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Concorso dirigenti scolastici - Preparazione agli SCRITTI
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Da: 01/01/2012 21:10:09
è proprio vero: dove ci sono idionei c'è la bagarre. Caro prossimo, non ti affliggere tanto non serve a niente: io per esempio non uso distinguere sulla tastiera la è dalla é, esattamente come si fa quando si scrive a mano. E allora? vuol dire che non si sa scrivere? io invece ho notato che hai scritto di getto e quando si scrive di getto non si usano nè punteggiatura nè lettere maiuscole. Ma lasciali perdere sti 4 sfigati che non hanno di meglio da fare che stare qui: secondo me sono sicuri, si troppo sicuri che non passeranno gli scritti....
Rispondi

Da: Gotan Gabib01/01/2012 21:12:08
... E infatti io NON sono un docente !
Rispondi

Da: 01/01/2012 21:16:02
Da: Abbi pietà di te stesso!    01/01/2012 21.13.41
Beh spero che anche tu possa arrivare alla senilità, ma visto che già sei scemo in gioventù, quando arriverai ad una "certa età" sarai così rinc...che sicuramente non potrai scrivere su un forum.
Rispondi

Da: Discorso del Capo dello Stato01/01/2012 21:17:41

Buona sera e buon anno.
E innanzitutto, grazie.
E' un grazie che debbo a tanti di voi, a tanti italiani, uomini e donne, di tutte le generazioni e di ogni parte del paese, per il calore con cui mi avete accolto ovunque mi sia recato per celebrare la nascita dell'Italia unita e i suoi 150 anni di vita.
Grazie per la partecipazione sentita e significativa a quelle celebrazioni, per lo spirito di iniziativa che si è acceso nelle più diverse istituzioni e comunità, accompagnando uno straordinario risveglio di memoria storica e di mobilitazione civile, e portando le celebrazioni del Centocinquantenario a un successo, per quantità e qualità, superiore anche alle previsioni più ottimistiche.
Il mio è, in sostanza, un grazie per avermi trasmesso nuovi e più forti motivi di fiducia nel futuro dell'Italia.
Che fa tutt'uno con fiducia in noi stessi, per quel che possiamo sprigionare e far valere dinanzi alle avversità: spirito di sacrificio e slancio innovativo, capacità di mettere a frutto le risorse e le riserve di un'economia avanzata, solida e vitale nonostante squilibri e punti deboli, di un capitale umano ricco di qualità e sottoutilizzato, di un'eredità culturale e di una creatività universalmente riconosciute.
Non mi nascondo, certo, che nell'animo di molti, la fiducia che ho sentito riaffiorare e crescere nel ricordo della nostra storia rischia di essere oscurata, in questo momento, da interrogativi angosciosi e da dubbi che possono tradursi in scoraggiamento e indurre al pessimismo.
La radice di questi stati d'animo, anche aspramente polemici, è naturalmente nella crisi finanziaria ed economica in cui l'Italia si dibatte.
Ora, è un fatto che l'emergenza resta grave: è faticoso riguadagnare credibilità, dopo aver perduto pesantemente terreno; i nostri Buoni del Tesoro - nonostante i segnali incoraggianti degli ultimi giorni - restano sotto attacco nei mercati finanziari; il debito pubblico che abbiamo accumulato nei decenni pesa come un macigno e ci costa tassi di interesse pericolosamente alti.
Lo sforzo di risanamento del bilancio, culminato nell'ultimo, così impegnativo decreto approvato giorni fa dal Parlamento, deve perciò essere portato avanti con rigore.
Nessuna illusione possiamo farci a questo riguardo.
Ma siamo convinti che i frutti non mancheranno.
I sacrifici non risulteranno inutili.
Specie se l'economia riprenderà a crescere: il che dipende da adeguate scelte politiche e imprenditoriali, come da comportamenti diffusi, improntati a laboriosità e dinamismo, capaci di produrre coesione sociale e nazionale.
Parlo dei sacrifici, guardando specialmente a chi ne soffre di più o ne ha più timore.
Nessuno, oggi - nessun gruppo sociale - può sottrarsi all'impegno di contribuire al risanamento dei conti pubblici, per evitare il collasso finanziario dell'Italia.
