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Docenti indonei : dove andremo ? Cosa faremo ? chi siamo ?
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Da: Se si vuole30/07/2012 16:48:24
tutto si impara, compreso il lavoro di segreteria.
Historicus et similia, è ora che vi mettiate a lavorare anche voi!

Da: lia31/07/2012 18:20:04
Sono veramente sconvolta! Come si fa a dire che tutto si impara? Forse non ci siamo capiti: SIAMO PERSONE CHE STANNO MALE E CI VOLETE PURE GETTARE IN MEZZO A UNA STRADA? Ci sono persone che soffrono di depressione o di problemi fisici (come me) e non fanno certe cose non per pigrizia, ma perché non le possono fare!
Molti sono vicini ai sessant'anni e non li fanno neanche andare in pensione. Chi é giovane dovrebbe immaginare un proprio genitore in una situazione del genere e forse certe str....non le penserebbe nemmeno.

Da: MARCYTRIS31/07/2012 23:02:58
A TUTTI GLI INIDONEI che non vogliono passare ai ruoli Ata

Informatevi, ricorrete,  cercate tutte le strade per non vi sottomettere a questo sopruso.
Un paese che dequalifica il proprio personale non è un paese civile!!!
Se avete veramente grossi problemi di salute non ce la farete a reggere i ritmi di lavoro in segreterie sempre più depauperate, dove nessuno avrà il tempo di darvi una mano, oberati dalle continue molestie burocratiche e dagli adempimenti che si accavallano!!!

Da: La Verità01/08/2012 08:03:53
1) Organico assistenti ridotto negli ultimi anni;
2) Tra gli assistenti che rimangono in organico una buona fetta di furbetti scansafatiche e di incompetenti;
3) Negli anni è transitato di tutto in segreteria: ex dipendenti della provincia, raccomandati ed in gran parte fannulloni; passaggi di profilo di assistenti tecnici abituati al tenore lumachesco del laboratorio e trattamento vacanziero equiparato ai docenti; passaggi d'area di ex bidelli abituati allo scopone estivo trimestrale ed in queste settimane passaggi di docenti inidonei che, in grande maggioranza, non sanno cosa significa il lavoro d'ufficio ad iniziare dal protocollo.


Cosa deve fare in questi casi l'assistente amministrativo, volenteroso e competente?

Il consiglio de La Verità: visto che la segreteria scolastica è il refugium peccatorum, considerata dai governi come la discarica statale, deve tirare il remo in barca e lasciarla al proprio destino.
Se così non farà, l'assistente buono si autoflagellerà ed andrà in depressione senza ritorno.

Io vi ho avvisati.

Da: lia01/08/2012 16:34:38
Lo so bene cosa ci aspetta. Io sono cardiopatica e non sono in condizioni di affrontare il fortissimo stress che inevitabilmente dovrò affrontare: ho collaborato, per 2 anni, come inidonea, con la segreteria e alcune cose le ho imparate. Ma ero io che aiutavo gli assistenti e non loro che dovevano lavorare al posto mio! Le segreterie ci aspettano al varco, con i fucili spianati, come se dovessero subire l'invasione dei marziani. In questo momento, a Roma, un gruppo di inidonei sta portando avanti uno sciopero della fame e dei farmaci salva-vita, ma i notiziari non ne parlano! Ogni nostra protesta è stata ignorata: sanno già che molti di noi non ce la faranno e saranno costretti a lasciare il lavoro o saranno segnalati dai DS perle troppe assenze o l'incapacità di svolgere le mansioni assegnate. Alcuni dovranno anche lavorare lontano da casa, viaggiare o trasferirsi... Entro un anno i posti tanto agognati dai precari si libereranno, ma lo Stato non li darà a nessuno, perchè ci saranno altri tagli.

Da: La Verità01/08/2012 16:54:46
Lia, le segreterie che lavorano sono stanche di quegli assistenti fotticompagni a cui tu dovevi fare il lavoro, sono stanche di essere trattate come una discarica statale da chi poi pretende il doppio di lavoro da esse, stanche capisci? Per quanto riguarda voi ci sarai tu e qualcun'altra volenterose, il resto è lì che aspetta la cuccagna!
Perchè non vi hanno sistemate tanti anni fa in segreteria, te lo chiedi?
Ora, per fare cassa, vi catapultano in ufficio, ma sanno questi zombi governativi cosa si fa in segreteria? Inidonei all'insegnamento siete stati dichiarati un tempo ed ora? Siete idonei all'ufficio? Questi che reggono i fili sono matti!

