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Concorso diplomatico 2014
1557 messaggi, letto 94635 volte

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Da: aureo 28/07/2014 11:31:10
Adesso si capisce perché siamo lo zimbello di tutta l'Europa, per chi difende il Ministero: è oggettivamente impossibile correggere 350-400 compiti in meno di 20 giorni, le prove sono terminate il 4 luglio, il decreto di sostituzione è stato firmato il 07 luglio, non credo che i commissari abbiano piantato la tenda canadese alla Farnesina per correggere giorno e notte!
Rispondi

Da: 7000 pagine!!!28/07/2014 12:42:39
Scusate, qui non si tratta di fare dietrologie. É che non é possibile correggerepiù di 7000 pagine in dieci giorni o poco più. Per non parlare del resto. Non mi intendo di ricorsi, ma dobbiamo scrivere ai giornali, non possiamo abbassare sempre la testa per tutto. Non chiediamo certo di passare ma solo il rispetto delle regole. Scriviamo ai giornali, mandiamo mail.
Rispondi

Da: nipion90 28/07/2014 16:47:55
Vi segnalo su youtube l'intervista al consigliere Lobasso effettuata l'11 luglio 2014 da Unomattina chiamata L'arte della diplomazia.
Rispondi

Da: Artediplomatica28/07/2014 16:58:08
Bella intervista, niente da eccepire. :-)
Rispondi

Da: Artediplomatica28/07/2014 17:33:45
Se debbo essere onesta, Lobasso e Pappalardo danno un'impressione eccellente della giovane diplomazia italiana. Se confrontati con i parrucconi che sono soliti frequentare i salotti televisivi, questi due appaiono sciolti, convincenti, seri, chiari nel modo di esporre, grintosi al posto giusto. Ho letto quasi solo critiche sprezzanti in questo forum, ma mi sa che devo fare una bella tara.
Rispondi

Da: kk28/07/2014 17:40:00
un video non rappresenta il concorso diplomatico. Sarebbe meglio non confondere.
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Da: ugolino della gherardesca28/07/2014 19:26:06
Stavo pensando al tema di economia, non avendo ancora fatto l'accesso agli atti quanto meno per farmi un'idea di ciò che era richiesto. E se la traccia non fosse stata pensata per la concorrenza nel mercato e per il mercato? E se la traccia riguardasse le condizioni per cui la concorrenza può non garantire lo sviluppo tecnologico, ad es. con riguardo alla ricerca di base ed in generale alle spese per R&S, con ovvio riferimento al trade-off tra competitività e concorrenza, tra settori parcellizzati e campioni nazionali in concorrenza a livello europeo?
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Da: ugolino della gherardesca28/07/2014 19:36:04
E se il tema riguardasse la promozione della competitività attraverso la riduzione delle imposte, dei costi energetici e di tutti gli altri costi connessi alla burocrazia? In breve quello che deve fare l'Italia, oltre ad investire in formazione e R&S, oltre a liberalizzare, oltre ad evitare la socializzazione dei rischi derivanti dalle spese in ricerca, come avviene ad esempio negli USA con Apple.
Rispondi

Da: 7000 pagine!!!28/07/2014 20:05:42
Quando fai l'accesso agli atti non ti escono le correzioni, solo il tuo tema. Ma scriviamo ai giornali, 7000 e passa pagine in due settimane non é possibile
Rispondi

Da: Consigliere Lo Basso28/07/2014 20:22:05
Dipende come fai l'accesso agli atti, se con il sistema online od in modo ordinario, via raccomandata, con istanza in mani proprie o via pec.
Rispondi

Da: @ Consigliere Lo Basso28/07/2014 23:02:10
Come funziona la PEC?
Rispondi

Da: lettore29/07/2014 00:41:04
La chiave per lo svolgimento della prova di economia risiedeva in una piena comprensione della traccia, come ricorderete molto lunga e convoluta.

Cosa voleva che si scrivesse il Prof. Sebastiani?