Dobbiamo comprendere tutti che per lungo tempo lo Stato, in tutte le sue espressioni, è cresciuto troppo e ha speso troppo, finendo per imporre tasse troppo pesanti ai contribuenti onesti e per porre una gravosa ipoteca sulle spalle delle generazioni successive.
Nella seconda metà del Novecento, il benessere collettivo è giunto a livelli un tempo impensabili portando l'Italia nel gruppo delle nazioni più ricche.
Ma a partire dagli anni Ottanta, la spesa pubblica è cresciuta in modo sempre più incontrollato, e ormai insostenibile.
E c'è anche chi ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale.
Né, quando si parla di conti pubblici da raddrizzare, si può fare a meno di mettere nel mirino l'altra grande patologia italiana: una massiccia, distorsiva e ingiustificabile evasione fiscale. Che ci si debba impegnare a fondo per colpire corruzione ed evasione fiscale, è fuori discussione.
Sapendo che è un'opera di lunga lena, che richiede accurata preparazione di strumenti efficaci e continuità: ed è quanto si richiede egualmente per un impegno di riduzione delle disuguaglianze, di censimento delle forme di ricchezza da sottoporre a più severa disciplina, di intervento incisivo su posizioni di rendita e di privilegio.
Ma mentre è giusto, anzi sacrosanto, fare appello perché si agisca in queste direzioni, è necessario riconoscere come si debba senza indugio procedere alla puntuale revisione e alla riduzione della spesa pubblica corrente: anche se ciò comporta rinunce dolorose per molti a posizioni acquisite e a comprensibili aspettative.
Per procedere con equità si deve innanzitutto stare attenti a non incidere su già preoccupanti situazioni di povertà, o a non aggravare rischi di povertà cui sono esposti oggi strati più ampi di famiglie, anche per effetto della crescita della disoccupazione, soprattutto giovanile.
Ma più in generale occorre definire nuove forme di sicurezza sociale che sono state finora trascurate a favore di una copertura pensionistica più alta che in altri paesi o anche di provvidenze generatrici di sprechi.
Bisogna dunque ripensare e rinnovare le politiche sociali e anche, muovendo dall'esigenza pressante di un elevamento della produttività, le politiche del lavoro: per la fondamentale ragione che il mondo è cambiato, che l'epicentro della crescita economica - e anche di quella demografica - si è spostato lontano dall'Europa, e non solo il nostro paese, ma il nostro continente vedono ridursi il loro peso e i loro mezzi, e debbono rivedere il modo di concepire e distribuire il proprio benessere, e concentrare i loro sforzi nel guadagnare nuove posizioni e opportunità nella competizione globale.
Senza mettere in causa la dimensione sociale del modello europeo, il rispetto della dignità e dei diritti del lavoro.
Mi si consenta una piccola digressione personale: vengo da una lontana, lunga esperienza politica concepita e vissuta nella vicinanza al mondo del lavoro, nella partecipazione alle sue vicende e ai suoi travagli.
Mi sono formato, da giovane, nel rapporto diretto, personale con la realtà delle fabbriche della mia Napoli, con quegli operai e lavoratori.
E' un sentimento e un'emozione che ho visto rinnovarsi in me ogni volta che ho visitato da Presidente una fabbrica, incontrandone le maestranze.
Comprendo dunque, e sento molto, in questo momento, le difficoltà di chi lavora e di chi rischia di perdere il lavoro, come quelle di chi ha concluso o sta per concludere la sua vita lavorativa mentre sono in via di attuazione o si discutono ancora modifiche del sistema pensionistico.
Ma non dimentico come nel passato, in più occasioni, sia stata decisiva per la salvezza e il progresso dell'Italia la capacità dei lavoratori e delle loro organizzazioni di esprimere slancio costruttivo, nel confronto con ogni realtà in via di cambiamento, e anche di fare sacrifici, affermando in tal modo, nello stesso tempo, la loro visione nazionale, il loro ruolo nazionale.
