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32 operatori tecnici Ministero della Salute 2012
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Da: Pente 03/10/2012 13:51:14
non sono certa di aver fatto bene..ma io ho studiato unicmente da internet.il materiale che ho scaricato dal sito del ministero.....
ho stampato e studio così....

tranne x igiene navale..ho trovato una dispensa di Colalillo in internet e ho scaricato e sottolineato quella (non l'ho studiata perchè ci capisco poco).....

E poi speriamo bene.......

Da: ciaooo03/10/2012 20:29:54

Da: ciaooo03/10/2012 20:31:04
ciao a tt!!!
dove state studiando per la seconda prova?? che testi o dispense state utilizzando

Da: Anonima Concorsi05/10/2012 13:15:15
Circolano voci di corridoio che questo concorso vogliono annularlo, se non lo annullano lo posticipano al'anno nuovo.Sto studiando come una pazza , ho prenotato aereo e albergo e alla fine ci dovrei pure rimettere?Mi sono rotto veramente.

Da: non facciamoci infinocchiare05/10/2012 14:22:48
Quelli che insistono qua sopra a dire che entreranno solo gli interni, che sarà annullato...lo fanno solo per farci desistere. Può darsi che abbiano ragione, ma non ha senso affidarci alle parole di un paio di troll che dall'inizio del concorso non fanno altro che seminare zizzania in questo forum e cercano di infondere paure assurde agli altri per farli desistere. Se il concorso sarà annullato vorrò saperlo da fonti DAVVERO certe e non da un paio di cretini che non hanno una pippa da fare e se davvero non si farà...pazienza, ma almeno non avrò corso il rischio di perdere un'occasione d'oro per stare dietro a due imbecilli.

Da: elena 6805/10/2012 14:31:05
I funzionari del ministero che stanno lavorando al concorso ribadiscono che la data è confermata al 16 novembre (ho telefonato stamani). Se poi dovessero esserci indicazioni diverse usciranno con un comunicato su gazzetta ufficiale, ma ad oggi la data è confermata.

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
Scaricala subito GRATIS!

Da: forza....05/10/2012 18:25:14
ragazzi\e
per la protezione degli animali negli allevamenti sarebbe la normativa  dlgs 26 marzo 2001 n 146?

per gli animali da trasporto è Regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio
del 22 dicembre 2004
??

un grazie a chi mi risponde...

Da: men x forza....05/10/2012 19:49:02
vanno bene, queste sono le normative sulla protezione degli animali, e animali da trasporto

Da: forza....x men05/10/2012 19:58:48
ciao men... cercavo proprio te... :)

senti e riguardo la sperimentazione,  le tecniche ispettive di ambienti da stoccaggio di prodotti di origine animale e i ricoveri animali

quale sarebbero la normative?.....
grazie

Da: men x forza05/10/2012 20:53:41
ciao, Reg. CE 854/04    Reg. CE 852/04

Da: men x forza05/10/2012 20:56:25
dimenticavo Reg CE 183/05

Da: forza....x men05/10/2012 21:04:42
grazie men...:)
ora li cerco...

Da: forza....x men05/10/2012 21:14:35
e sui ricoveri animali e la sperimentazione...???


Da: men x forza....05/10/2012 22:06:24
3.10.4.1. Ricoveri per animali
1. Fermi restando i requisiti specifici fissati dal regolamento di polizia veterinaria, in relazione alle
esigenze e al tipo di allevamento praticato, e al rispetto, per i casi previsti, della normativa in
materia di sicurezza e di prevenzione degli infortuni sul lavoro, i ricoveri per gli animali, ivi
compresi quelli a carattere familiare, oltre al rispetto di quanto previsto dall'articolo 3.10.2,
devono essere sufficientemente aerati e illuminati, approvvigionati di acqua potabile e devono
essere agevolmente pulibili, lavabili e disinfettabili, nonché provvisti di adeguate protezioni
contro insetti e roditori.
2. Per i soli locali destinati alla stabulazione il rapporto aerante ed illuminante minimo da garantire
è pari ad 1/12 della superficie in pianta del locale.
3. I ricoveri per animali sono dotati di idonei sistemi di raccolta, maturazione, stoccaggio, trasporto
e smaltimento di liquami e letame nel rispetto della normativa vigente e delle norme tecniche
generali per lo stoccaggio delle deiezioni animali specificate negli allegati 1 (norme tecniche
generali per lo stoccaggio delle deiezioni animali) e 2 (caratteristiche delle strutture per lo
stoccaggio dei reflui) al presente capo.
4. Le acque meteoriche delle superfici coperte devono essere separate dal circuito dei liquami ed
allontanate nel rispetto delle norme vigenti.
5. La distanza dei recinti all'aperto dalle abitazioni deve rispettare i limiti minimi stabiliti nei
successivi articoli 3.10.5 e 3.10.6, ad eccezione del pascolo brado a condizione che questo non
rechi inconvenienti igienico sanitari. Gli spazi recintati all'aperto, quando non abbiano pavimento
impermeabile, sono sistemati in modo da evitare il ristagno dei liquami.
6. Le stalle per bovini ed equini adibite a più di due capi adulti devono essere dotate di concimaia
ai sensi dell'articolo 233 del R.D. 27 luglio 1934, n. 1265.
7. I locali utilizzati per la mungitura, la manipolazione e il magazzinaggio latte devono essere
conformi a quanto stabilito nell'allegato A, capitoli II e III, del d.P.R. n. 54 del 1997, con le
seguenti integrazioni:
a) per la ventilazione e la illuminazione dei locali di nuova realizzazione dove si effettua la
mungitura o il latte viene manipolato devono essere previste aperture

Da: men x forza....05/10/2012 22:18:33
vai su -  pacchetto- igiene sicurezza.net  

Da: Pente 06/10/2012 11:16:23
Buongiorno,
ho saputo che il 16 nov (cioè il giorno del concorso) a Roma è previsto una sciopero dei mezzi (con relativa manifestazione).
Quindi.......per chi come me ha prenotato il pernotto al campus......comunque per arrivare all'università occorre prendere autobus...........quindi come si fa??????

