, non venga raggiunta un'intesa tra le amministrazioni partecipanti, la questione è rimessa al Consiglio dei ministri. In tal caso, quale delle seguenti affermazione non è conforme alla predetta disposizione normativa? Il Consiglio dei ministri non può accogliere parzialmente l'opposizione, modificando il contenuto della determinazione di conclusione della conferenza, ma si deve limitare ad accogliere o a rigettare l'opposizione
- L'art. 14 quinquies della legge 241/1990 prevede la possibilità che talune amministrazioni possono proporre, entro un termine prefissato e a determinate condizioni, opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza dei servizi. A riguardo, quale tra le seguenti affermazioni è conforme al dettato normativo? Possono proporre opposizione anche le amministrazioni delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano, il cui rappresentante, intervenendo in una materia spettante alla rispettiva competenza, abbia manifestato un dissenso motivato in seno alla conferenza
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, dispone che, nei casi di cui all'articolo 14-bis, comma 7, della medesima legge, il termine per la conclusione dei lavori della conferenza di servizi è fissato in novanta giorni decorrenti dalla data della prima riunione, qualora siano coinvolte: Amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, dispone che, nei casi di cui all'articolo 14-bis, comma 7, della medesima legge, qualora siano coinvolte amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, il termine per la conclusione dei lavori della conferenza di servizi in forma simultanea e in modalità sincrona è fissato: In novanta giorni decorrenti dalla data della prima riunione
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, ha previsto, tra l'altro, che si considera acquisito l'assenso senza condizioni delle amministrazioni: Nel caso in cui il rispettivo rappresentante non abbia partecipato alle riunioni ovvero, pur partecipandovi, non abbia espresso la propria posizione, ovvero abbia espresso un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della conferenza
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, ha previsto, tra l'altro, che: Alle riunioni della conferenza possono essere invitati gli interessati, inclusi i soggetti proponenti il progetto eventualmente dedotto in conferenza
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, reca disposizioni in materia di conferenza di servizi simultanea, stabilendo che, ove alla conferenza partecipino anche amministrazioni non statali, le amministrazioni statali sono rappresentate da un unico soggetto abilitato ad esprimere definitivamente in modo univoco e vincolante la posizione di tutte le predette amministrazioni. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è errata? Il rappresentante unico di tutte le amministrazioni statali è nominato dal Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, reca disposizioni in materia di conferenza di servizi simultanea, stabilendo, tra l'altro, che: Ciascuna regione e ciascun ente locale definisce autonomamente le modalità di designazione del rappresentante unico di tutte le amministrazioni riconducibili alla stessa regione o allo stesso ente locale nonché l'eventuale partecipazione delle suddette amministrazioni ai lavori della conferenza
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, reca disposizioni in materia di conferenza di servizi simultanea. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è corretta? Ciascun ente o amministrazione convocato alla riunione della conferenza di servizi è rappresentato da un unico soggetto abilitato ad esprimere definitivamente e in modo univoco e vincolante la posizione dell'amministrazione stessa su tutte le decisioni di competenza della conferenza, anche indicando le modifiche progettuali eventualmente necessarie ai fini dell'assenso
- L'art. 14 ter della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 127/2016, reca disposizioni in materia di conferenza di servizi simultanea. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni è errata? Ciascun ente o amministrazione convocato alla riunione può essere rappresentato da diversi soggetti abilitati ad esprimere definitivamente e in modo univoco e vincolante la posizione dell'amministrazione stessa su tutte le decisioni di competenza della conferenza, anche indicando le modifiche progettuali eventualmente necessarie ai fini dell'assenso
- L'art. 14, comma 4, della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 24 del d.lgs. 104/2017, dispone che, qualora un progetto sia sottoposto a valutazione di impatto ambientale di competenza regionale, tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione del medesimo progetto, vengono acquisiti: Nell'ambito della conferenza di servizi, convocata in modalità sincrona ai sensi dell'articolo 14-ter della medesima legge, secondo quanto previsto dall'articolo 27-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
- L'art. 14, comma 5, della legge 241/1990, per come novellato dall'art. 24 del d.lgs. 104/2017, dispone che l'indizione della conferenza è comunicata ai soggetti di cui all'articolo 7 della medesima legge, i quali: Possono intervenire nel procedimento
- L'art. 15 della legge 241/1990 detta disposizioni in merito agli accordi tra le pubbliche amministrazioni. A riguardo quale tra le seguenti affermazioni è errata? Gli accordi tra pubbliche amministrazioni sono stipulati per disciplinare l'iter di taluni procedimenti amministrativi particolarmente complessi quando la loro conclusione positiva è subordinata all'acquisizione di più pareri, intese, concerti, nulla osta o altri atti di assenso, comunque denominati, resi da diverse amministrazioni
- L'art. 15 della legge 241/1990 prescrive che gli accordi tra pubbliche amministrazioni sono sottoscritti con firma digitale, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, con firma elettronica avanzata, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera q-bis) del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, o con altra firma elettronica qualificata. Quale è la conseguenza prevista in caso di sottoscrizione con modalità diverse? La nullità degli stessi accordi
- L'art. 154 del D.Lgs. 196/2003, recante il "Codice in materia di protezione dei dati personali", prevede i compiti del Garante per la protezione dei dati personali. A riguardo, è corretto affermare che tra detti compiti rientra quello di promuovere l'adozione di regole deontologiche? Sì
- L'art. 154 del D.Lgs. 196/2003, recante il "Codice in materia di protezione dei dati personali", prevede i compiti del Garante per la protezione dei dati personali. A riguardo, è corretto affermare che tra detti compiti rientra quello di trasmettere la relazione, predisposta annualmente ai sensi dell'articolo 59 del Regolamento, al Parlamento e al Governo entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello cui si riferisce? Sì
- L'art. 16 della legge 241/1990 disciplina la materia dell'attività consultiva della pubblica amministrazione nell'ambito del procedimento amministrativo prevedendo termini e modalità del rilascio dei pareri richiesti agli organi consultivi della stessa pubblica amministrazione. In particolare, il predetto art. 16 stabilisce, tra l'altro, che: Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 del medesimo art. 16 non si applicano in caso di pareri che debbano essere rilasciati da amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistica, territoriale e della salute dei cittadini