Non è stato forse così negli anni della ricostruzione industriale, dopo la liberazione del paese? Non è stato forse così in quel terribile 1977, quando c'era da debellare un'inflazione che galoppava oltre il 20 per cento e da sconfiggere l'attacco criminale quotidiano e l'insidia politica del terrorismo brigatista?
Guardiamo dunque con questa consapevolezza alle grandi prove che abbiamo davanti: come superare i rischi più gravi di crisi finanziaria per il nostro paese, e come reagire alle minacce incombenti di recessione.
L'Italia può e deve farcela; la nostra società deve uscirne più severa e più giusta, più dinamica, moralmente e civilmente più viva, più aperta, più coesa.
Rigore finanziario e crescita.
Crescita più intensa e unitaria, nel Nord e nel Sud, da mettere in moto con misure finalizzate alla competitività del sistema produttivo, all'investimento in ricerca e innovazione e nelle infrastrutture, a un fecondo dispiegarsi della concorrenza e del merito.
E' a queste misure che ha annunciato di voler lavorare il governo, nel dialogo con le parti sociali e in un rapporto aperto col Parlamento. Obiettivo di fondo: più occupazione qualificata per i giovani e per le donne.
Si è diffusa, ormai, la convinzione che dei sacrifici siano inevitabili per tutti: ma la preoccupazione maggiore che emerge tra i cittadini, è quella di assicurare un futuro ai figli, ai giovani.
E' questo obiettivo che può meglio motivare gli sforzi da compiere: è questo l'impegno cui non possiamo sottrarci.
Perseguire questi obiettivi, uscire dalle difficoltà in cui non solo noi ci troviamo è impossibile senza un più coerente sforzo congiunto al livello europeo.
E' comprensibile che anche in Italia si manifesti oggi insoddisfazione per il quadro che presenta l'Europa unita.
Ma ciò non deve mai tradursi in sfiducia verso l'integrazione europea.
Quel che abbiamo costruito, insieme, tenacemente, è stato decisivo per garantirci sempre di più pace e unità nel nostro continente, progresso in ogni campo, crescente benessere sociale, salvaguardia e affermazione nel mondo dei nostri comuni interessi e valori europei.
E oggi, ben più di cinquant'anni fa, solo uniti potremo ancora progredire e contare come europei in un quadro mondiale radicalmente cambiato.
All'Italia tocca perciò levare la sua voce perché si vada avanti verso una più conseguente integrazione europea, e non indietro verso anacronistiche chiusure e arroganze nazionali. Occorrono senza ulteriori indugi scelte adeguate e solidali per bloccare le pressioni speculative contro i titoli del debito di singoli paesi come l'Italia, perché il bersaglio è l'Europa, ed europea dev'essere la risposta.
Risposta in termini di stabilità finanziaria e insieme di rilancio dello sviluppo.
E non ci siamo. Particolarmente sottovalutata è la prospettiva della recessione, con tutte le sue conseguenze.
In quanto all'Italia, è tempo che da parte di tutti in Europa si prendano sul serio e si apprezzino le dimostrazioni che il nostro paese ha dato e si appresta a dare, pagando prezzi non lievi, della sua adesione a principi di stabilità finanziaria e di disciplina di bilancio, nonché del suo impegno per riforme strutturali volte a suscitare una più libera e intensa crescita economica.
Abbiamo solo da procedere nel cammino intrapreso, anche per far meglio sentire, in seno alle istituzioni europee - in condizioni di parità - il nostro contributo a nuove, meditate decisioni ed evoluzioni dell'Unione.
In questo senso sta svolgendo il suo mandato il governo Monti, la cui nascita ha costituito il punto d'arrivo di una travagliata crisi politica di cui il Presidente del Consiglio, on. Berlusconi, poco più di un mese fa, ha preso responsabilmente atto.
Si è allora largamente convenuto che il far seguire precipitosamente, all'apertura della crisi di governo, uno scioglimento anticipato delle Camere e il conseguente scontro elettorale, avrebbe rappresentato un azzardo pesante dal punto di vista dell'interesse generale del paese.