Non si può chiedere a qualcuno......non so a chi o come........di predisporre come per la prova preselettiva una navetta???

Com ci organizziamo????????

Molti hanno prenotato al campus?

Da: forza....xmen06/10/2012 22:14:17
riguardo la sperimentazione ho trovato questo d.lgs 27\01\1996 n 116...

senti riguardo sanita pubblica e veterinaria?

Da: forza...xpente07/10/2012 11:07:54
si... c è uno sciopero nazionale....

....secondo me dobbiamo telefonare....

io credo che lo spostino di qualke giorno...
voi che dite?

Da: men x forza........07/10/2012 16:32:31
per veterinaria è riferita all'epidemiologia

Dal punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola composita (epi-demio-logia) di origine greca, che letteralmente significa discorso intorno alla popolazione. Esiste un'altra definizione più semplice e quindi più adatta a scopo didattico: Studio della frequenza, distribuzione e determinanti di salute/malattia nelle popolazioni (animali). L'epidemiologia si occupa di tutte le malattie ma, diversamente da altre discipline, se ne occupa esclusivamente a livello di popolazione piuttosto che di individuo.

Questa disciplina si occupa di:

-        zoonosi  una qualsiasi malattia infettiva o parassitaria degli animali che può essere trasmessa all'uomo direttamente (contatto con la pelle, peli, uova, sangue o secrezioni) o indirettamente (tramite altri organismi vettori o ingestione di alimenti infetti).

-        antropo-zoonosi una qualsiasi malattia che si propaghi dall'uomo verso l'animale.

-        Malattie degli animali non trasmissibili all'uomo.

1. Epidemiologia
Sono cinque le parole - chiave della definizione:

-        Frequenza: "quanto" e "quando" la malattia compare, ossia il numero degli individui colpiti, la comparsa della malattia e la durata della malattia.

-        Distribuzione: "dove" la malattia compare, ossia la zona geografica, i comparti dell'allevamento e le caratteristiche della popolazione colpita (sesso, età, specie/razza, attitudine dell'allevamento).

-        Determinanti: fattori la cui presenza e/o alterazione causa comparsa/variazione di frequenza della malattia.

-        Salute - malattia: si studiano sia i soggetti ammalati che i sani. Per salute si intende lo stato di benessere fisico e mentale e viene valutata in base alla produttività e alla negatività ai test diagnostici negli animali da reddito.

-        Popolazioni: gruppo di individui oggetto di uno studio epidemiologico. L'individuo rappresenta l'unità di interesse e lo studio si effettua sulla popolazione in toto o attraverso campionamento.




2. Scopi dell'epidemiologia

L'epidemiologia ha lo scopo di:

-        Determinare l'origine di una malattia attraverso una causa nota o una origine non nota;

-        Prevenzione delle malattie e la conoscenza dei determinanti di malattia aiuta ad eliminarli o ridurli;

-        Programmare piani di prevenzione attraverso l'analisi ed individuando il costo e il beneficio e valutare la necessità di curare la malattia ed effettuare il controllo o l'eradicazione in base alla prevalenza.

L'epidemiologia può essere:

-        Descrittiva;

-        Analitica;

-        Sperimentale;

-        Teorica.

I possibili obiettivi di uno studio epidemiologico sono quelli di:

- Stimare la frequenza di una malattia attraverso l'epidemiologia descrittiva, la quale ha lo scopo primario di descrivere "che cosa è" la malattia, chi, quando e dove colpisce. Dovranno inoltre osservarsi le seguenti prescrizioni: osservazione in campo, raccolta dati, interpretazione, studi retrospettivi.

- Identificare i determinanti di salute/malattia attraverso l'epidemiologia analitica, la quale ha lo scopo primario di raccogliere dati per verificare una ipotesi e rispondere al perché una malattia si verifica, tramite la formulazione di ipotesi, verifica in base ai dati, interpretazione e studi retrospettivi prospettivi.

L'epidemiologia descrittiva ed analitica affrontano degli studi osservazionali, nei quali le variabili vengono osservate, ma non manipolate. L'ipotesi può essere valutata con diversi modi:

- Studi sperimentali (epidemiologia sperimentale), con esperimenti epidemiologici per verificare ipotesi e studi prospettivi. In questo caso non si tratta di studi osservazionali.

- Studi teorici (epidemiologia teoretica), si utilizzano modelli matematici che mimano la realtà (simulazione di malattie) ed è indispensabile una buona conoscenza di informatica e statistica.