- L'art. 16 della legge 241/1990 disciplina la materia dell'attività consultiva della pubblica amministrazione nell'ambito del procedimento amministrativo, prevedendo tra l'altro che, qualora sia stato richiesto un parere ad un organo consultivo della pubblica amministrazione e quest'ultimo abbia rappresentato esigenze istruttorie: I termini per il rilascio del parere richiesto possono essere interrotti per una sola volta e il parere deve essere reso definitivamente entro quindici giorni dalla ricezione degli elementi istruttori da parte delle amministrazioni interessate
- L'art. 16 della legge 241/1990 prevede che, qualora ad un organo consultivo della pubblica amministrazione sia richiesto un parere, nell'ambito del procedimento amministrativo: Esso debba essere trasmesso con mezzi telematici
- L'art. 16 della legge 241/1990, nel testo vigente, prevede che qualora ad un organo consultivo di una pubblica amministrazione sia richiesto un parere facoltativo, nell'ambito del procedimento amministrativo: Esso è tenuto a dare immediata comunicazione all'amministrazione richiedente del termine entro il quale il parere sarà reso, che comunque non può superare i venti giorni dal ricevimento della richiesta
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 disciplina gli effetti del silenzio e dell'inerzia nei rapporti tra amministrazioni pubbliche e tra amministrazioni pubbliche e gestori di beni o servizi pubblici. In base alla predetta disposizione, nei casi in cui - per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche - sia prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici e questi ultimi non li abbiano comunicati entro i termini prescritti: L'assenso, il concerto o il nulla osta si intende acquisito
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 disciplina gli effetti del silenzio e dell'inerzia nei rapporti tra amministrazioni pubbliche e tra amministrazioni pubbliche e gestori di beni o servizi pubblici. In base alla predetta disciplina quale delle seguenti affermazioni è errata? Le disposizioni dei commi 1 e 2 del predetto art. 17 bis non si applicano ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di amministrazioni pubbliche
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 dispone che nei casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro il termine di trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato della relativa documentazione, da parte dell'amministrazione procedente. Tale termine è interrotto qualora l'amministrazione o il gestore che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. A riguardo, cosa prevede la predetta disposizione normativa? Che l'assenso, il concerto o il nulla osta è reso nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o dello schema di provvedimento
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 dispone che nei casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro il termine di trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato della relativa documentazione, da parte dell'amministrazione procedente. Tale termine è interrotto qualora l'amministrazione o il gestore che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. A riguardo, cosa prevede la predetta disposizione normativa? Che non sono ammesse ulteriori interruzioni di termini
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 dispone che nei casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro il termine di trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato della relativa documentazione, da parte dell'amministrazione procedente. Tale termine: È interrotto qualora l'amministrazione o il gestore che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. In tal caso, l'assenso, il concerto o il nulla osta è reso nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o dello schema di provvedimento
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 dispone che nei procedimenti in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche e di gestori di beni o servizi pubblici, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di altre amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro il termine di trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato della relativa documentazione, da parte dell'amministrazione procedente. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla predetta disciplina? Le disposizioni dei commi 1 e 2 del predetto art. 17 bis non si applicano ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di amministrazioni pubbliche
- L'art. 17 bis della legge 241/1990 prevede che, esclusi i casi di cui al comma 3, quando per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi è prevista la proposta di una o più amministrazioni pubbliche diverse da quella competente ad adottare l'atto: La proposta stessa è trasmessa entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta da parte di quest'ultima amministrazione
- L'art. 17 bis della legge 241/1990, nel disciplinare gli effetti del silenzio e dell'inerzia nei rapporti tra amministrazioni pubbliche e tra amministrazioni pubbliche e gestori di beni o servizi pubblici, sancisce che le disposizioni dei commi 1 e 2 del predetto art. 17 bis si applicano anche ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di amministrazioni pubbliche. In tali casi, ove disposizioni di legge o i provvedimenti di cui all'articolo 2 della medesima legge non prevedano un termine diverso: Il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di novanta giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell'amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito
- L'art. 17 della legge 241/1990 disciplina la materia delle valutazioni tecniche di organi od enti appositi da acquisire obbligatoriamente prima dell'adozione di un provvedimento amministrativo, prevedendo tra l'altro che, nel caso in cui l'ente od organo adito abbia rappresentato esigenze istruttorie all'amministrazione procedente: I termini per il rilascio della valutazione tecnica richiesta possono essere interrotti per una sola volta e la predetta valutazione deve essere fornita definitivamente entro quindici giorni dalla ricezione degli elementi istruttori da parte delle amministrazioni interessate
- L'art. 17 della legge 241/1990 disciplina la materia delle valutazioni tecniche di organi od enti appositi propedeuticamente all'adozione di un provvedimento amministrativo, prevedendo termini e modalità per l'acquisizione delle stesse. In particolare, il predetto art. 17 stabilisce, tra l'altro, che: La disposizione di cui al comma 1 del medesimo art. 17 non si applica in caso di valutazioni che debbano essere prodotte da amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale e della salute dei cittadini
- L'art. 17 della legge 241/1990 prevede che, ove per disposizione espressa di legge o di regolamento sia previsto che per l'adozione di un provvedimento debbano essere preventivamente acquisite le valutazioni tecniche di organi od enti appositi e tali organi ed enti non provvedano o non rappresentino esigenze istruttorie di competenza dell'amministrazione procedente entro i termini prefissati: Il responsabile del procedimento deve chiedere le suddette valutazioni tecniche ad altri organi dell'amministrazione pubblica o ad enti pubblici che siano dotati di qualificazione e capacità tecnica equipollenti, ovvero ad istituti universitari
- L'art. 18-bis della legge 241/1990 dispone che dell'avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni è rilasciata una ricevuta, la quale deve contenere alcuni elemini minimi obbligatori. Quale tra i seguenti elementi non è previsto dalla predetta disposizione normativa? L'indicazione del nominativo del responsabile del procedimento