Di qui è venuto quel largo sostegno in Parlamento al momento della fiducia al governo, con una scelta di cui va dato merito a forze già di maggioranza e già di opposizione.
E' importante ora che l'Italia possa contare su una fase di stabilità e di serenità politica.
Ciò non toglie che ogni partito mantenga la sua fisionomia e si caratterizzi in Parlamento con le sue proposte rispetto all'azione che l'esecutivo deve portare avanti.
Soprattutto, un vasto campo è aperto per l'iniziativa dei partiti e per la ricerca di intese tra loro sul terreno di riforme istituzionali da tempo mature.
Queste sono necessarie anche per creare condizioni migliori in vista di un più costruttivo ed efficace svolgimento della democrazia dell'alternanza nello scenario della nuova legislatura dopo il ritorno alle urne.
Mi auguro che i cittadini guardino con attenzione, senza pregiudizi, alla prova che le forze politiche daranno in questo periodo della loro capacità di rinnovarsi e di assolvere alla funzione insostituibile che gli è propria di prospettare e perseguire soluzioni per i problemi di fondo del paese.
Non c'è futuro per l'Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica.
Solo così ci porteremo, nei prossimi anni, all'altezza di quei problemi di fondo che sono ardui e complessi e vanno al di là di pur scottanti emergenze.
Avvertiamo quotidianamente i limiti della nostra realtà sociale, confrontandoci con la condizione di quanti vivono in gravi ristrettezze, con le ansie e le incertezze dei giovani nella difficile ricerca di una prospettiva di lavoro.
E insieme avvertiamo i limiti del nostro vivere civile, confrontandoci con l'emergenza della condizione disumana delle carceri e dei carcerati, o con quella del dissesto idrogeologico che espone a ricorrenti disastri il nostro territorio, o con quella di una crescente presenza di immigrati, con i loro bambini, che restano stranieri senza potersi, nei modi giusti, pienamente integrare.
Ci si pongono dunque acute necessità di scelte immediate e di visioni lungimiranti.
Occorre una nuova "forza motivante" perché si sprigioni e operi la volontà collettiva indispensabile; occorrono coraggio civile e sguardo rivolto "con speranza fondata verso il futuro".
Questo ci hanno detto nei giorni natalizi alte voci spirituali.
Esse si sono in effetti rivolte al più vasto mondo in cui si collocano i travagli della nostra Italia e della nostra Europa.
Un mondo nel quale sono emerse di recente nuove correnti e forze portatrici di aspirazioni alla libertà e alla giustizia, ma anche difficoltà e tensioni, e ancora feroci repressioni.
Mentre restano aperti antichi focolai di contrapposizione e di conflitto, e si manifestano ciechi furori religiosi, fino a dar luogo a orribili stragi di comunità cristiane.
L'Italia non può restare, e non resta, estranea a ogni possibile iniziativa di pace e umanitaria: come dice la nostra partecipazione - anche con dolorosi sacrifici di giovani vite - a quelle missioni militari e civili internazionali che vedono migliaia di nostri connazionali farsi onore. Nel salutarli e ascoltarli in occasione del Natale, ho colto accenti confortanti di alto senso di responsabilità e di forte vocazione al servizio del bene comune.
Sono accenti che colgo, qui in Italia, in tante occasioni di incontro con le molteplici espressioni dell'universo della solidarietà, del volontariato, dell'impegno civile.
Sono accenti che trovo in lettere toccanti che mi vengono indirizzate da persone anziane, da giovani e ragazzi, da uomini e donne che raccontano i loro propositi operosi e le loro esperienze.
Lasciatemi dunque ripetere: la fiducia in noi stessi è il solido fondamento su cui possiamo costruire, con spirito di coesione, con senso dello stare insieme di fronte alle difficoltà, dello stare insieme nella comunità nazionale come nella famiglia.
E allora apriamoci così al nuovo anno : facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisogno l'Italia.