Da: men x forza........07/10/2012 16:49:09
per santà pubblica vai su
Sanità Pubblica - Dispense di Igiene gratis Studenti.it

Da: forza...xmen07/10/2012 17:15:06
ok grazie

quindi per sanita veterinaria va bene quello che hai postato??? tutto qui..

su studenti.it purtroppo nn sono iscritta..
devi essere registrato per scaricarti gli appunti :/

Da: men x forza.....07/10/2012 18:22:56
per veterinaria c'è altro come faccio a mandartelo

Da: men x forza.....07/10/2012 18:28:51
per santà pubblica: trova igiene e sanità pubblica

Da: forza...xmen07/10/2012 18:29:32
ci sei sul gruppo di fb?

Da: men x forza...07/10/2012 18:30:59

Da: men x forza...07/10/2012 18:31:23
no

Da: men x forza...07/10/2012 18:34:03

3. Misure di malattia: prevalenza, incidenza, morbilità e mortalità.
Prevalenza: la prevalenza indica il numero di animali colpiti da una malattia, o infezione, in una popolazione a rischio. (Non necessariamente animali con sintomatologia). L'utilità della conoscenza della prevalenza di una malattia si delinea anche nel caso in cui si voglia stimare il danno indotto da quella malattia in una popolazione, oppure quando si desideri stimare le difficoltà di realizzazione di un piano di profilassi, o, ancora, quando si vogliano stimare i rapporti costi/benefici prima dell'avvio del piano. L'espressione numerica di questa misura è data dal rapporto:

_____Numero di casi di malattia (o infezione)____
Popolazione a rischio *
* Il denominatore varia a seconda dell'indagine epidemiologica.
Per esprimere la frequenza di un fenomeno tramite prevalenza, è più corretto utilizzare non un valore assoluto ma una frazione la cui forma generale è indicata:
__A__     
A + B
A = Individui che sono interessati dal fenomeno in studio
A + B = Popolazione a rischio
Una frazione di questo tipo è una proporzione ed assume sempre un valore compreso fra 0 e 1, che trasformato in percentuale risulta compreso tra 0 - 100 %. Essendo una misura statica, la prevalenza non consente di valutare l'andamento della malattia nella popolazione a rischio.
Incidenza: l'incidenza misura il numero di nuovi casi che si verificano in una popolazione  in un determinato periodo di tempo e rappresenta la proporzione di individui che vengono colpiti dalla malattia. L'incidenza rappresenta la variazione di una quantità (i nuovi ammalati) rispetto alla variazione di un'altra quantità (il tempo); essa quindi è una misura dinamica e costituisce un vero "tasso". L'incidenza misura la comparsa o la velocità di diffusione della malattia, individua il rischio o la probabilità di contrarre la malattia ed è difficile da determinare e necessita di due o più rilevazioni (Tempo 0, Tempo 1 …). L'espressione numerica dell'incidenza è data dal rapporto:
_____Numero di nuovi casi di malattia in un periodo di tempo x _____
Popolazione (inizialmente sana) a rischio nel periodo x
Il valore è compreso tra 0 - 1 (0 - 100 %). L'incidenza è una misura del tasso di diffusione di una malattia all'interno di un gruppo con caratteristiche note ed inizialmente esente da quella malattia; una rapida diffusione è indice di elevata incidenza. L'incidenza individua il rischio (cioè la probabilità) di contrarre la malattia cui è soggetto un animale esposto in quella popolazione.
L'incidenza può essere vista come un modo per misurare la velocità di diffusione dell'agente eziologico.
I rapporti tra le proporzioni sono misure statiche. I tassi sono misure dinamiche.
Rapporto : _A_
                    B
Proporzione: __A__
                      A + B
Tasso: __A__   x  tempo
            A + B
Morbosità (morbilità) e mortalità: due fra le più importanti misure di frequenza sono rappresentate dalla morbilità e la mortalità.
La morbilità  si esprime come proporzione fra [numero di animali ammalati] e [numero di animali ammalati + numero di animali "a rischio"]. Gli animali "a rischio" sono quelli che, nella popolazione considerata, sono "biologicamente capaci di esprimere l'evento", cioè la malattia in questione. Quindi la morbilità indica il numero di animali ammalati (con manifestazioni cliniche in atto) nella popolazione a rischio. Il suo valore è compreso tra 0 - 100%. La mortalità esprime, invece, la proporzione tra [numero di animali morti] e [numero di animali morti + numero di animali a rischio di morte].Quindi la mortalità indica il numero di animali morti nella popolazione a rischio. Il valore è compreso tra 0 - 100%.
Il tasso causa-specifico di mortalità rappresenta l'indice della mortalità dovuta ad una specifica malattia.
____Individui morti per malattia n____
       Individui affetti da malattia n
Nelle popolazioni di animali selvatici la mortalità è spesso l'unico parametro che riusciamo a valutare in quanto è difficile definire una popolazione a rischio. Si dice mortalità cumulativa la somma delle mortalità osservate nel tempo in una popolazione, osservata negli allevamenti a ciclo chiuso. In questo caso il fattore tempo è preso in considerazione e allora la frazione rappresenta un tasso e non più una proporzione.
4. Misure di frequenza di malattia: epidemia, endemia e malattia sporadica
Una curva epidemica rappresenta l'espressione grafica della frequenza di malattia in caso di epidemia, endemia e malattia sporadica. È rappresentata attraverso gli assi cartesiani, ponendo sull'asse delle ascisse il numero di casi, sull'asse delle ordinate il tempo.
Epidemia: l'epidemia, o epizoozia, misura la frequenza di malattia superiore rispetto a quella attesa in una data zona in un determinato periodo. Nei periodo interepidemici la frequenza può essere pari a 0 o inferiore ad un livello soglia. Le possibili cause di un'epidemia possono essere:
-        La comparsa di un microorganismo non presente in una determinata zona (malattie esotiche come afta epizootica, pesti suine, pleuropolmonite contagiosa, peste bovina ecc).
-        In alcune malattie anche pochi casi sono da considerare "epidemia", come per esempio la rabbia.
-        Mutazioni del genoma: ricombinazione negli orthomyxovirus, cloni batterici (antibiotico resistenza).
-        Variazioni nelle condizioni ambientali e recettività degli animali ospiti (comparsa di sindromi da immunodeficienza).
L'epidemia può essere stagionale o annuale e cessa quando si instaura un equilibrio tra microorganismo ed ospite (immunità). Alcune malattie sono a carattere epidemico in alcune zone, endemiche in altre (paesi in via di sviluppo). Alcune epidemia sono cicliche ed hanno bisogno di un periodo di tempo necessario perché si abbia un ricambio nella popolazione (individui suscettibili) e sono variabili in base alla recettività degli ospiti. Dei calcoli statistici che stabiliscono la frequenza attesa, in base ad esperienze precedenti, indicano quando una malattia ha raggiunto un numero di casi tale da provocare un'epidemia. Si parla di pandemia nel caso di epidemia che coinvolge un numero elevatissimo di individui (intere popolazioni). Una epidemia a propagazione (tipica delle malattie infettive e contagiose) è, invece, quella causata da un agente che viene escreto inizialmente da uno o più casi primari, e quindi si propaga nel tempo ad individui recettivi che costituiscono casi secondari. Uno dei casi primari è spesso il caso-indice, cioè il primo che è stato notato dagli investigatori.
In alcune situazioni, tutti i casi hanno origine da una stessa fonte di contagio. Una epidemia di questo tipo viene detta epidemia a sorgente comune, che riguarda le malattie infettive, ma non contagiose.
Endemia: Una malattia endemica (o endemia o enzoozia) è una forma morbosa che è costantemente presente in una popolazione o in una determinata area geografica. Se la prevalenza della malattia è bassa, si tratta di malattia ipoendemica; se, invece, la prevalenza è alta la malattia è iperendemica.
Malattia sporadica: Infine, si dice sporadica una malattia che si presenta irregolarmente ed imprevedibilmente nello spazio e nel tempo, generalmente con bassa frequenza.
Applicazioni della curva epidemica:
-        Nel caso di epidemia a propagazione la curva epidemica fornisce indicazioni circa il periodo di inizio di una malattia, possibile origine, individuazione del caso indice ed informazioni sulla velocità di propagazione.
   
