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Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:10
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:10
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:10
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:11
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:11
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




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17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

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Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:11
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:12
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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:12
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:13
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:13
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:13
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17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:14
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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:14
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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:14
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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:14
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




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17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:15
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Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: renzi senza letta18/04/2014 00:22:17
LA MAFIA? CONTINUERÀ A VINCERE GRAZIE AI POLITICI CORROTTI




di A.G.
17/04/2014
Fa un certo effetto sapere che gli studenti interpellati dal Centro Studi Pio La Torre ritengano il fenomeno criminoso per eccellenza "più forte dello Stato", soprattutto per via della "corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente" e "per la sua pervasività nell'economia e nella politica". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, dobbiamo fare in modo che non prevalga il senso di rassegnazione. Le via d'uscita sono scuola, magistratura e famiglia.
La mafia è un male difficile da estirpare, soprattutto se continuerà a contare sulla corruzione dei politici. Fa un certo effetto sapere che ad essere pessimisti sulla vittoria dello Stato sull'organizzazione criminosa per eccellenza sono anche gli studenti.  E non solo quelli italiani.
La rilevazione è stata fatta dal Centro Studi Pio La Torre, che nei mesi scorsi ha proposto un questionario sulla percezione del fenomeno mafiosa agli iscritti ad una lunga lista di scuole italiane e, per la prima volta, anche tedesche. E dai risultati emerge un sostanziale pessimismo rispetto alla penetrazione delle mafie nella società.
La maggior parte dei ragazzi si sono dichiarati concordi con chi sostiene che "la mafia non è un fenomeno che sarà sconfitto a breve dalla Stato", proprio a causa della stretta relazione tra le attività criminose e la politica. E debellarla sarà praticamente impossibile fino a quando sarà anche presente "la corruttibilità in allarmante crescita della classe dirigente".
I numeri sono emblematici. Per il 53% degli studenti "la mafia è più forte dello Stato", mentre sono forti in ugual misura per il 26%, e solo il 12% mostra maggiore fiducia nella forza repressiva della Stato. Corruzione della classe dirigente (per il 62% degli studenti), clientelismo (per il 13%), scarse opportunità di lavoro (33%) sono, nelle risposte degli studenti, i fenomeni che permettono alle organizzazioni mafiose di continuare ad esistere. Il 53% degli intervistati ritiene molto forte e il 42% abbastanza forte il nesso tra fenomeno mafioso e mondo delle politica: il 95% individua nella corruttibilità della politica la radice ultima delle mafie.
"La sfiducia verso la politica non scade però nel qualunquismo", ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi, che ha presentato lo studio con Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia: "I ragazzi hanno fiducia nella scuola, come via d'uscita, nella magistratura e nella famiglia". Dall'altro lato è chiara la consapevolezza che la criminalità organizzata è "un ostacolo per il futuro, per la sua pervasività nell'economia e nella politica".
"In questi anni - ha commentato Rosy Bindi, che ha incontrato alcuni studenti che hanno partecipato alla ricerca - sono stati raggiunti grandi risultati, e non è vero che tutti i capi della mafia sono stata sostituiti da altri capi più bravi di loro. E' vero, la mafia non è stata sconfitta, ma non ha vinto in questi anni. Il dato più impressionante è che la mafia viene percepita come più forte dello Stato. E questo è preoccupante perchè - ha concluso Rosy Bindi - potrebbe generare un senso di rassegnazione".

Da: IL SOLITO18/04/2014 08:39:21
IL SOLITO COGL......NE...
E IL SITO NON FA UN CA...O PER BANNARLO !!!!!

Da: x renzi senza letta18/04/2014 12:35:50
che scoperta hai fatto ? da anni che esiste questa situazione però in Italia c'è molta omertà.

Da: confuso18/04/2014 12:55:17
ragazzi scusatemi ma la domanda per l'aggiornamento della graduatoria terza fascia è uscito?uscirà? grazie in anticipo a chi mi risponde

Da: gerry77518/04/2014 15:43:01
Uscirà...tra giugno..e novembre

Da: LUC7018/04/2014 19:16:49
x cipollin:rivolgiti ad un sindacato,ad uno furbo che abbia un consulente esperto in diritto scolastico,ci saranno sicuramente delle normative a riguardo e nella tua carriera di precario sarà sempre utile saperle, pensa se quella supplenza dovesse arrivare a giugno ,tu intanto non hai potuto accettarne altre perché non sei stato messo al corrente subito della situazione contrattuale e poi al momento della firma per la presa di servizio hanno fatto cenno che si trattava di aspettare l'avente diritto? Io non mollerei ed informerei la segreteria che farai intervenire i sindacati ,così vedi come reagiscono,naturalmente sempre con molto garbo

Da: cipollin18/04/2014 19:46:03
Xlu70 si mi avevo detto che fosse fino all avente diritto a voce durante la compilazione della presa in servizio....ma mi potresti se io mi presento il 23 mattina mi devono far lavorare a questo punto e se tentano di liquidarmi cosa posso dire e fare ..?

Grazie lu70 mi aiuti

Da: luc 70 18/04/2014 21:41:52
cipollin non  prendere iiniziative privae le strade sono 2 o il sindacato  o meglio ancora il provveditorato potresti andarci di persona   portando la copia del contratto e spiegando la situazione se il posto tocca te   prenderanno contatti con la scuola sono obbligati ad intervenire








Da: cipollin18/04/2014 23:52:21
xlu70 grazie ....di cuore ....naturalmente seguo il tuo consiglio ....

se la scuola mi tira via la supplenza io penso che nel

torto siano loro anche perche' io ho la coscienza pulita a questo punto io gli ho coperto l'emergenza immediata e loro naturalmente ci pagano per questo ....

aspettero'  cosa accade .....


ma volevo confessartii anche se il 23 sara' un altra persona a lavorare al posto mio vuol dire che il mio destino lavorativo e' questo .

Naturalmente lu70 adesso tutti gli uffici sono chiusi  mi rassereno un attimo e spero che il cuore di queste persone si ravvadeno e se mi faranno un ingiustizia io alla fine mi rafforzero'  nello spirito .

Lu70 ti ringrazio per il supporto ma mi sento piccolo/a -piccola/o.







Da: luc7019/04/2014 09:10:35
cipollin:se non vuoi fare polemiche con la scuola ti capisco,ma trova il tempo per chiedere informazioni in provveditorato,perchè è nostro dovere non restare nell'ignoranza ed allo stesso tempo anche le segreterie che credono di essere nel giusto,devono poter operare in modo corretto per il rispetto di tutti ,sai,quando manca il rispetto nei confronti degli altri si lavora male ,il sistema scuola funziona se vi sono delle regole precise e se vengono osservate da tutti ,ti posso dire per esperienza che lo spirito si rafforzerà maggiormente se saprai di essere dalla parte della ragione con la conoscienza di esserlo,non rimanere nell'ignoranza perchè anche se non siamo più bambini ,dobbiamo ancora avere l'entusiasmo di crescere intellettualmente e spiritualmente

Da: galligi05  19/04/2014 09:49:44
x Renzi senza letta.
Scusa.... ma credi davvero che le persone di questo forum siano inetessate alle stronzate per altro ripetute a piffero che posti  e che possono reperire ogni momento della giornata accendendo radio o TV?  abbi pazienza e scegliti un altro forum. Sii cortese...............!!!!!!!

Da: bidello pugliese19/04/2014 10:32:43
comunque anche senza nessuna supplenza....Auguri a Tutti di buona Pasqua...

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