Proviamo a riordinare la traccia e a svolgerla per punti:

-    Le liberalizzazioni dei mercati (ovverosia la loro apertura alla concorrenza) rappresentano un'occasione per crescita e sviluppo. Riferimenti a casi concreti, ad esempio il settore dell'energia.
-    Proprio grazie all'introduzione della concorrenza nel mercato interno di riferimento le imprese di tale mercato possono risultare competitive a livello internazionale (con competitività si fa riferimento alla capacità di competere sui mercati internazionali): la concorrenza è un "allenamento" indispensabile per la competitività.
-    Tuttavia la concorrenza non è sufficiente, servono politiche industriali e politiche sociali per stimolare la competitività
-    Vi sono diverse scuole di pensiero al riguardo (cui si può fare riferimento rispetto a ciascuna politica, è più facile rispetto a un discorso generale).
-    Politiche industriali:
Dimensionamento delle imprese (distretti-"piccolo è bello" o grandi conglomerati industriali), regolazione della concorrenza, brevetti e tutela della proprietà intellettuale, privatizzazione, intervento dello Stato (i "campioni nazionali"), riduzione dei costi delle imprese: specialmente in riferimento alla tassazione sul lavoro! Ma anche un riferimento alle materie prime e ai costi energetici non guasta. In senso lato anche: infrastrutture, comprese quelle della conoscenza, il capitale umano.

-    Politiche sociali:
Introduzione di flessibilità del mercato del lavoro - vari modelli: dalla flexsecurity alla danese al "far west". Riforma pensionistica: anche qui vari modelli, anche in riferimento al TFR. Oneri previdenziali: sanità e incidenti sul lavoro.
   
Sia per quanto riguarda le politiche industriali che quelle sociali una forte attenzione andava posta nel tema nel fare particolare (anche se non esclusivo) riferimento a casi di settori un tempo chiusi alla concorrenza e ora liberalizzati. Qui risiedeva la maggiore difficoltà della prova.

In conclusione si può affermare, come spesso avviene in economia e difficilmente è sgradito all'economista-commissario, che non esiste una soluzione univoca che possa adattarsi a qualsiasi situazione, ma bisogna esaminare la questione caso per caso, paese per paese, anche alla luce delle condizioni contingenti dell'economia nazionale e globale. Nel caso dell'Italia esiste oggi un certo consenso sulla necessità di ridurre i costi di produzione delle imprese e di aumentarne la flessibilità. In larga parte del mondo si afferma ormai un ruolo dello Stato non più interventista, bensì regolatore della concorrenza. Tuttavia non bisogna dimenticare che per essere competitive, le imprese italiane devono valorizzare la qualità e fare "sistema": in tal senso il ruolo dello Stato può ancora svolgere una funzione rilevante.

Ecco che abbiamo, mi sembra, un compito più che discreto.

Devo dire che l'economia industriale in quanto tale non era parte del programma. D'altra parte si poteva intuire dal profilo del commissario che quello era il suo campo di studi. Ma la microeconomia sì, era in programma eccome! Molti dei punti sulle politiche industriali possono essere ricavati da un buon testo di micro. Un aiuto notevole è offerto anche dallo studio dell'economia dello sviluppo da un testo come il Todaro.

In sintesi, la traccia era abbastanza difficile, tendeva a favorire laureati in economia rispetto a chi l'avesse studiata quasi solo per il concorso. Tuttavia un candidato attento all'attualità economica e dotato di capacità di ragionamento avrebbe potuto svolgere comunque un ottimo lavoro. La correzione non mi pare sia stata eccessivamente fiscale.
Rispondi

Da: @ Lettore 29/07/2014 01:09:26
Grazie per aver chiarito, ma manca un punto (che mi ha fatto impazzire), infatti le politiche industriali e sociali andavano ricavate dagli "orientamenti di politica economica". Da quali orientamenti le hai ricavate?
Rispondi

Da: lettore29/07/2014 07:04:51
Le scuole di pensiero in politica economica in termini di intervento dello Stato nell'economia: dai dirigisti fautori della pianificazione economica, ai liberisti, ai sostenitori dello Stato regolatore.
Rispondi