-        Nel caso di epidemia a sorgente comune la curva epidemica fornisce indicazioni circa il periodo d'inizio di una malattia, la possibile origine, il numero di casi (altezza barre) e la regressione dopo rimozione della fonte di malattia.

Calcolo del reproductive ratio (Ro) - Tasso di riproduzione
Indica il numero medio di casi secondari (in una popolazione suscettibile) contagiati da un caso primario (caso indice).
Può assumere un valore teoricamente infinito.
È caratteristico di ogni microorganismo e dipende da caratteristiche biologiche del microrganismo. L'Ro può essere influenzato, però, anche da:
-        Densità degli animali: IBR negli allevamenti, e negli animali selvatici, le poste invernali di alimentazione portano ad epidemie.
-        Stato immunitario.

Flusso di una malattia infettiva nel tempo
Il flusso di una malattia infettiva nel tempo determina:
-        Il contagio di molti individui;
-        Morte di alcuni animali, altri invece guariscono grazie all'immunità;
-        L'immunità riduce l'Ro del patogeno;
-        Si passa dall'epidemia.
Nel caso in cui l'Ro = 1  la malattia si trasmette in maniera costante e si passa dall'epidemia all'endemia. Nel caso di Ro < 1, l'obiettivo diventa quello di eliminare il microorganismo dal gruppo considerato e diminuire l'Ro delle malattie.
Per abbassare l'Ro occorre:
-        Agire sul microorganismo tramite disinfezione dell'ambiente, veicoli, acqua, ed eliminazione dei vettori (insetti, artropodi, topi).
-        Agire sull'ospite mediante:
a)      Trattamenti antibiotici: metafilassi durante un focolaio di malattia infettiva batterica con somministrazione ad animali sani;
      Chemioprofilassi: trattamento in animali sani in fasi critiche di allevamento.
b)      Stato immunitario: vaccinazioni con sieri immuni.
Immunità di gregge: Per immunità di gregge si intende l'immunità che in una grossa percentuale di animali protegge anche gli individui recettivi.
È un parametro utilizzato soprattutto in Medicina Umana per la profilassi e l'eradicazione delle malattie infettive basate su vaccinazione.
L'eradicazione è resa possibile nel caso in cui il virus è stabile, i piani di vaccinazione vengono estesi ed effettuati per diverso tempo ed il vaccino sia poco costoso e pratico nella somministrazione. In alcune circostanze, la vaccinazione di massa può dare controindicazioni, come nel caso di malattie che danno conseguenze più gravi negli adulti. I programmi di vaccinazione tendono ad aumentare l'età media di infezione dei non immunizzati; la vaccinazione abbassa l'Ro del microorganismo e i pochi individui non immunizzati tendono ad infettarsi in età più avanzata.