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Da: La verità02/08/2012 00:15:19

Da: X TUTTI I DOCENTI INIDONEI02/08/2012 11:07:52
forse non avete idea di cosa vi aspetta in segreteria..!!!!! altro che insegnare vi stressa. in segreteria creperete!!!
siete quasi alla pensione, vi mettono sul piatto o un ruolo ata o la mobilita' e vi lamentate!!!!!!!!!!
ed io che ho 27 anni e sono precario ata 3 fascia e a settembre andro' a lavorare in campagna se non ho qualche supplenza che devo dire!!!!!!!!!!
spazio ai giovani

Da: Valeriana@ 02/08/2012 11:13:13
Un articolo un po' lungo ma molto interessante sia per i vincitori di concorso sia per i ricorsisti e i non idonei.

Dopo il concorso/corrida, ci sarà un futuro per dirigenti scolastici?

di Ivana Summa Educazione & Scuola 31.7.2012

Non vi pare che sia giunto il momento di fare qualche seria di riflessione sul Concorso per dirigenti scolastici che si sta concludendo, in quasi tutte le regioni, proprio in questi giorni di canicola leonina? Taciamo volutamente sui numerosi ricorsi amministrativi non ancora conclusi, sul dimezzamento dei posti messi a concorso con il D.D.G. 13 luglio 2011, sulla preselezione realizzata con più di 5.000 astruse domande, sulla nomina dei membri delle commissioni e della correlata incompetenza esperta e via di questo passo. Se scorriamo velocemente tutto l'iter concorsuale, ci si accorge che esso è basato - con una ferrea coerenza che attraversa tutte le fasi compreso il colloquio orale - sull'idea che per diventare dirigente scolastico occorra una "testa piena", piuttosto che una "testa ben fatta". Una testa piena di minutaglie psico-pedagogiche e di tecnicismi pseudomanageriali, per tacere della mera conoscenza mnemonica di leggi e leggine che nulla hanno a che vedere con la padronanza dei concetti fondamentali del diritto costituzionale, pubblico, amministrativo, ecc..
Ed ecco che decine di migliaia di insegnanti, privi di qualsiasi forma di carriera, hanno deciso di partecipare ad un concorso che, rispetto al precedente del 2004, si presenta irto di ostacoli. Alcuni insegnanti, carichi di titoli (doppie e triple lauree, master, attività di aggiornamento, incarichi istituzionali) lo hanno affrontato pieni di speranze meritocratiche, tanto evocate in questi ultimi anni; altri, dopo una frettolosa preparazione mirata esclusivamente al superamento delle prove, hanno affrontato il concorso confidando nella fortuna, peraltro da tutti ritenuta componente essenziale per concludere l'iter con successo.
E' inutile sottolineare che gli uni e gli altri possono essere iscritti nella categoria "dilettanti allo sbaraglio", considerato che il concorso assomiglia molto allo storico gioco radiofonico e televisivo che chiamava alla sfida chi aveva il coraggio di esibirsi, a prescindere dal possesso di competenze di base e trasversali per entrare in scena.
Rinunciando ad analogie divertenti ma amare, entriamo decisamente nel discorso che più ci preme e che riguarda il reclutamento dei dirigenti scolastici dopo l'attribuzione dell'autonomia alle scuole e della dirigenza ai capi d'istituto. La legge, come è noto, prevede un profilo - specificato chiaramente nell'art. 25 del D.Lgvo n. 165/2001 - che in quest'ultimo decennio si è profondamente evoluto a seguito del disegno riformistico contenuto nella cosiddetta riforma Brunetta del 2009. D'altra parte, la concreta interpretazione, in più di un decennio, di una funzione così articolata e complessa ha visto all'azione dirigenti scolastici che, nella stragrande maggioranza dei casi, dopo aver messo velocemente da parte la connotazione educativa della dirigenza scolastica, si sono trasformati in burocrati attenti a non commettere errori, intenti ad applicare le leggi - comprese quelle riguardanti gli assetti ordinamentali, curriculari e valutativi- rinunciando ad implementare processi di innovazione e miglioramento della qualità della didattica, di cui il nostro sistema scolastico ha un irrinunciabile bisogno e che possono essere realizzati soltanto facendo costante ricerca educativa, didattica, valutativa.