A voi tutti, con affetto, buon 2012 !

Rispondi

Da: Fata01/01/2012 21:20:19

@ prossimo alla pensione

... una diatriba sugli errori grammaticali di messaggi postati in un forum è sterile e priva di senso... una chat è un mezzo di comunicazione veloce... e sono inevitabili gli errori, sia nella forma,
sia nella sostanza... cioè in quello che si dice...e si trasmette...
... nel senso che prevale più il giudizio sulle cose, che l'attenzione e la curiosità delle cose..., insomma... dai ...sto solo cercando di trasmetterti che a volte è il mezzo un po' cattivello... e magari dietro lo schermo si è migliori...
Rispondi

Da: Fata turchina01/01/2012 21:35:38

E' spaventoso, ma tipico del degrado degli italiani, giustificare gli ignoranti ed attaccare chi ha ragione e ha il coraggio di dire la verità!
Rispondi

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Da: ignorante?01/01/2012 21:40:01
è chi scrive é invece di è o chi si fa beffe dell'anziano tirando lo scarico?
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 21:44:43
Fui quel che sei... e quel che sono....tu.... sarai!
Rispondi

Da: Fata turchina01/01/2012 21:54:04
Il discorso del Capo dello Stato è formalmente perfetto; il discorso del DS è invece quello di un semi-analfabeta!
Ma non provo stupore.

Che strazio! Povera Scuola Italiana!
Rispondi

Da: Fata01/01/2012 21:57:13

... ma su ! post e post alla ricerca degli errori di grammatica nel post di un collega prossimo alla pensione...! ma su ! ... ma io cerco il collega ...non i suoi eventuali presunti errori.. . !!! magari gli stringo virtualmente la mano perchè è una persona che ha una vita alle spalle e sta per iniziarne una nuova... perchè c'è tutta una grammatica della vita oltre un post... la grammatica delle relazioni... del rispetto...
... del piacere delle cose e delle persone... lo so che i miei punti di vista sono sempre un po' strani... ma chi se ne importa... !!!!!!!!
... e che il mondo virtuale mi fulmini !!!!
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 22:07:33
fata turchina
se diventi dirigente e scopri un docente che "secondo te" è ignorante, cosa fai, lo impicchi all'albero più alto?
Rispondi

Da: Fata del bosco incantato01/01/2012 22:20:06

( per meglio distinguermi da quella turchina... non so più che nick inventarmi )

... ma abbiate pazienza... qui si sta a fare l'analisi logica e grammaticale dei post... neanche dovessimo esporli nel British Museum... accanto alla stele di rosetta... o portarli al premio Strega...
...  per poi usare l'espressione " delirio senile" verso una persona... ma no, figlioletti belli,  la cultura, lo studio non servono per scrivere meglio su mininterno... ( ripeto chat= comunicazione veloce)... ma per pensare meglio... e scrivere cose migliori... la forma vien dopo.
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 22:28:20
cara fata vera, lasciamo stare, cattiveria e presunzione che non dovrebbero appartenere ai docenti. Ci abbiamo provato, ma ...!
Rispondi

Da: Fata del porno bosco incantato01/01/2012 22:32:21
@ remember...

Personalmente, io, da DS, il docente ignorante lo massacro con i mezzi istituzionali.
Rispondi

Da: Fata del bosco incantato01/01/2012 22:36:19

@ remeber

OK... anche perchè non era mia intenzione far lezioncine di grammatica elementare della vita... detesto farle e riceverle... volevo solo "sfracanarmi"( sorry )  un po' contro i mulini a vento... così per fare un po' di sport....ciao! 
Rispondi

Da: Abbi piet di te stesso!01/01/2012 22:42:02
Il solito qualunquismo becero ed avvilente dei comunisti per i quali siamo tutti uguali e "guai ad essere bravi e meritevoli" !
Chi è bravo e meritevole mette in ombra e "segnala" troppo gli ignoranti !