Profilassi per le malattie infettive: la vaccinazione rappresenta solo il primo passo per arrivare all'eradicazione. In Medicina Veterinaria si applicano misure di sicurezza e si denuncia la malattia con obbligo/divieti di:
-        Adesione a piani di profilassi;
-        Vaccinazione;
-        Screening.
I piani di profilassi su scala nazionale tendono, in genere, a ottenere una popolazione indenne da una particolare malattia, attraverso un processo (es. abbattimento oppure vaccinazione seguita da abbattimento ecc.) che conduce all'eradicazione della malattia, valutando i costi ed il beneficio di tali prescrizioni. I piani da vaccinazione da soli non portano mai all'eradicazione in quanto forniscono solo protezione dalla malattia, quasi mai dall'infezione. Ed inoltre vi è l'impossibilità di distinguere gli animali vaccinati da quelli infetti.
Nell'impiego dei vaccini bisogna valutarne il costo ed il beneficio:
-        Valutare il costo del vaccino rispetto all'indennizzo dei capi infetti e macellati.
-        In caso di bassa prevalenza della malattia conviene sospendere la vaccinazione.
-        Valutare una convenienza non solo economica, ma anche in termini di sicurezza sanitaria.
Nell'impiego dei vaccini vi è la necessità di creare un cordone sanitario, utilizzando i vaccini in aree indenni, ma confinanti a zone a rischio e, se necessario, effettuare delle vaccinazioni di emergenza.
6. Postulati di Koch
Le malattie infettive solitamente si ritengono dovute ad una sola causa, ovvero i microrganismi (batteri o virus). Secondo i postulati di Koch il microorganismo in una malattia infettiva:
-        Deve essere presente in tutti i casi di malattia, ma non in individui sani;
-        Deve essere isolato dai tessuti in coltura pura;
-        La cultura pura, inoculata in animali da esperimento, deve riprodurre la malattia;
-        Lo stesso microorganismo deve essere reisolato in cultura pura da animali da esperimento.
I postulati di Koch sono validi per i batteri patogeni obbligati. Uno dei limiti dei postulati di Koch è che viene considerato solo un agente eziologico come determinante di malattia e non si tiene conto di altri fattori in aggiunta all'agente principale (es. fattori ambientali ecc). Inoltre, nuove scoperte in campo microbiologico hanno dimostrato che i microorganismi patogeni opportunisti non sempre danno malattia e sono presenti anche in un individuo sano.

Determinati di malattia
Le malattie sono generate da una causa talmente forte da essere capace da sola, di provocare tutti gli eventi che conducono alla comparsa della malattia stessa. Questa causa forte corrisponde ad un determinante sufficiente la cui presenza provoca sempre la malattia. Nel caso delle malattie sostenute da microrganismi, ma anche in altre malattie, i determinanti sono associati a: ospite, agente, ambiente. L'agente è un determinante primario (necessario, ma non sufficiente) ed è legato al tipo, numero, patogenicità (capacità di dare malattia), virulenza (espressione quantitativa della patogenicità). L'ospite prende in considerazione determinanti endogeni, quali specie, razza, sesso, età ed immunità.
L'ambiente prende in esame determinanti esterni all'ospite (esogeni), quali clima, microclima, alimentazione, ricoveri e condizioni di allevamento.
I determinanti possono essere primari, secondari, intrinseci ed estrinseci. I determinanti primari si riscontrano nella comparsa/ variazione di fattori fondamentali nel determinismo della malattia. Spesso i determinanti primari si identificano  con le cause di malattia.
I determinanti primari vengono distinti in intrinseci (o endogeni, ossia interni all'ospite) ed estrinseci (o esogeni); questi ultimi possono essere animati o inanimati.

I determinanti secondari rappresentano fattori predisponenti, ossia fattori che concorrono nel predisporre ad una malattia o amplificarne la portata.

8. Postulati di Evans
Secondo i postulati di Evans:
1.    L'incidenza/prevalenza dovrebbe essere più elevata negli esposti che nei non esposti.
2.    L'esposizione dovrebbe essere più comune negli ammalati che nei sani.
3.    L'esposizione dovrebbe precedere la malattia.
4.    Dovrebbe esistere uno spettro di risposte misurabili dell'ospite nei confronti dell'agente.
5.    L'eliminazione della presunta causa dovrebbe indurre una diminuzione della frequenza della malattia.
6.    La prevenzione o la modifica della risposta dell'ospite dovrebbe ridurre o eliminare l'espressione della malattia.
7.    La malattia dovrebbe essere riproducibile sperimentalmente.
L'associazione tra presunto fattore di rischio, o determinante, e la malattia deve essere sempre dimostrata su base statistica. Tutti i test statistici di significatività assumono inizialmente la cosiddetta ipotesi zero (o ipotesi nulla). Quando si effettua il confronto fra due o più gruppi di dati, l'ipotesi zero prevede sempre che non esista alcuna differenza tra i gruppi riguardo al parametro considerato. Se trovo delle differenze tra due gruppi riguardo a un parametro considerato e voglio dimostrare che un determinante ne è la causa bisogna confutare l'ipotesi che l'associazione tra determinante e malattia sia dovuta al caso. In termini statistici si sceglie un livello di probabilità pari al 5% o 1%. Questa probabilità  rappresenta una stima quantitativa della probabilità che le differenze osservate siano dovute al caso.
Ai fini della significatività statistica si comparano due o più gruppi, si analizzano eventuali differenze e bisogna dimostrare che le differenze non sono dovute al caso. Nell'esaminare la relazione tra causa e malattia, oltre alla significatività statistica, un'associazione deve avere significatività biologica (conoscenze scientifiche sull'argomento). I parametri che qualificano la forza di associazione sono rappresentati dal rapporto di prevalenza, rischio relativo e l'ODDS Ratio. Il rapporto di prevalenze viene stimato:
____Prevalenza in esposti *____
      Prevalenza nei non esposti
Il valore è compreso tra 0 e infinito * Esposizione: presenza di una variabile.
Il rischio relativo, detto anche rapporto di incidenza, viene stimato:
____incidenza in esposti___
Incidenza nei non esposti
Il valore è compreso tra 0 e infinito.
L'ODDS Ratio indica l'analisi dei rapporti incrociati (ODD = divisione tra rapporti). Indica quante volte un evento si è verificato rispetto a quante volte non si è verificato, evidenziando la differenza tra la malattia in soggetti esposti e la malattia nei soggetti non esposti. Il valore è compreso tra 0 e infinito.