Da: @ Lettore 29/07/2014 09:27:24
A ben pensarci questo tema era nella parte di  economia internazionale e bastava anche un'approccio più basic. Ad esempio (per usare un approccio diverso dal tuo) parlare di come l esistenza di rendimenti dinamici crescenti non permetta ad imprese potenzialmente più competitive di vincere la competizione internazionale (krugman fa l'esempio della Tailandia e della Svizzera per gli orologi). Lo stato puó pianificare interventi a sostegno dell'industria nascente (meglio il sussidio per specializzare). Altro esempio, industrie attive nell hi-tec (storia della samsung è perfetta) e altra politica (proprietá intellettuale, brevetti). Altro esempio: Airbus e Boeing; politica:, protezione dei monopoli ristretti (pur sempre di concorrenza.  si tratta). E per le politiche sociali, vincolare il proprio mercato e i propri scambi al rispetto degli standard dell'ilo. Al contrario, arginare il degrado urbano (indice di troppa industrializzazione) con politiche di incentivazione dell'industria di base (agricoltura, miniere). Tutto questo era sul Krugman. 4 chiacchiere da telegiornale sul mercato del lavoro: a) attuare definitivamente una protezione on the job (modello renano) o on the market (modello anglosassone) e aggiornare il framework legale, ridurre il cuneo fiscale per attrarre nuovi investimenti, e una bella politica dei redditi (parte sull'economia del lato dell'offerta) per attrarre o trattenere i lavoratori più specializzati (tecnici, ricercatori).

Purtroppo la traccia era contorta e non poco, quindi studiare prima di tutto, ma anche allenarsi tantissimo
Rispondi

Da: @ lettore29/07/2014 09:29:57
Grazie a lettore per la esaustiva esposizione sul tema in economia. Avevo in parte intuito la traccia, ma in parte l'avevo fraintesa, anche perché non era proprio scritta in modo chiaro ed intellegibile (convoluta è il termine usato da lettore), con un generico richiamo al termine sviluppo (polisenso) e senza riferimenti ad esempio alla competitività "a livello internazionale". My fault, anyway!
Ad ogni modo, bisogna ricordare che molti candidati possono anche avere conoscenze di attualità economica, ma, essendo laureati in giurisprudenza, non hanno una mentalità da economisti e possono non essere in grado di interpretare tracce troppo ermetiche, facendo i necessari collegamenti (ci sono sempre le eccezioni, ovviamente!).
Ugualmente, laureati in economia potrebbero trovare molto difficile scrivere su alcune tracce di diritto cd. "comunitario", anche chiarissime, a livelli tecnici, ad esempio sul diritto di stabilimento delle persone giuridiche dalla sentenza Daily Mail alla pronuncia Impacto Azul (senza dimenticare le direttive societarie), sull'avvalimento frazionato nelle direttive appalti (accezione particolare della libera prestazione dei servizi), oppure sul sindacato giurisdizionale della Corte di Lussemburgo in materia processuale, prima e dopo la direttiva ricorsi (tutto nel programma).
A questo concorso possono partecipare persone provenienti da diversi corsi di laurea, alquanto eterogenei, con mentalità acquisite totalmente diverse e forse bisognerebbe essere molto chiari ed esaustivi in sede di redazione delle tracce, così da non creare evidenti disparità di trattamento.
Rispondi

Da: lettore29/07/2014 10:06:04
Ottimo a mio avviso l'approccio di @ Lettore delle 9.27. Dimostra come soluzioni in parte diverse possano ugualmente giungere alla meta. Anche nel mio tema, in effetti, i riferimenti all'economia internazionale sono stati più d'uno. Resta importante, però, rispondere a quella che mi sembra la domanda centrale del compito: come massimizzare i vantaggi delle liberalizzazioni dei mercati in termini di competitività.