- L'art. 18-bis della legge 241/1990 prevede che dell'avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni è rilasciata una ricevuta. Quali contenuti minimi obbligatori deve avere tale ricevuta? Deve attestare l'avvenuta presentazione dell'istanza, della segnalazione e della comunicazione e indicare i termini entro i quali l'amministrazione è tenuta, ove previsto, a rispondere, ovvero entro i quali il silenzio dell'amministrazione equivale ad accoglimento dell'istanza
- L'art. 18-bis della legge 241/1990 prevede che dell'avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni è rilasciata: Immediatamente, anche in via telematica, una ricevuta
- L'art. 18-bis della legge 241/1990 reca disposizioni in merito alla presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni. Quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla predetta normativa? Dell'avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle pubbliche amministrazioni è rilasciata una ricevuta, la quale, tra l'altro, deve indicare i termini entro i quali l'amministrazione è tenuta, ove previsto, a rispondere, ovvero entro i quali il silenzio dell'amministrazione equivale a diniego dell'istanza
- L'art. 19 del D.Lgs. 165/2001 prevede che gli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale sono conferiti: A dirigenti della prima fascia dei ruoli unici dirigenziali o, in misura non superiore al 70 per cento della relativa dotazione, agli altri dirigenti appartenenti ai medesimi ruoli ovvero, con contratto a tempo determinato, a persone in possesso delle specifiche qualità professionali
- L'art. 19 della legge 241/1990 dispone che, a seguito della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), l'amministrazione competente, in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti prescritti, può adottare entro un determinato termine motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa. Decorso il termine per l'adozione dei predetti provvedimenti, cosa prevede il medesimo art. 19? Che l'amministrazione competente adotta comunque i predetti provvedimenti in presenza delle condizioni per l'annullamento d'ufficio previste dall'articolo 21-nonies
- L'art. 19 della legge 241/1990 dispone che, ove il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, nelle dichiarazioni o attestazioni o asseverazioni che corredano la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), dichiara o attesta falsamente l'esistenza dei requisiti o dei presupposti di legge richiesti, è punito: Con la reclusione da uno a tre anni
- L'art. 19 della legge 241/1990 richiede che la Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) debba essere corredata da una specifica documentazione. Quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla predetta normativa? La segnalazione è corredata dagli originali o dalle copie autenticate delle certificazioni e dell'atto di notorietà attestanti il possesso degli stati, qualità personali e fatti richiesti dalla normativa vigente
- L'art. 2 bis del decreto legislativo n. 33/2013, recante la disciplina del diritto di accesso civico e degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, stabilisce che la predetta disciplina si applica anche, in quanto compatibile, a determinati soggetti diversi dalle pubbliche amministrazioni. Tra questi tuttavia non rientrano: Le società quotate, come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera p), del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175
- L'art. 2 della Legge 241/1990 prevede che le determinazioni relative ai provvedimenti, alle autorizzazioni, ai pareri, ai nulla osta e agli atti di assenso comunque denominati, adottate dopo la scadenza dei termini indicati all'art. 2, comma 8 bis, della medesima Legge: Sono inefficaci
- L'art. 2 della Legge 241/1990 prevede determinate conseguenze nei confronti del dirigente e del funzionario inadempiente per l'ipotesi di mancata o tardiva emanazione del provvedimento nei termini. Quale delle seguenti affermazioni non è corretta? La mancata o tardiva emanazione del provvedimento nei termini costituisce elemento di valutazione della performance organizzativa e comporta responsabilità penale per omissione di atti d'ufficio
- L'art. 2 della legge 241/1990 stabilisce che nei casi in cui non sia previsto un termine diverso, i procedimenti amministrativi di competenza delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali devono concludersi entro il termine di: Trenta giorni
- L'art. 20 della legge 241/1990 disciplina l'istituto del c.d. "silenzio assenso" che prevede, tra l'altro, che, fatta salva l'applicazione dell'articolo 19 della medesima legge, nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi, il silenzio dell'amministrazione competente equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, senza necessità di ulteriori istanze o diffide, se la medesima amministrazione: Non comunica all'interessato, nel termine indicato all'articolo 2, commi 2 o 3 della stessa legge, il provvedimento di diniego, ovvero non procede ad indire, entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza, una conferenza di servizi
- L'art. 20 della legge 241/1990 disciplina l'istituto del c.d. "silenzio assenso" che trova applicazione, fatte salve le esclusioni previste dalla medesima disposizione normativa: Nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi
- L'art. 20 della legge 241/1990 dispone che, fatta salva l'applicazione dell'art. 19 della medesima legge, nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi il silenzio dell'amministrazione competente equivale: A provvedimento di accoglimento della domanda, se la stessa amministrazione competente non comunica nei termini stabiliti, il provvedimento di diniego, ovvero non provvede a indire una conferenza di servizi, entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza
- L'art. 20 della legge 241/1990 reca disposizioni in materia di silenzio dell'amministrazione e prevede, tra l'altro, che nei casi in cui il silenzio dell'amministrazione equivale ad accoglimento della domanda: L'amministrazione competente può assumere in determinazioni in via di autotutela, ai sensi degli articoli 21-quinquies e 21-nonies della medesima legge
- L'art. 20 della legge 241/1990 reca disposizioni in materia di silenzio dell'amministrazione e prevede, tra l'altro, che: Nei casi in cui il silenzio dell'amministrazione equivale a provvedimento di accoglimento, fermi restando gli effetti comunque intervenuti del silenzio assenso, l'amministrazione è tenuta, su richiesta del privato, a rilasciare, in via telematica, un'attestazione circa il decorso dei termini del procedimento e pertanto dell'intervenuto accoglimento della domanda
- L'art. 21-decies della L. 241/1990 prevede, in caso di provvedimenti annullati dal giudice per vizi inerenti ad atti endoprocedimentali, la possibilità dell'attivazione di un procedimento semplificato, ai fini della riadozione degli atti annullati: Quando si tratti di procedimenti di autorizzazione o di valutazione di impatto ambientale
- L'art. 21-quater della L. 241/1990 reca alcune disposizioni in materia di efficacia ed esecutività del provvedimento amministrativo. Quale delle seguenti non è corretta? La sospensione dell'efficacia ovvero dell'esecuzione del provvedimento amministrativo può essere disposta o perdurare anche oltre i termini per l'esercizio del potere di annullamento di cui all'articolo 21-nonies della stessa L. 241/1990
- L'art. 21-sexies della legge 241/1990, in materia di procedimento amministrativo, prevede che: Sia ammesso il recesso unilaterale dai contratti della pubblica amministrazione nei casi previsti dalla legge o dal contratto