Da queste considerazioni emerge con chiarezza come non ci sia ancora una un modello professionale di dirigenza scolastica in grado di connotare in modo specifico le competenze educative, giuridiche ed organizzative più adeguate, in base alle quali preparare e poi selezionare i docenti che aspirano a guidare una scuola non per una scelta di comodo o ispirata ad un generico cambiamento o, peggio, ad un desiderio di fuga dall'insegnamento, ma perché motivati a dare un personale contributo "di servizio" per migliorare la qualità del nostro sistema scolastico.
Questa idea/proposta può sembrare presuntuosa e velleitaria, ma così non è se si pensa che tutte le ricerche che correlano la qualità della leadership scolastica con la qualità delle scuole ci dicono che l' apporto del capo d'istituto - comunque venga denominato - sia particolarmente significativo, anzi rappresenti il valore aggiunto di una scuola. Il sociologo francese Alaine Touraine, nella sua relazione tenuta al Convegno Nazionale del C.I.D.I. del marzo 2007 a Roma, riferendo gli esiti di una sua ricerca comparativa tra due collége della banlieu parigina, ha messo in evidenza come le capacità di guida del dirigente di una delle due scuole abbiano saputo creare forte motivazione fra gli insegnanti sostenendoli nella difficile sfida educativa cui erano chiamati, operando in un contesto sociale molto difficile. Come dire, non di soli ordinamenti e curricoli vive e cresce la qualità educativa delle scuole, perché sono altrettanto importanti le persone che vi lavorano e soprattutto la capacità di un capo di istituto di mettere in moto le risorse professionali esistenti.
In Italia non sono mai state realizzate ricerche focalizzate in questo ambito, eppure tutti noi possiamo agevolmente constatare come l'interpretazione di ruolo da parte del singolo dirigente scolastico - a prescindere dalle provenienze concorsuali - sia determinante per le nostre scuole, considerata la cornice normativa ed istituzionale entro cui si muovono, che provoca spinte sia verso la burocratizzazione, che verso l'"anarchia organizzativa".
Oggi, osservando il nostro sistema scolastico, abbiamo la percezione nitida che non esista una visione condivisa della funzione del dirigente scolastico, radicata dentro una più vasta funzione istituzionale riconosciuta irrinunciabile per la qualità delle scuole. Soltanto in questa prospettiva assume rilevanza la scelta - contenuta nell'art. 25 del D. Lgvo n. 165/2001 - di selezionare questa particolare tipologia di dirigenti esclusivamente tra il personale docente al quale, peraltro, non possono essere richieste, naturaliter, competenze amministrative ed organizzative.
Come mai allora, in più di un decennio, si è rinunciato a creare specifici percorsi di sviluppo professionale di un certo numero di docenti ai quali far acquisire quel quid specifico della dirigenza scolastica, che altrimenti viene lasciato al caso o alle aspirazioni personali?
Una prima causa è da individuare nella progressiva involuzione e/o implosione subita dall'autonomia scolastica durante il suo primo decennio, sballottata da innumerevoli e imprevedibili ondate di cambiamento, da un anno scolastico all'altro, in direzioni spesso contrastanti. I cambiamenti voluti dalle riforme di questi ultimi dieci anni, infatti, hanno chiamato i dirigenti scolastici a far "applicare" ai docenti le nuove indicazioni didattiche ed ordinamentali quasi fossero dei "semplici" caporali di giornata, dimenticando che le leve di gestione privilegiate (e privilegiabili) dentro una scuola davvero autonoma sono altre: la collegialità tecnico-professionale, la partecipazione, la ricerca e la sperimentazione, perché le scuole sono innanzitutto "comunità di pratiche" con le loro routines e conoscenze, con i loro valori e le loro "storie di vita".
Una seconda causa va ricercata nella sottovalutazione della funzione dirigenziale nelle pubbliche amministrazioni, ancorata, nonostante vent'anni di riforme, a vecchie interpretazioni di ruolo, più attenti agli aspetti formali e procedurali che agli aspetti connessi con l'attivazione di processi e con il raggiungimento di risultati. Abbiamo motivo di ritenere che il vecchio modello dirigenziale si possa addirittura rafforzare con le ultime riforme del 2009 che, pur introducendo sistemi di premialità e di performances affidati alla dirigenza, di fatti comporteranno cambiamenti di facciata, sovrapproduzione di documentazione, salvo lasciare intatti ed irrisolti tutti i problemi connessi con la gestione delle risorse umane nel pubblico impiego.