9. Distribuzione dei dati in epidemiologia
Una variabile è una caratteristica misurabile o un attributo che differisce nei soggetti considerati.
Per esempio, se viene misurato il peso di 300 suini, allora il "peso" rappresenta una "variabile".
La variabile può essere quantitativa (discreta e continua) o qualitativa (categorizzata).
Quest' ultima può anche esser detta categorica, o dicotomica (ordinale, le categorie vanno elencate per ordine, e nominale, le categorie non hanno un ordine). 
Nell'esempio precedente, il "peso" dei suini è una variabile quantitativa, in quanto misura una quantità; se il gruppo dei 300 suini è costituito da animali di razza diversa, allora la "razza" è una variabile qualitativa, in quanto definisce una qualità di ciascun animale.
La rappresentazione grafica dei dati indica la distribuzione delle frequenza, ossia il numero di osservazioni con la variabile in esame, e si avvale dell'utilizzo di: istogrammi, diagrammi a torta e grafici a scatola.
10. Indagine epidemiologica
L'indagine epidemiologica ha lo scopo di esaminare i rapporti tra malattia e uno o più determinanti al fine di:
-        Dimostrare causalità tra malattia e determinante.
-        Evidenziare e quantificare i fattori a rischio.
La metodologia dell'indagine è quella di comparare gruppi di individui.
-        Primo step ® Matching: omogeneità dei gruppi (età, sesso, ecc), tranne che per le variabili in esame.
-        Secondo step ® Scelta del tipo di indagine epidemiologica.
L'indagine epidemiologica effettua studi osservazionali sui possibili effetti che il determinante ha sull'assenza/presenza di una malattia. L'osservatore si limita ad esaminare i dati, non interviene attivamente modificando i determinanti (Epidemiologia descrittiva ed analitica). Gli studi osservazionali possono essere:
-        Direzionali: caso - controllo, a coorte.
-        Trasversali (non direzionali): Cross - Sectionals studies.
Studi caso - controllo
Dopo aver selezionato i gruppi:
-        Caso: gruppo di individui che presentano malattia;
-        Controllo: gruppo di individui che non presentano malattia.
Si effettua una indagine retrospettiva una volta che l'esposizione e la malattia sono già avvenute, in quanto la malattia si è già verificata, quindi l'indagine va a ritroso.
A questo punto è possibile calcolare il rapporto di prevalenze e l'ODDS Ratio, mentre non è possibile calcolare il Rischio relativo. Gli studi caso - controllo si eseguono attraverso la consultazione di registri ed archivi e attraverso l'uso di questionari.
Un buon questionario deve avere il seguente schema:
-        Auto compilazione/intervista;
-        Linguaggio chiaro;
-        Domande brevi;
-        Non iniziare subito con domande dirette;
-        Domande aperte o con caselle;
-        Anonimo.
Uno studio caso controllo si imposta dopo aver effettuato la scelta dei casi e la scelta dei controllo, compensando con un rapporto caso - controllo 1 a 4  o  1 a 5. Gli studi caso - controllo hanno dei vantaggi in quanto veloci, poco costosi ed utili per malattie con lungo pdi. Possono però presentare degli svantaggi in quanto i dati raccolti possono essere soggettivi e può verificarsi una distorsione dell'analisi (BIAS); inoltre non è possibile verificare il secondo postulato di Evans in quanto non sempre può essere dimostrato dato lo studio retrospettivo.
Studi a coorte
Per coorte intendiamo divisione di gruppi omogenei per età e provenienza geografica. Dati due gruppi coorti di animali:
-        (A) Esposti a determinante;
-        (B) Non esposti.
Seguiti per un tempo determinato, si verifica se il gruppo A ha una frequenza maggiore di malattia.
Negli studi a coorte si effettua una indagine prospettiva e gli studi iniziano quando la malattia non si è ancora verificata.
E' possibile calcolare il rapporto di prevalenze e l'ODDS Ratio ed anche il rischio relativo.
Negli studi a coorte i vantaggi sono rappresentati da soggetti a minori distorsioni, si può dimostrare che l'esposizione precede la malattia e sono indicati per malattie con breve pdi; mentre presentano degli svantaggi il fatto che siano di lunga durata e che siano dispendiosi.
Studi trasversali
Gli studi trasversali vengono effettuati su un campione della popolazione con prevalenza della malattia e attraverso un confronto della prevalenza tra gli esposti e i non esposti. Non è uno studio direzionale.
È possibile calcolare il rapporto di prevalenze e l'ODDS Ratio, mentre non è possibile calcolare il rischio relativo.
Studi non osservazionali
Gli studi non osservazionali vengono effettuati con esperimenti di laboratorio e di campo (field trials).
L'operatore interviene attivamente provocando l'esposizione al determinante.
Al momento della selezione i due gruppi sono identici (MATCHING: pienamente rispettato). Gli studi sperimentali prevedono la sperimentazione in laboratorio (non necessariamente su specie target) e la sperimentazione in campo (si effettuano su un numero più elevato di soggetti ed hanno lo scopo di verificare l'influenza di altre determinanti).
Attraverso gli studi sperimentali è possibile calcolare il rapporto di prevalenze, il rischio relativo e l'ODDS Ratio.