- L'art. 21-ter della L. 241/1990 reca alcune disposizioni in materia di esecutorietà del provvedimento amministrativo. Quale delle seguenti non è corretta? Qualora l'interessato non ottemperi all'adempimento degli obblighi disposti dal provvedimento amministrativo, le pubbliche amministrazioni possono, anche senza diffida, provvedere all'esecuzione coattiva nelle ipotesi e secondo le modalità previste dalla legge
- L'art. 22 della legge 241/1990 reca alcune definizioni in materia di accesso ai documenti amministrativi. In particolare, per "diritto di accesso" si intende: Il diritto degli interessati di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi
- L'art. 24 del d.lgs. 165/2001, recante "Norme generali sull'ordinamento del Lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche", stabilisce che, nelle Amministrazioni statali, la retribuzione del personale con qualifica di dirigente è determinata dai contratti collettivi per le aree dirigenziali, prevedendo che il trattamento economico accessorio sia correlato alle funzioni attribuite, alle connesse responsabilità e ai risultati conseguiti. In particolare, dispone che il predetto trattamento accessorio collegato ai risultati deve costituire: Almeno il 30 per cento della retribuzione complessiva del dirigente
- L'art. 25 della legge 241/1990 detta disposizioni in ordine alle modalità di esercizio del diritto di accesso ai documenti amministrativi e ai ricorsi. Quale tra le seguenti affermazioni è errata? Decorsi inutilmente 30 giorni dalla richiesta, questa si intende assentita
- L'art. 25 della legge 241/1990 prevede che la pubblica amministrazione possa limitare l'accesso ai documenti amministrativi? Si, nei casi e nei limiti stabiliti dall'articolo 24 della legge n. 241/1990
- L'art. 25 della legge 241/1990 prevede che la pubblica amministrazione possa rifiutare l'accesso ai documenti amministrativi? Si, nei casi e nei limiti stabiliti dall'articolo 24 della legge n. 241/1990
- L'art. 25 della legge 241/1990, con riguardo alle modalità di esercizio del diritto di accesso ed ai ricorsi nei confronti degli atti delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, ha stabilito che, in caso di diniego dell'accesso, espresso o tacito, il richiedente: Può inoltrare richiesta di riesame della determinazione di diniego presso la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, nonché presso l'amministrazione resistente
- L'art. 28 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati, approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, disciplina la figura del Responsabile del trattamento. A riguardo quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla predetta disciplina? Il responsabile del trattamento può ricorrere a un altro responsabile anche senza una previa autorizzazione scritta, specifica o generale, del titolare del trattamento
- L'art. 29 della legge 241/1990 disciplina l'ambito di applicazione della stessa legge. Quali tra i seguenti soggetti sono esclusi dal predetto ambito applicativo? Le società con capitale pubblico minoritario
- L'art. 29 della legge 241/1990 relativo all'ambito di applicazione della stessa legge ha stabilito che le disposizioni del capo IV-bis (Efficacia ed invalidità del provvedimento amministrativo. Revoca e recesso) si applicano: A tutte le amministrazioni pubbliche
- L'art. 29 della legge 241/1990 relativo all'ambito di applicazione della stessa legge ha stabilito che le disposizioni di cui all'art. 11 (Accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento) si applicano: A tutte le amministrazioni pubbliche
- L'art. 29 della legge 241/1990 relativo all'ambito di applicazione della stessa legge ha stabilito che le disposizioni di cui all'art. 15 (Accordi fra pubbliche amministrazioni) si applicano: A tutte le amministrazioni pubbliche
- L'art. 29 della legge 241/1990 relativo all'ambito di applicazione della stessa legge ha stabilito che le disposizioni di cui all'art. 2-bis (Conseguenze per il ritardo dell'amministrazione nella conclusione del procedimento) si applicano: A tutte le amministrazioni pubbliche
- L'art. 3 del D.Lgs. n. 39/2013 disciplina le inconferibilità di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione. A riguardo, è corretto affermare che a coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, non possono essere attribuiti gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali, nonché negli enti di diritto privato in controllo pubblico? Sì
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Il personale militare e delle Forze di polizia di Stato
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Il personale della carriera prefettizia
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Gli avvocati e procuratori dello Stato
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Il personale della carriera diplomatica
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Il personale della carriera dirigenziale penitenziaria
- L'art. 3 del decreto legislativo 165/2001 dispone che alcune categorie di personale dipendenti di amministrazioni pubbliche rimangono assoggettati al regime di diritto pubblico e i loro rapporti non sono regolati contrattualmente. Quale delle seguenti categorie di personale, tra le altre, è soggetta al predetto regime di diritto pubblico? Il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
- L'art. 3 della legge n. 241/1990 ha sancito l'obbligo generale di motivazione dei provvedimenti amministrativi. Tale obbligo tuttavia non sussiste, tra l'altro: Per gli atti a contenuto generale
- L'art. 3, comma 1, della legge n. 113/2021 ha modificato l'art. 52, comma 1-bis, del D.Lgs. 165/2001, introducendo nuove specifiche disposizioni in materia di rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni non è conforme alle predette disposizioni? Per l'accesso alle posizioni economiche apicali nell'ambito delle aree funzionali è definita una quota di accesso nel limite complessivo del 30 per cento da riservare a concorso pubblico sulla base di un corso concorso bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione
- L'art. 30 della legge 241/1990 dispone che in tutti i casi in cui le leggi e i regolamenti prevedono atti di notorietà o attestazioni asseverate da testimoni altrimenti denominate: Il numero dei testimoni è ridotto a due
- L'art. 32 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati, approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, disciplina la sicurezza del trattamento dei dati personali, disponendo che il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento mettono in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio. A riguardo, è corretto affermare che tra tali misure siano comprese la pseudonimizzazione e la cifratura dei dati personali? Sì
- L'art. 34 del codice del processo amministrativo stabilisce che, in caso di accoglimento del ricorso, il giudice, nei limiti della domanda, definisce il giudizio con sentenza di merito quando: Ordina all'amministrazione, rimasta inerte, di provvedere entro un termine;
- L'art. 34 del codice del processo amministrativo stabilisce che, in caso di accoglimento del ricorso, il giudice, nei limiti della domanda, definisce il giudizio con sentenza di merito quando: Condanna all'adozione delle misure idonee a tutelare la situazione giuridica soggettiva dedotta in giudizio
- L'art. 34 del codice del processo amministrativo stabilisce che, in caso di accoglimento del ricorso, il giudice, nei limiti della domanda, definisce il giudizio con sentenza di merito quando: Annulla in tutto o in parte il provvedimento impugnato;
