>Concorsi
>Forum
>Bandi/G.U.
 
 
 
 
  Login |  Registrati 

NB: La redazione di mininterno.net non si assume alcuna responsabilità riguardo al contenuto dei messaggi.

Solidarietà ai familiari delle vittime del terremoto in Abruzzo
36 messaggi
 Discussione chiusa, non è possibile inserire altri messaggi

Registrati per aggiungere questa o altre pagine ai tuoi Preferiti su Mininterno.

Torna al forum    


Pagina: 1, 2

Da: Paolo07/04/2009 11:52:20
La cosa anciora più tragica è che continua ancora, 15 minuti fa ha fatto un'altra scosaa di terremoto che abbiamo sentito un po' anhce qui a Roma!
Mi raccomando contribuiamo più che possiamo!

Da: marcello07/04/2009 14:01:39
grazie delle info e contributi
concorsisti presenti.

Da: Roma - Stasera veglia vittime terremoto07/04/2009 18:02:58
Stasera a Roma veglia cristiani, ebrei e musulmani
Rappresentanti delle comunità cristiane, ebraiche e musulmane si ritroveranno questa sera a Roma nella basilica di Santa croce in Gerusalemme per pregare per le vittime del terremoto. La veglia si svolge nell'ambito della serata di presentazione del libro 'la Bibbia giorno e notte. I mille volti di un'esperienza indimenticabile'. L'iniziativa, prevista da tempo e promossa da rai vaticano, ha assunto - alla luce del terremoto - i caratteri di una veglia di preghiera ecumenica ed interreligiosa che sarà presieduta da monsignor Gianfranco Ravasi.

Da: «Nulla vince la forza dell''amore»10/04/2009 20:27:06
Focus: Terremoto, i funerali all'Aquila: «Nulla vince la forza dell'amore»

Il rito presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone davanti alla caserma della Guardia di Finanza. Lutto nazionale. Prima della celebrazione letto un messaggio del Papa

Il messaggio di Benedetto XVI: «Condivido la vostra angoscia»

La commozione è enorme. Duecentocinque sono le bare depositate in fila davanti alla caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila dove si svolgono i funerali delle vittime del terremoto in Abruzzo. Funerali di Stato. Le bare di 5 bambini sono posate sopra quelle delle madri. È questo soprattutto che colpisce al cuore. Anche chi guarda la cerimonia in televisione da ogni parte d’Italia. Tutti stretti attorno alla gente dell’Abruzzo. È lutto nazionale.

All’Aquila presiede il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, concelebrano i 18 vescovi dell'Abruzzo e tanti sacerdoti, presenti le massime autorità dello Stato. All'inizio della celebrazione viene letto il messaggio del Papa: «Condivido la vostra angoscia, ora coraggio di sperare». La partecipazione del Santo Padre si è fatta sentire subito, con il telegramma all’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, con l’annuncio della sua prossima visita in Abruzzo, con la presenza ai funerali del suo segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein.

La gente è abbracciata, in lacrime. Il cardinale Bertone pronuncia la sua omelia. «Con immensa pietà ci siamo stretti idealmente attorno alle tante vittime, strappate immaturamente ai loro familiari da una morte crudele, e alle tante famiglie rimaste senza casa, privi delle cose più care. Ci ritroviamo numerosi in questo luogo per un atto di omaggio e di compianto, ma soprattutto per una celebrazione di preghiera». Il segretario di Stato vaticano ricorda «il mistero della morte» che «ci fa inginocchiare davanti a Dio» e «ci immerge nel suo amore eterno, perché in Dio è la sorgente della vita, il senso, il valore della nostra vita».

Di fronte al mistero «sentiamo però che non tutto è finito» e «siamo qui per pregare l’Autore della vita, sorretti dalla certezza, come afferma la Parola di Dio, che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio buono e misericordioso». «Accanto a queste bare, come accanto alla croce di Gesù stanno afflitti e sgomenti i parenti, gli amici, i conoscenti» e «a testimoniare la solidale presenza dell’intero popolo italiano ci sono le molte autorità civili e militari», «i responsabili di questa regione, provincia e città», «i volontari di tante associazioni venuti da ogni parte d’Italia, il Pastore di questa Chiesa e i sacerdoti che condividono l’esperienza dell’essere spogliati di tutto».

Un ricordo particolare va a Marco Carvagna, il pompiere-papà di Treviolo, venuto da Bergamo e qui colpito da un infarto mentre cercava di salvare altre vite: «In questa vostra città e nei paesi vicini, che hanno conosciuto altri momenti difficili nella loro storia, si raccoglie oggi idealmente l’Italia intera, che ha dimostrato, anche in questa difficile prova, quanto saldi siano i valori della solidarietà e della fraternità che la segnano in profondità».

Nell’ora odierna «di dolore e di smarrimento profondo», la Parola di Dio conforta e assicura «che nulla può vincere la forza dell’amore»: «Nulla può contro l’amore, questo grido del cuore che regge l’urto dello spazio e delle distruzioni, perché noi non siamo fatti per la morte, siamo fatti per la vita» e «a Gesù che ha pianto davanti alla morte di Lazzaro, suo amico, rivolgiamo la richiesta accorata di aumentare la nostra fede» affinché «ci aiuti a trasformare questa morte in un atto di fede, di speranza e di amore, amore che si fa condivisione e fraternità».