11. Campionamento in epidemiologia

Le indagini epidemiologiche vengono effettuate sulla popolazione in toto o su una frazione. Il campionamento prevede la selezione di una percentuale di individui nella popolazione. Il campione si identifica con la popolazione a rischio e l'unità campionaria diventa l'unità di interesse (singolo individuo della popolazione). Il campionamento si effettua per motivi economici e pratici e quando è impossibile esaminare la popolazione in toto (es. animali selvatici, microorganismi, invertebrati ecc).
Il principale obiettivo di un campionamento è quello di raccogliere dati che consentiranno di generalizzare, con un certo grado di certezza, all'intera popolazione le conclusioni ottenute dal campione. Questo processo di generalizzazione è detto inferenza. L'inferenza presenta un margine di errore (errore di campionamento) che può essere ridotto seguendo i criteri di campionamento e stimato.
La grandezza del campione genera errori casuali; l'errore è minore se maggiore è il numero delle unità del campione. La scelta del campione porta ad errori sistematici che sono minori se migliorano i criteri di campionamento.
Metodi di campionamento: ai metodi di campionamento appartengono il metodo non probabilistico e il metodo probabilistico.
Il campionamento non probabilistico è quello che fornisce a tutte le unità della popolazione la stessa possibilità di essere scelte a far parte del campione. (Non è randomizzato)
Esso è un campionamento di convenienza in quanto prevede la selezione del campione in base a criteri di comodo e praticità, quando non è possibile ricorrere ad altri tipi di campionamento (es. animali selvatici). Il campione è soggetto ad un forte bias (distorsione) e si è costretti a rifare il campione e compensare con validità l'analisi.
Nel campionamento probabilistico, o per randomizzazione semplice, tutti gli individui hanno la stessa probabilità di essere scelti. Si effettua una estrazione casuale dei numeri tramite tabelle generatrici di numeri casuali e programmi specifici (software). Presenta il vantaggio di rispettare la casualità, ma il principale svantaggio è quello di richiedere la preventiva numerazione degli animali; successivamente è necessario individuare nella popolazione quelli corrispondenti ai numeri estratti. Nel campionamento per randomizzazione sistematica le unità del campione vengono selezionate nella popolazione ad intervalli regolari. I vantaggi sono rappresentati dal fatto che non è necessario numerare gli individui e conoscere la consistenza della popolazione studiata. È un metodo molto pratico, ma presenta lo svantaggio di poter essere influenzato da variabili esterne cicliche.
Nel campionamento per randomizzazione stratificata la popolazione viene suddivisa in gruppi (strati) in base ad un fattore che è capace di influenzare il carattere di studio.
Il vantaggio è quello che il numero di soggetti nei due strati può essere differente, a seconda della consistenza originaria. Lo svantaggio è quello di conoscere le caratteristiche degli strati.
La randomizzazione stratificata può essere effettuata a grappoli e multistadio, su popolazioni molto estese.
Nel campionamento a grappolo (cluster) viene effettuata una selezione randomizzata di gruppi, non di unità campionarie, con auspicabile eterogeneità all'interno dei gruppi.
Il campionamento multistadio viene effettuato attraverso due stadi:
-        I stadio: selezione randomizzata di gruppi.
-        II stadio: selezione randomizzata all'interno dei gruppi.
Capture - recapture
È un metodo utilizzato da biologi e zoologi (animali selvatici/ pesci) per contare gli individui.
Capture - recapture modello a due campioni: è utilizzato per stimare il numero di individui di una popolazione = N.
Consiste nel:
-        Catturare un determinato numero di individui, marcarli e liberarli  (M)
-        Dopo un determinato periodo di tempo ricatturare, gli animali: (m) marcati ed (n) non marcati.
Si calcola l'Indice di Lincoln - Petersen :


Numerosità del campione
Il numero di unità campionarie lo si ottiene attraverso la stima di prevalenza di una malattia su popolazione finita/ infinita.
La stima di prevalenza di una malattia è una proporzione e la si ottiene attraverso i dati precedenti (su prevalenza) o senza dati.
Se la popolazione ha un numero finito il numero di unità campionarie necessarie diminuisce. Il campione deve essere rappresentativo della popolazione in toto. Il dato di prevalenza influenza la variabilità della popolazione (50% variabilità massima).
La formula per calcolare il numero di unità campionarie è:

La stima di rilevamento di prevalenza di una malattia ha un obiettivo diverso dalla stima di prevalenza e stabilisce la percentuale di individui infetti. Si individua il numero minimo di individui da testare per constatare se una malattia/infezione è presente: se l'obiettivo è quello di individuare almeno un capo infetto, maggiore è la prevalenza, minore è il numero dei capi da testare.