- L'art. 34 del codice del processo amministrativo stabilisce che, in caso di accoglimento del ricorso, il giudice, nei limiti della domanda, definisce il giudizio con sentenza di merito quando: Condanna al pagamento di una somma di denaro, anche a titolo di risarcimento del danno
- L'art. 34 del codice del processo amministrativo stabilisce che, in caso di accoglimento del ricorso, il giudice, nei limiti della domanda, definisce il giudizio con sentenza di merito quando: Dispone misure di risarcimento in forma specifica ai sensi dell'articolo 2058 del codice civile
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara, anche d'ufficio, il ricorso improcedibile quando nel corso del giudizio sopravviene il difetto di interesse delle parti alla decisione, o non sia stato integrato il contraddittorio nel termine assegnato
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara estinto il giudizio per perenzione
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara estinto il giudizio per rinuncia
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara, anche d'ufficio, il ricorso inammissibile se è carente l'interesse
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara, anche d'ufficio, il ricorso irricevibile se accerta la tardività della notificazione o del deposito
- L'art. 35 del codice del processo amministrativo stabilisce che il giudice adotta pronunce di rito quando, tra l'altro: Dichiara estinto il giudizio se, nei casi previsti dal predetto codice, non viene proseguito o riassunto nel termine perentorio fissato dalla legge o assegnato dal giudice
- L'art. 36 del d.lgs. 165/2001, recante "Norme generali sull'ordinamento del Lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche", stabilisce che i contratti di lavoro a tempo determinato posti in essere in violazione di disposizioni imperative riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori da parte delle pubbliche amministrazioni: Sono nulli
- L'art. 4 del D.Lgs. n. 39/2013 disciplina i casi inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni statali, regionali e locali a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione o dall'ente pubblico che conferisce l'incarico ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall'amministrazione o ente che conferisce l'incarico. A riguardo, è corretto affermare che a tali soggetti non possono essere conferiti gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali? Sì
- L'art. 4 del D.Lgs. n. 39/2013 disciplina i casi inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni statali, regionali e locali a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione o dall'ente pubblico che conferisce l'incarico ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall'amministrazione o ente che conferisce l'incarico. A riguardo, è corretto affermare che a tali soggetti non possono essere conferiti gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali? Sì
- L'art. 4 della Legge 241/1990 fa carico a ciascuna pubblica amministrazione di determinare, per ciascun tipo di procedimento amministrativo, l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché dell'adozione del provvedimento finale. Tali determinazioni: Sono rese pubbliche nelle forme previste dai singoli ordinamenti
- L'art. 40 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati, approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dispone che le associazioni e gli altri organismi di cui al paragrafo 2 del medesimo articolo che intendono elaborare un codice di condotta o modificare o prorogare un codice esistente sottopongono il progetto di codice, la modifica o la proroga all'autorità di controllo competente ai sensi dell'articolo 55 del GDPR. Tale autorità: Esprime un parere sulla conformità al GDPR del progetto di codice, della modifica o della proroga e approva tale progetto, modifica o proroga, se ritiene che offra in misura sufficiente garanzie adeguate
- L'art. 42 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati, approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, disciplina la certificazione della protezione dei dati nonché di sigilli e marchi di protezione dei dati allo scopo di dimostrare la conformità al GDPR regolamento dei trattamenti effettuati dai titolari del trattamento e dai responsabili del trattamento. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla predetta disciplina? La certificazione è obbligatoria e accessibile tramite una procedura trasparente
- L'art. 45 del D.Lgs. 165/2001 stabilisce che i contratti collettivi di lavoro del personale delle pubbliche amministrazioni definiscono, in coerenza con le disposizioni legislative vigenti, trattamenti economici accessori collegati, tra l'altro, alla performance individuale. Chi sono i soggetti responsabili dell'attribuzione dei predetti trattamenti economici accessori? I dirigenti
- L'art. 45 del D.Lgs. 165/2001 stabilisce che i contratti collettivi di lavoro del personale delle pubbliche amministrazioni definiscono, in coerenza con le disposizioni legislative vigenti, trattamenti economici accessori collegati, tra l'altro: Alla performance organizzativa con riferimento all'amministrazione nel suo complesso e alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola l'amministrazione
- L'art. 4-bis del d.lgs 14 marzo 2013, n. 33, introdotto dall'art. 5 del d.lgs. n. 97/2016, dispone che ciascuna amministrazione pubblichi sul proprio sito internet istituzionale, in una parte chiaramente identificabile, i dati sui propri pagamenti e ne permette la consultazione in relazione alla tipologia di spesa sostenuta, all'ambito temporale di riferimento e ai beneficiari. In quale parte del proprio sito internet istituzionale devono essere pubblicati i predetti dati: Nella sezione "Amministrazione trasparente"
- L'art. 4-bis del d.lgs 14 marzo 2013, n. 33, introdotto dall'art. 5 del d.lgs. n. 97/2016, prevede, al fine di promuovere l'accesso e migliorare la comprensione dei dati relativi all'utilizzo delle risorse pubbliche, un apposito sito internet che consente l'accesso ai dati dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e ne permette la consultazione in relazione alla tipologia di spesa sostenuta e alle amministrazioni che l'hanno effettuata, nonché all'ambito temporale di riferimento. Chi è che gestisce tale sito internet? L'Agenzia per l'Italia digitale, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze
- L'art. 5 del Codice del processo amministrativo stabilisce che il tribunale amministrativo regionale: Decide con l'intervento di tre magistrati, compreso il presidente e che, in mancanza del presidente, il collegio è presieduto dal magistrato con maggiore anzianità nel ruolo
- L'art. 5 del D.Lgs. 33/2013 dispone che l'istanza di accesso civico può essere trasmessa per via telematica secondo le modalità previste dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, e può presentata, tra gli altri: All'ufficio relazioni con il pubblico
- L'art. 5 del D.Lgs. 33/2013 dispone che, fatti salvi i casi di pubblicazione obbligatoria, l'amministrazione cui è indirizzata la richiesta di accesso civico, se individua soggetti controinteressati, ai sensi dell'articolo 5-bis, comma 2, del medesimo decreto, è tenuta a darne comunicazione agli stessi, i quali possono presentare una motivata opposizione, anche per via telematica, alla richiesta di accesso: Entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione
- L'art. 5 del D.Lgs. 33/2013 dispone che, fatti salvi i casi di pubblicazione obbligatoria, l'amministrazione cui è indirizzata la richiesta di accesso civico, se individua soggetti controinteressati, ai sensi dell'articolo 5-bis, comma 2, del medesimo decreto, è tenuta: A dare comunicazione agli stessi, mediante invio di copia con raccomandata con avviso di ricevimento, o per via telematica per coloro che abbiano consentito tale forma di comunicazione