V E R G O G N A !
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 22:42:28
lo vedi, questo massacra, allora non ha capito niente, libri interi buttati al vento!
Ciao, fata vera!
Rispondi

Da: Abbi piet di te stesso!01/01/2012 22:42:39
ERRATA CORRIGE

qualunquismo
Rispondi

Da: Fata del porno bosco incantato01/01/2012 22:45:32
@ remenber...

La Scuola ha bisogno di intellettuali non di laureati falliti entrati nella scuola per scroccare pane a ufo allo Stato!
I ragazzi hanno necessità di formatori validi.

P.S. Sono donna.
Rispondi

Da: Fata del porno bosco incantato01/01/2012 22:46:48
Remember...
lo vedi, questo massacra, allora non ha capito niente, libri interi buttati al vento!
Ciao, fata vera!


SONO DONNAAAAAAAA !
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 22:48:00
i formatori validi formano, non spezzano le redini!
Rispondi

Da: ...01/01/2012 22:48:22
Ma dove sono i migliori di questo forum ?
- verdesandra
- filippo il bello
- sympa
- form

Auguri a voi di una futura dirigenza intelligente. Vi adoro... :-)
Rispondi

Da: remember...01/01/2012 22:49:03
le redini? no volevo dire altro, ma non correggo!
Rispondi

Da: Cunnighiuzzo01/01/2012 22:50:02

u ste lu pornu !!!! ... lu pornu !!!!
Rispondi

Da: remember ...01/01/2012 22:52:42
Scusatemi volevo dire le reni, ma sono un docente... ergo...l'italiano non ha così grande importanza per formare le future generazioni...

POVERO DANTE !
POVERO BEMBO !
POVERO MANZONI !
Rispondi

Da: remember01/01/2012 22:58:13
ovviamente mi rubi il nick. Si volevo dire le reni, ma non ho voluto correggere. Proprio per rispetto a Dante, Bembo e Manzoni. Perché strani profumi di ventennio aleggiavano ed ho preferito lasciare le redini.
Comunque, caro amico, e sei maschio, ci sono altre cose da sapere per insegnare e dirigere. Ma...., alla prossima volta...!
Rispondi

Da: remember ...01/01/2012 23:00:46
Profumi di ventennio ? Puzza direi !
La stessa puzza però è sia con fascisti sia con comunisti !
Rispondi

Da: Evviva il Ventennio01/01/2012 23:01:32
;-)
Rispondi

Da: L''elfa della verde arcade01/01/2012 23:04:31

@ cunighiuzzo

... su ... non puoi stare qui nel porno bosco incantato... meglio le beceri arcadi... dove il linguaggio per quanto becero( nel gioco)  non  è mai scurrile... scusate ... che poi a che serve un codice linguistico elaborato per usare parole come "delirio senile" o "trombati" o altro, mah? ... mio marito lu cunigghiaru queste parole non le conosce...
... ed avendo un codice ristretto... avrebbe detto di un anziano " il nuovo di ieri che merita sempre il rispetto del nuovo di oggi"... ed anche nella non condivisione delle cose a uno  che va in pensione non avrebbe mai tirato lo scarico... avrebbe fatto la più splendida delle feste...  scusate la smplicità di pensiero... ma cunigghiari simu...
Rispondi

Da: Che strano!01/01/2012 23:05:23
Che paese strano è l'Italia !
Quando qualcuno parla di merito, cultura, correttezza, affidabilità... si cita il ventennio...
Questi sono valori "classici" che nulla hanno a che fare con le dittature, di cui, ricordo, quella comunista è stata la più atroce !
Rispondi

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