Stima di un campione
Un errore di campionamento non può essere annullato, ma deve essere stimato.
Per generalizzare i dati ottenuti da campione a popolazione è necessario calcolare i limiti fiduciali di una stima.
Limiti fiduciali di una stima:Teorema della tendenza centrale dà il valore ottenuto da una stima mediante campionamento = media di una distribuzione a campana, il cui valore reale è compreso in un range dato da media + 2 DS al 95% (DS = ES: Errore Standard).
L'errore di campionamento dipende dalla numerosità del campione, metodi di campionamento e dalla scelta del test diagnostico.
L'errore di campionamento dipende anche dalla validità interna, ossia la qualità intrinseca del test (questionario, rilevazione al macello, esame clinico) dei test di laboratorio per malattia infettiva: test immunologico ed esame colturale ecc.
Diagnosi indiretta: reazione immunitaria dell'ospite (anticorpi, reazione di ipersensibilità ritardata). Si esegue il test immunologico che presenta vantaggi e svantaggi.
Tra i vantaggi vi sono il basso costo, può essere applicato su larga scala e si effettua su animale vivo. Lo svantaggio è che non si dimostra la presenza dell'agente eziologico, ma la reazione immunologica ad esso.
Diagnosi diretta: presenza dell'agente eziologico. Si esegue un esame culturale, PCR ecc.
Il vantaggio è che si dimostra la presenza dell'agente eziologico. Lo svantaggio è che a volte è costosa, quindi non è applicabile su larga scala, e non sempre si può eseguire in vivo. La validità interna del test è importante per due criteri di valutazione: la sensibilità e la specificità, due parametri importanti per la validazione in laboratorio e l'applicazione in campo.

Sensibilità: __________POSITIVI__________
                      POSITIVI + FALSI NEGATIVI
Capacità di identificare in maniera corretta gli animali infetti.
Specificità: __________NEGATIVI__________
                      NEGATIVI + FALSI POSITIVI
Capacità di identificare in maniera corretta in non infetti. I valori sono compresi tra 0 e 1 (0 - 100%).
Il golden test (test aureo o golden standard) è un test che per una data malattia dà i risultati migliori in termini di sensibilità e specificità.  In genere dà una diagnosi diretta (massimo della specificità), non è applicabile su larga scala e serve da riferimento per calibrare la sensibilità e la specificità di un nuovo test.
La sensibilità e la specificità possono essere analitiche, dando le caratteristiche intrinseche del test in esame.
La sensibilità analitica è la quantità minima dell'analita che il test riesce a svelare e dipende dalle caratteristiche del test, dall'antigene e dalla classe/sottoclasse anticorpale (in caso di esame sierologico).
La specificità analitica è offerta da un test che ha una buona specificità quando ha un livello basso di cross - reattività con altri antigeni
In sintesi: di rado un test ha contemporaneamente una elevate sensibilità e specificità.
Validazione in laboratorio: Le fasi della validazione in laboratorio sono:
-        Messa a punto (ottimizzazione);
-        Standardizzazione;
-        Ripetibilità intra laboratorio;
-        Riproducibilità inter laboratori.
La ripetibilità intra laboratorio ha lo scopo di riprodurre l'esperimento per standardizzare i reagenti e le manualità (ad esempio cambiando gli operatori).
La riproducibilità inter laboratori ha lo scopo di riprodurre l'espeimento in laboratori diversi ed il punto critico per alcuni test è quello di avere la necessità di produrre in loco alcuni reagenti.
Applicazione in campo: l'applicazione in campo è eseguita sulla popolazione in toto o sul campione. Non sempre si sceglie il test che ha dato migliori risultati in laboratorio per motivi pratici e prevalenza della malattia.
Nell'applicazione in campo la sensibilità e la specificità hanno carattere diagnostico, con definizione di un valore soglia in funzione della prevalenza della malattia: minore è il valore soglia minori saranno i falsi negativi e maggiori i falsi positivi; maggiore è il valore soglia, minore saranno i falsi positivi e maggiori i falsi negativi.
Nell'applicazione in campo una sensibilità ed una specificità con prevalenza elevata offrono un test con alta specificità e buona sensibilità, riducendo al minimo i falsi positivi. Mentre nel caso in cui la prevalenza è bassa si ha un test con buona specificità e alta sensibilità, riducendo al minimo i falsi negativi.
12. Come implementare la sensibilità e la specificità dei test diagnostici?
Combinando test diagnostici differenti: test multipli attraverso l'uso di test in serie ed in parallelo.
L'uso di due test in sequenza aumenta la specificità delle metodiche:
-        1° test: screening;
-        2° test: conferma.
Nell'uso di due o più test effettuati in contemporaneamente, l'animale è considerato infetto se risulta positivo ad almeno uno o entrambi i test ® aumenta la sensibilità e diminuisce la specificità. Nell'uso di test in serie e in parallelo i test devono sfruttare variabili biologiche indipendenti (es. classi anticorpali diverse, antigeni diversi, ecc).

Da: men x forza...07/10/2012 18:38:50
copiateli, e la continuazione della parte precedente.

Da: Pente 07/10/2012 18:43:49
Spero che non spostino la dat (ma sinceramente non credo)......comunque chiamo anche io .......e se spedissimo in massa una mail al campus x presentargli il problema???????

Da: forza...xmen e pente07/10/2012 18:53:26
....un attimo ...fammi capire quello che mi hai scritto riguarda
nozioni di sanita pubblica veterinaria ???

giusto...
ma nn ci sei su fb?
ti lascio questa email
unica81@katamail.com

x pente, tu hai gia prenotato? io ancora no , ma nn vorrei andare al campus ....mo vedo un po...

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