- L'art. 5 del D.Lgs. 33/2013 dispone che, nei casi di diniego totale o parziale dell'accesso o di mancata risposta entro il prescritto termine di conclusione del procedimento di accesso civico, il richiedente può presentare: Richiesta di riesame al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza
- L'art. 5 del D.Lgs. 33/2013 dispone che, nei casi di diniego totale o parziale dell'accesso o di mancata risposta entro il prescritto termine di conclusione del procedimento di accesso civico, il richiedente può presentare richiesta di riesame al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza che decide con provvedimento motivato: Entro il termine di venti giorni
- L'art. 5 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dispone alcuni principi applicabili al trattamento di dati personali. Tra questi, quello secondo cui i dati personali sono trattati in maniera da garantire un'adeguata sicurezza dei dati personali, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative adeguate, da trattamenti non autorizzati o illeciti e dalla perdita, dalla distruzione o dal danno accidentali, si definisce: Integrità e riservatezza
- L'art. 5 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dispone alcuni principi applicabili al trattamento di dati personali. Tra questi, quello secondo cui i dati personali sono adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati si definisce: Minimizzazione dei dati
- L'art. 5 della legge 241/1990 sancisce l'obbligo di comunicare determinate informazioni ai soggetti di cui all'articolo 7 della medesima legge e, a richiesta, a chiunque vi abbia interesse. Quale informazione tra quelle di seguito indicate non è obbligatoriamente prevista? Il sito internet dell'amministrazione
- L'art. 5 della legge 241/1990 stabilisce che fino a quando non sia effettuata l'assegnazione della responsabilità dell'istruttoria e di ogni altro adempimento inerente il singolo procedimento nonché, eventualmente, dell'adozione del provvedimento finale: È considerato responsabile del singolo procedimento il funzionario preposto all'unità organizzativa competente
- L'art. 5 della legge n. 241/1990 stabilisce che la comunicazione del domicilio digitale dell'amministrazione: Sia fornita d'ufficio ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti ed a quelli che per legge debbono intervenirvi, nonché, a richiesta, a chiunque vi abbia interesse
- L'art. 52 del decreto legislativo n. 165/2001 dispone che il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni equivalenti nell'ambito dell'area di inquadramento, ovvero a quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia successivamente acquisito per effetto delle procedure selettive di cui all'articolo 35, comma 1, lettera a), del medesimo decreto. In casi specifici, il prestatore di lavoro può essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore? Sì, per obiettive esigenze di servizio, nei soli casi di vacanza di posto in organico, per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti, e di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con esclusione dell'assenza per ferie, per la durata dell'assenza
- L'art. 52 del decreto legislativo n. 165/2001 reca disposizioni in materia di disciplina delle mansioni del pubblico impiegato, tra le quali è previsto che: Nei casi di utilizzo del dipendente in mansioni proprie di una qualifica superiore, per il periodo di effettiva prestazione il lavoratore ha comunque diritto al trattamento economico previsto per la qualifica superiore, anche in caso di nullità dell'assegnazione alle mansioni superiori
- L'art. 52, comma 1-bis, del D.Lgs. 165/2001 stabilisce che, fatta salva una riserva di almeno il 50 per cento delle posizioni disponibili destinata all'accesso dall'esterno, le progressioni fra le aree e, negli enti locali, anche fra qualifiche diverse, avvengono tramite procedura comparativa basata, tra l'altro sulla valutazione positiva conseguita dal dipendente: Negli ultimi tre anni in servizio
- L'art. 53 del D.Lgs 165/2001 dispone che i dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza, salvo alcune esclusioni espressamente previste. Tra dette esclusioni rientrano i compensi e le prestazioni derivanti da attività di formazione diretta ai dipendenti della pubblica amministrazione nonché di docenza e di ricerca scientifica? Sì
- L'art. 5-bis 1° comma, del D.Lgs. 33/2013 dispone che l'accesso civico è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti, tra l'altro: Al regolare svolgimento di attività ispettive
- L'art. 5-bis, 1° comma, del D.Lgs. 33/2013 dispone che l'accesso civico è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti, tra l'altro: Alla politica e alla stabilità finanziaria ed economica dello Stato
- L'art. 6 del Codice del processo amministrativo stabilisce che in sede giurisdizionale il Consiglio di Stato: Decide con l'intervento di cinque magistrati, di cui un presidente di sezione e quattro consiglieri. In caso di impedimento del presidente, il collegio è presieduto dal consigliere più anziano nella qualifica
- L'art. 6 del Codice del processo amministrativo stabilisce che, di regola, l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato è composta dal presidente del Consiglio di Stato che la presiede e da: Dodici magistrati del Consiglio di Stato, assegnati alle sezioni giurisdizionali
- L'art. 6 del D.Lgs. 30/03/2001, n. 165, recante "Norme generali sull'ordinamento del Lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche", stabilisce che, nelle amministrazioni statali, il piano triennale dei fabbisogni di personale è approvato: Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato, su proposta del Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze
- L'art. 6 del D.Lgs. n. 39/2013 dispone che per le cariche di Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro, Vice Ministro, sottosegretario di Stato e di commissario straordinario del Governo, si applicano i divieti di cui alla legge 20 luglio 2004, n. 215, recante norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi. La vigilanza sull'applicazione di tali divieti è esercitata: Dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato e dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
- L'art. 6 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dispone che il trattamento è lecito se esso sia necessario per il perseguimento del legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi, a condizione che non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà fondamentali dell'interessato che richiedono la protezione dei dati personali, in particolare se l'interessato è un minore. Tale disposizione: Non si applica al trattamento di dati effettuato dalle autorità pubbliche nell'esecuzione dei loro compiti
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta: Nello svolgimento dei suoi compiti il responsabile del procedimento può chiedere, in fase di istruttoria, il rilascio di dichiarazioni e la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete e può esperire accertamenti tecnici ed ispezioni ed ordinare esibizioni documentali
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta: L'organo competente per l'adozione del provvedimento finale, ove diverso dal responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria condotta dal responsabile del procedimento se non indicandone la motivazione nel provvedimento finale
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni è errata: Il responsabile del procedimento non può esperire ispezioni, ma può ordinare esibizioni documentali