Per @ lettore delle 9.29: Hai ragione, forse avrei saputo scrivere sul diritto di stabilimento, ma non certo sugli altri due temi che suggerisci.
Il tema di economia ha tuttavia un vantaggio, proprio perché il concorso diplomatico è concepito principalmente per candidati non economisti: rispetto alle prove di storia e diritto si avvicina di più a quelle di lingua nel presentare più soluzioni accettabili. È un tema che con un po' di intuito spesso si può scrivere anche senza una conoscenza approfondita dell'argomento, cosa che difficilmente avviene per diritto. Solo quando sono stati chiesti grafici e spiegazioni dettagliate di specifici modelli teorici (come nelle due tracce non estratte del 2005) sarebbe stato molto difficile raggiungere la sufficienza senza averli studiati per bene. Il problema quest'anno è stato rappresentato non tanto dal contenuto richiesto in sé, quanto piuttosto dalla formulazione della traccia, che ricordava l'inconcinnitas di una versione di Sallustio...
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Da: @ lettore29/07/2014 10:48:17
Sallustio del Bellum Iugurthinum (preciso). Il De Coniuratione Catilinae è più semplice...e comunque il Bellum Iugurthinum alla fine si traduce.
Rispondi

Da: a ben guardare 29/07/2014 11:23:42
lo scorso anno uscirono tre esoneri di economia internazionale mascherati da temi...
Rispondi

Da: Tacito29/07/2014 11:24:57
Secondo me quest'anno tutto si basava sugli Annales, 6, 22:
Sed mihi haec ac talia audienti in incerto iudicium est fatone res mortalium et necessitate immutabili an forte volvantur. Quippe sapientissimos veterum quique sectam eorum aemulantur diversos reperies, ac multis insitam opinionem non initia nostri, non finem, non denique homines dis curae; ideo creberrime tristia in bonos, laeta apud deteriores esse. Contra alii fatum quidem congruere rebus putant, sed non e vagis stellis, verum apud principia et nexus naturalium causarum; ac tamen electionem vitae nobis relinquunt, quam ubi elegeris, certum imminentium ordinem. Neque mala vel bona quae vulgus putet: multos qui conflictari adversis videantur beatos, at plerosque quamquam magnas per opes miserrimos, si illi gravem fortunam constanter tolerent, hi prospera inconsulte utantur. Ceterum plurimis mortalium non eximitur quin primo cuiusque ortu ventura destinentur, sed quaedam secus quam dicta sint cadere fallaciis ignara dicentium: ita corrumpi fidem artis cuius clara documenta et antiqua aetas et nostra tulerit.
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Da: Janosboka29/07/2014 11:28:21
Davvero molto interessante l'approccio di lettore. Forse se si passasse dal discutere di fantasiosi ricorsi al discutere del merito dei temi avremmo fatto un passo avanti. Io per formazione e parziale preparazione non sarei stato in grado di svolgere un tema come quello suggerito, più modestamente ho provato con l'approccio di economia internazionale. La scarsa chiarezza della traccia però mi ha convinto, dopo due ore, che il taglio internazionalistico era campato in aria, così ho riscritto un tema credo molto più modesto e pieno di banalità. Alla fine ho preso 50, unica insufficienza, e sono rimasto fuori. Devo pure dire che ero arrivato alla prova di economia senza speranze, con la convinzione di aver comletamente sbagliato diritto. Invece gli standard di correzione di diritto credo siano stati molto poco intransigenti e me la sono cavata. Alla fine sono ancora convinto che basti studiare: se avessi conosciuto meglio la microeconomia e le politiche industriali forse oggi sarei tra gli ammessi e credo che questo non valga solo per me.
Rispondi

Da: @tacito29/07/2014 11:31:41
maturato 2005?

quella versione sì che fu un incubo, altro che traccia di economia di quest'anno....
Rispondi

Da: Tacito29/07/2014 11:41:13
Esatto!
Rispondi

Da: a ben guardare 29/07/2014 11:50:35
chiedo venia, Ma qualcuno ha preso 60 o più in economia?
Rispondi