Ma quale dirigenza scolastica vogliamo?
Nella prospettiva appena tratteggiata, anche il dirigente scolastico meglio attrezzato sul piano delle conoscenze corre il rischio di utilizzarle a prescindere dal fatto che dirige innanzitutto una scuola e non ufficio amministrativo qualsiasi.
Come afferma L. Benadusi, la scuola è un'organizzazione sui generis, perché le dimensioni strutturali e formali sono meno importanti di ciò che vive al loro interno: i valori, le tradizioni, le culture, i linguaggi, i significati e le modalità delle interazioni soggettive. Questi aspetti, che il noto sociologo dell'educazione definisce "fluidi ed immateriali", debbono essere pienamente compresi prima di essere fatti oggetto di politiche gestionali.
Ne deriva che l'interpretazione di un ruolo istituzionale come quello del dirigente scolastico non può essere soltanto il risultato della cornice normativa specifica e generale entro cui è tenuto ad esprimersi, perché è agito in un'arena sociale che, non essendo determinabile, impone capacità ermeneutiche (comprendere il senso di ciò che avviene) ed euristiche (agire come un ricercatore competente).
Assume poi un particolare rilievo il contesto sociale, interno ed esterno alla scuola, e tutte le aspettative espresse nei confronti di una funzione che viene troppo spesso vista e vissuta in termini di semplice gestione del funzionamento quotidiano ma anche come simbolo di un potere estraneo ed intrusivo.
Se si scorre la letteratura organizzativa sulla dirigenza scolastica - cresciuta in Italia dall'inizio degli anni '80 parallelamente alla richiesta di autonomia per i singoli istituti scolastici - si può rilevare come si sia molto riflettuto sulle competenze da richiedere a tale figura fino all'avvento dell'autonomia e della dirigenza. Sia pure con accenti diversi, si è andato delineando, in quegli anni di fermento politico, culturale e professionale, la figura di un dirigente scolastico che agisce, nel rispetto della professionalità docente, in un'organizzazione scolastica dotata di autonomia funzionale, ispirandosi ad un profilo che riesce a coniugare aspetti attribuibili al management con aspetti riferibili alla leadership. L'una e l'altra connotazione non sono da ritenere antitetiche ma complementari, in quanto entrambe fanno riferimento a competenze di coordinamento, di controllo, di programmazione, di guida, chiamando in causa modalità di gestione ispirate alle teorie organizzative piuttosto che a modelli burocratici che non possono garantire, per la loro stessa natura, né efficienza né efficacia. Ma quali sono le differenze sostanziali, considerato che sia il manager che il leader lavorano con le persone convogliando gli sforzi dei singoli e dei gruppi verso gli obiettivi organizzativi? La differenza può essere colta in un tratto distintivo: il management si confronta con la complessità e la sua efficacia si misura con il grado di ordine e coerenza che riesce a realizzare a livello organizzativo; al contrario, la leadership si misura con il cambiamento e, dunque, agisce indicandone la direzione e la visione. E, tuttavia, non esiste un buon manager che non sia anche un buon leader.
Dunque, questo è il modello professionale che riteniamo debba essere ripreso anche sul piano culturale per essere poi assunto - sul piano normativo e concorsuale- come riferimento per il dirigente scolastico "di nuova generazione", collocato dentro una concezione di scuola come comunità di persone che agiscono come attori politici (perché fanno delle scelte responsabili) e professionali, in quanto possiedono competenze di alto livello e di alta responsabilità .
Facciamo in modo - fin da subito - che la prossima volta si scelgano modalità di formazione e di selezione dei docenti che rispondano a questa idea di dirigenza scolastica.

Da: lia02/08/2012 21:15:21

Allora non sono stata chiara: lo sappiamo cosa ci aspetta! lo sappiamo che creperemo tutti!
Largo ai giovani va benissimo, ma io ho 53 anni....Ho ancora tanto da dare, non lo dico io, me lo dicono le persone con le quali ho lavorato in segreteria, me lo dice il DSGA....
Vorrei chiarire che l'assistente che aiuto (segreteria alunni) non è una che mi ha sfruttato: è un'amica e un'ottima persona. 