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni è errata: Il responsabile del procedimento deve necessariamente delegare l'istruttoria del procedimento, quando è egli stesso competente all'adozione del provvedimento finale
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni è errata: Il responsabile del procedimento non può mai essere competente all'adozione del provvedimento finale
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Tra questi rientra: L'adozione di ogni misura per l'adeguato e sollecito svolgimento dell'istruttoria, compresa l'adozione del provvedimento finale, ove ne abbia la competenza
- L'art. 6 della Legge 241/1990 disciplina i compiti del Responsabile del procedimento. Tra questi rientra: La valutazione, ai fini istruttori, delle condizioni di ammissibilità, dei requisiti di legittimazione e dei presupposti che siano rilevanti per l'emanazione di provvedimento
- L'art. 7 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, disciplina le condizioni per il consenso al trattamento dei dati personali. Quale delle seguenti affermazioni non è conforme alla suddetta disciplina? L'interessato ha il diritto di revocare il proprio consenso in qualsiasi momento, con un preavviso di 48 ore
- L'art. 7 della legge 241/1990 disciplina la comunicazione di avvio del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni non è corretta? L'avvio del procedimento amministrativo è comunicato ai soli soggetti che per legge debbono intervenirvi
- L'art. 8 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, dispone che, qualora il trattamento sia basato sul consenso, per quanto riguarda l'offerta diretta di servizi della società dell'informazione ai minori, è lecito il trattamento dei dati personali ove il minore abbia almeno 16 anni. A riguardo, gli Stati membri possono stabilire per legge un'età inferiore a tali fini? Sì, purché non inferiore ai 13 anni
- L'art. 8 della legge n. 241/1990 reca disposizioni sulle modalità e contenuti della comunicazione di avvio del procedimento, stabilendo che l'amministrazione debba provvedere a dare notizia dell'avvio del procedimento amministrativo, di norma, mediante: Comunicazione personale
- L'art. 9 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, sancisce il divieto di trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza sindacale, nonché di trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all'orientamento sessuale della persona. A riguardo, è corretto affermare che tale divieto non si applica se l'interessato ha prestato il proprio consenso esplicito al trattamento di tali dati personali per una o più finalità specifiche, salvo nei casi in cui il diritto dell'Unione o degli Stati membri dispone che l'interessato non possa revocare il divieto? Sì
- L'art. 9 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, sancisce il divieto di trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza sindacale, nonché di trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all'orientamento sessuale della persona. A riguardo, è corretto affermare che tale divieto non si applica se il trattamento riguarda dati personali resi manifestamente pubblici dall'interessato? Sì
- L'art. 9 del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati approvato con Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, sancisce il divieto di trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza sindacale, nonché di trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all'orientamento sessuale della persona. A riguardo, è corretto affermare che tale divieto non si applica se il trattamento è necessario per tutelare un interesse vitale dell'interessato o di un'altra persona fisica qualora l'interessato si trovi nell'incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso? Sì
- L'art. 9 della legge 241/1990 disciplina l'intervento nel procedimento amministrativo, stabilendo che: Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento
- L'articolo 1, comma 15, della legge n. 190/2012, dispone che la trasparenza dell'attività amministrativa è assicurata mediante la pubblicazione, nei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d'ufficio e di protezione dei dati personali. A riguardo è corretto affermare che nei predetti siti web istituzionali sono pubblicati anche i costi di produzione dei servizi erogati ai cittadini? Sì
- L'articolo 1, comma 15, della legge n. 190/2012, dispone che la trasparenza dell'attività amministrativa è assicurata mediante la pubblicazione, nei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d'ufficio e di protezione dei dati personali. A riguardo è corretto affermare che nei predetti siti web istituzionali sono pubblicati anche i costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche? Sì
- L'articolo 1, comma 2-bis, della legge n. 190/2012, reca disposizioni in merito al Piano nazionale anticorruzione. A riguardo, quale delle seguenti affermazioni non è conforme alle predette disposizioni? Il Piano ha durata quadriennale ed è aggiornato annualmente
- L'articolo 1, comma 7, della legge n. 190/2012, dispone che eventuali misure discriminatorie, dirette o indirette, nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza per motivi collegati, direttamente o indirettamente, allo svolgimento delle sue funzioni, devono essere segnalate: All'Autorità nazionale anticorruzione
- L'articolo 14, comma 3, della legge 241/1990 dispone che, per progetti di particolare complessità e di insediamenti produttivi di beni e servizi, l'amministrazione procedente, su motivata richiesta dell'interessato, corredata da uno studio di fattibilità, può indire una conferenza preliminare e, successivamente, la stessa amministrazione procedente, ricevuta l'istanza o il progetto definitivo, indice la conferenza di servizi simultanea nei termini e con le modalità di cui agli articoli 14-bis, comma 7, e 14- ter della medesima legge. A riguardo, in sede di tale conferenza simultanea è previsto che: Le determinazioni espresse in sede di conferenza preliminare possono essere motivatamente modificate o integrate solo in presenza di significativi elementi emersi nel successivo procedimento anche a seguito delle osservazioni degli interessati sul progetto definitivo
- L'articolo 2 del Dlgs. 165/2001 demanda alle singole amministrazioni, che vi provvedono secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi adottati secondo i rispettivi ordinamenti, tra l'altro, la definizione delle linee fondamentali di organizzazione degli uffici, ispirandola ad alcuni fondamentali criteri. Quale tra i seguenti criteri non è conforme a quelli previsti dal predetto decreto? La flessibilità nell'impiego del personale, che consente adeguati margini alle determinazioni operative e gestionali da perseguire anche mediante l'erogazione di trattamenti economici accessori al personale in misura non necessariamente corrispondente alle prestazioni effettivamente rese
- L'articolo 20 della legge 241/1990, relativo all'istituto del silenzio assenso, prevede che le disposizioni del medesimo articolo non si applicano a talune fattispecie, ivi specificamente elencate. Quale tra le seguenti fattispecie non rientrano tra quelle escluse dal campo di applicabilità del predetto articolo 20? I casi in cui i regolamenti delle singole amministrazioni impongono l'adozione di provvedimenti amministrativi formali
- L'articolo 20 della legge 241/1990, relativo all'istituto del silenzio assenso, prevede che le disposizioni del medesimo articolo non si applicano a taluni atti e procedimenti, ivi specificamente elencati. Quale tra i seguenti atti e procedimenti non rientrano tra quelli esclusi dal campo di applicabilità del predetto articolo 20? Gli atti e procedimenti riguardanti i servizi alla persona e alla comunità