Da: Consigliere Lo Basso ... scherzo29/07/2014 12:01:36
Interessante lo spunto di lettore. Bravo! Spero proprio che tu sia passato.
Personalmente, credo di avere male interpretato, anche se in parte, la traccia. Ho spiegato perché in concorrenza perfetta le imprese sono spinte ad essere efficienti, a produrre al costo medio minimo, al fine di non aumentare i prezzi e, così facendo, rischiare di uscire dal mercato. Successivamente, ho inteso lo sviluppo in un duplice senso, forse in modo troppo restrittivo e sconnesso dalla competitività a livello internazionale: sviluppo tecnologico e sviluppo inteso come spettanza di determinati servizi ad una platea ampia di individui a prezzi abbordabili e nella distribuzione geografica desiderata. Ho spiegato perché la ricerca e lo sviluppo possono non essere garantiti in modo sufficiente da piccole imprese in concorrenza tra loro, essendo invece necessari investimenti statali per la ricerca di base ed imprese di grandi dimensioni (anche monopolistiche) per i grandi investimenti in ricerca applicata. Ho spiegato perché, in regime concorrenziale, le imprese potrebbero non offrire i SIEG. Dunque, e qui risiede il puntum dolens, mi sono focalizzato sulle politiche di concorrenza per il mercato e nel mercato, sulla dicotomia antitrust-regolazione, sulla gestione dei monopoli con politiche di concorrenza per il mercato (e con i giusti meccanismi di pricing) al fine di bilanciare investimenti in ricerca e benefici per i consumatori.
Ad ogni modo, i ricorsi non sono poi così fantasiosi e forse, se al posto di storia o di economia, per accedere alla carriera diplomatica fosse stata necessaria una prova di diritto amministrativo, all'ufficio concorsi non avrebbero mai assunto il rischio di far entrare sistematicamente ed in via generalizzata telefoni, tablet, borse, appunti, e così via, al fine unico di realizzare risparmi di spesa sul costo di un deposito. 
Ciò detto, rispetto alla domanda di @ Consigliere Lo Basso, per la pec occorre essersi registrati su postacertificata.gov.it oppure avere un account con un ordine professionale, un provider di servizi cloud (come Aruba), ecc. Se si ha la pec, si può fare istanza di accesso all'indirizzo pec dell'ufficio concorsi, specificando il motivo per cui si chiede l'accesso e la documentazione cui si chiede di accedere. Di regola, l'ufficio ha l'obbligo di inviarti la documentazione richiesta via pec e non ti potrebbe chiedere di recarti a Roma, al Ministero.
Rispondi

Da: @ tacito29/07/2014 12:11:17
Peggio del brano segnalato degli Annales, vi è soltanto il periodo più difficile da tradurre dal latino in italiano: "Ne filia sis esse". Un vero rompicapo. Dimenticavo: la traccia di economia!
Rispondi

Da: pas trop de zel29/07/2014 12:44:22
Scusate, piuttosto che lamentarci qui, chi vuole fare ricorso e cose simili metta a disposizione un indirizzo mail comune per chi é interessato
Rispondi

Da: @ tacito29/07/2014 12:57:17
Non credo che lettore sia un candidato. E' un professore di un corso, un funzionario del MAE, un membro della commissione o il Prof. Sebastiani in persona (non credo vista l'età).  Valutare l'espressione usata da lettore: "La correzione non mi pare sia stata eccessivamente fiscale".
Comunque, grazie "lettore" per le spiegazioni, per stimolarci a discutere del merito e per spronarci a comprendere i nostri errori, così da migliorarci.
Comunque, se fossi nei panni del Prof. Sebastiani e di un qualsiasi membro della commissione, non dormirei sonni tranquilli dinanzi alle palesi, manifeste e massicce irregolarità nel corso dello svolgimento delle prove. La caccia alle streghe è appena cominciata.
Rispondi

Da: pas trop de zel29/07/2014 13:05:38
Aprite un indirizzo email e organizzatevi, postatelo qui e mettetevi d'accordo con chi vuole fare ricorso
Rispondi

Da: lettore29/07/2014 13:37:26
sono un candidato ;-)
Rispondi

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