Da: x Docenti inidonei02/08/2012 22:32:21
andate a casa......

Da: lia03/08/2012 17:45:52
NON CI FANNO ANDARE!!!!!
Mi campi tu, dato che rimarrò senza stipendio né pensione?

Da: Annarò03/08/2012 21:40:45
Sono una docente inidonea all'insegnamento ma idonea a quelle quattro bambinate che vi girate sulla scrivania. Io sto prima di voi ata nella scuola ed ho diritto di sedermi sulla sedia prima di voi. Sapete cosa vi dico? andate voi a casa......

Da: x Annarò03/08/2012 21:49:25
proprio come di ci tu !!!!!!! non penso proprio......che sono quattro bambinate, lavoro nella segreteria poi vedi ;) ciao paraculo....

Da: Annarò03/08/2012 21:51:18
Ma che devo vedere quelle quattro cretinate che fai?

Da: lia04/08/2012 12:46:52
E smettetela di litigare come bambini di tre anni! Non ci sono individui superiori che hanno diritti superiori. Io mi vergogno, da ex insegnante, nel sentire parlare in modo così arrogante una persona nella mia situazione. Neanch'io, quando insegnavo, mi rendevo conto del lavoro che si svolge in segreteria. Chi pensa che sia robetta da passacarte si troverà in grossi guai. Chiedo scusa agli assistenti per l'atteggiamento dell'insegnante inidonea....Mi viene persino il sospetto che qualcuno se ne sia uscito con queste str...te per farci scontrare! Si sa: l'unione fa la forza...

Da: lia04/08/2012 17:44:48
Ho scoperto che Annarò scrive pure nel forum degli ATA terza fascia e non è un'inidonea ma soltanto una provocatrice!!!!!

Da: MARCYTRIS05/08/2012 10:05:54
Per gli indonei veri

Se vi fa piacere cambiare profilo fatelo ma ricordatevi che vi state facendo trattare da semplici numeri non da esseri umani con proprie storie e dignità
oltre tutto a fronte di un risparmio minimo per lo stato che mentre da una parte "taglia" dall'altra elargisce con cifre molto più consistenti "mance" ai politici per la loro devozione e impegno!!??
Che schifoooooooo!!!!

Da: lia05/08/2012 10:44:28
NON CI FA PIACERE PROPRIO PER NIENTE, CAMBIARE PROFILO!!!
CI STANNO COSTRINGENDO!  Per poi farci perdere il posto perché non reggiamo lo stress o non siamo all'altezza dei nuovi compiti. Io non so se procurarmi la morte lavorando o rinunziando e morendo di fame (chi mi darebbe un altro lavoro, alla mia età e da malata?).

Da: MARCYTRIS05/08/2012 11:10:15
Ma i sindacati non contano più niente ??
Possibile che vi abbandonino così al vostro destino??
Sono stati efficaci solo per far passare la mobilità professionale ( più che altro per i DSGA) ???
Povera scuola in che mani ripone il proprio futuro!!
Vorrei che almeno i mezzi di informazione di massa mettessero in rilievo questa situazione ma non c'è TG che faccia riferimento allo sciopero della fame degli inidonei ..molto meglio parlare del caldo e delle mode da spiaggia!!!

Da: x MARCYTRIS05/08/2012 13:17:00
E meno male che finalmente i sindacati non contano più niente! Meno male! In quei tempi molti docenti, specie di scuola dell'infanzia, per poter fuggire dalle urla dei bambini, che non sopportavano, si rivolgevano ai sindacati affinchè potessero ottenere l'escamotage dell'inidoneità all'insegnamento. Io penso che se uno chiede l'inidoneità al proprio lavoro debba essere licenziato, ma con tutta questa gente, i cosiddetti inidonei, ciò non è avvenuto. Sono rimasti nelle scuole a girare tra i laboratori ed i corridoi e venivano retribuiti sempre come docenti. Enorme ingiustizia... Ora lo Stato ha pensato bene di convertirli in ATA perchè deve risparmiare..... Ma negli uffici queste persone, almeno la maggior parte, sarà nulla e la situazione delle segreterie, già disastrosa, sarà destinata al collasso. Dico solo: poveri assistenti volenterosi e lavoratori! Metteranno su di loro una croce pesantissima tanto che fossi in loro mi ribellerei di brutto e non rimarrei passivo.