- L'articolo 20 della legge 241/1990, relativo all'istituto del silenzio assenso, prevede che le disposizioni del medesimo articolo non si applicano a taluni atti e procedimenti, ivi specificamente elencati. Quale tra i seguenti atti e procedimenti non rientrano tra quelli esclusi dal campo di applicabilità del predetto articolo 20? Gli atti e procedimenti riguardanti l'istruzione scolastica
- L'articolo 20 della legge 241/1990, relativo all'istituto del silenzio assenso, prevede che le disposizioni del medesimo articolo non si applicano a taluni atti e procedimenti, ivi specificamente elencati. Quale tra i seguenti atti e procedimenti non rientrano tra quelli esclusi dal campo di applicabilità del predetto articolo 20? Gli atti e procedimenti riguardanti i servizi sociali
- L'articolo 20 della legge 241/1990, relativo all'istituto del silenzio assenso, prevede che le disposizioni del medesimo articolo non si applicano a taluni atti e procedimenti, ivi specificamente elencati. Quale tra i seguenti atti e procedimenti non rientrano tra quelli esclusi dal campo di applicabilità del predetto articolo 20? Gli atti e procedimenti riguardanti la ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia
- L'articolo 21 della legge 241/1990 dispone che con la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) di cui all'articolo 19 della medesima legge l'interessato deve dichiarare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti di legge richiesti. In caso di dichiarazioni mendaci o di false attestazioni cosa prevede il predetto articolo? Che non è ammessa la conformazione dell'attività e dei suoi effetti a legge o la sanatoria prevista dalla medesima normativa ed il dichiarante è punito con la sanzione prevista dall'articolo 483 del codice penale (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico), salvo che il fatto costituisca più grave reato
- L'articolo 21 della legge 241/1990 dispone che, nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi, con la domanda di cui all'articolo 20 della medesima legge l'interessato deve dichiarare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti di legge richiesti. In caso di dichiarazioni mendaci o di false attestazioni cosa prevede il predetto articolo? Che non è ammessa la conformazione dell'attività e dei suoi effetti a legge o la sanatoria prevista dalla medesima normativa ed il dichiarante è punito con la sanzione prevista dall'articolo 483 del codice penale (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico), salvo che il fatto costituisca più grave reato
- L'articolo 30 della Legge 241/1990 stabilisce il divieto di esigere atti di notorietà in luogo della dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà prevista dall'articolo 4 della legge 4 gennaio 1968, n. 15, quando si tratti di provare qualità personali, stati o fatti che siano a diretta conoscenza dell'interessato. Tale divieto, per come espressamente previsto dallo stesso articolo 30: Si applica alle pubbliche amministrazioni e alle imprese esercenti servizi di pubblica necessità e di pubblica utilità
- L'articolo 7 della legge 241/1990 disciplina la comunicazione di avvio del procedimento. Quale tra le seguenti affermazioni non è corretta? L'avvio del procedimento amministrativo è comunicato ai soli soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti
- Le disposizioni del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, sono espressione della potestà legislativa esclusiva dello Stato, in quanto: Costituiscono esercizio della funzione di coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera r), della Costituzione
- Le disposizioni della legge 241/1990, in base a quanto previsto dall'art. 29, comma 1, dello stesso testo normativo, si applicano: Alle amministrazioni statali e agli enti pubblici nazionali, salvo le disposizioni che - per effetto di quanto previsto dal medesimo 1° comma dell'art. 29 - si applicano anche ad altri soggetti
- Le pubbliche amministrazioni, secondo quanto disposto dall'art. 2 della Legge 241/1990, hanno il dovere di concludere il procedimento amministrativo mediante l'adozione di un provvedimento espresso? Sì, ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad un'istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio
- L'eccesso di potere: È un vizio di legittimità dell'atto amministrativo configurabile solo con riferimento agli atti discrezionali
- L'efficacia ovvero l'esecuzione del provvedimento amministrativo, secondo quanto disposto dall'art. 21- quater della L. 241/1990: Può essere sospesa, per gravi ragioni e per il tempo strettamente necessario, dallo stesso organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge
- L'esecutorietà del provvedimento amministrativo consiste: Nel potere della P.A. di portare ad esecuzione direttamente e coattivamente l'atto, senza ricorrere preventivamente all'autorità giudiziaria
- L'idoneità del provvedimento amministrativo - legittimo o illegittimo - a produrre automaticamente e immediatamente i propri effetti allorché l'atto sia divenuto efficace è detta: Esecutività
- L'illogicità o contraddittorietà della motivazione dell'atto amministrativo: Costituisce figura sintomatica di vizio di legittimità dell'atto amministrativo per eccesso di potere
- L'interesse che legittima la richiesta di accesso agli atti amministrativi, ai sensi dell'art. 22 della legge n. 241/1990: Deve essere un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l'accesso
- L'istituto della conferenza dei servizi semplificata è disciplinato all'art. 14 bis della legge 241/1990 il quale prevede che, scaduto il termine perentorio entro il quale le amministrazioni coinvolte devono rendere le proprie determinazioni relative alla decisione oggetto della conferenza, l'amministrazione procedente, qualora abbia acquisito esclusivamente atti di assenso non condizionato, anche implicito, ovvero qualora ritenga, sentiti i privati e le altre amministrazioni interessate, che le condizioni e prescrizioni eventualmente indicate dalle amministrazioni ai fini dell'assenso o del superamento del dissenso possano essere accolte senza necessità di apportare modifiche sostanziali alla decisione oggetto della conferenza: Adotta, entro cinque giorni lavorativi, la determinazione motivata di conclusione positiva della conferenza, con gli effetti di cui all'articolo 14-quater della medesima legge
- L'istituto della conferenza dei servizi semplificata è disciplinato all'art. 14 bis della legge 241/1990, il quale prevede, tra l'altro che la mancata comunicazione da parte delle amministrazioni coinvolte nel procedimento delle proprie determinazioni relative alla decisione oggetto della conferenza di servizi semplificata entro il termine prescritto, ovvero la comunicazione di una determinazione priva dei requisiti previsti dal comma 3 del medesimo art. 14 bis: Equivalgono ad assenso senza condizioni, fatti salvi i casi in cui disposizioni del diritto dell'Unione europea richiedono l'adozione di provvedimenti espressi
- L'istituto della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), disciplinato dall'art. 19 della legge n. 241/1990, è stato oggetto di riforma con il d.lgs. n. 126/2016. In base a tale riforma, l'attività oggetto della segnalazione può essere iniziata dalla data della presentazione della stessa segnalazione all'amministrazione competente? Sì, anche nei casi di cui all'articolo 19-bis, comma 2, della medesima legge 241/1990



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