Guardando al futuro, il cardinale Bertone aggiunge: «Sento nascere la speranza nel cuore perché s’avverte già nell’aria che sotto le macerie c’è la voglia di ripartire, di ricostruire, di tornare a sognare» e «si tornerà con più forza, con più coraggio a ridare vita a questi luoghi», «con la forza e la dignità d’animo che vi contraddistingue».

In momenti come questi, sottolinea il segretario di Stato vaticano, «Dio può sembrare assente, il dolore può apparire una forza bruta e senza senso, le tenebre degli occhi pieni di pianto sembrano spegnere anche i più timidi raggi di sole e di primavera» ma è proprio adesso «che sentiamo emergere dal profondo la certezza dell’intervento amorevole di Dio». Ricordando ai presenti che domenica «sarà la vostra Pasqua, una Pasqua che rinascerà ancora una volta dalle macerie di un popolo tante volte provato nella sua storia», il cardinale Bertone invita a riprendere il cammino «insieme a Maria, portando insieme il dolore dell’incolmabile assenza dei defunti, con una presenza più assidua, fraterna e amichevole presso le loro famiglie». «Ci aiuti Lei, la Stella della Speranza, a conservare salda la fiducia in Dio e in noi stessi, certi che un giorno rivedremo anche questi nostri cari defunti che ci hanno anticipato nell’avventura verso il Cielo».

10 aprile 2009

Da: BUONA PASQUA11/04/2009 19:49:33
VIA CRUCIS 2009: MEDITAZIONI E PREGHIERE DI MONS. THOMAS MENAMPARAMPIL

Sulle vie della storia il respiro silenzioso e inerme della verità

Le meditazioni sulle quattordici stazioni della Via Crucis saranno introdotte dalla seguente preghiera che sarà pronunciata da Benedetto XVI.

Cari fratelli e sorelle,

siamo venuti a cantare insieme un inno di speranza. Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà.

Quando le cattive notizie si susseguono, siamo oppressi dall'ansia. Quando la disgrazia ci colpisce più da vicino, ci scoraggiamo. Quando una calamità fa di noi le sue vittime, la fiducia in noi stessi è del tutto scossa e la nostra fede è messa alla prova. Ma non tutto è ancora perduto. Come Giobbe, siamo alla ricerca di senso (cfr. Giobbe, 1, 13-2, 10).

In questo sforzo abbiamo un esempio: "Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza" (Romani, 4, 18). In verità, in tempi difficili non vediamo nessun motivo per credere e sperare. Eppure crediamo. Eppure speriamo. Questo può succedere nella vita di ognuno di noi. Questo succede nel più vasto contesto sociale.
Con il Salmista ci chiediamo: "Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio" (Salmi, 42, 6). Rinnoviamo e rafforziamo la nostra fede e continuiamo a confidare nel Signore. Poiché egli salva coloro che hanno perduto ogni speranza (cfr. Salmi, 34, 19). E questa speranza alla fine non delude (cfr. Romani, 5, 5).
È veramente in Cristo che comprendiamo il pieno significato della sofferenza. Durante questa meditazione, mentre contempleremo con angoscia l'aspetto doloroso della sofferenza di Gesù, porremo anche attenzione al suo valore redentivo. Era secondo il progetto di Dio che il "Messia avrebbe dovuto soffrire", (Atti, 3, 18; 26, 23) e che queste sofferenze dovessero essere per noi (cfr. 1 Pietro, 2, 21). La consapevolezza di questo ci riempie di una viva speranza (cfr. 1 Pietro, 1, 3). È questa speranza a mantenerci lieti e costanti nella tribolazione (cfr. Romani, 12, 12).

Un cammino di fede e di speranza è un lungo cammino spirituale, attento al più profondo disegno di Dio nei processi cosmici e negli eventi della storia umana. Poiché sotto la superficie di calamità naturali, guerre, rivoluzioni e conflitti di ogni genere, vi è una presenza silenziosa, vi è un'azione divina mirata.
Egli rimane nascosto nel mondo, nella società, nell'universo. La scienza e la tecnologia rivelano le meraviglie della sua grandezza e del suo amore: "Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio" (Salmi, 19, 3).
EGLI RESPIRA SPERANZA. Rivela i suoi piani attraverso la sua "Parola", mostrando come tragga il bene dal male sia nei piccoli eventi delle nostre vite personali, sia nei grandi accadimenti della storia umana. La sua "Parola" rende nota la "gloriosa ricchezza" del piano di Dio, che dice che egli ci libera dai nostri peccati e che Cristo è in voi, speranza della gloria (cfr. Colossesi, 1, 27).
Possa questo messaggio di speranza echeggiare dallo Hoang-Ho al Colorado, dall'Himalaya alle Alpi e alle Ande, dal Mississippi al Brahmaputra. Dice: "Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore" (Salmi, 31, 25).

Da: Satanik 22/10/2012 22:51:15
FINALMENTE E' STATA FATTA GIUSTIZIA, ONORE AI GIUDICI DELL'AQUILA.

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/22/news/aquila_sentenza-45092603/?ref=HREA-1

Pagina: 1, 2


Torna al forum