Da: amareggiata05/08/2012 13:27:45
Cara Lia concordo con quanto scrivi, solo chi vive questi problemi ne é consapevile. Prima di farci morire cosa ci succederà se facciamo lo sciopero della firma??? Un abbraccio da una collega all' estremo.

Da: assistente nera05/08/2012 13:51:55
Quest'anno non sarò più una lavoratrice brava ed accomodante, ora basta visto che chi fa le leggi ci considera carta straccia, bastaaa!!!

Da: lia06/08/2012 18:15:57
X quella belva che scrive contro chi cambia mansione per motivi di salute

Guarda che gli inidonei non esistono soltanto nella scuola!!!
Chi ha problemi di salute ha diritto ( COME TUTTI: lo dice la Costituzione!) di guadagnarsi da vivere utilizzando le sue capacità. Tanto varrebbe sparargli un colpo di pistola, invece di fargli affrontare un morte lenta dopo il licenziamento...Secondo me non sai di cosa parli: l'inidoneità all'insegnamento non è un escamotage, una specie di fuga. Si ottiene soltanto dopo una visita medica che verifica l'entità del problema fisico o mentale, sulla base di una documentazione rilasciata rigorosamente da strutture sanitarie pubbliche. Comunque adesso basta con le spiegazioni! Io ho subito 17 interventi chirurgici tra cui 2 a cuore aperto e devo sentirmi dire certe schifezze!

Da: x lia06/08/2012 23:40:39
con tutto il rispetto per voi però credo che quelle della segreteria hanno ragione da vendere.. scusami per la franchezza ma io vi manderei in pensione da subito con i contributi che avete accumulato e non negli uffici per le ovvie ragioni che conosci

Da: lia07/08/2012 11:26:21
Io ho 25 anni di servizio. A me dispiacerebbe andare in pensione, ma questo non conta: se non c'è dove metterci che mi mandino  pure a casa con 500 euro al mese di pensione (se ci arrivo, con il servizio maturato...) e poi però qualcuno mi spieghi come si fa a sopravvivere .

Da: Dony.Dea07/08/2012 11:37:48
Davvero??? perchè??? fino a quando ci siamo ammalati cosa abbiamo fatto??? le troie???

Da: Dony.Dea07/08/2012 11:51:35
il mio commento era per chi ci ha detto "è ora che andiate a lavorare" mi scuso per la parola forte che ho usato, ma di sicuro chi ha parlato non sai cosa significa insegnare in una scuola di frontiera, dove vige la "mafiologia" ,ma quetso c'entra poco... ci sono  da 26 anni in questa realtà e vorrei rimanerci...ma guarda caso la mia "salute" non me lo permette e non sto a raccontare cosa ho... e perchè l'ho e cosa mi è successo etc tec..non DEVE riguardare nessuno... come ha detto la dolce Lia , noi abbiamo tutti un certificato rilasciato da enti pubblici (ministero del tesoro) , dopo visita collegiale fatta da emeriti medici stronzi che non sanno cosa significhi la parola laminectomia.....detto ciò.....vi saluto perchè mi fate venire il nervoso...qui sembra che tutti sappiano TUTTO....e la tuttologia non serve a nessuno...ma ....un'ultima cosa.. noi non vorremmo togliere il posto in poltrona a nessuno....amministrativi..statevi comodi sulle vostre poltroncine ....sapete cosa mi dispiace???? occupare il posto che andrebbe di diritto ai precari!!!!! byeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Da: annangie 08/08/2012 13:16:53
X Lia e Dony.Dea

Io sono solidale con voi anche se ho un figlio precario a.a. che probabilmene resterà a spasso per questa situazione.
Avete tutta la mia comprensione e solidarietà perchè in 30 anni di lavoro come d.s.g.a. ho visto diversi inidonei e mai nessuno era lì perchè si voleva fare una vacanza. Trovo veramente ingiusto quello che stanno facendo a voi e ai precari e spero facciate riscorso al T.a.r. perchè non è possibile far fare un lavoro amministrativo a chi fondamentalmente ha una preparazione didattica.Lasciate stare le provocazioni da quattro soldi e battetevi ancora come state facendo per far valere i vostri diritti calpestati.

Da: x Docenti inidonei08/08/2012 14:00:15
ma andate a casa !!!!!!

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